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Autore: marwari_    30/09/2012    2 recensioni
Male e Bene gareggeranno, di cui i figli paladini saranno.
Chi infine vincerà? Questo davvero non si sa.
[e se.. Biancaneve non fosse l'unica ad avere per figlia una salvatrice?]
TEMPORANEAMENTE SOSPESA - FINO A: DATA DA DEFINIRE
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 - la filastrocca
 


 


Non doveva accadere. Perché, perché? Era tutto perfetto prima che arrivasse lei.
Regina inspirò a fondo l'aria fredda di una sera senza stelle, la mano stretta su un mazzo di fiori bianchi, il passo pesante, sul terriccio umido.
Non doveva accadere, non ora che aveva trovato la sua felicità.
Dovevano morire tutti, quella stupida maestrina e quel dannato libro, quella forestiera che aveva fatto muovere l'orologio, che le stava scombinando tutti i piani di una vita e persino Henry, che aveva scoperto tutto. Come poteva pensare di tradire sua madre?
La regina cattiva, sì, era lei, ma perché mai Henry la rinnegava?
Non era tanto infuriata perché lui aveva svelato il sortilegio che imprigionava Storybrook, era infuriata perché suo figlio, il bambino che aveva cresciuto in casa sua, si batteva con tanta passione contro di lei.
Le aveva portato il nemico sotto il naso e lei non poteva fare nulla, stava rivoltando i cittadini contro il loro sindaco, le aveva tolto persino quella pallida ombra di relazione a cui poteva aspirare.
La figlia di Biancaneve le stava rovinando la vita, ancora. E questo non poteva permetterlo.
Regina esaminò gli alberi per potersi orientare verso il mausoleo.
Guardò in basso con disprezzo quando udì un timido ronzio.
Sollevò lo stivale e schiacciò il grillo con tutta la forza che aveva.
Chiuse gli occhi per proseguire. Perché, perché? Era tutto perfetto prima che arrivasse Emma.
Eppure le leggende e le storie, di cui loro stessi facevano parte, avevano sempre insegnato che la genetica non prevaleva sui legami parentali.. allora perché Henry si era alleato con il bene? Non avrebbe vinto. Il male lo avrebbe fatto; lei lo avrebbe fatto.
Così Regina Mills, la regina Cattiva, stava sconvolgendo tutte le teorie e le morali, inutili, che ogni libro di fiabe cercava di insegnare. Anche le sue convinzioni dovevano essere rivoluzionate.
Regina sospirò, rassegnata.
Henry aveva deciso di combattere per il bene. Avrebbe avuto una degna avversaria: infondo, era lei quella ad essere in vantaggio.

L'interno del mausoleo era avvolto nella penombra. Solo la luce argentea e pallida della luna schiariva i contorni delle nicchie e del sarcofago bianco, al centro.
Appoggiò il mazzo di fiori scostando quello vecchio. Erano già passate tre settimane, si rese conto, dunque. Rivide ogni istante di quelle ore piene di emozioni che lei ormai non sentiva quasi più, perdere lo sceriffo le aveva fatto venire solo un po' d'ansia per la scelta del successivo e, ovviamente, la bella Swan gliel'aveva fatta di nuovo sotto il naso, per la felicità di suo figlio.
Quella felicità che tanto apprezzava dopo il sortilegio, quell'effimera gioia da quando Henry era entrato nella sua vita, stava scomparendo e anche il maleficio, quindi, stava perdendo il suo scopo di esistere. Doveva fare qualcosa.
Il bene non poteva vincere, non dopo ventotto anni di oblio dove, lei sapeva, il male aveva troneggiato indisturbato.
Doveva tornare tutto come prima e se uno strizzacervelli non aveva saputo fare il suo lavoro, o non era stato abbastanza furbo, e se lo sceriffo Graham si era ribellato al suo regime facendo da primo sovversivo, e se Emma Swan si era sentita in dovere di portare aventi la ribellione e se il suo unico figlio, il piccolo Henry, rinnegata la madre che lo aveva cresciuto, era il principio di tutto e stava formando le schiere.. era il momento giusto per prepararsi alla battaglia.
Notò fin da subito che la luce della cripta non era la solita luce accecante. Lanciò una rapida occhiata sulle teche contenenti i cuori delle sue vittime immolate e sembravano a posto, intatte, come sempre.
La tenda. La tenda era fuori posto, forse. Non c'erano le pieghe perfette e maniacali che dovevano fare da cornice simmetrica ai suoi trofei.
«Chi c'è?» domandò con la sua solita voce autoritaria. Ricevette un eco sottomesso come risposta.
Regina tuffò la mano nella tasca e tirò fuori il mazzo di chiavi di casa, scelse il portachiavi che le aveva regalato Henry, una piccola torcia portatile, e la puntò verso la tenda.
«Chi c'è?» ripeté con più convinzione, ma ben presto anche la piccola fonte di luce la abbandonò; la colpì un paio di volte, ma non servì a niente.
Incominciò a provare un po' di timore quando sentì una risata folle. Quasi come quella di Tremotino, ma la voce era più delicata, era quella di una ragazza.
«Nella culla c'è una bambina, è la figlia della regina..» la voce cominciò a canticchiare, la donna trasalì quando il suono si diffuse attorno a lei, spietato «lei amarla non potrà, e nella foresta la lascerà. Male e Bene gareggeranno, di cui i figli paladini saranno. Chi infine vincerà? Questo davvero non si sa. Nella teca Emma sta, un futuro migliore della morte avrà, Senza Nome è ai piedi di un melo, e con speranza urla al cielo. Deve capirlo cattiva sarà, come Emma buona apparirà. Sono agli antipodi ed entrambe lo sanno, la felicità per qualcuno è un danno. Per amore Biancaneve agisce, anche la figlia questa dote acquisisce; tutti amano il suo reame, quindi lei deve troneggiare! Tuttavia c'è un'avversità, Senza Nome è qui per la sua di felicità. Senza cuore è la regina..»
«..è la madre della bambina.» concluse Regina, sovrapponendo la sua voce monocorde a quella fin troppo apostrofata della ragazza. La filastrocca riecheggiò ancora tra le pareti mentre entrambe, immobili, aspettavano il silenzio.
«Allora ti ricordi di me.» una figura esile sgusciò fuori dalla tenda sinistra, Regina si protese verso di lei, sospettosa
«Tremotino è sempre stato bravo ad inventare filastrocche che perseguitano la coscienza delle persone.» la donna fece due passi avanti, l'oscurità lambiva il viso della ragazza
«Per chi una coscienza ce l'ha.» ribatté prontamente con voce dura «E come ben saprai, la profezia dell'erede di Biancaneve non è mai stata completa senza la.. filastrocca.»
«Perché sei qui?»
«Lo sai meglio di me: la battaglia è imminente, la dolce Emma è giunta e anche Senza Nome farà la sua comparsa!» fece un profondo inchino, accompagnato da una squillante risata «Dobbiamo preparare il Contrattacco.» la ragazza le si fece contro, protendendosi all'altezza dei suoi occhi, le sorrise
«Ti ho cercata, dopo il Sortilegio Oscuro.»
«Ero dove mi avevi lasciata: nella foresta.» indurì lo sguardo «Per sedici anni.. e altri ventotto in cui il tempo si era fermato.» sollevò la mano e accarezzò i capelli immacolati di Regina mentre lei guardava negli occhi della ragazza, immobile «Ma ora finalmente è giunta l'ora della battaglia e noi vivremo per sempre felici e contente.»
«Sei sempre stata la mia arma segreta.» le disse sorridendo, in un sussurro
«È tempo di riprenderci ciò che è nostro: i figli sono stati allontanati ma ora hanno fatto ritorno a casa.»
«Siamo in vantaggio.»
«E lo saremo sempre se giochiamo bene le nostre carte.» la ragazza si allontanò passeggiando avanti e indietro davanti alle teche. Lisciò inutilmente i capelli neri e crespi, lanciando risatine acute di tanto in tanto «Ti ho osservata da sempre, so come agisci. Il tuo piccolo Henry non conosce tutta la verità, dobbiamo fare in modo che non sospetti nulla.»
«Come intendi procedere?» chiese curiosa la donna, senza osare avvicinarsi
«Ce lo diranno loro.» sfoderò un rotolo bianco sgualcito, sporcato dalla terra
«Cosa sono?»
«Pagine di un libro rilegato in cuoio.» mormorò come se non volesse farsi sentire da orecchie indesiderate «Herny ha il libro, lui sa come far agire il bene. Io ho le pagine che raccontano come lo farà il male.»
Regina allungò la mano con gli occhi che brillavano, ma non trovò nulla da stringere sul suo palmo
«No!» esclamò la ragazza «Sono io il tuo paladino, sono io quella che sa come agire. Tu hai bisogno di me come io di te.»
«Ho seguito la profezia di Tremotino perché sapevo che un giorno tu mi saresti tornata utile, loro si stanno mobilitando: dobbiamo farlo anche noi.»
«D'accordo, ecco come procederemo: tu devi far finta di proseguire con l'intento di metterti in buona luce e quindi.. salverai me!» rise «Mi troverai al ciglio del bosco e mi salverai la vita, dandomi un tetto sotto il quale vivere..» le puntò l'indice al petto «Per pura bontà del tuo cuoricino.»
Regina annuì, compiaciuta. Quando fece per andarsene venne fermata per un polso
«Assicurati che sia Henry a trovarmi, ti renderà estranea alla faccenda» disse con voce roca. Era pazza? Forse, ma del tipo diabolico «Ora colpiscimi!»
La donna rimase interdetta a quelle parole
«Dobbiamo rendere la situazione credibile, colpiscimi. Per quanto mi ami, colpiscimi!» ricevette un malrovescio che le spaccò il labbro.
La ragazza si asciugò la goccia di sangue che le colava lungo il mento
«Davvero deludente.» mormorò alzando appena gli occhi, scrollò le spalle «Sì, poco o niente: vero» disse arcigna «Non intendevo l'amore che credi tu, ma quello che provi per me, solo possessione, controllo, perché io sono una tua proprietà! Colpiscimi!» si ritrovò a terra dopo un pugno al viso e una ginocchiata allo stomaco. Regina cercava di eseguire un lavoro ottimale, colpendo in più punti, a volte a caso, altre per riempire spazi di pelle non ancora tumefatta.
Si accucciò di fianco a lei quando fu soddisfatta del suo operato. La ragazza tossì sangue un paio di volte prima di prendere a ridere.
La Regina Cattiva accarezzò i capelli della figlia, sorridendo
«Avremo il nostro lieto fine, Armida.» guardò dritta verso di sé, nel buio profondo di un angolo della cripta «A te la mossa.»


   
 
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