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Autore: DreamingAdelaide    04/10/2012    1 recensioni
Sapete cosa si prova a conoscere dei ragazzi e poi scoprire che fanno parte di una band famosa?
Sapete cosa di prova a ritrovarsi all'improvviso catapultati nella loro realtà, nella loro vita?
É quello che successe, ma i sogni finiscono sempre.
"Sciolse l'abbraccio e andò via facendo un cenno della mano. Non disse nulla, ma nessuna parola mi avrebbe fatto sentire la sua mancanza come quell'abbraccio"
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sembrò essere passato pochissimo tempo quando suonò la sveglia che segnava le sette.
Era ancora presto e io morivo dal sonno, così impostai la sveglia alle dieci per dormire ancora un po' ma continuavo a svegliarmi ogni mezz'ora. Alla fine, mi alzai dal letto e andai alla finestra. Il cielo non era dei più limpidi ma era abbastanza soleggiato, e questo bastava. Feci una doccia calda, indossai un paio di jeans con la maglia a righe che mi aveva regalato Katia e le converse blu.
Aprii l'armadio per guardarmi allo specchio. I vestiti andavano bene ma il mio viso aveva un aspetto orribile. Ero pallida e avevo le occhiaie a causa del poco sonno.
Rimasi a guardarmi per un po', poi ebbi un'illuminazione: «Trucco! Mi serve del trucco»
Coprii le occhiaie con il correttore, poi misi il fard la matita per gli occhi e il mascara.
«Ora sto molto meglio» commentai tornando a specchiarmi. Aprii la porta e mi fermai ad osservare quella della stanza di fronte alla mia. Era ancora chiusa e silenziosa. Mi chiesi se sarei mai riuscita a conoscere quel ragazzo prima di lasciare quella casa. Lasciai perdere quel pensiero e scesi al piano di sotto.
In cucina c'era Katia che preparava la colazione.
«Buongiorno Inglesina. Cosa preferisci per colazione?»
«Di solito faccio colazione con latte e cereali»
«Benissimo. Nel mobile dietro di me ci sono i cereali. Ora ti porto il latte. Ci metti qualcosa dentro? Caffè, cioccolato, vaniglia, cannella»
«Solo latte, grazie»
Presi i cererai dal mobile e andai a sedermi al tavolo. Poco dopo, scese anche Richard. Indossava un pantalone classico con camicia, giacca e cravatta.
Lo guardai un po' perplessa, chiedendomi che lavoro facesse. «Sono un avvocato e gestisco uno studio mio» spiegò come se mi avesse letto nella mente.
«Come hai capito che volevo chiedertelo?»
«Sei come uno specchio:rifletti negli occhi tutto ciò che pensi»
Katia si sedette al tavolo con noi e facemmo colazione. Richard mi spiegò un po' del suo lavoro, tanto immerso nel suo racconto da non accorgersi di essere in ritardo.
«Richard, ma non dovevi essere in ufficio a quest'ora?»
«Oh, bè. Dovrei essere lì ma non succede niente se ritardo un po'. Philip aprirà l'ufficio al posto mio»
«Richard» lo rimproverò Katia, proprio colme si farebbe con un bambino.
«Va bene, vado» alzò le braccia in segno di resa.«Finiremo il discorso stasera Ade» disse precipitandosi fuori dalla porta.
Restammo in silenzio giusto il tempo di finire la colazione, poi Katia parlò. «Mi è venuta un'idea grandiosa. Che ne dici se sparecchiamo in inglese?»
«In che senso?»
«Io ti dico cosa fare in inglese e tu lo fai»
«Mi sembra divertente. Dai, iniziamo»
Lei iniziò a dirmi cosa fare. La metà delle cose che mi diceva, era incomprensibile e più di una volta le dovetti chiedere di parlare lentamente. Alla fine, riuscii a fare tutto quello che mi disse.
«Molto bene. Un po’ zoppicando ma ci sei riuscita»
«È stata dura capirti. Parlavi veloce e con un accento persino più strano di quello della mia professoressa»
«Oh, immagino. Comunque, non è finita qui. Ora ci esercitiamo un po’ nella conversazione»
Passammo circa un’ora a chiacchierare, insegnandomi tanti vocaboli e forme dialogali. Ogni volta che sbagliavo, facevo delle strane facce e Katia scoppiava a ridere.
«Ora usciamo. Ho voglia di un gelato, tu?»
«Ehm... si, credo di si»
Uscimmo di casa e camminammo fino ad arrivare in una piazza piena di negozi. Lì le ragazze si vestivano davvero in modo strano. E pensare che ero sempre stata io quella strana!
Era davvero tutto cosi bello e mi sembrava un miracolo poter stare lì.
«Che gusto lo vuoi?»
«Cosa?» trasalii.
«Il gelato, che gusto lo vuoi?»
«Oh, uhm... credo che lo prenderò nocciola e... panna»
«Va bene. Aspetta qui che torno subito»
Rimasi da sola, imbambolata al centro della piazza con la piccola Sophie che giocava con una bambola.
«Scusami» sentii mentre mi picchiettavano sulla spalla.
Mi voltai per vedere chi mi aveva chiamata. La mia schiena s’irrigidì. Era un ragazzo alto, con i capelli castani ricci, gli occhi verde smeraldo e due bellissime fossette ai lati di un brillante sorriso.
«Ciao. Ehm... so che non ci conosciamo  e che non è convenevole chiedertelo ma...»
«Scusami, stop. Potresti ripetere lentamente? Sono italiana e faccio fatica a seguirti»
«Wow! Sei italiana! L’Italia è un paese magnifico»
«Già, ma mai quanto Londra»
«Oh bé si, anche Londra è bella. Comunque, volevo chiederti se ti andava di fare una foto»
«Cosa?» credetti di aver capito male.
«So che ti sembrerà strano ma ho fatto una scommessa con un mio amico. Allora?»
«Solo se posso scattarne anch’io una con la mia fotocamera»
«Fantastico! Vieni con me»
Mi prese per mano per portarmi con sé ma io lo fermai. «Aspetta! Non posso lasciare la bambina qui»
«Vai pure, piccola» intervenne Katia tornando. «Ci sono io con Sophie»
Il ragazzo mi prese per mano e mi portò con sé.
Vedendoci avvicinare, l’altro ragazzo sorrise. «Non posso crederci che l’hai fatto davvero! Io sono Louis, piacere»
«Oh, giusto! Io sono Harry»
«Adelaide» strinsi la mano ad entrambi.
«Sbaglio o non sei inglese»
«Non sbagli. È italiana» spiegò Harry
«Whooh!  Fantastico! Io adoro l’Italia»
«E stiamo a quota due»
«Come mai sei a Londra?» chiese Louis, il più curioso dei due probabilmente.
«Bè, io ho sempre adorato Londra ed eccomi qui»
«Capisco. Quanti anni hai?» mi chiese guardando Harry.
«Diciotto. Lì ho compiuti un mese fa circa»
«È quasi una tua coetanea Harry!» gli circondò le spalle con un braccio stringendolo forte ed Harry abbassò lo sguardo non poco imbarazzato.
«Già. Bé, la scattiamo questa foto?» prese il suo telefono, lo diede al suo amico e mi si avvicinò. Louis scattò la foto con il telefono, poi io gli porsi la mia fotocamera con la quale fece lo stesso.
«Però voglio anch’io una foto con lei!»
«E io voglio una foto con entrambi»
«Va bé, adesso scatto una foto a te e Louis. Dopo penseremo a come farne una tutti insieme»
Anche Harry scattò una foto con il suo telefono e con la mia fotocamera.
«Perché non chiedete se qualcuno ci scatta una foto?» proposi.
Loro due si guardarono. «Ehm... perché non chiedi tu?» suggerì Louis.
«Già, cosi ti eserciti» proseguì Harry.
«Ma io non come fare... ho un’idea! Seguitemi».
Partii spedita verso la gelateria, seguita da i due ragazzi. Frugai con lo sguardo fra le persone finché non trovai chi cercavo.
«Katia» la chiamai avvicinandomi. «Ci scatteresti una foto?»
«Certo! Mettetevi in posa».
Mi precipitai fra loro due che, poco prima che Katia scattasse, si voltarono a baciarmi le guancie.
«Siete venuti proprio bene. Ti aspetto nel parco qui vicino, così Sophie si distrae dando da mangiare alle oche del laghetto»
«Va bene Katia».
Katia si allontanò ed io subito controllai la nostra foto che, effettivamente, era venuta proprio bene.
«Quasi, quasi, la uso come immagine del profilo su facebook»
«Fa vedere» disse Louis avvicinandosi seguito da Harry.
Li guardai attentamente e rimasi incantata dalla loro bellezza. Erano davvero stupendi.
«Adelaide...» iniziò Harry.
«Si?» trasalii.
«Bé, ecco... mi chiedevo se...»
«Non ti ho mai visto cosi impacciato. Sicuro di essere Harry Styles?»
«Grazie Louis, sei un amico. Quello che cercavo di dire è se ti va di scambiarci i numeri di telefono, cosi rimaniamo in contatto»
«Bella idea Styles!» commentò Louis.
«Per me va benissimo. Però io ho ancora il numero italiano. Credo che prenderò presto un numero inglese però. Appena lo cambio, vi chiamo»
Loro annuirono. Sperai di essermi spiegata bene. Ci scambiammo i numeri e ci salutammo.
Raggiunsi Katia al parco. Sophie sorrideva divertita dalle oche del laghetto mentre Katia sbriciolava dei cracker per loro.
«Non sapevo che avessi degli amici a Londra»
«Amici?»
«Si, quei due ragazzi»
«In verità, li ho conosciuti mentre ti aspettavo. Avevano fatto una scommessa per cui il riccio doveva chiedermi di fare una foto. Per il resto, so solo che si chiamano Harry e Louis»
«Sai, quei due ragazzi avevano un’aria familiare. Mi pare di averli già visti da qualche parte».
Restammo per un po’ sedute su una panchina, poi ce ne tornammo a casa.
«Casa dolce casa!» esclamò Katia.
«Oggi Sophie ti ha fatta penare parecchio»
«Già, ma sono felice che sia cosi vivace. Con lei non ci si annoia mai. Ora preparo la cena, tu cosa hai intenzione di fare?»
«Volevo usare il computer ma non ho la connessione a internet»
«Usa la nostra, ti do la password».
Andai nella mia camera e mi stesi sul letto accendendo il pc. Caricai le foto e le misi tutte su facebook. Mi soffermai a guardare quella in cui stavamo tutti e tre insieme e mi scappò un sorriso. Erano davvero due bei ragazzi. La impostai come immagine del profilo e spensi il computer per andare a cena



My Space:

Ed ecco il secondo capitolooooo :P salveeeeeee!
spero che vi piaccia! se volete recensite! mi fa piacere se qualcuno recensisce! :P
metterò presto il terzo capito, è un pò lunghetto vi avverto (maledetta me che scrivo troppo XD)
a prestoooooooo ♥
  
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