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Autore: Equilibrista    04/10/2012    2 recensioni
Annabel, è una ragazza madre diciasettenne, abbadonata dal suo ragazzo, non appena rivelatogli la notizia della sua maternità.
Jasper, il suo migliore amico, fin dall'infanzia.Le resterà accanto sempre, aiutandola con il bebè e facendogli oltremodo, anche da padre.
Questo bambino, farà nascere in loro un qualcosa che all'inizio è inspiegabile, ma che alla fine si scopre Amore...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5.Il potere di un bacio.

 


Erano passati diversi giorni dal loro ultimo, particolare, incontro...
Diversi giorni in cui ne l'uno, ne l'altra, avevano dato un accenno del pomeriggio al mare o dei messaggi che si erano scritti la sera di quello stesso giorno.
Parlavano come se nulla fosse successo, perchè, era questa la verità, non era successo niente.
Almeno così esprimevano le loro gesta. Ma nella loro interiorità, qualcosa era cambiato. In tutte e due, era rimasto come un amaro in bocca. Forse tutte e due volevano quel bacio, forse tutte e due volevano di più.
Quel giorno Jasper si era svegliato di soprassalto, spalancando gli occhi e saltando a sedere sul letto. Ancora loro, ancora quei fottutissimi sogni. Annabel sempre più vicina a lui, le sue labbra, i suoi occhi, il suo corpo.
-Oh, basta!- quasi urlò Jasper.
Era stanco, stanco di quei sogni che ogni notte bussavano alla sua porta, continuando a fargli immaginare cose che nemmeno doveva sfiorare con il pensiero.
Era arrivato alla conclusione che forse, per chiuderli definitivamente fuori dalla porta, bisognava passare ai fatti.
Si, Jasper, coraggio, va da lei e baciala!
Continuava a ripetersi nella sua testa.
Si alzò dal letto, si vestì, e subito si catapultò fuori dalla porta e poi si mise a correre.
Correva perchè non voleva avere ripensamenti, in quel momento non voleva riflettere, contare dieci volte, come sempre gli ripeteva sua mamma, no quella volta il suo cervello doveva essere liberato da ogni riflessione, ripensamento o pensiero, altrimenti tutte le sue "buoni" intenzioni andavano in pochi secondi buttate al vento. Arrivò a casa sua. Passarono vari secondi prima che il suo indice premette il campanello.
-Si?- la voce al di là del citofono non era di Annabel, ma di Caroline.
-Ehm..ciao Caroline, sono Jasper, c'e Annabel?-chiese con la voce tremolante e le mani sudate.
-Si caro...vien...- la sua frase fu interrotta dall'intervento di Jasper -No, guarda, sono di fretta, può uscire Annabel o è impegnata con Diana?-chiese.
-No, può uscire, la chiamo...ciao Jasper.-salutò così Caroline.
Dopo qualche secondo, apparve dalla porta di casa Annabel.
-Ciao Jasp!-salutò entusiasta Annabel -Che succede?-chiese mentre apriva il cancelletto del giardino per raggiungere Jasper.
-Ciao Anna! Ascolta, vieni un secondo con me...ti porto via solo qualche minuto, ti creo problemi?-chiese Jasper in imbarazzo.
-Ehm...no, affatto, Diana ha gia mangiato, quindi andiamo.-disse Annabel sorridente.
Arrivarono nel parco che distava qualche minuta da casa di Anna, e si sedettero su di una panchina abbastanza appartata.
-Ascolta, io...cioè...-incominciò balbettando, Jasper, sotto lo sguardo curioso di Annabel.
Poi Jasper alzò di scatto la testa, la guardò per qualche secondo e la baciò. Quel bacio così tanto bramato finalmente, arrivò.
Annabel, ebbe un attimo di sconcerto, ma poi si abbandonò a quel bacio. Mise le sue mani tra i suoi capelli e chiuse gli occhi per assaporare, veramente ogni attimo di quel bacio.
Le loro labbra si muovevano dolcemente, così come le loro lingue. C'era dolcezza, così come curiosità.
Si staccarono per prendere fiato, e poi si guardarono, forse per cercare di capire le loro emozioni...sconcerto? dolcezza? Eccitazione? Una cosa potevano confermare:i loro occhi si erano accesi di una luce nuova.
-Io...-incominciarono entrambi, per poi sorridere come facevano sempre nei momenti d'imbarazzo.
-Anna, io l'ho dovuto fare. I miei sogni mi perseguitavano, non mi lasciavano dormire, immaginavo sempre questo bacio, le tue mani...cavolo, era una tortura, forse così me li sono levati una volta dalla testa.- disse Jasper.
-Jasp, forse anche io lo volevo...cioè...non è che....però.... Però ora, cosa abbiamo fatto? Ci siamo tolti una soddisfazione?-chiese Annabel.
-Forse, si. O forse ho aumentato il mio tormento. Io non so cosa mi sta accadendo Annabel, dopo anni di amicizia a guardarti come una sorella maggiore, ora i miei occhi vedono una splendida donna e una splendida mamma...non che lo pensassi anche prima...però...ecco...-disse Jasper abbassando la testa svuotato da tutte le parole e pensieri....
-Jasper, tranquillo, è normale...credo...tutti abbiamo i nostri momenti di "tentazione" è che noi siamo amici, Jasp...Se ci capitasse di innamorarci l'uno dell'altro, tutto ciò che abbiamo costruito in questi anni si distrugge...capisci?-chiese Annabel mordicchiandosi l'unghia dell'indice.
-Si...hai ragione....è stato solo un momento di debolezza...tutto qua.-rispose incerto Jasper.
Incerto, forse nemmeno lui aveva la ferma convinzione che quel bacio era stato solo un momento di debolezza. Le parole di Annabel l'avevano colpito come un fulmine a ciel sereno; " Se ci capitasse di innamorarci l'uno dell'altro, tutto ciò che abbiamo costruito in questi anni si distrugge". Forse era troppo tardi per quel "capitasse" perchè lui forse lo era di gia, e forse da molto più tempo di quanto immaginasse, senza rendersene conto.
Gli era piaciuto quel bacio, forse più del dovuto. Era piaciuto ad entrambi.
Con quel pensiero, si alzarono dalla panchina e si misero sulla strada del ritorno.
Arrivati di fronte al cancelletto si salutarono.
-Allora ciao...-disse Annabel.
-Ciao...-rispose di rimando Jasper, dandole un bacio a fior di labbra, per poi andarsene.
Quel gesto, seppur insignificante, ad Annabel, parve la cosa più dolce del mondo. Rimase interdetta un secondo, poggiata di schiena al cancelletto di casa, guardando da lontano la sagoma di Jasper che sempre più scompariva, fino a diventare un puntino nero.
Si umettò le labbra per sentire ancora il sapore di Jasper su di se, e poi entrò in casa ancora con lo sguardo trasognante.
 
L'aveva ancora fatto, l'aveva baciata, seppur sfiorandola. Gli era nato spontaneo quel gesto.
La sua mente vagava ancora nei meandri di quel parco, nel sapore della sua bocca e nel suo profumo delicato di Rosa.
Forse aveva fatto un errore a baciarla, probabilmente aveva peggiorato ancora di più la situazione.
Durante il lavoro, si era distratto parecchie volte, sbagliando ordinazioni o tavoli. La sua mente ormai era in un altro posto. Solo un nome rimbombava nella sua testa Annabel.
Che gli stava succedendo?
Andò in bagno e si bagnò il viso con acqua gelida. -No, Jasper, che vai a pensare? Lei è tua amica!- disse al suo riflesso. Probabilmente più alla sua immagine proiettata sullo specchio che a se stesso.
Facilmente quel bacio non glielo doveva dare...doveva tenersi lo sfizio e la voglia per se. Aveva rovinato tutto, aveva spezzato quell'equilibrio che fino adesso c'era stato. Quell'equilibrio che permetteva ad entrambi di non sbilanciarsi troppo e abbandonarsi alle loro fantasie da adolescenti con gli ormoni a mille.
L'equilibrio si era spezzato, ed ora si poteva cadere. Se si sarebbero innamorati,sempre se gia non lo fossero,  sarebbe stato tutto più difficile. Per un certo periodo di tempo sarebbe stato tutto rose e fiori, ma se una goccia avrebbe fatto traboccare il vaso, allora si, sarebbe stato un problema. Si sarebbero lasciati e mai più parlati e tutti quegli anni di amicizia sarebbero svaniti dal nulla, polverizzati.
Potevano restare amici...ma come si fa? Dopo una storia d'amore alle spalle, niente sarebbe stato come prima.
Quella di adesso era solo attrazione fisica e il sentimento non andava oltre un "ti voglio bene", ma chissà fra un po' di tempo, cosa sarebbe successo...un bacio tira l'altro, il bisogno di scoprirsi è sempre più insistente e il sesso cambia tutto, tutto, come sempre si erano ripetuti Annabel e Jasper.
 
Annabel stava tenendo occupata la sua testa con Diana e le faccende di casa. In quelle ore, perlomeno, non aveva pensato a Jasper, ma si era tenuta occupata in ben altre cose.
Cogliendo l'occasione che Diana dormisse, andò a farsi una doccia per rilassare i muscoli che in quelle poche ore avevano lavorato.
Poteva stare tutto il giorno sotto la doccia. La rilassava...
Stette sotto il getto caldo dell'acqua per almeno mezz'ora. Quando spense l'acqua, udii degli strilli provenire dalla camera di Diana.
-Oh...lasciala piangere Diana...saranno solo capriccetti per essere presa in braccio-si disse a se stessa.
Si asciugò e si vestì. Diana sembrava non smettere di piangere.
Una preoccupazione cresceva sempre più in Annabel.
Ripose il phon e si precipitò nella stanza dove c'era Diana.
Diana era rossa in viso, con la copertina che arrivava fino a coprirle il viso.
Annabel accorse subito per tirarla fuori da quella "trappola" e calmarla tra le sue braccia.
-No, no, ti prego basta piangere...hai una mamma irresponsabile, un'idiota...- diceva Annabel a Diana mentre sentiva le lacrime solcarle le guance.
Le faceva così tanta tenerezza e dispiacere Diana. Non la smetteva di piangere, era accaldata e rossa.
Provò a darle il latte, ma niente, non sembrava smetterla.
Preoccupata, chiamò sua madre al cellulare, ma suonava a vuoto.
-Cazzo, quando serve non c'è mai!-sbottò Annabel.
Allora, provò a chiamare Jasper, che fortunatamente rispose:-Pronto, Anna?-ripose Jasper.
-Jasp, ti prego, aiutami, Diana sta male, vieni a prenderci, dobbiamo correre in ospedale!- disse Annabel in lacrime, scossa dallo spavento.
-Ok, sta calma, ora vengo.- e così Jasper chiuse la chiamata.
Qualche minuto dopo, Jasper arrivò a casa di Annabel, salirono in macchina e partirono verso l'ospedale.
Subito andarono in pediatria, dove un medico visitò Diana.
-Niente, ragazzi, la piccola ha la febbre...non ne ha tanta, 37, però dovete darle questi antibiotici- disse il medico, scrivendo su di un foglio i farmaci prescritti.
Annabel, tirò un sospiro di sollievo anche se un po' di preoccupazione le era rimasta.
Attraversarono i lunghi corridoi e salirono in macchina per ripartire verso casa.
Prima di arrivare a casa, si fermarono in farmacia per prendere gli antibiotici consigliati dal medico.
Arrivati a casa, Diana dormiva rilassata nella sua culla, mentre Annabel sprofondò nel divano insieme a Jasper per liberarsi la mente da quel brutto episodio.
-Jasp, sono una madre irresponsabile...poveretta, io più ci penso e...- incominciò Annabel a parlare con le lacrime agli occhi.
Subito Jasper le si avvicinò abbracciandola. -Shh...non dire niente, tu sei una brava ,madre, hai voluto un attimo di tempo per rilassarti, sai anche i migliori sbagliano.-disse Jasper sorridendo.
Sorrise di rimando anche Annabel. -Jasp, grazie, se non ci fossi stato tu...io, non so come avrei fatto...-disse Annabel contro il suo collo. Jasper, rabbrividì, sentendo la sua voce sulla pelle sensibile del suo collo.
Poi Annabel si staccò da lui guardandolo intensamente.
Jasper posò una mano sulla sua guancia per poi risponderle:- Di niente...-
Annabel si avvicinò per baciarlo sulla guancia e Jasper ne rimase destabilizzato. Cosa gli stava succedendo? L'aveva baciato tante volte sulla guancia, ma mai ne era rimasto destabilizzato. Tutto colpa di quel bacio.
-Ora è meglio che vada...al lavoro mi aspettano e ho gia combinato un po' di casini oggi, quindi, meglio se vada...-disse Jasper alzandosi dal divano mentre Annabel silenziosa annuiva mentre lo guardava alzarsi e dirigersi verso la porta.
-Ciao, Jasper...grazie ancora...-disse Annabel.
Jasper sorrise e se ne andò.
Qualche ora dopo, sua mamma, rincasò.
-Anna...ciao.- salutò Caroline quando vide Annabel seduta sul divano a sfamare Diana.
-Ciao mamma....dove sei stata?-chiese Annabel, pronta ad attaccare.
-Ero al corso di yoga, tesoro, te l'ho detto oggi a pranzo...-ripose Caroline, mentre riponeva all'attacca panni il cardigan e la borsetta.
-Mamma, ti rendi conto di cosa poteva succedere se non c'era Jasper? Diana piangeva come una disperata, era accaldata e non sapevo cosa fare, tu non rispondevi al cellulare e per fortuna ho chiamato Jasper che mi ha portato al pronto soccorso perchè Diana ha la febbre!- disse tutt'ad un fiato Annabel che sentiva ribollire la rabbia in lei.
-Oh...davvero? mi dispiace, io, non so cosa dirti...davvero, sono profondamente dispiaciuta-rispose Caroline abbassando il capo e dirigendosi verso Annabel e Diana.
Annabel si accorse del  dispiacere di sua madre.
-Scusa, mamma...è che ero preoccupata, poi sono stata una scema...-e così Annabel prese a raccontare tutto l'episodio del pomeriggio.
-No, Annabel, non è stata colpa tua...sei stanca e a tutte capita di staccare la spina e far finta di non sentire i figli che piangono e strillano...perchè lo so, dopo un po' non se ne può più. Però ora vedi Diana, è tranquilla, mangia e non fa i capricci per prendere gli antibiotici, quindi tutto è andato a buon fine...-disse Caroline sorridendo alla figlia.
-Grazie mamma, e scusa ancora per prima...-disse Annabel dispiaciuta.
-Di niente, avrei riposto così anche io a mia madre.-rispose Caroline abbracciando la figlia.
-L'importante che ora lei stia bene...mi ha fatto davvero prendere uno spavento...-disse Annabel guardando Diana mentre le carezzava il capo.
 
Si svegliò con quel pensiero e si addormentò con quel pensiero...ormai pensò fosse diventato il suo più grande tormento. Ma come si fa a vivere con un tormento?
Sbuffò prima di mettersi sotto le coperte, anzi  sopra le coperte, era estate e si moriva dal caldo anche alle 11 di sera.
Prese in mano il cellulare guardando se per caso Annabel gli avesse lasciato qualche messaggio, speranza del tutto vana. Aprì la conversazione fatta la sera prima rileggendo i messaggi e incominciando a digitare sulla tastiera un semplice "Ciao tutto bene? Diana come sta?".
Un messaggio del tutto innocuo che lo lasciò con il pollice sospeso sul tasto d'invio...
-Basta, Jasper, dacci un taglio.- si disse, convincendosi delle sue stesse parole, così da cancellare il testo del messaggio e spegnere il telefono.
Si rigirò per diversi minuti nel letto, per poi abbandonarsi alle braccia di Morfeo.
 
Una notte così brutta non l'aveva mai passata in vita sua. Un po' per l'agitazione della febbriciante Diana, un po' per Jasper, non era riuscita a chiudere occhio. Ad ogni minimo sussulto della piccolina, scattava in piedi controllando che stesse bene.
Alle sei di mattina era in piedi davanti allo specchio del bagno: occhiaie nere ben visibili, viso pallido e capelli arruffati, ecco il risultato di una notte in bianco.
Sbuffando cercò di darsi un ritegno, cosa che le riuscì parzialmente, si vestì ed andò a sfamare Diana.
-Anna, posso entrare-chiese sua mamma bussando alla porta.
-Vieni!-rispose.
Caroline guardò sua nipote baciandola sul capo, poi guardò Annabel:-Non hai passato una bella nottata, vero?-chiese Caroline piena di comprensione.-già...-rispose Annabel annuendo.
-Dammi qua Diana e tu riposati, va bene?-
-Grazie mamma.-disse Annabel piena di gratitudine, porgendole la bambina.
Quando sua mamma uscì, subito dopo sentì delle voci provenire dal piano di sotto, poi dei passi, e poi un lieve "toc, toc". -Avanti- rispose lei di rimando con il cuore a mille, perchè sapeva gia chi poteva essere...-Ciao Anna...stai bene?mi ha detto tua mamma che hai passato una nottataccia...sono passato a trovarvi e a vedere come stavate...-appunto....
-Ciao Jasp...grazie per il pensiero...stiamo bene, Diana ha ancora qualche tacca di febbre, ma niente di preoccupante, mentre io ho solo la stanchezza che mi schiaccia.-disse Annabel sorridendo.
-Vuoi che me ne vada?-chiese Jasper avvicinandosi alla porta.
-No, ti prego resta un po' qua...voglio solo che...ecco...voglio solo un abbraccio, un po' di conforto e relax...come hai vecchi tempi...come sempre...-disse Annabel in modo un po' confusionale e imbarazzato, cercando di convincersi che tutto era come prima e quel bacio non aveva assolutamente cambiato nulla.
Jasper la guardò di sottecchi per poi avvicinarsi al letto.
-Anna, ascolta, ti voglio parlare di...insomma di ieri...non voglio che quello che è successo sia fonte di turbamento perchè siamo ancora noi, l''Annabel i il Jasper dei tempi dell'asilo delle medie e delle superiori....non è cambiato nulla ok? Quel bacio era solo....uno...sfizio...-sbottò li all'improvviso.
Uno sfizio...era brutta come parola, però come poteva definirlo?
-Si certo, un sfizio...-disse quasi in modo impercettibile Annabel. Quelle parole l'avevano un po', come dire....delusa? ma non ci badò molto. Fece sdraiare Jasper in modo che lei si potesse accoccolare vicino al suo petto. Mai gesto fu sbagliato.
Sentì il suo cuore aumentare di battiti mano a mano che il tempo passava. Cosa gli stava succedendo? Cosa le stava succedendo?
Chiuse gli occhi beandosi delle lievi carezze che Jasper le faceva al suo braccio, mentre piano piano si addormentò.
 
Quando gli disse di sdraiarsi sul letto, perse un battito. Lei sdraiata accanto a lui.
Si sdraiò e lei si accoccolò sul suo petto. Il suo cuore batteva freneticamente e ai piani di sotto qualcuno si svegliava da un "lungo" letargo.
Era così bella quando dormiva...anche con le occhiaie e i capelli spettinati restava bella...Anna era una ragazza che...emanava fascino.
Con questo pensiero si addormentò anche lui, cullato del regolare respiro di Anna.
 
Si svegliarono solo quando Caroline entrò in stanza chiamandoli dolcemente, perchè la piccola Diana necessitava della mamma.
Mugugnò qualcosa di incomprensibile e poi, di malavoglia, si alzò da Jasper per accogliere la piccola tra le sue braccia.
Si accorse solo dopo che Jasp dormiva ancora. Era quasi una visione....angelica...era girato su di un fianco con il braccio destro abbandonato sul letto. La bocca leggermente dischiusa e le folte e lunghe ciglia visibili anche da lontano. Era....bellissimo...Il sorriso scomparve dalle sue labbra quando Diana incominciò a fare uscire quei suoni che Anna aveva ben imparato a distinguere, quei piccoli "enghè" che anticipavano l'arrivo di un pianto.
-No...Diana...uff....-disse a bassa voce cercando di calmare la piccolina che già era in un mare di lacrime...
 
Stava per uscire dalla camera per non svegliare Jasper, quando, proprio lui stesso, la fermò per un braccio e le fece segno di restare.
Annabel sussurrò un flebile "mi spiace" , mentre Jasper le ripose con un accenno di sorriso.
-Jasp, mi tieni Diana un secondo che vado a scaldarle il biberon?- gli chiese Anna.
-Certo- rispose Jasper ancora un po' assonnato mentre prendeva in braccio la piccola.
Dopo cinque minuti Annabel entrò in camera con il biberon caldo, mentre il suo cuore gioiva dalla scena che le si presentò davanti: Diana emetteva dei risolini felici e sgambettava mentre Jasper le faceva facce buffe e versacci.
-Oh, ecco la mamma con la pappa!- disse Jasper sorridendole quando vide entrare Annabel, che ringraziò il diretto interessato e incominciò a sfamare Diana.
Dopo averle dato da mangiare, con conseguente ruttino, la piccola si addormentò sul letto matrimoniale di Anna accerchiata da cuscini.
-Sembra un angelo quando dorme....- disse Jasper ammirando la piccola addormentata mentre il suo indice sottolineava i contorni delicati del viso della bimba.
-Già- rispose di rimando Anna. -Quando diventa grande me la sposo"-Annabel spalancò gli occhi a quella frase. -Che c'è? Sarei un perfetto marito sai?- disse divertito Jasper.
-Si perfetto con 18 anni di differenza!- sbottò Annabel. - E che sarà mai...sai quante coppie con questa differenza di anni ci sono? Ma non è che sei...gelosa?- disse Jasper con un sorriso malizioso avvicinandosi ad Annabel.
-Io? No!!!!!- sbottò di colpo Anna. -Ah no? Dillo che mi vuoi tutto per te Anna...- disse Jasp ormai fiondato su Anna a farle il solletico. La poveretta si dimenava e rideva sotto lo sguardo divertito e malizioso di Jasper. Finalmente la ragazza, riuscì e bloccarlo prendendogli le mani, facendo "cascare" Jasper sopra di lei.
Si guardarono per qualche secondo, forse cercando di capire le emozioni dell'altro, tutti e due accaldati e con il fiatone.
Jasper si avvicinò al suo viso, quasi intimorito e lentamente, bloccandosi a pochi centimetri dalle sue labbra. Ormai le loro labbra si sfioravano e i loro respiri si perdevano l'uno nell'altro, i loro sguardi erano incatenati, nessuno riusciva a staccare gli occhi dall'altro, blu nel blu, curiosità in attrazione, amore in dolcezza...E così, come in un finale già troppo scontato, Jasper eliminò quella fastidiosa distanza e dolcemente, accarezzò per la seconda volta quelle splendide labbra che tormentavano i suoi sogni.


NOTE

Ciao ragazze! Ormai è da tantissimo tempo che non aggiorno, e non potete capire quanto mi dispiace...ma non so, forse è stato uno di quei periodi che possiamo definire oziosi...non si ha voglia di far niente...ben 6 mesi sole solette....sono stata un po' cattivella...
Come sono stat cattivella anche in questo capitolo...ho interrotto proprio sul più bello....ma non arrabbiatevi il seguito lo sto gia scrivendo...non vi lascerò più così sole....PROMETTO che aggiornerò ogni settimana massimo massimo due...
ma torniamo a noi.... Finalmente il fatidico bacio!!!anzi due baci...di sicuro non vi ho lasciato a bocca vuota...vi bastano? ma ce ne saranno molti altri!!!!
ancora scusa scusa scusa!!!al prestissimo...baci baci:)<3

   
 
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