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Autore: Ryta Holmes    13/06/2004    12 recensioni
“Ogni tanto il ricordo di quell’esperienza le riaffiorava alla mente, facendole rivivere le strane emozioni che aveva provato e che l’avevano tanto sconvolta. Ma durava solo un attimo, perché quando la vita la riportava al presente, le ricordava con la stessa intensità, un concetto fondamentale, che ormai non poteva più cambiare le cose… Lui, era il suo nemico.”
Genere: Avventura, Azione, Fantasy, Malinconico, Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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02

Sei Il Mio Nemico

Capitolo 2

Ripensando a te...

La gita che veniva organizzata ad Hogsmeade era un evento che per Ginny avevo lo stesso effetto del Natale. E nonostante avesse già i suoi sedici anni, si entusiasmava come una bambina quando passeggiava per i negozi del paese e faceva scorpacciate di caramelle a Mielandia.

In quei tre anni, da quando cioè aveva iniziato ad andare ad Hogsmeade, aveva imparato a conoscere ogni più remota viuzza di quel piccolo villaggio magico, e semplicemente lo adorava.

Quella volta passeggiava con le sue amiche, quando queste decisero di andare ai 'Tre Manici di Scopa' per un boccale di Burrobirra. Ma Ginny era contraria. 

Era la loro ultima gita, prima della fine della scuola, e non voleva assolutamente trascorrerla chiusa in quel pub, soprattutto con quella meravigliosa giornata estiva!

No no, lei avrebbe preferito molto di più andarsene a spasso da sola piuttosto che seguire le sue amiche. Fu così che le salutò e iniziò a passeggiare solitaria per le vie de villaggio. Adesso che ci pensava era molto più divertente, senza dove dare conto alle sue compagne su dove andare o cosa fare.

Fu forse per caso o per destino che si ritrovò ad osservare la famosa Stamberga Strillante, che si stagliava in cima alla piccola collina appena fuori Hogsmeade, dove le abitazioni si andavano diradando e la campagna regnava sovrana.

Da sempre quella casupola disabitata era evitata da tutti, perché si pensava che vi abitassero dei terribili e violenti fantasmi, ma Ginny sapeva bene che in realtà nessun fantasma aveva mai abitato quell'edificio, ma solo un Lupo Mannaro, e diversi anni prima, quando cioè il loro ex-professore di Difesa Contro le Arti Oscure, Remus Lupin, aveva frequentato Hogwarts come studente.

Era ferma lì ad osservarla, quando sentì chiaramente la voce sgradevole che allora più detestava... quella di Draco Malfoy.

"Cos'è Weasley, ti fa paura, quella casetta?" provocò il biondino, mentre un sorriso sardonico gli dipingeva il volto magro e pallido.

Ginny non sopportava di dover parlare con un simile individuo, ma quella volta non riuscì a resistere al fatto che fosse in vantaggio su una cosa che lui non poteva sapere.

Si voltò cercando di assumere l'espressione più decisa possibile. "A me no... e a te, Malfoy?" chiese con lo stesso tono provocatorio.

Draco Malfoy, evidentemente si aspettava una reazione molto diversa da parte della ragazza, perché nei suoi occhi comparve un briciolo di sorpresa, prima di svanire in quel modo di fare superbo e tronfio.

Ginny si compiacque di averlo notato. Lei ormai non era più quella ragazzina timida e impacciata che non era in grado di rispondere alla domanda di uno sconosciuto. Adesso era cresciuta ed era diventata molto più forte, e le esperienze degli ultimi due anni le erano servite molto.

Non era da tutti entrare in un gruppo di studi clandestino, dopotutto!

"Tsk, e sono domande da fare? In quella casa non c'è niente, altro che fantasmi!" esclamò lui sicuro.

"Ne sei convinto?" chiese ancora la rossa, piacevolmente divertita dal fatto che una volta tanto fosse lei a tenerlo in pugno. 

Malfoy parve risentito da quella domanda. Aggrottò le sopracciglia e assunse un'aria autoritaria.

"Cosa osi insinuare, stracciona! Hai dimenticato forse con chi stai parlando?!"

Ginny scosse la testa decisa. "Lo so, è per questo che te l'ho chiesto! Tu ci entreresti là dentro?" chiese poi facendo ben attenzione ad osservare la reazione del ragazzo.

Questi, infatti, rimase turbato da quella domanda, ma solo per pochi istanti, perché immediatamente dopo si ricompose e gonfiò il petto con fare deciso. "Mi sembra ovvio... ma perché non lo fai tu invece?"

Ginny sorrise. "D'accordo, ti propongo di entrare assieme, o hai paura di farlo?"

Draco la guardò furioso. "Tu stai scherzando col fuoco ragazzina, ti conviene andare a chiedere aiuto a San Potter o a Lenticchia, oppure a quella Mezzosangue della Granger!" insultò lui.

Ginny non si scompose e lo guardò seria. "Puoi continuare anche a sfottere i miei amici, però non vedo che sei entrato..." affermò convinta.

Draco Malfoy ormai era in trappola. Il suo orgoglio non avrebbe mai potuto permettere a quella sciocca ragazzina di vincere, perciò, con fare prepotente e scocciato, calciò la porta tarlata che per poco non si smontò completamente dai cardini ed entrò nella Stamberga.

Ginny lo seguì come aveva promesso e cercò di fare attenzione ai movimenti del ragazzo, ridendo sotto i baffi per l'aria non molto decisa che adesso accompagnava il biondino.

"Ti sto avvisando, Weasley, qualsiasi cosa ci sia qui dentro, se la vedrà con te!" esclamò lui, guardandosi intorno con circospezione.

Ma in quella casetta cadente non vi era nulla che non fosse aria muffita e utensili rotti qua e là per terra. Ma di questo ne era al corrente solo Ginny.

Percorsero quello che a prima vista sembrava l'ingresso dell'abitazione. La poca luce dei limpidi raggi di sole, filtrava attraverso le travi sconnesse, e permetteva, seppur con difficoltà, di fare attenzione a non inciampare nei buchi o nel pavimento dove era sollevato.

"Tsk! Lo immaginavo... qui dentro non c'è un bel niente!" esclamò lui all'improvviso, dopo che ebbero girovagato tra le poche stanze al pian terreno.

Ginny rimase in silenzio. Ormai non poteva più provocarlo come aveva fatto prima e quel piccolo momento di potere era già svanito come fumo. Quell'odioso ragazzo, aveva ora assunto un'aria così sicura di sé e presuntuosa, che il disprezzo della rossa crebbe come non mai.

"Lo sospettavo..." aggiunse però per non essere da meno col biondino. "Io me ne vado, non c'è gusto qui dentro!" esclamò.

Fece per voltarsi e percorrere la strada inversa, ma non riuscì a concludere il suo proposito.

"Ehi, Weasley, dove stai andando?!" le chiese lui.

Ginny avrebbe voluto molto volentieri rispondergli a tono, magari puntando sul fatto che andasse a fare qualcosa di meglio di stare con lui. Avrebbe sicuramente fatto così se uno strano cigolio, non avesse interrotto la loro 'conversazione'. Un cigolio che proveniva dalla stanza adiacente a quella in cui si trovavano.

"Cos'è stato?" chiese d'istinto Ginny, fissando negli occhi Malfoy.

"E cosa vuoi che ne sappia, io?" esclamò bruscamente l'altro.

E' strano come a volte, nonostante si sia convinti che qualcosa di pericoloso è nelle vicinanze, le persone diano più adito alla curiosità, che alla coscienza che intima di scappare via e di dimenticare tutto.

Così entrambi i ragazzi, si ritrovarono a scrutare con interesse, misto a timore, la stanza da cui era partito il rumore. Forse era stato un cigolio, forse qualche animale, o forse qualcosa che Ginny non aveva assolutamente previsto.

Eppure si addentrarono nella camera guardandosi intorno e apparentemente ignari l'uno dell'altra, solo presi dalla loro avidità di sapere.

Ancora un cigolio, adesso molto più forte. Ginny per paura si ritrasse al centro della stanza, dove incontrò con la sua testa, le spalle molto più alte di Draco.

Accadde in un attimo. La rossa si voltò imbarazzata, accorgendosi solo in quel momento di chi ci fosse con lei, e lui si preparò a pronunciare qualche sgradevolezza con la sua bocca.

Ma niente diventa fattibile, quando all'improvviso, si avverte il terreno sotto i propri piedi, cedere, e quella terribile sensazione di vuoto, quando si sta per precipitare.

Erano caduti, crollati per la precisione, e non sapevano nemmeno loro, dove. Malfoy sospinse bruscamente e con fare poco gentile, il dolce peso di Ginny che le era finito addosso.

"Cosa pensi di fare, stracciona!!" esclamò, ignorando la ragazza che a causa del suo gesto era rotolata malamente poco più in là, e alzandosi in piedi per riprendere il nobile e fiero aspetto di sempre.

Ginny era furiosa. "Sai non mi è possibile fare molto quando si ha a che fare con la forza di gravità!" ribatté prontamente, massaggiandosi la gamba su cui era caduta, e provando a rialzarsi in piedi.

Draco la ignorò. "Dove diavolo siamo finiti?" chiese scocciato, prendendo la sua bacchetta dal mantello nero e facendo un po' di luce con un incantesimo.

La ragazza fece altrettanto e si guardò intorno. "Sarà la cantina..." ipotizzò, notando delle casse in legno ormai marcite e le pareti scavate nella roccia.

"Beh, troviamo un modo per uscire al più presto, questo posto fa schifo!" si lamentò lui, iniziando ad esplorare la 'cantina'.

Ginny sbuffò, assumendo sul volto un sorriso sarcastico. "Sarà difficile, Malfoy... guarda un po' lì..." e mentre il ragazzo la guardava, lei indicò con la luce che proveniva dalla bacchetta, quella che sembrava essere una botola, soltanto che era a più di dieci metri di altezza. A terra poi, i resti di una scala tarlata e marcita, ormai inutilizzabile.

"Maledizione!" esclamò lui furente. "Maledizione a te, e a quando ti ho dato retta!!! Sai solo portare guai!"

Ginny si risentì parecchio per le sue parole, tanto che non esitò a mostrare il suo bel caratterino, nonostante lui fosse un Malfoy, e quindi un tipo pericoloso per natura. "Senti un po', Malfoy!" iniziò puntandogli il dito contro il petto. "Per tua informazione, nemmeno a me fa piacere ritrovarmi in queste condizioni, con te! Perciò vedi di collaborare, invece di lamentarti e troviamo un modo di uscire da questo postaccio!!!"

Draco non si scompose, anzi le riservò un ghigno poco gentile. "E io, dovrei aiutare una stracciona babbanofila come te?" chiese sprezzante.

Le mani di Ginny prudevano fastidiosamente. Se la sua mente non le avesse ricordato in ogni momento che si trovava in un posto senza vie d'uscita con un tipo come quello, lo avrebbe sicuramente picchiato seduta stante! Ma per fortuna riuscì a dare retta alla ragione e si voltò, dandogli le spalle e cercando di calmarsi con profondi respiri.

Poi si rivolse a lui con una voce il più fredda possibile. "Se non vuoi aiutarmi, allora puoi restare qui quanto vuoi..."

Non seppe poi come reagì il biondino, perché fu più presa dal trovare un modo per uscire da quella situazione. Si guardò intorno e gironzolò per la cantina, ma sembrava che quella botola fosse l'unica via d'uscita. Solo che era irraggiungibile, anche con un incantesimo di Levitazione.

Solo dopo che emise un sospiro demoralizzata, si accorse che invece di collaborare, il biondino si era seduto davanti ad una colonna di pietra e si era messo ad osservarla.

"E' inutile che ti sforzi tanto, Weasley, non ci rimane che aspettare che arrivi qualcuno..." disse lui, con un odiosissimo sorriso sarcastico sul volto.

Ginny avrebbe voluto strozzarlo, ma alla fine si rese conto che in fondo aveva ragione. In ogni cosa non potevano fare altro che sperare in un colpo di fortuna, visto che da lì, non si poteva nemmeno chiamare aiuto.

Ma adesso che fare con Malfoy in quel posto?

Per dieci buoni minuti, il silenzio regnò teso e imbarazzante nel buio della cantina, poi Ginny pensò bene che fosse il caso di provare a fare luce con qualcosa. Scorse delle torce spente da chissà quanto tempo, appese ai muri che circondavano la cantina, e pronunciato un incantesimo per far apparire un 'Fuoco Fatuo', illuminò a dovere la stanza.

Immediatamente dopo, però, le venne da pensare che così la situazione era peggiorata, perché se prima potevano anche incrociare i loro sguardi senza essere visti, ora ogni volta che uno guardava l'altra o viceversa, la tensione aumentava ancora di più.

Alla fine fu lui a rompere quel silenzio. "Perché Sfregiato non fa una cosa giusta, una volta tanto, e ti viene a cercare?" chiese con fare strascicato, calcando molto il tono di voce sul ridicolo nomignolo che aveva usato.

"Harry non può pensare a me in ogni momento, non è la mia balia!" lo rimbeccò lei, risentita.

Malfoy inarcò un sopracciglio con fare saccente. "E perché no? Dopotutto non gli vai dietro come un cagnolino?" domandò sarcastico.

Ginny si innervosì ancora di più, ma sapeva bene come comportarsi con quel tipo. "Aggiorna le tue battute, Malfoy! Sono anni ormai che considero Harry come un fratello!"

Draco non si arrese e le sorrise con fare dispettoso. "Ah, dimenticavo, adesso tu stai con quell'altro sfigato di... non mi ricordo nemmeno come si chiama!" scherzò malignamente lui.

"Se stai parlando di Dean Thomas, arrivi tardi..." rispose acida, guardandolo disgustata.

Draco Malfoy sorrise pungente. "Non ti facevo così, spezza cuori, Weasley..." la canzonò.

"Tsk! Ci sono tante cose che non sai di me!" ribatté lei con fare superiore.

"Beh per lo meno sei un pochino meglio di quell'idiota di tuo fratello!" esclamò il biondino incrociando le braccia al petto e guardandosi intorno.

"Cos'è, devo prenderlo per un complimento?" chiese lei fredda.

"Ma figuriamoci!" rispose immediatamente il ragazzo, come se la rossa avesse detto una cosa blasfema.

"Piuttosto, perché tu non sei accompagnato dai tuoi gorilla, oggi? Si sarebbero dimostrati utili, una volta tanto..." iniziò un nuovo discorso lei. Era stufa di essere l'argomento della loro conversazione.

Draco sbuffò scocciato e per un attimo sul suo viso bianco comparve un'espressione di disgusto. "E' solo che non sopporto di vederli mentre si ingozzano in un pub!" spiegò.

Ginny cercò di immaginarli mentre fanno un festino con una montagna di cosa da mangiare sul tavolo della 'Testa di Porco' e provò anche lei un moto di ribrezzo. Poi le venne istintivamente da sorridere.

"Allora siamo qui per lo stesso motivo..." mormorò.

Draco, nonostante l'avesse udita benissimo, non le disse nulla, e il silenzio ripiombò inesorabile tra di loro. Ginny ne approfittò per rilassarsi sedendosi e poggiando la schiena contro il muro, di fronte al ragazzo.

Per diverso tempo, che alla rossa parve un'eternità, non si scambiarono più una parola e preferirono cullarsi in quel silenzio e nel loro mutismo. Dopotutto erano due nemici, come potevano pensare di conversare tra di loro, come se niente fosse?

Ma come sempre, quando Ginny cercava di mostrarsi più forte, il brontolio piuttosto intenso del suo stomaco, le fece crollare ogni barriera. Si demoralizzò completamente, quando Draco alzò lo sguardo, avendola sentita chiaramente e le rivolse un ghigno pungente.

"Cos'è, hai fame Weasley?" le chiese come di solito si fa ai bambini. Ginny maledisse il suo stomaco e controllò l'orologio prima di rispondergli.

"Sai, di solito, a quest'ora, tutti hanno fame!" ribatté acida, mostrando il quadrante che segnava le nove di sera. L'ora di cena era passata da un pezzo e sicuramente tutti erano rientrati a scuola... chissà se si erano accorti della sua assenza...

"Non conosci un incantesimo che trasformi questo ciarpame in cibo?" chiese ancora Draco, mostrando tutti gli utensili rotti e semi consumati che giacevano in ogni dove nella stanza.

"Non che non lo conosco!" esclamò scocciata lei, rifiutandosi anche di guardare quella robaccia per terra.

Malfoy inarcò un sopracciglio e sorrise con malignità. "Già dimenticavo! Se la tua famiglia sapesse fare incantesimi del genere, a quest'ora non patirebbe la fame!" la derise.

Questa volta aveva superato veramente il limite, pensò furiosa Ginny, prima di attaccarlo con foga. Si alzò in piedi di scatto e a grandi passi, accorciò la distanza che li separava.

"Senti un po', razza di idiota maleducato!!!" esordì indignata e rabbiosa. Si piegò in avanti verso di lui e gli mostrò la sua faccia più nera e minacciosa. "Se vuoi saperlo a casa mia, non abbiamo mai patito la fame, anzi, si mangia anche troppo bene!!! E poi devi smetterla di chiamarmi stracciona, perché se forse mi manca la divisa nuova di zecca o la borsa firmata, almeno sono ricca dentro, non ho un animo sterile e incapace di provare sentimenti come il tuo!!! Io le apprezzo molto di più le cose, senza parlare che i miei genitori preferiscono regalarmi amore, piuttosto che qualche biscotto come fanno con te!!!" concluse ormai al culmine della rabbia.

Sapeva bene, che lui le avrebbe risposto a tono, che avrebbe sbuffato in tono provocatorio e le avrebbe detto che essere ricchi dentro era solo una sciocchezza e che quelle parole erano solo un modo per celare l'invidia che provava per lui... ma così non fu.

Draco Malfoy, con grande sorpresa di Ginny, reagì in maniera inaspettata. "Come ti permetti di dirmi come mi trattano i miei genitori!!!" esordì avvicinando il suo viso a quello di lei e mostrandogli i suoi occhi di ghiaccio, carichi di odio. "Tu non sai nulla di me e della mia famiglia!!! Perciò non ti azzardare a metterla in mezzo ancora, se vuoi uscire di qui, viva, stupida ragazzina sputa-sentenze!!!"

Se le sue parole avrebbero dovuto suonare come minacce nelle orecchie di Ginny, lei non se ne curò, tanta era la rabbia che le ardeva nell'animo. "Se credi di farmi paura, ti sbagli di grosso! Se io sputo sentenze come dici te, è solo perché noto come ti comporti tu, con me e con tutti!!! Tu sei un bambino viziato, che vuole ogni cosa subito e non accetta consigli, se una testa di legno e non te ne sbatte niente di tutto quello che non riguarda te!!! Ai miei occhi sei solo questo, un essere disgustoso!!!"

Draco Malfoy le rivolse un sorriso sarcastico, ma che suscitava più l'idea di amarezza che di malignità. "E tu sei convinta di conoscermi? Lo dico e lo ripeto, Weasley, tu non sai un cazzo di me!" concluse con un tono di voce molto più basso, rispetto a prima.

Ginny fu colpita da quel tono di voce che non aveva niente di presuntuoso o di arrogante come era sempre stato, tanto che la rabbia la abbandonò di colpo e al suo posto lasciò una strana traccia di curiosità.

"Che intendi dire?" chiese senza pensarci.

Ma per Draco Malfoy, la questione era ormai chiusa, perciò volgendo lo sguardo in un'altra direzione e forse cercandosi una posizione più comoda, ignorò la sua domanda.

"Non voglio più ascoltarti! E' tardi Weasley, buonanotte!" disse secco.

La rossa rimase un po' interdetta. "Ma... aspetta un attimo..."

"No, non aspetto niente, buonanotte, Weasley!" la interruppe, marcando la voce in quello che sembrava più un comando che un augurio. Dopo di che prese la sua bacchetta e spense tutte le fiaccole che la ragazza aveva acceso.

Ginny decise di arrendersi: non era mai stati semplice combattere contro quel tipo, dopotutto. Cercando di non cadere per terra, mentre raggiungeva l'altro lato della parete, pensava a quella discussione e che forse quel ragazzo nascondesse ben altro dietro quella maschera di arroganza.

Ma fu solo per un secondo, finché non le venne in mente che non fosse poi tanto sicuro dormire tranquillamente nella stessa stanza con un tipo come lui.

"Mi posso fidare? Non è che mi fai qualche scherzetto, vero?" chiese, ma non ottenne risposta. Al contrario nel buio della cantina avvertì chiaramente il respiro regolare del ragazzo, segno che aveva già preso sonno.

Che velocità, pensò, prima di accucciarsi anche lei come meglio poteva, dopo aver trasfigurato un sasso in una copertina, e di addormentarsi...

Il mattino dopo, prima che aprisse gli occhi e facesse mente locale su dove si trovasse, un piccolo e fastidioso raggio di sole le illuminò il viso. Nella sua mente ancora assonnata, credette di essere nel suo dormitorio ad Hogwarts e che qualche raggio fosse sfuggito alle pesanti tende del baldacchino. Ma quando provò a spostarsi, il contatto freddo e duro con la pietra la ridestò immediatamente, facendola quasi sussultare.

"Finalmente ti sei svegliata, Weasley!" sentì la voce pungente del biondino, prima ancora di vederlo, e subito ricordò dove si trovava.

Si stropicciò gli occhi assonnata, cercando di riaprirgli e di svegliarsi completamente. "Ma da dove viene questo sole?" chiese confusa.

"A quanto pare sopra la tua testa ci sono delle piccole finestrelle... ma non ci contare, ci sono delle sbarre spesse come tronchi di albero... è impossibile uscire di lì."

Ginny dette un'occhiata alle piccole aperture, dalle quali entrava la luce del sole, prima di rivolgere il viso deluso verso il ragazzo. Lo vide ancora seduto dove l'aveva lasciato la sera precedente, e, ma questo fu solo un'impressione, ebbe come la sensazione che non avesse una bella cera. Sembrava più pallido del solito.

La sua espressione invece era sempre la stessa, arrogante e pungente come sempre, ma di questo Ginny non se ne meravigliò.

"Certo però, potremmo anche provare a fare qualcosa, invece di starcene con le mani in mano!" provò la ragazza, decisa. "Non riusciranno mai a trovarci qui, sta a noi trovare una soluzione! Avanti alzati in piedi e dammi una mano per raggiungere quelle finestre..." propose avvicinandosi alla luce.

Ma si rese subito conto che il ragazzo non aveva nessuna intenzione di collaborare. Questo la fece innervosire di nuovo.

"Allora, ti vuoi alzare da terra a darmi una mano?" chiese di nuovo, questa volta con molta meno pazienza.

"No." rispose secco il ragazzo, quasi ignorandola.

Per la ragazza quella risposta sembrava un affronto. "Possibile che ti piaccia stare in questo orribile posto?!?!" esclamò nervosa. "Alza quel culo da terra se non vuoi rimanere qui a vita!!!"

"Ti ho già detto di no!" rispose lui tranquillo.

"Ti ho detto di alzarti in piedi!!!" urlò alla fine Ginny, avvicinandosi a lui a grandi passi, proprio come aveva fatto la sera precedente.

"Non osare ordinarmi, ti ho detto di no!!!" ruggì ancora lui, facendo risuonare la sua voce furiosa tra quelle quattro squallide mura.

Ginny rimase senza parole. Era convinta che quel ragazzo si comportasse così solo per dispetto e cercasse di provocarla per i suoi stupidi divertimenti e questo le causava una grande rabbia, tanto che per l'ennesima volta ebbe il forte impulso di alzargli le mani.

Ma se in precedenza era stata la ragione a fermarla, quella volta fu un piccolo particolare che evitò ancora una volta che lei compisse un gesto così stupido.

Notò qualcosa che era convinta non ci fosse quando la sera prima aveva ispezionato la cantina in cerca di una via d'uscita. Sul muro, alle spalle del biondino, c'era una strana macchia rossa, che brillava alla fioca luce che entrava dalle spesse grate poste sul soffitto.

Ginny scordò di colpo la rabbia che aveva in corpo e guardò confusa il muro, avvicinandosi lentamente. Un pensiero le balenò in testa... sangue?

"Che cos'è quello, Malfoy..." chiese indicando il punto in cui la macchia era più visibile. 

Il ragazzo fece finta di niente e nemmeno degnò di uno sguardo quel muro sporco. "Niente..." rispose in modo poco convincente.

"Ma è sangue?" chiese imperterrita la ragazza, ora avvertendo una leggera preoccupazione.

Draco la guardò con fare ironico, sorridendo sarcasticamente ma con difficoltà. "No, guarda, è vernice! Sai, mentre dormivi non avevo niente da fare e ho pensato di rendere più accogliente questo posto!" esclamò con un tono di voce esasperato.

Ginny fece una smorfia di disappunto. "Stupido, era solo per chiedere! E poi tu stesso mi hai detto che non era niente!" si lamentò avvicinandosi a lui e sedendosi sui talloni. "Fa vedere..." gli disse poi, posandogli una mano sulla spalla.

Malfoy obbedì senza fiatare e sporse in avanti il busto per permettere a Ginny di aiutarlo... strano da uno come lui, pensò in quel momento la ragazza. Ma subito dopo i suoi pensieri furono tutti rivolti allo stato in cui si trovava il ragazzo.

Dietro di lui, per terra e sul muro, la macchia di sangue era ancora più estesa, causata da un profondo e inquietante taglio sul fianco dal quale il plasma sembrava non voler smettere di uscire.

Ginny fissò la ferita sconvolta. "Ma da quanto tempo sei in queste condizioni!?" chiese atterrita.

"Da quando mi sei caduta addosso ieri!" esordì lui con un tono che forse voleva sembrare maligno, ma che in realtà si dimostrò stanco e insofferente.

La ragazza avvertì una strana sensazione all'interno del suo stomaco. Ricordava perfettamente il momento in cui era caduta su di lui, e quando si era resa conto di aver battuto la testa su qualcosa di morbido e non sul sasso appuntito che si era trovata davanti agli occhi quando li aveva riaperti.

Fu difficile ammetterlo, ma si rassegnò alla realtà: Draco Malfoy le aveva salvato la vita.

Un moto di gratitudine le risalì subito dopo quel pensiero, ma lei lo soffocò cercando di ricordare che era stata solo una coincidenza e che mai quel ragazzo tanto odioso avrebbe fatto un gesto simile.

O si sbagliava?

"Allora, che hai intenzione di fare? Stare a guardarmi per tutto il giorno?" il biondo Serpeverde interruppe bruscamente i suoi pensieri e la riportò alla realtà.

"No... no..." rispose lei agitata. "Vediamo se riesco a fermare l'emorragia..." propose senza pensare più a chi aveva davanti.

Per prima cosa gli slacciò il mantello già inzuppato di sangue e con quello cercò di ripulire un po' quello che si trovava per terra e sul muro, quindi prese la sua bacchetta ed evocò delle bende per potergli fermare con un o' di pressione il flusso di sangue.

Mentre lei gli attorcigliava intorno alla vita nuda le bende con forza, si accorse che Draco non si azzardò a dirle una parola, e anzi sul suo volto era percepibile un velo sottile di sofferenza.

"S-stai bene?" chiese d'impulso Ginny, ancora impegnata in quell'atto.

"Come pensi che stia..." ribatté lui stizzito per quella domanda inutile.

"Scusa..." mormorò lei di rimando. Era come se non riuscisse più ad arrabbiarsi con lui, ora che si trovava in quelle condizioni. Era la prima volta che lo vedeva così vulnerabile e non aveva mai immaginato che potesse accadere.

Draco sorrise sarcastico. "Cos'è, adesso non ti arrabbi più, Weasley?" le chiese.

Ginny si stupì di quella domanda e ne fece un'altra in risposta. "Perché? Ti piace così tanto litigare con me?"

"Diciamo che trovo divertente farti innervosire!" spiegò lui con semplicità, quasi come se avesse detto la cosa più ovvia del mondo. 

Ginny non si stupì della risposta, anzi si disse che confermava appieno le sue teorie. "Hai visto? Ritorniamo sempre sullo stesso punto! Alla fine tu appari così agli altri, è ovvio che poi ti giudicano male..." si lamentò con fare saccente, mentre fermava con un nodo la fasciatura.

Draco la guardò in viso e rivolse un sorriso che aveva più un'aria amara che pungente. "La sai una cosa?... Forse hai ragione, io sono davvero così..." constatò, lasciando Ginny di sasso.

La questione sembrò essersi chiusa lì, perché la ragazza non aprì più la bocca e Malfoy rivolse il viso davanti, prendendo a fissare un punto imprecisato della stanza.

Ma nella mente di Ginny, all'improvviso, nacque una domanda, una voglia di conoscere un qualcosa di terribile e di proibito. Ignorò la sua coscienza che le intimava di lasciar perdere, ritenendo più sicuro quel silenzio di ogni sua parola, e seguì quella brama di conoscenza, quella curiosità che era nata in lei e che senza una risposta non le avrebbe dato pace.

Fu così che si ritrovò a dire una cosa che mai pensò sarebbe potuta uscire dalla sua bocca. "Tu... diventerai un Mangiamorte?"

Seguirono alcuni attimi di silenzio, nei quali Ginny pensò quasi che lui stesse esitando o che stesse preparando una risposta negativa, ma dovette ricredersi presto.

"Certo che lo diventerò!" rispose lui sicuro.

La ragazza si sorprese di avvertire una punta di delusione in quella risposta, ma durò appena l'attimo prima che Draco parlasse ancora.

"Devo diventarlo..."

"D-devi?" chiese di rimando Ginny, mentre la sua mentre prendeva a girare vorticosamente. Erano quelle parole calcato con un tono così laconico che la colpirono tanto da azzardarsi a continuare il discorso.

Non ottenne risposta a quella domanda però, perché Draco si accostò ansimante al muro posandosi una mano sulla fronte umida e fredda, segno che le sue condizioni stavano peggiorando. Ginny iniziò a preoccuparsi, chiunque avesse avuto davanti in quel momento aveva bisogno del suo aiuto.

Trascurò le sue lamentele e lo costrinse con dolcezza in una posizione da semi-seduto, dopo aver trasfigurato il mantello del biondino in un cuscino perché stesse più comodo. Poi ricordò di avere due Zuccotti di zucca nel suo mantello e insisté affinché li mangiasse.

"Non servono a niente due stupide caramelle!" sbottò lui provando a rialzarsi da terra.

Ginny lo fermò per le spalle e fece forza, con non poca difficoltà, affinché restasse in quella posizione. "Stai fermo, Malfoy! E poi dovresti mangiare qualcosa, visto che hai perso tutto quel sangue!"

Draco non obiettò più e addentò quei piccoli dolci con avidità. La ragazza voltò il viso dalla parte opposta, cercando di non pensare ai morsi della fame che l'attanagliavano ormai dalla sera precedente.

"Di meglio non posso fare, Malfoy..." esordì poi dandogli anche la coperta che aveva usato quella notte, notando che aveva preso a sudare freddo. L'emorragia non si era fermata del tutto e il corpo del ragazzo ne stava risentendo parecchio, man mano che il tempo passava.

"Perché diavolo ti dai tanta pena per me, Weasley? Dopotutto dovresti odiarmi..." mormorò il biondino dopo alcuni minuti, cercando di usare lo stesso tono di sempre nonostante sul suo volto si notasse la sofferenza.

"Perché sei ferito e non mi va di vederti morire dissanguato solo per delle stupidaggini!" ribatté lei decisa, sedendosi più comodamente, di fianco a lui.

Draco le rivolse un ghigno sorpreso. "Stupidaggini? Ne ho dette di terribili sulla tua famiglia e non mi sembra che tu le abbia sempre prese come 'stupidaggini'!" esclamò, calcando bene la sua ultima parola con un tono quasi infantile.

Il volto della ragazza assunse una smorfia di disappunto. "Quando c'è in gioco la vita, tutte le parole diventano stupidaggini!" sentenziò convinta, sostenendo il suo sguardo provocatorio.

Draco, con grande sorpresa della ragazza, sospirò. "Dimmi, Weasley, tu hai già deciso cosa farai dopo la scuola?" chiese.

La rossa lo fissò stupita... non si aspettava una domanda del genere, ma rispose comunque con tranquillità, anche se in mente aveva ancora la risposta che aveva dato lui alla stessa domanda che aveva fatto lei.

"Sì... ho deciso che diventerò un'Auror." rivelò con convinzione.

"Appunto, tu non puoi capire..." affermò lui, rivolgendo lo sguardo da un'altra parte, stanco di guardarla. Ginny lo fissò invece, con aria interrogativa. 

Malfoy continuò notando il suo silenzio e prendendolo come una richiesta di spiegazioni. "Scommetto che la tua famiglia si sarà opposta alla tua scelta!"

Forse, nella mente della ragazza, qualcosa stava diventando più chiara. "Già, ma io non ho ascoltato le loro parole e ho lottato per le mie scelte!" spiegò, ripensando a quanto aveva discusso con i suoi genitori e con i suoi fratelli, i quali non volevano che lei rischiasse così tanti pericoli nella Seconda Guerra.

"E' proprio per questo che non potrai mai capirmi, lo stesso per cui non mi conosci!" decretò il biondino subito dopo, guardandola nuovamente negli occhi.

Ginny lo fissò turbata. "Mi vorresti dire che non vuoi diventare un Mangiamorte?!" chiese incredula, pur tuttavia ripensando a quel momento di esitazione che aveva avuto prima.

Draco non rispose ma Ginny accolse quel silenzio come una risposta affermativa. "E perché non ti opponi?" chiese ingenuamente.

Malfoy scoppiò in una risata lugubre. "Oppormi?! Vuoi diventare Auror e non sai con chi avrai a che fare quando dovrai combattere contro di Lui? Stai messa bene, ragazzina!" la schernì con fare realistico.

"Non ci si può opporre al Signore Oscuro." sentenziò subito dopo, come se avesse decretato la sua condanna a morte.

"Quindi ti arrenderai così e diventerai un Mangiamorte solo perché l'ha deciso qualcun'altro? E la tua volontà in tutto questo dov'è?" ribatté invece Ginny. Non le importava il fatto che si stesse parlando di Voldemort, trovava molto più irritante e spaventosa l'inerzia del ragazzo che aveva davanti.

Draco le rivolse un altro sorriso amaro. "Morirei se la usassi." rispose con semplicità, provocando nell'animo di Ginny un profondo sconvolgimento.

Che Malfoy fosse in realtà buono non lo avrebbe creduto nemmeno se lo avesse visto, ma sapere che in realtà non aveva l'ambizione di diventare uno spietato assassino e che in pratica ci fosse costretto, la turbava davvero tanto. Lei non sopportava le persone che si arrendono agli eventi senza fare una propria scelta, eppure quella volta si trovò spiazzata e un moto di profonda pietà verso Malfoy la assalì.

"Per favore, Weasley! Non provare nemmeno ad avere pietà di me!" esclamò quasi come se avesse intercettato i suoi pensieri dallo sguardo che gli aveva rivolto la rossa. "Io non ce l'ho mai avuta, quindi non serve che tu me la dimostri!"

La cosa più irritante era che in qualche modo Draco non si preoccupasse minimamente di quello che sarebbe diventato di lì a pochi mesi, ma Ginny cercò di pensare che forse la sua fosse una maschera, e l'esitazione di prima ne aveva dato la prova.

Tornò nuovamente il silenzio. La ragazza trovava imbarazzante quel momento, tanto che si ingegnò per trovare qualcosa da dire, le andava bene anche litigare con lui, l'importante che non fossero rimasti in silenzio.

Alzò lo sguardo che fino a quel momento era rimasto fisso sull'orlo della gonna, ma i suoi pensieri restarono chiusi dentro di lei, quando si accorse che il biondino aveva chiuso gli occhi e sembrava avesse perso conoscenza.

Immediatamente, presa dall'agitazione, gli si piazzò davanti e lo afferrò per le spalle. "Malfoy, non ti addormentare, sveglia!" gli esclamò nelle orecchie, mentre lo scuoteva vigorosamente.

Draco parve riprendersi e aprì gli occhi di scatto, infastidito. "Si può sapere che fai?! Lasciami in pace!" sbottò allontanando le braccia di Ginny con una scrollata di spalle.

"No che non ti lascio!" affermò la ragazza con decisione. "Se ti addormenti potresti non svegliarti più, devi restare sveglio!" gli ordinò.

Il ragazzo si portò un braccio sulla fronte per asciugarsi il sudore. "Ti sembra facile, in queste condizioni!" si lamentò.

Ginny ritornò al suo fianco vicino al muro. "Lo so che non è facile, ma ti assicuro che non ti lascerò perdere i sensi, dovessi anche schiaffeggiarti!!" concluse convinta, sistemandogli il cuscino che era caduto per terra.

Draco la guardò con un ghigno dipinto sul volto. "Questa è la parte che ti piace di più, eh Weasley!" esclamò schernendola.

La ragazza decise di stare al suo gioco e gli sorrise con una strana luce negli occhi. "Penso proprio di sì, Malfoy... direi che mi auguro di vederti svenire, così potrò picchiarti per bene!" scherzò, alzando una mano con aria pericolosa.

"Sta tranquilla, eviterò di svenire, così non ti darò questa soddisfazione!" la provocò ancora. Ma tener fede a quella promessa non fu una cosa semplice.

Man mano che il tempo passava Malfoy era sempre più pallido e sofferente. La ferita sul fianco non accennava a smettere di sanguinare, tanto che Ginny fu costretta a fargli un'altra fasciatura, e i momenti in cui era sul punto di svenire aumentavano sempre di più.

"Stai peggiorando..." mormorò preoccupata traducendo in parole lo stato del ragazzo, mentre gli asciugava il sudore con il suo mantello.

"Non è vero... sto bene..." ribatté lui risentito, cercando di mostrarsi spavaldo. Ma aveva perso completamente tutta la sua aria austera, cosa che rese ancora più visibile la contraddizione delle sue parole.

"No che non stai bene!" replicò Ginny in tono infantile. "Te lo si legge in faccia che stai male, non negarlo!"

"Certo, se qualcuna non mi fosse caduta sopra, forse adesso non starei in queste condizioni!" sbottò Malfoy nervoso, agitando il capo.

Aveva ragione. Dopotutto era colpa sua se Draco si era ferito, ma cosa poteva farci? Non lo aveva mica fatto apposta a crollargli addosso! E per giunta lo aveva assistito nonostante lui l'avesse ferita a parole così tante volte! Eppure non le riuscì di infuriarsi con lui. Sentiva che tutto sommato le parole di Malfoy non esprimevano veramente ingratitudine, e che il suo orgoglio era troppo forte per poter ammettere che lei lo stava aiutando nonostante lo odiasse.

Anche se poi, in quella situazione, le parve anche futile il motivo per cui l'avesse odiato per così tanti anni...

"Scusami... hai ragione, è tutta colpa mia..." mormorò debolmente, abbassando il capo sconfitta ma seriamente dispiaciuta.

Draco la guardò sorpreso, alzando un sopracciglio. Aveva preso a tormentare una ciocca dei suoi capelli vermigli, senza osare guardarlo negli occhi. "Tu, una Weasley, che mi chiede scusa?!" esordì stupito con un tono di voce che a Ginny parve fastidiosamente pungente.

"Ti giuro, credevo che non avrei mai potuto assistere ad una scena simile in vita mia, mi sorprendi!" continuò imperterrito, senza rendersi conto di quanto stesse mortificando la ragazza.

Questa accolse quelle parole come un vero e proprio insulto a lei e alla sua famiglia. Ora ricordava il perché lo odiasse tanto!

"Ok, ho capito!" esclamò subito dopo, abbandonando i suoi capelli e puntando le mani per terra con violenza, prima di fissarlo negli occhi grigi. "Fai finta che non abbia detto niente! Sei un ingrato Malf-"

Rimase scioccata e sconvolta, quando avvertì il tocco, prima leggero ma poi sempre più possessivo, delle labbra del ragazzo. Ma si stupì di se stessa, quando pochi attimi dopo rispose a quel bacio, che diventava sempre più esigente. Un brivido caldo le attraversò la schiena quando Draco le posò una mano fredda sulla testa e prese a scendere lungo il percorso dei suoi capelli lunghi, avvicinandola e sé con fare possessivo.

Baciò Malfoy con una passione che non credeva di aver mai avuto, nemmeno con i ragazzi con cui era stata in precedenza, e questo la turbò non poco.

Quando dovettero staccarsi più per bisogno di ossigeno che per ripensamenti, Ginny fissò gli occhi del ragazzo, nei quali vi scoprì un qualcosa che la magnetizzava e non le dava la forza di ribellarsi. Fu certa che anche lui sentisse il suo cuore che le martellava forte nel petto, accelerato da quelle emozioni improvvise.

"E' così che mi prendo le scuse io..." le sussurrò guardandola negli occhi ambrati con un leggero tono malizioso. 

Ginny non seppe dire mai se fu grata per quello che accadde dopo oppure no, però ricordò perfettamente la sensazione di sollievo che provò quando, nel silenzio che era calato dopo quelle parole lei aveva cercato qualcosa da dire inutilmente, le voci squillanti dei suoi amici e di suo fratello, le erano giunte alle orecchie, salvandola da quella situazione.

"Hai visto, Ron? La porta è aperta... e se fosse qui dentro?" era Hermione che con fare saccente riprendeva per l'ennesima volta il ragazzo.

"Ma come ti salta in mente che Ginny possa essere entrata in un posto come questo!" sbottò lui, risentito. Ma ormai erano già entrati.

"Calma ragazzi, tanto dare un'occhiata non costa nulla..." e come sempre c'era anche Harry, che cercava di far ragionare i due amici.

Ginny osservò di sfuggita lo sbuffo che uscì dalla bocca di Malfoy, e facendo finta di niente, ma forse muovendosi più come un automa per quanto era accaduto, si alzò in piedi e si avvicinò al grande buco che si trovava sopra le loro teste e dal quale erano caduti il giorno prima.

"Sono qui!!!" iniziò ad urlare con tutto il fiato che aveva. "Ragazzi, venite, sono intrappolata qui sotto!!!"

Poco dopo, vide spuntare tre teste familiari e anche particolarmente preoccupate dal bordo del buco. "Hai visto che avevo ragione? Per fortuna che non ti ho dato retta, Ron!" esordì la brunetta, alzandosi in piedi e pronunciando la formula per trasfigurare gli oggetti.

"Ginny, stai bene?" chiese Harry preoccupato, guardandola con apprensione.

La ragazza non ebbe il tempo di rispondere, perché la voce nervosa e agitata di suo fratello, la interruppe. "Ma come hai fatto a cacciarti in questo postaccio, è da ieri che ti cerchiamo!"

"Se mi liberate da qui vi spiego tutto..." propose, notando che Hermione aveva fatto comparire una corda che scendeva lentamente verso di lei.

Ron, all'improvviso ridusse gli occhi a due fessure, e si sporse per guardare meglio, dietro le spalle di sua sorella. "Aspetta un attimo! Che ci fa quello con te!?!?" chiese sconvolto e indignato.

Ginny si voltò verso il biondino, aspettandosi una risposta malevola, ma invece si accorse che aveva gli occhi chiusi e probabilmente aveva nuovamente perso i sensi.

"Oddio, è svenuto!" esclamò, avvicinandosi a lui e scuotendolo per le spalle, invano. Draco Malfoy non voleva svegliarsi e Ginny iniziò ad inquietarsi seriamente.

"Allora, Ginny, si può sapere che hai combinato?" chiese ancora Ron spazientito, con l'aria che da un momento all'altro si sarebbe lanciato lì sotto solo per difendere la sorella.

"Aiutatemi prima, poi vi spiego tutto... è ferito gravemente, ragazzi!"

Questa volta fu Harry ad intervenire, ma contrariamente a quanto si aspettava il fratello, afferrò la corda e dopo averla legata saldamente scese nel buco.

Aiutò la rossa e Malfoy ad uscire da quel postaccio con non poca fatica, ma per fortuna pochi minuti dopo erano tutti fuori dalla Stamberga Strillante, alla luce del sole.

Dai suoi amici, Ginny venne a sapere che i professori e alcuni studenti, avevano iniziato a cercare lei e il biondino prima ad Hogwarts e poi quel giorno ad Hogsmeade. Si erano tutti preoccupati soprattutto per lei e quella della Stamberga era stata soltanto un'idea senza speranza di Hermione, ma che fortuna era stata miracolosa.

Quando i professori li videro sulla via principale del villaggio, soccorsero immediatamente Malfoy che fu portato d'urgenza ad scuola, e chiesero spiegazioni alla ragazza.

La McGranitt si rivelò particolarmente stizzita per il suo comportamento, ma decise di non punirla solo perché ritenne che quella brutta esperienza le era già stata valsa da lezione.

Ron per tutto il tempo continuò a chiedere alla sorella se stesse bene, non ancora convinto che Malfoy non l'avesse toccata.

"Ron? Ma se Malfoy è in un letto mezzo dissanguato e lei è qui con noi sana è salva, non credi che forse non sia successo niente di tutto quello che pensi tu?" gli chiese alla fine Hermione infastidita da quell'atteggiamento, chiudendo così la questione una volta per tutte.

Ginny si sentì veramente meglio quando poté ridere ancora con i suoi amici, dopo quella brutta esperienza. Anche se ancora non era del tutto convinta che fosse stata brutta davvero.

Malfoy non lo rivide più. Lui rimase in Infermeria fino alla fine della scuola e si salvò. Divenne veramente un Mangiamorte, così come lei studiò sodo per poter essere un'Auror, eppure non le capitò mai di scontrarsi con lui in battaglia.

Anche se aveva combattuto con decine e decine di incappucciati durante quegli anni, era convinta che tra questi non ci fosse mai stato lui.

Ogni tanto il ricordo di quell'esperienza le riaffiorava alla mente, facendole rivivere le strane emozioni che aveva provato e che l'avevano tanto sconvolta. Ma durava solo un attimo, perché quando la vita la riportava al presente, le ricordava con la stessa intensità, un concetto fondamentale, che ormai non poteva più cambiare le cose... Lui era il suo nemico.

Continua…

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Che ne dite, lo rincontrerà il nostro caro Draco, oppure per Ginny rimarrà sempre e solo un ricordo? Sta a voi, ragazzi, se mi recensite potrei continuarla molto tranquillamente questa storia! ^^ Allora, cosa ve ne pare di questo incontro casuale? A me piace da morire... spero soltanto di non aver reso Draco un po' OOC, ma vorrei un vostro parere a riguardo. Io ho cercato di lasciarlo bastardo come sempre, ma è difficile quando si ha a che fare con l'amore!^^''

Scusate il ritardo con cui ho mandato il capitolo, ma davvero per me le parole 'tempo libero' sono scappate via dal vocabolario e non so più dove sono andate finire! Spero di non avervi fatto crescere la muffa, a furia di aspettarmi! (e chi ti stava aspettando, mi direte voi, giustamente...-.-)

Vorrei ringraziarvi ad uno ad uno per le belle recensioni che mi avete mandato, ma purtroppo ho davvero poco tempo, così per adesso vi mando il capitolo, poi appena riesco lo ripubblico con le risposte!

Un grazie sentito a:

Angele1987, Angelica, Sissichi, Ryuko, Misskiller, Poyel, Elenuccia 90, Luna Malfoy

E ringrazio Luna Malfoy, mitica beta-reader e Lynn Wolf, perché senza di lei avrei fatto dei terribili strafalcioni!!!

Ryta Holmes

Titolo del prossimo capitolo "Un compito delicato"

   
 
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