Una notte bianca
volavo da sola
nelle correnti limpide
di questo rigido inverno.
Ero triste, sconsolata
le lacrime scendevano
come pioggia sugli alberi,
ed io la nuvola tormentosa.
Poi ti ho visto:
piangevi più di me,
il tuo dolore intenso
si percepiva ovunque
intorno a te.
Mi attirasti come
il sole i pianeti,
e ti girai intorno
osservandoti
meravigliata.
Perché un angelo
dovrebbe mai piangere?
Le ali pure ti avvolgevano
ti riscaldavano e ti
proteggevano.
Eri un debole uccellino
abbandonato nel nido.
Non potevo lasciarti lì:
eri già una parte di me.
Discesi al tuo fianco
le mie braccia avvolsi
intorno a te, un caldo
abbraccio nel freddo.
Una scintilla sprigionammo
e insieme ci scaldammo.
Mi guardasti sorpreso,
la speranza appena apparsa,
in quel volto così puro
e tenero, che anima alcuna
avrebbe potuto distogliere
lo sguardo. Già ti amavo.