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Autore: Raika    05/10/2012    2 recensioni
Gli opposti si attraggono e quando un demone e un agnello si incontrano la scintilla è inevitabile.
"Nei momenti critici il bene ha qualcuno dalla sua parte. Il male no."
E se il destino concedesse ad un demone l'aiuto di un agnello?
Bene e Male.. Demone e Agnello.. Destino e Scelta..
Il suo nome è Charlotte Hellenton e questa è la sua storia..
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Jin Kazama, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Power of  Darkness

<< Siamo arrivati signorina Hellenton >> la informò Ricardo, scendendo dall’auto per aprirle la portiera.
Charlotte uscì dal veicolo accettando l’aiuto dell’uomo, poi guardandosi intorno disse << Aspettami qui, non ci vorrà molto. >>
<< Come desidera. >>
La giovane attese che il suo autista avesse ripreso la sua posizione al posto di guida, poi si diresse verso il malconcio edificio di fronte a sé.
La porta d’ingresso, per sua fortuna, era stata lasciata accostata e questo le permise di entrare evitandole un’imbarazzante spiegazione per la sua visita al citofono.
L’interno dell’edificio, esattamente come l’esterno, era piuttosto spoglio, privo di qualsiasi decorazione: con pareti di un bianco sporco e malconce cassette della posta. In fondo alla stanza era situata una massiccia rampa di scale, l’unico modo per accedere ai piani superiori in quanto la struttura era priva di ascensore.
Se la memoria non la ingannava l’appartamento si trovava al terzo piano e fu lì infatti che si diresse. Per tutto il tragitto il suo unico compagno di viaggio fu il silenzio, quella struttura oltre ad essere povera apparentemente lo era anche realmente.
Nessun rumore, nessun suono, nessuno scricchiolio intaccava l’assoluto muro di silenzio che vi regnava, dando all’atmosfera un’aria innaturale, quasi spettrale.
Sentendo i brividi percorrerle la spina dorsale, salì di corsa l’ultima rampa di scale ed una volta raggiunto il piano cercò con gli occhi la porta desiderata.
Appartamento 21.
Ascoltando i suoi passi percorse il corridoio e quando arrivò di fronte alla porta sospirò, per poi bussare. O meglio, bussare è ciò che avrebbe voluto fare.
Il suo pugno, infatti, si fermò a mezz’aria poco prima di sfiorare la liscia superficie mal concia della porta di fronte a sé.
Ma che diavolo le era venuto in mente? Non sapeva neanche se era in casa e qual’ora lo fosse, cosa gli avrebbe detto?  
Un rumore di passi alla sua sinistra attirò la sua attenzione, facendola sussultare. Era così immersa nei suoi pensieri che non si era accorta che qualcuno stava arrivando.
Curiosa di vedere chi fosse i nuovo arrivato si voltò: era Jin.
 << Ciao.. >> sussurrò Charlotte, sentendo l’agitazioni farsi avanti.
“Oh andiamo Charlie! Ma che diavolo ti prende?!”
<< Che ci fai qui? >> domandò brusco il ragazzo.
Il suo volto, fino a pochi attimi prima, rilassato si scurì nel vedere il delicato profilo della giovane e il nervosismo si impadronì di lui.
Una sua visita era l’ultima cosa che si aspettava.
<< Sono venuta a portarti questo >> rispose Charlie mettendo in bella mostra il pacchetto che teneva tra le mani.  
Jin fu sorpreso da quel gesto e sconcertato fissò per alcuni attimi la lucente carta blu del regalo.
<< Perché? >> domandò alla fine.
<< Bé, mi hai aiutata con quel pazzo.. Mi sembra il minimo che possa fare.. >>
<< Hai già fatto abbastanza >> rispose freddo lui, estraendo dalla tasca le chiavi e aprendo la porta.
Charlotte, stupita di quella sua reazione, rimase immobile di fronte all’entrata.
Che diavolo significava: “Hai già fatto abbastanza”?! Non aveva ancora fatto niente, non gli aveva nemmeno ridato i soldi spesi per la colazione..
<< Vuoi rimanere lì impalata ancora a lungo? >>
<< Come? >>
<< Entra. E chiudi la porta. >>
Lei fece come le era stato ordinato e quando fu dentro un’irrazionale nervosismo la colse.
<< Non lo apri? >> domandò porgendo il pacchetto al ragazzo, il quale lo fissò poco convinto. << Non morde, sai.. >>
<< Non ne dubito >> rispose lui accettando finalmente il regalo.
Con estrema attenzione scartò il dono e quando la fine cornice in argento ne emerse, sul suo volto si dipinse sincero stupore. Doveva essere davvero molto costosa.
<< Per sostituire quella che ti ho rotto >> disse Charlotte.
<< Perché? >>
<< Te l’ho detto, perché l’ho rotta io.. >>
<< No, intendo perché una cornice così. L’avrei pagata molti soldi. >>
La ragazza alzò le spalle, fortunatamente per lei il denaro non era un problema.
<< Era solo una foto.. >>
<< E’ l’unico oggetto che rende tua questa casa. >>
Il giovane alzò un sopracciglio scettico. E lei cosa ne sapeva? Per caso oltre ad essere un’ereditiera ricca sfondata procura guai, faceva pure la psicologa part-time?
<< Cosa sei, una strizza cervelli? >>
<< No, un‘indovina >> rispose ironica la ragazza. << Comunque non ci vuole un genio per capirlo, sai? >>
Jin, suo malgrado, sorrise e senza ben capire perché si trovò a fissare quei grandi occhi pervinca, senza però riuscire a dire niente.
Il silenzio tra i due sembrò durare un’eternità. I loro sguardi così opposti, ma al contempo più simili di quanto potessero immaginare, rimasero intrecciati e il tempo sembrò fermarsi.
Più Jin si immergeva in quegli occhi pervinca, più sentiva il demone dentro di sé assopirsi. Più si perdeva in quell’azzurro-viola più la sua maledizione sembrava essere lontana.. Come se non esistesse.. Più la guardava, più sentiva di essere.. Normale.  
Ma la normalità non faceva parte della vita di un Mishima, tanto meno del loro sangue maledetto e il suo demone ruggì per ricordarglielo.
Il ragazzo sentì la presenza dentro di sé acquistare forza e con orrore si rese conto che voleva liberarsi.
Doveva mantenere il controllo.. Doveva dominarlo.. Lui non doveva prevalere..
Con rabbia strinse i pugni, reazione che però non sfuggì a Charlie.
<< Va tutto bene? >> domandò, infatti.
<< Ti prendo qualcosa >> ripose Jin bruscamente, sparendo in cucina.
Perché diavolo non le aveva detto di andarsene?! La sua presenza lì non faceva che peggiorare le cose. Non solo non stava rispettando l’accordo preso con il padre di lei, ma stava anche mettendo in pericolo la sua vita. Jin, infatti, percepiva l’Essere dentro di sé agitarsi, era come se Lui volesse liberarsene, come se la vedesse come una minaccia.
Con forza strinse il bordo del tavolo, facendo lunghi e profondi respiri.
Doveva assolutamente calmarsi.   
Continuando a ispirare e espirare si diresse verso la credenza afferrando uno dei pochi bicchieri che conteneva.
Sentì la ragazza muoversi nell’altra stanza e una dolorosa fitta lo colse.
Stava perdendo la concentrazione. Stava perdendo il controllo.  
La vista gli si appannò, fu solo per un attimo, ma lui di riflesso strinse con violenza il bicchiere, che si frantumò tra le sue dita.
<< Merda >> imprecò Jin aprendo lentamente la mano.
<< Tutto bene? >> domandò Charlie, dalla stanza adiacente.  
<< Si. >>
<< Sicuro? >>
Jin non rispose iniziando ad estrarre i pezzi di vetro conficcatisi nel suo palmo e gettandoli con rabbia nel lavandino.
<< Anche tu non hai un bel rapporto con il vetro, vedo >> disse la ragazza, portandosi al suo fianco. << Lascia che ti aiuti. >>
<< Posso fare da solo. >>
Charlotte lo ignorò e delicatamente gli prese la mano tra le sue, riprendendo da dove lui era rimasto pochi attimi prima.
Il contatto con lei fece provare nuovamente a Jin quella sensazione di tranquillità, il suo tocco emanava come del calore, calore che assopiva il Demone. Esattamente come prima però l’Essere si agitò, riprendendo a lottare con maggior forza, per prevalere sulla sua coscienza.
Jin percepì una nuova fitta spaccagli il petto e di riflesso ritirò bruscamente la mano. Sentì il tribale sulla sua spalla iniziare a scaldarsi e i canini dolergli.
Stava perdendo il controllo.
<< Vattene >> ordinò brusco Jin.
<< Come? >> chiese Charlotte confusa.
<< Va via. >>
La ragazza fissò il giovane senza capire: certo fin da quando era arrivata, l’accoglienza di Jin non era proprio stata delle migliori, ma cambiare così repentinamente umore le sembrava davvero del tutto illogico.
<< Sei stupida o cosa?! >> ringhiò lui. << Ho detto vattene! >>
<< Tu non stai bene! >> esclamò Charlie. E non tanto per la sua più che insensata reazione, che faceva presupporre un serio problema di sdoppiamento di personalità, ma per il suo improvviso pallore. << Che ti succede? Stai impallidendo.. >>
Sentendo quelle parole Jin la osservò incredulo. Le aveva appena urlato contro e l’unica cosa che lei riusciva a notare era il suo sbiancare?! Era assurdo!
Come accidenti faceva a preoccuparsi per lui, dopo che la stava trattando in quel modo? Perché sentiva quel calore fluire da lei?
Una nuova fitta, più forte delle precedenti, lo colse spaccandogli il petto in due.
L’Essere pretendeva di liberarsi.
Con forza Jin afferrò il braccio di lei. Era così fragile sotto la sua presa e per un attimo si sentì come un gigante che afferra una piccola farfalla, ma fu solo un attimo. L’Essere si agitò soddisfatto, aveva poco tempo, la ragazza doveva andarsene.
<< Vattene. Ora >> sibilò Kazama.
Quando la mano di Jin si strinse intorno al suo braccio Charlotte trattenne il respiro. Una frastornante serie di emozioni la colse, ma una in particolare si impose su tutte le altre: una pungente e schiacciante sensazione di malessere.
<< Jin.. >> sussurrò la giovane.
<< Via! >> esclamò lui puntando con freddezza lo sguardo nel suo.
Charlie impietrì spaventata: i suoi occhi erano diventati di ghiaccio. Glaciali e maligni occhi bianchi.. Occhi che aveva già visto..
Una fredda sensazione di malessere si stava impadronendo di lei, era come se qualcosa di oscuro stesse scivolando via da Jin e le risalisse lentamente il braccio dritto al suo cuore, mettendole i brividi.
Spaventata si scostò bruscamente da lui e per un attimo le sembrò di leggere dolore nel suo sguardo.
<< Vattene.. Ora! >> la supplicò.
Fu quel tono a colpire Charlie e a permetterle di muoversi. Lui la stava implorando. Non c’era cattiveria nelle sue parole, solo disperazione.
Non sapeva spiegarsi perché, ma sapeva che lui stava cercando di proteggerla.
Per un’ultima volta guardò quei glaciali occhi bianchi, poi se ne andò.   
Charlotte corse a perdifiato, scendendo rapidamente i ripidi gradini. Non si guardò mai indietro, anche se avrebbe tanto voluto farlo e quando fu fuori dall’edificio, nonostante sapesse che quegli occhi di ghiaccio la stavano osservando, non alzò lo sguardo.
Entrò in auto e chiudendo gli occhi ordinò a Ricardo di partire. Tremante si portò una mano sul cuore ed il calore l’avvolse.
L’ormai familiare e delicato volto di donna le sorrise.

All’interno dell’appartamento numero 21 un’accecante luce blu - viola esplose.
L’Essere si era liberato.




..Spazio Autrice..
Ok, ehm.. Salve a tutti!
E' la prima volta che utilizzo questo spazio all'interno di Il Demone e l'Agnello, solitamente non ne usufluisco mai, ma questa volta penso sia doveroso.
Alla fine siamo arrivati al dodicesimo capitolo e devo dire che mi sorprendo sempre nel vedere quante persono stanno leggendo questa storia.. Grazie! Grazie davvero!!! *.*
Non voglio tirarla tanto per le lunghe, voglio solo ringraziare di cuore tutte quelle persone che stanno seguendo questa storia, che l'hanno inserita nelle seguite, ricordate o preferite e tutti quelli che hanno lasciato un loro commento.
Grazie davvero, ve ne sono molto grata! <3
Su questo capitolo c'è da dire poco, non sono molto soddisfatta ad essere sincera, ma dopo averlo scritto e cancellato almeno dieci volte ho deciso di lasciarlo così.. tanto non sarei riuscita a tirar fuori niente di meglio -.-"
Beh, che altro dire, grazie ancora!
Raika
   
 
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