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Autore: Non ho mai smesso    05/10/2012    0 recensioni
"Osserviamo un palloncino che vola in cielo. Rimaniamo affascinati da quel volo. Il palloncino non ha paura di allontanarsi dalla terra ferma, non ha paura di infrangere le regole, non ha paura di fuggire dal mondo. Lì, nel cielo, è libero di sentirsi libero. Anche io,lì in quel parco immenso, posso sentirmi libera di essere libera"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Sto sudando,la mia maglietta è fradicia e i raggi del sole vogliono ricordarmi che dopo aver finito gli esami di maturità,potrò finalmente dedicarmi alle onde del mare e alla loro schiuma:l’unico motivo per cui amo l’estate. E’ bene si,il mio percorso di studi finisce qua. Oggi 25 Luglio,compleanno di mia madre,ho l’ultima prova d’esame orale.
La finestra della mia camera è aperta,le lenzuola accartocciate sul parquet, il computer acceso aspettando che io scrivi qualcos’altro di insensato e la scrivania pieni di libri sovrapposti l’uno sull’altro (sembra il periodo della II guerra mondiale durante la deportazione degli ebrei) E’ ora di alzarsi e di affrontare una giornata noiosa come tutte le altre,solo un po’ più movimentata.
Scendo per le scale a chiocciola e ho paura di quello che ne sarà del mio futuro,mi tremano le gambe..ho paura di deludere il mio subconscio. Ma chi voglio prendere in giro?
Mi avvicino al tavolo della cucina e frugo nella dispensa trovando solo un muffin ai mirtilli,probabilmente ammuffito(questa casa non smette mai di sorprendermi) ma penso che mi accontenterò. Come inizio di giornata non è male...
 Mamma è stesa sul divano,sta leggendo il mio libro preferito che avrò letto come minimo quattromila e cinquecento volte(non capisco perché non voglia leggere i miei di testi!) e ha delle occhiaie mostruose (sembra quasi che stanotte il gallo abbia dormito con lei). Mi avvicino silenziosamente per non interrompere il momento di meditazione interpersonale e le sussurro all’orecchio ‘AUGURI’.
Sembra non ascoltarmi,sembra che la mia candida sorpresa non sia poi così tanto gradita ma le voglio bene e sono consapevole che questo è un giorno importante per lei,come non lo è per me.
< Auguri mamma >
< Buongiorno Giada,grazie. >
Sembra che io le abbia chiesto ‘ti andrebbe un pezzo di torta?’. Cazzo mamma,ti ho fatto gli auguri,dovresti essere contenta.
Aspetto che si riprenda dallo shock ma sembra una speranza vana. Aspetto anche che si ricordi del mio esame ma questa è la prima possibilità che escluderei visto che lei non è mai stata propensa a fin che io proseguissi questo tipo di studi,ma se voglio diventare una scrittrice cosa posso farci? Odio profondamente la matematica,il disegno tecnico e tutte le altre materie scientifiche che nella vita non portano a nulla di buono..e avrei dovuto frequentare un liceo scientifico? Fuori discussione. La prima impressione traumatizzante sul percorso di studi scientifico è la visione di film che dimostrano l’incapacità di alcuni esseri umani,geni matematici,di relazionarsi con il mondo esterno. Ecco il motivo per il quale è fuori discussione che io intraprenda una facoltà scientifica.
E’ vero sono molto insicura di me stessa,ho sempre paura che le cose vadano male (come stamattina), ma sul mio futuro sono abbastanza realista e “con i piedi piantati per terra”.
< Hai intenzione di accompagnarmi oggi? >
< E dove? >
Che avevo detto? La conosco da 19 anni, è vero sono più  le volte che litighiamo che quelle in cui andiamo d’amore e d’accordo ma non pensavo che si sarebbe del tutto dimenticata del mio esame,del giorno che più mi traumatizza.
Ecco che arriva il clown della famiglia: papà.
< Come Elisa?! Non ti ricordi che oggi è il giorno più importante per nostra figlia?! IL SUO ESAME ORALE,L’ULTIMA PROVA! >
< Oh amore della mamma,non me ne ero dimenticata… >
Sentir quelle parole ancora mi spaventa,penso di non poter mai crescere. Penso che una volta eliminata la scuola dal mio progetto di vita, sarò da sola in un mondo nel quale le carte si giocano solo essendo sicuri di se stessi. Sono poco entusiasta della vita per poter sorprendere gli altri con i racconti della mia breve e sdolcinata. Penso che l’unico modo per poter vivere al meglio sia farlo con un pizzico di egoismo amando se stessi,perché nessun altro lo farà mai al posto tuo. Ho sempre immaginato la vita come un grande treno nel quale è bene viaggiare da soli. La cristianità non prevede affatto questo ma è la vita.
Sento chiudere alle mie spalle la porta ed è questo il momento di un nuovo inizio,il momento in cui-nonostante la non fiducia in me stessa-voglio spaccare il mondo.
Eccola,ecco la mia scuola. Il liceo classico,il liceo nel quale ho vissuto le emozioni più improbabili di questo mondo (poche ma le ho vissute),il liceo nel quale ho capito quale era la mia strada e nel quale mi sono sentita capita. Ogni volta che varco la soglia è come se lo facessi per la prima volta. Mi ricordo che il cuore batteva all’impazzata, è uno di quei momenti della vita che non dimentichi. Hai paura di essere presa in giro dai ‘grandi’ perché tu sei solo una matricola,un numero che non vale neanche una virgola..fortunatamente quel momento è passato e adesso sono qui. IL MIO ESAME ORALE.
Entro.
D’estate è tutto diverso, ci sono ragazze che si aggirano in pantaloncini e canottiera,con le superga ai piedi ognuna di un colore diverso e sinceramente comprendo il vicepreside quando le rimprovera mostrandogli il suo sdegno! Per quanto io sia un’alunna di una generazione abbastanza all’avanguardia rimango dell’opinione che la scuola non è una spiaggia e qui si viene per studiare,il resto si fa fuori.
L’altro giorno,prima che facessi l’esame scritto di greco, ho visto anche dei ragazzi con cappello da rapper,catenella che arrivava quasi all’ombelico, pantaloni alla zuava e necessariamente nike,che dipingevano le mura esterne della scuola. Ma io dico,non avete una vita che dovete passare il tempo a pasticciare i muri dei luoghi pubblici? Se li avesse beccati la preside, studenti o non studenti della scuola avrebbero ugualmente passato i guai.
Ecco la porta da cui non uscirò viva. Bacio i miei genitori sulla fronte in segno di rispetto e infine entro. I professori e i commissari esterni sono seduti tutti li,di fronte a noi studenti pronti per decretare la nostra fine come fa un giudice nel momento in cui decide che una persona è colpevole. Credo che loro vogliano rovinarci la vita,ne sono sempre stata convita.
In un primo momento ho l’impressione di non essere abbastanza preparata e così nella speranza di poter ottenere qualche beneficio,incomincio a sfogliare la mia tesina. Mi ricordo tutto della mia tesina e se può rendermi felice,anche del programma fatto fino a poco tempo fa. Non faccio in tempo a godermi i miei pochi momenti di gloria che il mio turno arriva.
Guardo il commissario esterno in tutti i modi possibili di sfida,deve pagare per quello che sta facendo. Coglie il mio lato polemico ed ecco che arriva la domanda fatidica. La biografia di Giolitti.
E ora,chi cazzo se lo ricorda Giolitti?
Dai Giada,sforzati di ricordare qualcosa di quella ricerca che hai fatto su wikipedia..su che ce la fai. Ed ecco,bam, centrato nel segno. Era proprio quella la risposta che voleva.
< Per me può bastare,la sua esaminazione è stata più che buona >
Evvai,si,ma andiamo,ho conquistato il commissario.. il 100 è mio.
Esco salutando e vittoriosa del meraviglioso (secondo me) esame e aspetto di poter raccontare tutto ai miei genitori. Ad interrompere il momento critico è il suono della campanella che penso avrà sempre un ruolo importante nella vita dello studente. Lei ha il solo potere di poterti salvare da qualsiasi problematica,forse anche in campo amoroso.
  
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