Anime & Manga > Shaman King
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Autore: Analyse    16/04/2007    1 recensioni
Avevo in mente questa fic già da parecchio tempo... Faust è un personaggio marginale, nelle vicessitudini sia del manga che nell'anime di Shaman King... Eppure è anche una figura interessante e contorta, che vale la pena di esaminare... Ha un burrascoso passato, che segna profondamente quello che è il suo presente... Un amore profondo spezzato dalla morte...
Quello che leggerete qua è il suo diario...Ho provato a raccontare, attraverso i suoi occhi, gli attimi felici e la disperazione che ha provato con e per Elisa...
Dal momento in cui l'ha conosciuta, fino ai suoi esordi come sciamano, e oltre...
Spero vi piaccia.
Nel primo capitolo, ritroviamo un Faust bambino, al suo settimo compleanno...
Cosa si pensa, quando la solitudine è la tua migliore amica, a quella età?
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elisa, Faust VIII
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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08/04/1973
Questo è un regalo della mamma...Mi ha consegnato un grazioso pacchetto in carta colorata, dalla forma rigorosamente geometrica, rettangolare...
La mamma mi ha detto che è un regalo speciale, solo per me, da non condividere con nessun altro...
Io le ho sorriso, mostrandole tutta la mia gratitudine...
Ma con chi altri dovrei condividerlo? Questa è la domanda che mi sono posto, mentre lo scartavo con metodo...
Con chi altri, se non con me stesso?
Con chi altri... Se non ho amici?
Oggi compio sette anni...La mamma ha affermato che sono un ometto, ormai...
E mi ha regalato questo diario...
è un bel regalo...
La sua copertina è nera...Il nero è un bel colore, penso, perchè è un colore deciso...
Ho sette anni, eppure non mi sembra che sia così...
A scuola sono molto bravo, e ho imparato a leggere e a scrivere molto prima di entrarvi...A quattro anni, per la precisione...Ed ho imparato tante parole che un bambino della mia età non userebbe mai, credo. Parole come solitudine, ad esempio...
Io so cosa è sentirsi soli. Io non ho un amico, non ho nessuno. Ho la mamma, certo. E il papà...
Eppure...Non ricordo che faccia abbia, il papà...è buffo, vero? Vive nel suo studio...è un medico. Tutti i Faust lo sono...Siamo una famiglia di bravissimi medici. E anch'io lo diventerò. Come mio padre. Da che mi ricordo, mi sembra di averlo sempre visto di spalle, chino sui libri, per cercare di scoprire come curare le malattie più gravi.
Mio papà salva la vita delle persone...Sono orgoglioso di lui. Eppure mi manca...

Mi piace moltissimo studiare...Soprattutto scienze, ma anche matematica...Ma scienze è proprio la mia materia preferita, mi piace soprattutto quando parliamo di come funziona il corpo umano. La mamma, quando gliene parlo, ride e mi dice che io ho il sangue del medico...La prima volta le chiesi, spaventato "è grave?" credendo fosse una vera e propria malattia...Ma lei rise di nuovo, mi carezzò la testa e rispose che era grave solamente se non lo avessi utilizzato, quel mio strano sangue...
Oh, non ho neppure pensato di presentarmi: io mi chiamo Johann, e, come ho già scritto, compio sette anni, oggi... Sono un bambino molto timido, credo, a cui piace molto studiare e andare a scuola...
Anzi, forse andare a scuola no...Preferisco sempre studiare per conto mio...Anche perchè i miei compagni non sanno stare zitti, mentre la maestra spiega, e nel tragitto da casa a scuola o viceversa, si divertono a prendermi in giro per come cammino, o per quanto studio, o perchè sto sempre da solo.
Non riesco a fare amicizia con nessuno. E forse non credo di volerlo: stare solo mi sembra piuttosto bello, se passi il tempo a studiare. Leggo e studio i libri dei miei nonni, che sono stati anche quelli di mio padre. Sono libri difficili, ma a me piacciono. Sono molto belli, e dopo un po' che li leggi, ci fai l'abitudine anche al linguaggio difficile.
Però...
Sono solo.
Chissà come sarebbe non esserlo, avere qualcuno...
Ma che cose stupide che mi vengono da scrivere! Io non sono solo, ho i miei libri, no? E un giorno curerò tante persone, e tutti mi vorranno bene per questo, quindi avrò anche tanti amici!
...O forse...
...Forse no. Mio padre, in fondo, di amici non ne ha. Lui è un medico, ma da molti anni cura le persone a distanza...Cioè, lui trova le cure alle loro malattie, ma non visita nessuno. Fa sapere quello che scopre agli altri medici, così loro curano i pazienti.
Forse sarò anch'io, come lui...
Passerò la mia vita solo con i libri...
E se avrò un figlio, forse anche lui arriverà perfino a dimenticarsi di che faccia ho... E riconoscerà solo i capelli biondi che ci accomunano.
Smetto di scrivere e vado a dormire...
Mi bruciano un po' gli occhi, perchè un mio compagno di classe, oggi, ha preso i miei occhiali e li ha schiacciati con le scarpe...
Così devo aspettare che mamma ne compri altri...Quelli erano proprio brutti, ma penso che anche quelli nuovi saranno simili...A scuola mi chiamano con stupidi nomignoli, perchè li porto...Chissà, magari un giorno i miei occhi guariranno e non ne avrò più bisogno...
Chissà.
Non so se scriverò ancora, in questo diario.
Perchè mi sento un po' più triste, dopo averlo fatto.

03/05/1973
Oggi il papà a pranzato con noi...Erano ormai anni che non capitava, mi sembra! E ne sono davvero felice! Ha anche parlato un po' delle ultime ricerche che sta svolgendo...Tra un po' dovrà partire per l'Inghilterra, per poterle portare avanti. Per questo ha deciso di pranzare con noi, oggi, per passare un po' di tempo con la sua famiglia (così ha detto lui). Ha raccontato della sua ricerca di una cura per una malattia molto rara, di cui non ricordo il nome, dice che una ragazzina che abita vicino a noi ce l'ha.
è una malattia che la costringe a non uscire mai di casa. Il papà ha detto che è più grande di me di tre anni. Abita proprio vicino a noi. Vorrei poterla vedere, per capire quali sono i sintomi della sua malattia. Vorrei provare ad aiutare il papà.

04/05/1973
Oggi è successa una cosa...Non lo so, è buffa, e al tempo stesso invece non lo è per niente!
Dopo la scuola, ho preso una strada più lunga per tornare a casa...
Inizialmente non ci ho pensato più di tanto, poi però mi sono reso conto che stavo andando dove abita la ragazzina di cui mi ha raccontato papà...La sua famiglia ha una bellissima casa, devo dire, ed anche molto grande, con un bel giardino con tanti fiori, molto curato...Sono passato proprio sotto le loro finestre, e ho notato che oltre il cancello c'era un bel cane dal pelo grigio. Mi piacciono, i cani! Così mi sono avvicinato e l'ho chiamato, mentre nelle braccia continuavo a stringere i miei libri... è un cane molto docile, si è avvicinato guaendo appena e si è lasciato accarezzare. Rimettendomi in piedi e in sesto, per tornare a casa ("chissà cosa mi ha preso!" questo pensavo tra me e me, in fondo avevo fatto tutta quella strada solamente per accarezzare un cane!), ho alzato gli occhi alla finestra del primo piano della casa...Era incorniciata da delle tendine... E vi era affacciata una persona. Indossavo, e indosso ancora, degli occhiali vecchissimi che mia madre ha comprato dalla nostra vicina di casa, erano di suo figlio, che li ha invece dovuti cambiare... Non è che mi vadano proprio bene, ma per lo meno gli occhi non mi bruciano più... Anche se da lontano fatico a vedere... Per questo motivo mi sono reso conto con così tanto sforzo che alla finestra c'era una ragazza affacciata, una ragazza dai lunghi capelli biondi... Anzi, non una ragazza, ma una bambina... Sembrava appena più grande di me, ma non poteva avere più di dieci anni... Forse era la ragazza di cui parlava papà. Aveva un libro tra le mani, e prendeva il sole alla finestra, mentre leggeva... La sua pelle era pallida, di un bel rosa tendente al bianco... Vedevo la sua espressione concentrata sulla pagina del libro, eppure l'espressione del suo viso non era affatto in alcun modo rovinata da quella concentrazione... Anzi, sembrava sorridere, dolcemente, ed incessantemente, mentre leggeva... Le dita affusolate, dopo qualche minuto, erano impegnate a girar pagina, mentre i suoi occhi scorrevano sulle righe...
Mi resi conto di una cosa: la stavo fissando... E, beh, mi piaceva farlo! Non mi è mai capitata, una cosa simile... Io ho sempre il timore di incontrare lo sguardo delle altre persone, figuriamoci se mi metto ad osservarle...
Ma non faccio in tempo a rendermi conto di tutto questo, che lei distoglie lo sguardo dal libro, per posarlo invece, con una sfumatura di sorpresa, su di me...
Sui miei occhiali a fondo di bottiglia...
Aaaah...Che vergogna!!
Mi sentii indeciso, quasi: che dovevo fare? Scappare, rimanere lì ad osservarla ancora? Avrei tanto voluto farlo...
Ma lei poi... Beh, mi ha sorriso! Ha sorriso molto allegramente, e mi ha salutato con una di quelle sue pallide mani...
"Ciao!" Ha esclamato.
Ero paralizzato... Sicuro del fatto che, se mi fossi mosso, sarei caduto a terra, svenuto...
Questo pensava, almeno, quel minuscolo e sciocco cervellino che mi ritrovo...
E invece, chissà come, dopo qualche secondo di imbambolamento (nel quale lei avrà pensato "Toh, guarda, è muto...Oppure scemo..."...Poco, ma sicuro!), alzai appena un paio di dita dai miei libri e le feci anch'io un cenno di saluto... Accompagnato dalla mia flebile e rauca vocina che rispondeva stentatamente... Sono sicuro che non ha sentito niente... Waaah, che vergogna!
Ma in fondo... Perchè mi importa così tanto?... Io a scuola ho un sacco di altre compagne, ma non mi è mai importato proprio niente della loro esistenza...
E, certamente, non mi è mai capitato di mettermi a fissarle...
Chissà cosa diavolo mi è preso! E chissà cosa avrà pensato lei...
Però...
Mi ha sorriso!
...è stato bello.
Domani esco da scuola un'ora prima del solito.
Chissà se la ragazzina bionda sarà a casa, oppure no?
Ma in fondo ha una qualche malattia...Certo, non può uscire di casa, lo ha detto anche papà!
Forse è il caso di mettermi a studiare...
Anche se...
è strano... Mi sembra che pensare sia diventata la cosa più difficile di questo mondo.
Non capisco.

05/05/1973
Sono uscito da scuola un'ora prima, oggi, come ho già scritto...
Volevo tornarmene a casa, invece di fare un'altra figura stupida di fronte a quella ragazzina...
Ma alla fine non sono riuscito a resistere...
Credo che la mia sia solamente curiosità professionale...
Si, deve essere così! è per questo che la voglio conoscere, per studiare anch'io il suo caso, come fa il papà!... Ma cosa può fare un moccioso di sette anni là dove medici molto più istruiti di me hanno fallito? Mah...
Alla fine ho percorso la stessa strada che avevo fatto anche ieri... Svoltando nella via, mi sono reso conto immediatamente, grazie alla perfetta angolazione sulla casa, che la bambina era ancora una volta affacciata al suo balcone, a leggere sotto i raggi del sole...
Potevo vedere i suoi lunghi capelli biondi, fermati da dei nastri rossi, che spiccavano, con la sua carnagione così chiara.
Mi avvicinai al cancello, mi accucciai e chiamai, come mi era già capitato di fare, il segugio grigio fumo.
"Pimple non c'è!"
Credo di aver subito una specie di scossa, che dai piedi mi è arrivata fino ai capelli...Sarà qualcosa di grave? Ancora non riesco a capirlo...
Credo anche di aver iniziato a tremare.
Aveva una voce calda, simpatica, solare... Si adattava benissimo al colore così vivace dei suoi occhi! Azzurri, un bell'azzurro! Non come i miei... Mi son sempre sentito dire dai parenti che i miei sembrano scaglie di ghiaccio... Freddi, incapaci di esprimere quello che penso... Mentre i suoi, beh, i suoi sono così caldi... Sorrideva, notai, non con scherno, non con sbeffeggio... Sembrava un sorriso sincero...
Continuando a pensare che mai nessuno mi aveva rivolto un sorriso tanto gentile, mi rimisi in piedi, guardandola da dietro le mie spesse lenti..."Ah..." Non riuscii a dire altro..."Stupido stupido STUPIDO!!" erano le uniche cose che io riuscissi a pensare...
Dopo qualche minuto di silenzio, lei ha ripreso la parola, con voce più chiara e decisa:"Se ti va, puoi aspettare dentro! Così la mia governante lo riporta a casa e puoi giocarci! Ti va?"
Sono rimasto qualche secondo a guardarla... Continuava a sorridere... Io a sentire quell'invito... Beh... Mi sono sentito infiammare la faccia, ho persino avuto paura che mi si fondessero gli occhiali! Senza aspettare oltre, sono corso via in un lampo, con i miei libri sempre in braccio, con tutta la forza che avevo nelle gambe e senza mai voltarmi indietro...
Non so cosa abbia pensato di me...
Immagino che ci sia rimasta davvero male!!
Avrà pensato che io non abbia accettato il suo invito e che sia corso via in quel modo perchè sono un maleducato, o comunque, perchè non voglio avere nulla a che fare con lei!... E invece... Ho solamente avuto paura... Una paura matta.
Perchè? Cosa c'era da avere paura, in fondo?
Probabilmente niente...
Ma io... Io non so...
So di essermi comportato da stupido, ma non so se in fondo ho fatto davvero così male...
I bambini come me vanno lasciati da soli, no?
E io non credo di essere capace di fare amicizia con qualcuno...
Io so studiare, quello lo so fare bene...
Ma nient'altro...
...
Vorrei che me lo chiedesse di nuovo, però...
...Vorrei...

06/05/1973
Ho preso il coraggio a due mani, e sono tornato di nuovo al cancello di casa sua.
Queste giornate sono davvero magnifiche: nel pieno della primavera, i fiori del suo giardino sembrano più splendidi che mai, soprattutto le rose... Si, le rose, ma quelle bianche... Sembrano sempre le più delicate di tutte...
Oggi era in giardino anche lei, insieme al cane... Si divertiva a rincorrerlo, tra una risata e l'altra, tenendosi su con una delle mani l'ampia gonna del suo vestito bianco... "Lei non dovrebbe mai mettere un vestito così chiaro", questo ho pensato... La fa sembrare ancora più pallida... Sembrava danzare, mentre rideva e correva per sfuggire all'inseguimento giocoso del cane...
Come al solito, non ho potuto fare a meno di fermarmi a fissarla...
Sembrava come una specie di catalessi, la mia... Non riuscivo a controllarla...
La trovavo così dolce.
La corsa per sfuggire al cane, la portò proprio di fronte al cancello, e di fronte a me...
Si è fermata, sorpresa, con il fiatone... Eravamo vicinissimi, il viso dell'uno a pochissima distanza da quello dell'altra...
Arrossii... Non potei farne a meno...
Come non potei non abbassare il mio sguardo sulle scarpe proprio un attimo dopo.
Sentii che lei, mentre riprendeva fiato, rideva per un'ultima volta...
Mi chiesi se stesse prendendo in giro quel bamboccio che le stava di fronte. Quando sollevai la testa, per poterla sbirciare, mi ritrovai ad un palmo dal naso una delle sue aggraziate mani, e il suo viso sorridente, che riduceva i suoi grandi occhi chiari a delle più piccole fessure festose (ummh, bella questa espressione! Fessure festose... Mi piace, ha un bel suono!)... Guardai la sua mano, come istupidito...
Poi, la folgorazione...Probabilmente voleva che gliela stringessi, per potersi presentare...Che genio...
Lentamente, alzai a mia volta la mano e feci quello che da me si aspettava...
"Piacere!"
Disse, sorridendo ancora più radiosa.
"Mi chiamo Elisa... E tu?"
"Io... Io...

Mi si è incantato il disco...
Lei mi lasciò la mano, e tentò di riacchiappare il mio sguardo, mostrandomi una smorfia buffa...Che mai mi sarei immaginato di scorgere nel viso di una bambina che sembrava così delicata!
Non potei fare a meno di ridere...Mi portai una mano alla labbra, per tentare di nascondere, almeno...
Non avrei mai voluto che se la prendesse per quella mia risata...
E invece, contenta di aver sortito l'effetto sperato, sorrise di nuovo...
"Dunque..."Disse, come se parlasse a sè stessa, volgendo gli occhi al cielo...
"Tu ti chiami...Friedrik?... No, non hai la faccia da Friedrik... Allora ti chiami... Schonn? No, neppure...Allora, forse..."
"Johann..."
La interruppi io, quasi sottovoce, tornando ad abbassare lo sguardo...
"Ah, bene, Johann... Ti va di giocare con me?"
Annuii, incerto...
Aprì il cancello, con un notevole sforzo, ed anch'io spinsi insieme a lei per poterla aiutare...
Mi fece entrare, e, senza aggiungere neppure una parola, chiamò a gran voce il suo cane, che, scodinzolante, iniziò ad inseguirla...Mi prese per mano e mi convinse a correre con lei, tendendo degli improvvisati agguati a quello strano cane, schizzandolo con l'acqua di una fontanella al centro del giardino, costringendolo a scappare da noi...
Non sono entrato nella sua casa, e lei, probabilmente, ha avuto il tatto di non chiedermelo... Forse ha capito che ieri non sono scappato via per colpa sua, ma per colpa della mia timidezza...
Quando ci siamo salutati, mi ha chiesto se mi andava di venire anche il giorno dopo...
Io ho fatto cenno di sì, con la testa...
Sorridendo, mi ha salutato con un gesto della mano, ed è rientrata in casa, correndo...
Mi sento così agitato, ora.
Non vedo l'ora di andare da lei.
Questo significa avere un'amica? Sentirsi così imbarazzati, non sapere che dire, ma non vedere l'ora di incontrarsi? In fondo ci siamo parlati pochissimo...Posso già considerarla davvero un'amica? Non lo so... Io non so proprio niente! Se non il nome di tutte le ossa del corpo umano, io non so cose che vadano al di là di questi campi... Io non so come mi devo comportare...
Ho paura, credo...
Non so se voglio che una persona inizi ad avere veramente a che fare con me...
Se poi non ne potessi più fare a meno?
...Ho paura...
  
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