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Autore: Hogwarts_lady    29/09/2012    2 recensioni
Due bambini, una scatola (che poi è un tesoro), voglia di osare e di vivere, un amore particolare e profondo, come quello del film da cui prende il titolo, fatto di sfide, a volte assurde, che però spinge i personaggi a fare pazzie pur di non rifiutare una sfida: questi sono gli elementi di questa storia, che somiglia ad una fiaba.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dominique Weasley, James Sirius Potter | Coppie: James Sirius/Dominique
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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AMAMI SE HAI CORAGGIO

3. Un matrimonio, una sfida

 

A James e Dominique piaceva l'estate: niente professori, niente compiti, solo cugini e amici, dolci di nonna Molly e molto tempo per stare insieme.

Poi quell'estate non era un'estate qualsiasi, zia Gabrielle si sposava e per giunta, dopo le insistenze di Fleur, nel giardino della tana, non che questo importasse molto a Domi, ma erano comunque nuovi spunti per nuove sfide!

Ginny aveva costretto James a vestirsi elegante, nonostante le lamentele del figlio era riuscita anche a fargli indossare un papillon, appena si guardò allo specchio si disse che sembrava vecchio. Anche Dominique immediatamente criticò il cravattino: << Carino il fiocco, esiste anche in versione bambino o solo over sessanta? >> chiese diverta. << Divertente, davvero molto divertente. Ora perfavore mi aiuteresi a togliero o devo imparare a conviverci? >> chiese scocciato, ma infondo anche lui divertito. << Io avrei voglia di ridere ancora un po', ma se proprio insisti ti aiuto. >> detto questo aiutò subito il cugino a slegarlo e gettarlo su una sedia.

<< Non mi piacciono i matrimoni! >> decretò James nauseato dai pizzi e marletti non meno dell'amica, che gli diede stranamente ragione << Neanche a me! >> disse lei, per poi continuare << E poi brutto il vestito.. >> << ...e il marito. >> terminò per lei James.

 

<< Di' no al prete il giono del tuo matrimonio >> disse Dominique, senza neanche rendersi conto dell'importanza della sua frase, o quasi, ma anche se fosse stato questione di vita o di morte, e forse lo era, James avrebbe accettato << Gioco. >> così facendo prese la compagna per mano e davanti alla torta lanciò la sfida.

Non ebbe nemmeno bisogno di pronunciarla che Domi si accucciò e si nascose sotto il tavolo, seguita da James: insieme afferrarono i lembi della tovaglia e tirarono, non usarono la magia ( i loro genitori avrebbero capito subito chi era stato - probabilmente l'avrebbero capito lo stesso - e poi non potevano usarla fino al loro rientro ad Hogwarts).

Un gran rumore di piatti infranti e delle grida interruppero la musica, i due ragazzini risero sotto la tavola, quel gioco era proprio divertente: zio Ron gli aveva insegnato a giocare a scacchi, però proprio non piaceva a nessuno dei due, zia Hermione provò con le carte, ma neanche quelle ebbero successo, il gioco dell'oca era stupido e la dama gli annoiava, campana era a posto, nascondino con gli altri cugini era divertente, ma non era sicuramante all'altezza del loro!

James fece cenno alla cugina di seguirlo: sapeva che se zia Fleur gli avesse scoperti sarebbero stati in guai davvero seri, erano in così tante punizioni (accumulate durante l'anno e nell'estate) che a stento riuscivano a vedersi, e in quelle rare occasioni ne collezionavano puntualmente un'altra.

Riuscirono a sgattaiolare fuori da sotto il tavolo per poi cominciare a correre in giardino e attraverso i campi che circondavano la tana, entrarono nella proprieta dei Lovegood e si fermarono solo quando furono in riva al fiumiciattolo che l'attraversava.

La luna e le stelle si riflettevano nell'acqua facendo sembrare la serata ancora più magica. Negli occhi della bambina si riflettevano le stelle, i capelli biondi sembravano risplendere di luce propria e piedini scalzi (aveva tolto le scarpe e abbandonate nei campi) sembravano ancor più candidi con i fili d'erba ad incorniciarli. Il viso sembrava perfetto agli occhi di James, non vi avrebbe mai trovato un difetto, neanche se l'avesse cercato per migliaia di anni.

A tutto questo pensava lui mentre avvicinava lentamente il suo viso a quello di Domi, voleva baciarla, avrebbe voluto con tutto il cuore baciarla, ma lei glielo impedì. << Non complichiamo tutto, rimaniamo solo amici, solo cugini. >> dissse lei.

Solo amici... solo cugini... non complichiamo tutto... quando pronunciò queste parole era solo una bambina, non sapeva che le avrebbe ricordate per tutto il resto della sua vita, che le avrebbe ricordate anche James, non sapevano, non potevano sapere che avrebbero cambiato per sempre la loro vita... solo cugini... solo amici.

Quando rientrarono era già buio, nessuno si era accorto di nulla perchè la festa doveva ancora terminare, alla fine non l'avevano rovinata, solo... modificata.

Entrarono in casa, il salotto era caldo e silenzioso, era raro trovarlo così silenzioso: solo qualche grillo e il vocifrare del matrimonio infrangeva quella quiete che per loro era surreale.

Salirono le scale insime ed entrarono nella camera di James: non era più permesso a loro due dormire insieme da quando avevano sette anni, perchè era proprio quando tutti dormivano che si sfidavano a fare le cose più assurde. Ma ora a nessuno dei due importava dei divieti. i due indossarono il pigiama (James aveva prestao uno dei suoi a Dominique) e si infilarono sotto le leggere lenzuola.

Non avevano molta voglia di dormire, volevano solo stare insieme lontano dagli altri parenti e dato che al fiume si era fatto troppo buio avevano deciso di tornare.

<< Dormi? >> chiese James anche se la risposta già la conosceva, ma... << Sì >> rispose la cuginetta assonnata. Si, ma cose ?! Solitamente rimanevano a sfidarsi fin quasi l'alba, se avesse insistito un altro po' magari... << Gira voce che fai finta! >> disse con il sorriso sulle labbra e questo lo capì anche Domi nonostante l'oscurità. << Sono solo chiacchere. >> rispose lei divertita ma comunque assonnata. James si arrese e ammise la sconfitta << Buona notte. >> disse anche se un po' a malincuore.

 

Quella notte fece un sogno molto strano, si trovava in un giardino, come sospeso su una nuvola, con lui c'era la cugina. Ad un tratto la piccola gli offre una mela, ed insieme gli lancia una sfida << Giochi o non giochi? >>, lui accetta ed insieme addenta la mela, senza pensare alle conseguenze. Ma ad un certo ponto un Signore con una lunga barba ed un aria saggia compare e si arrabbia con i due bambini. Ad entrambi elenca una serie di pene che dovranno subire... ma per cosa?

Perchè il loro gioco è sbagliato?

Perchè non fa ridere veramente nessuno?

Perchè si divertono troppo e questo è sbagliato?

Per via della torta?

O, forse, perchè lui la ama e non smetterà di farlo neanche quando capirà che è sbagliato? Anche se sarebbe dovuto essere giusto?

La ama, e non può farci nulla, la ama già da un po', da molto, anzi. La ama da sempre, dalla prima volta in cui ha incontrato i suoi occhi, dalla prima volta in cui si sono scontrati, dalla prima volta in cui si sono sfidati, non sa da quando ha cominciato ad amarla, forse non sa nemmeno di amarla, non ancora, ma lo imparerà con il tempo.

Tempo per capirlo ne avrà molto in futuro, ma lui questo ancora non lo sa.

  
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