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Autore: Claire Marie Blanchard    07/10/2012    3 recensioni
- Vorrei viaggiare… scoprire tante parti del mondo, se non addirittura tutte. Vorrei viaggiare nel passato con le piramidi e i misteri dei faraoni d’Egitto… perdermi nel labirinto di Cnosso costruito da Dedalo… immaginare i giochi dei gladiatori nel Colosseo di Roma… salire in cima alla Tour Eiffel, a Parigi e ammirare le luci di New York City dalla Statua della Libertà e percorrere il Ponte di Brooklyn… bagnarmi i piedi nell’Oceano Pacifico… scoprire Buddha e me stessa in Tibet… ammirare la Muraglia Cinese… respirare il profumo dei ciliegi in fiore e visitare i templi shintoisti del Giappone… partecipare ad un Carnevale di Rio de Janeiro… sentirmi viva grazie alla fredda neve siberiana e visitare il palazzo imperiale di San Pietroburgo…
Ginny la ascoltava incantata, cercando di immaginare quei posti che, a sentire la sua migliore amica, sembravano davvero magici.
Era stata in Egitto, qualche anno prima, insieme a tutto il resto della famiglia Weasley, ma non avevano mai visitato nessun altro posto nominato da Hermione.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sapori e profumi'
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Disclaimer: I personaggi della saga di Harry Potter e quelli del film al quale mi sono ispirata – avente l’omonimo titolo - non mi appartengono. Tutti i loro diritti appartengono rispettivamente a Joanne Kathleen Rowling e alla 20th Century Fox. Inoltre, questa storia è stata ideata e scritta senza alcun scopo di lucro.

Premessa: la storia si svolge qualche tempo dopo Menta e cioccolato e fa parte della serie Sapori e profumi, ma comunque può essere letta singolarmente.





Note:

* = il locale La Mela Stregata è di mia invenzione.
** = la sede principale delle Holyhead harpies si trova a Holyhead, nel Galles. Per questa ragione, ho deciso di inserire una “filiale”.
*** = dato che le Holyhead harpies sono giocatrici femminili – perché una squadra femminile – ho pensato che lo fosse anche il rappresentante maggiore. È, tuttavia, un personaggio di mia invenzione.




Bene. Siamo giunti alla conclusione di questa piccola storia.
Qui, in basso, troverete il pezzo di una canzone che mi ha ispirata per quanto riguarda la parte in cui Hermione e Draco si incontrano a Diagon Alley.
Ringrazio coloro che hanno inserito la storia tra le preferite, chi tra le seguite, chi invece tra le ricordate.
Ringrazio coloro che hanno commentato la storia.
Ma, soprattutto, ringrazio tutti coloro che l’hanno letta, anche se in maniera anonima.
Grazie.





[…] Liberi… ci sembrerà di essere più liberi.
E, intanto, farò a pugni contro il muro per averti ancora qui. […]

[…] Portami altrove, portami dove non c’è nessuno che sappia di noi.
Fammi vedere come si muore senza nessuno che viva di noi. […]

“Basta così”, Negramaro feat. Elisa (2010)










Bride Wars – La mia migliore nemica

Parte quinta – Epilogo











Hermione era corsa nell’ufficio di Harry per fare due chiacchiere, quando incrociò Ron.
- Ehi, Hermione!
- Ciao, Ron. – rispose lei freddamente, ma lui ignorò questo piccolo dettaglio sapendo che, in fondo, non aveva tutti i torti ad avercela anche con lui. Lui non aveva fatto nulla per impedire questa guerra.
Si limitò semplicemente a chiedere - Non sei con le altre?
- Cosa? – chiese stupita lei.
- Beh, sì… l’addio al nubilato di Ginny… Luna, Lavanda e le gemelle Patil sono a festeggiare il suo addio al nubilato, al La Mela Stregata*…
Era come se avesse ricevuto una doccia fredda.
- No. No, veramente… ero venuta a… cercavo Harry…
- Oh. Stavo giusto andando da lui. È andato a casa a cambiarsi, sai… per il suo addio al celibato… - disse lui.
- Oh… sì, beh, non importa, lo vedrò un’altra volta, devo scappare. Ciao, Ron!
Ma non diede nemmeno il tempo al rosso di salutarlo che si smaterializzò.
- Ciao, Hermione. - mormorò lui, sospirando.


**********




Ginny e le sue amiche avevano prenotato un tavolo per quella sera. Voleva che il suo addio al nubilato fosse indimenticabile… ma non immaginava che quel desiderio le si sarebbe ritorto contro.
- Signore e… signore! Il Dj Volchock vi dà il benvenuto al La Mela Stregata! - disse un ragazzo dai capelli scuri e riccioluti, posto alla console - Qui mi dicono che abbiamo una futura sposa nel locale! Forza, bellezza, sali sul palco e mostraci ciò che sai fare… altrimenti, il professore di Hogwarts Non-Sono-Tuo-Marito ti interrogherà… - disse riferendosi allo spogliarellista presente sul palco, travestito da professore di Hogwarts.
Ginny era un po’ imbarazzata, ma Lavanda e Calì la stavano incoraggiando a salire.
Quando si decise, un’altra ragazza – un po’ brilla – cercò di attirare l’attenzione su di sé.
- Ehi!! Ci sono due spose nel locale, stasera!
Ginny non riusciva a vedere bene chi fosse costei, ma una volta messa a fuoco l’immagine, non poteva crederci.
Era Hermione Granger la ragazza che aveva appena urlato dopo essere salita sul bancone del bar.
Il Dj non perse tempo, annunciando, dalla console, anche la seconda sposa.
- Woo woo! Aspettate, aspettate! Abbiamo due spose nel locale, stasera!
Ginny le lanciò uno sguardo colmo di rabbia
- Hermione, questa festa è solo per chi è stato invitato!
Hermione, sempre brilla, le rispose a dovere.
- Ehi, tesoro, la sai una cosa? Sto per sposarmi anch’io.
Il Dj, per calmare la situazione, si intromise.
- E, allora, sposa numero 2, ti invito io alla festa! Forza, bellezza! Dacci dentro anche tu su quel palco!
Ed Hermione ubbidì. Cominciò a muoversi sensualmente accanto al finto professore di Hogwarts, suscitando ancora di più l’ira di Ginny.
- Dovevi per forza rovinare il mio addio al nubilato?! - le urlò la rossa.
- E tu dovevi per forza soffiarmi il Dj Humboldt? Un vero colpo basso, Ginny! Complimenti! Per non parlare del tuo damigello d’onore… ottima scelta! - rispose Hermione, continuando a muoversi.
Quando, poi, quest’ultima si girò verso le amiche, si rivolse a loro dicendo - Oh! E, a proposito, giusto per la cronaca… non sono rimasta incinta! Chiaro? È stata solo una bugia messa in giro dalla qui presente futura sposa.
Le ragazze sgranarono gli occhi e spalancarono la bocca, facendo sorridere Hermione e sentire Ginny morire dall’imbarazzo.
Il Dj riprese a parlare.
- Bene! A questo punto, gara di ballo!
E tutte le donne presenti nel locale lo incoraggiarono.
Hermione iniziò a muoversi in modo audace, come se nella vita non avesse fatto altro che ballare.
Mentre, Ginny, sembrava molto più impacciata.
- Attenzione! La sposa più sexy vince il primo premio! Forza, bellezze!! Scatenatevi!! – urlò Volchok.
Ginny improvvisò, muovendosi in modo lento e sensuale, ma Hermione le si piazzò davanti, muovendosi in modo più veloce e più sexy, roteando spesso il bacino e agitando i lunghi capelli mossi.
Infine, vide una corda e improvvisò una lap dance.
La folla urlò ancora di più, in delirio. Solo Ginny sembrava delusa. Lei era l’unica a non sorridere.
Quando la folla – comprese Luna, Lavanda e Calì e Padma Patil – urlò per approvazione, Volchok annunciò chi fosse la vincitrice.
- Sposa numero 2: sei tu la sposa più sexy della serata! Un bell’applauso, signore!
Poco dopo, disse alla console - Mi dispiace, sposa numero 1, ma non si può vincere sempre.
Padma si avvicinò alla futura signora Potter, consolandola e dicendole - Non prendertela, Ginny. Siete state brave entrambe!
- Sì! È vero! - le diede manforte Lavanda.
- Chi se ne importa! È il mio addio al nubilato, quindi… passami una burrobirra! - disse Ginny, indicando una bottiglia posta vicino al braccio sinistro di Lavanda..


**********




Il mattino dopo, Ginny si svegliò di soprassalto... ma, soprattutto, si svegliò in ritardo e con una leggera sensazione di nausea.
Probabilmente, pensò, quella nausea mattutina era dovuta alla serata passata con le amiche.
Harry era già andato a lavoro, ma prima aveva cercato di svegliarla, ma invano.
La serata precedente l’aveva distrutta e, di conseguenza, fatta svegliare in ritardo.
aveva l’incontro con la Presidentessa delle Holyhead Harpies per il rinnovo del contratto.
Quando si fu alzata, ed ebbe fatto colazione, andò a farci una doccia veloce e a vestirsi in fretta e furia.
Uscì di corsa e tenne il passo veloce.
Stava andando verso gli uffici della sede di Londra** (quella magica) della società sportiva – non accorgendosi degli sguardi della gente alla vista dei suoi capelli blu – quando stava per investire, letteralmente, il suo damigello: Draco Malfoy.
- Scusa, Draco! - gli urlò lei, mentre lo scavalcava.
- Weasley, dove vai così di corsa? - le urlò lui - Aspetta!
Ginny si fermò e si voltò verso di lui.
- Furetto, scusami! Ma sono in pieno ritardo!
- Ok, ma almeno dimmi che hai fatto ai capelli! Si può rimediare?
Solo in quel momento, Ginny Weasley si ricordò dei capelli blu, sussultando spaventata – e imbarazzata – e cercando di coprirsi con la divisa da Quidditch che portava in mano.
- Oh, Merlino! Me ne sono scordata! Doveva andare a rifarmi la tinta alle sette…
- Vieni, ti accompagno io. Dov’è che dovevi andare?
- Alla società delle Holyhead Harpies… dovevano rinnovarmi il contratto… - disse impaurita.
Impaurita perché, in quello stato, non era sicura che le rinnovassero il contratto.
- Non preoccuparti, Weasley… sei un asso in campo! Vedrai, te la caverai!
Era una sua impressione, o Draco Malfoy stava cercando di tirarla su di morale?


**********




- Eccomi!
La piccola Weasley entrò di corsa nell’ufficio della Presidentessa, Melanie Davies***.
- Signorina Weasley… la stavamo aspettando. - rispose lei gelida.
Ginny – che, nel frattempo, si era avvolta la casacca della divisa attorno ai capelli blu – tentò di gustificarsi.
- Sì… perdonatemi, ma ho avuto un piccolo contrattempo. Ma sono qui, no? Parliamo del contratto. - disse la ragazza con un tono infastidito.
La Presidentessa, insieme alle sue assistenti, stavano spiegando le condizioni del contratto.
Ginny le conosceva a memoria: non era la prima volta che rinnovavano il suo contratto. Prese dalla borsa gli occhiali per aiutarsi a leggere meglio il contratto.
Ma, ad un tratto, mentre si chinò per prendere gli occhiali – che fece fatica a trovare – la casacca che aveva in testa le scivolò giù, mostrando a tutte i suoi capelli.
- I suoi capelli, Miss Weasley…
Ginny si alzò con gli occhiali in mano e sospirò esasperata. Dopodiché, si alzò in piedi girovagando per l’ufficio.
- Sì… i capelli. I miei capelli sono blu, e allora?
Le donne sgranarono gli occhi spaventate.
- Ho i capelli blu, mi sposo tra una settimana e il mio damigello d’onore è l’ex-fidanzato – ancora innamorato – della mia migliore amica, l’UNICA amica migliore che ho al mondo, che… mi odierà per sempre! PER SEMPRE!
Dopo questo piccolo sfogo, la ragazza tornò a sedersi, mettendosi le mani nei capelli e cercando di rilassarsi.
Ma quando notò che una piccola ciocca era caduta e si trovata tra le sue dita, esplose di nuovo.
- Sarò una sposa pelata!! Argh! Ci mancava solo questo…
La Presidentessa respirò piano, inspirando profondamente poi.
- Signorina Weasley… la prego di calmarsi. Per il momento, si ritenga momentaneamente esonerata dal suo ruolo di cacciatrice delle Holyhead harpies. Le faremo sapere, ma ora la prego di lasciare questo ufficio.
Ginny, con gli occhi lucidi e un’altra sensazione di nausea, si alzò, prese le sue cose e se ne tornò a casa.


**********




- Amore, sono a casa!
Quando Harry Potter tornò a casa da lavoro, quella sera, non trovò Ginny ad aspettarlo.
Non c’era quella dolce ragazza dai capelli rosso intenso e dagli occhi azzurro cielo.
Non c’era la ragazza che aveva conosciuto tredici anni prima.
Non c’era la sorella minore del suo migliore amico.
No.
C’era una ragazza dai capelli blu e dagli occhi colmi di lacrime e tristezza.
C’era una ragazza che somigliava ai Weasley, ma che non era Ginny.
C’era una ragazza che non conosceva.
C’era un’altra Ginny.
Era in camera da letto, sdraiata a pancia in su, con lo sguardo fisso sul soffitto e le mani congiunte sul ventre piatto.
Si sdraiò accanto a lei, di lato, appoggiando la testa al braccio sinistro e prendendole dolcemente il braccio destro con la mano destra.
- Tesoro, che succede? – gli chiese dolcemente.
Ginny, tra le lacrime gli raccontò ciò che era successo nell’arco della giornata. Compreso degli attacchi di nausea.
Una volta terminato il resoconto della situazione, si era autoconvinta che la colpa fosse sua. Sua e di Hermione, ma principalmente sua.
Harry la ascoltava con attenzione e comprensione.
- Io non sono così. Io non vengo esonerata, non commetto errori. È così doloroso… mi sento completamente sola, abbandonata. Come se nessuno potesse capirmi. - e si girò, in modo che Harry non potesse vedere le sue lacrime. Ma lui la strinse da dietro in un abbraccio pieno di amore e comprensione. E, con la mano destra, strinse quella destra di Ginny, ancora appoggiata sul ventre.
- Io sono qui, amore. Lo sai. La verità è che ti manca Hermione. Manca anche a me. Lei saprebbe come fare per farti tornare il sorriso.
Ginny pianse ancor di più, a sentire il nome di Hermione.
- Ce l’ho anche con lei. I capelli non si toccano, sono sacri! Una migliore amica non fa queste cose.
Harry sorrise tristemente.
- Si rimedia a questo! E, se proprio non ci riesci, non importa. Sono carini. Mi piacciono anche così. Così sembri un’alta, sensuale, testarda e determinata perfezionista puffa. - finì lui ridendo piano e contagiando anche Ginny, la quale prese coraggio e si voltò di nuovo verso di lui, in modo da potergli parlare guardandolo in viso e riprendendo a parlare.
- Oh, tesoro… non è solo per i capelli. Il fatto è che sono arrabbiata perché non è lei che ha sbagliato. Non è lei che ha dato inizio al tutto. Non è lei che ha agito per prima, dopotutto. Non è lei che non ha ascoltato e che ha fatto di testa sua. Non è lei che ha cercato di tenere tutto sotto controllo ogni singolo momento, in modo che fosse tutto perfetto.
Harry le sorrise dolcemente, dicendole - Ma, amore… la vita non è per niente perfetta. Anzi, è un insieme di casini… di enormi casini.
Ginny lo guardò, sorridendo piano.
- Hai ragione. Volevo essere perfetta per te, ma dato che dici che non potrà mai essere così… - e rise piano.
Harry fu contagiato da quella piccola risata.
- No, Ginny. Non devi essere perfetta. Io ti amo e voglio stare con te per sempre perché sei umana. Con i tuoi pregi e i tuoi difetti. Proprio perché sei piena di pregi e di difetti, io penso che tu sia perfetta nella tua imperfezione. E, se proprio devo dirla tutta… io so già che tu vuoi crearti una famiglia, avere dei bambini… hai l’animo dei Weasley, mi capisci al volo. Non posso lasciarti scappare via, mi capisci?
E Ginny rise ancora di più, prima di correre in bagno, colpita da un attacco di nausea, lasciando il ragazzo con un’espressione di pura perplessità in volto.


**********




- Hermione, sei in casa?
Cormac chiuse la porta alle sue spalle e appoggiò le chiavi sulla mensola vicina, cercando la fidanzata.
La trovò che usciva dal bagno, in accappatoio e con un asciugamano avvolto in testa.
- Ciao!
- Eccoti! Uhm… vedo che stai tornando al tuo colore naturale…
Effettivamente, facendo il bagno in acqua e limone – dopo esserselo strofinato addosso – due volte al giorno, Hermione stava tornando ad avere la sua carnagione normale. Aveva ancora un po’ di tonalità abbronzante, ma era un colore simile al miele, quindi accettabile per il matrimonio.
- Hai visto? Ce l’ho fatta. Dovrebbe bastare fino al matrimonio, perciò… ops! Mi spiace, Ginny, ti è andata male. Dovevi vedere la sua faccia quando ho afferrato quella corda! Oh, amore, vorrei tanto avere delle foto dell’altra sera per…
- Ehi, basta! Basta! Non ne posso più! Sarà la millesima volta che me lo racconti. Ti stai comportando da esaltata! Smettila, ok? Non sei più tu! Sei… diversa. Nervosa, frustrata, irritabile per qualsiasi cosa.
Hermione non poteva credere a ciò che stava sentendo.
- Non so più cosa pensare… sono stufo! E, sinceramente, questo mi preoccupa, perché non so se è il nervosismo per la vicinanza del matrimonio o se è una cosa permanente!
La ragazza lo guardò e schioccò la lingua contro la guancia.
- Oh, beh, Cormac… effettivamente, è permanente! Sì, perché, potrà capitare che io sia nervosa, frustrata o agitata nei prossimi cinquant’anni…
- Oh, davvero? - chiese sarcasticamente Cormac - Lo vedi? Lo stai facendo ancora!
- Cosa? - chiese lei, di rimando.
- Stavo per dire stronza, ma mi rendo conto che è un po’ eccessivo.
La ex Caposcuola lo fulminò con lo sguardo.
- Ti ho detto che il termine stronza è troppo! Ma non ci sei molto lontana! Che ne dici di fare un viaggetto commemorativo ad Hogwarts, dove ci siamo conosciuti?
Hermione si alterò ancora di più.
- Ok, Cormac. Non capisco dove tu voglia andare a parare. Ti dà fastidio che io provi delle emozioni o ce l’hai con Ginny?
- Oh, ma certo! Ora sono io che mi arrabbio se tu provi delle emozioni, ma certo…
- Perfetto! Quindi non devo provare nulla! E se, inevitabilmente, le provo, non devo darlo a vedere. Ok, d’accordo, non è impossibile. - rispose lei arrabbiata.
- Oh… Merlino! Come faccio a parlare con te? È così assurdo!
- Ma se noi non parliamo mai? Non hai nemmeno provato ad avere un dialogo con me… non mi hai mai chiesto come mi sentissi!
- Non ti riconosco più!
- O se stessi soffrendo per questa situazione! Oh, Morgana, mi sento la testa affollata di pensieri...
- Senti, non mi va di litigare, chiaro? Non mi va di parlarne e basta. Io me ne vado agli allenamenti. Non aspettarmi alzata.
E detto ciò, la lasciò da sola, prendendo il borsone e uscendo sbattendo la porta.
Hermione si rannicchiò sul letto e iniziò a piangere in silenzio.


**********




Nei giorni successivi, Ginny ed Hermione continuarono ad evitarsi.
Ogni tanto, però, entrambe sentivano il bisogno di riavvicinarsi, ma nessuna delle due ebbe il coraggio di farsi avanti.
Un mattino, mentre faceva footing nel parco, Ginny vide Hermione correre, e provò a chiamarla, correndo anche lei, in modo da avvicinarla, nel caso si fosse accorta del suo richiamo.
- Hermione?! Hermione! - ma la ragazza non poteva sentire: aveva delle cuffiette alle orecchie.
- Hermione!!!
Nulla da fare, Hermione non riuscì a sentirla, continuando a correre ininterrottamente.
Ginny smise gradualmente di correre, riprendendo a camminare a passo veloce.


**********




Era in pausa pranzo, prima di tornare a lavoro, in Redazione.
Era seduta a bordo di una fontana e sentiva l’irrefrenabile voglia di sentire Ginny.
Così, decise di passare a casa di Harry, giusto per fare due chiacchiere.
Ma, una volta arrivata, dopo aver bussato alla loro porta, il patronus di Ginny – un cavallo – le si presentò davanti e le fece segno di no con la testa.
Hermione sapeva che questo accadeva quando i due non erano a casa: uno dei due patronus avvertiva gli ospiti visitatori.
E così, sconsolata, tornò in ufficio.



**********




Ginny aveva appena scoperto di aspettare il suo primo figlio.
Voleva dirlo a Harry, ma non sapeva come fare.
Avrebbe voluto parlarne prima con Hermione, in modo da farsi consigliare sul come agire per annunciare a Harry l’arrivo del loro primo figlio.
Ma questo non fu possibile.


**********




Il giorno prima delle nozze, Hermione tornò da Madama McClan, per l’ultima prova del vestito.
Proprio a Diagon Alley, davanti al suo negozio, Hermione vide Draco Malfoy avvicinarsi verso di lei.
- Ehi!
- Ciao! - gli rispose lei, col sorriso.
- Ciao! - le rispose lui, sempre sorridendo.
- Come stai? - chiese lei, abbracciandolo.
- Quanto tempo, eh? - disse lui, stringendola forte e godendosi del suo profumo, affondando il viso nei capelli folti e crespi – oltre che profumati.
Non si erano più visti dopo quella volta al Manor, tre mesi prima.
- Lo so! Colpa mia… - disse lei staccandosi - sono occupatissima.
Lui assunse un’espressione dubbiosa.
- Sì, certo… non è perché sono il damigello d’onore della tua peggior nemica… volevo dire migliore amica… - disse lui sarcastico.
Lei sorrise debolmente e abbassò lo sguardo. Lui si rese conto di aver esagerato un po’ e cercò di sviare la conversazione.
- Cos’è che ti porta da queste parti, Granger?
Lei rialzò lo sguardo e, esitando in un primo momento, gli confessò del vestito.
- Beh, allora direi di entrare… anch’io sono venuto per il mio completo da damigello.
E rise, contagiando anche lei.
- Dai, vieni… entriamo.


**********




Il vestito era bianco, con scollo a barca, pieno di fini pieghe e con le maniche corte che le fasciavano elegantemente le spalle, stretto fino a sopra il ginocchio… con la gonna semplice, senza strascico.
Ci mise meno di quanto avesse immaginato. Draco era nel camerino a fianco.
Lei, invece, era lì, impalata davanti allo specchio, domandandosi che cosa stesse facendo vestita di bianco davanti a quello specchio.
Madama McClan la chiamò più di una volta.
- Signorina, Granger! Ho bisogno che lei esca per vedere come ho eseguito il lavoro!
Hermione inspirò profondamente e uscì.
Anche Draco era uscito. Le dava le spalle, allacciandosi i bottoni del suo completo. Solo quando sentì Madama McClan dire - Oh, finalmente! - si girò nella sua direzione.
Rimase incantato alla visione di Hermione in abito bianco.
Quest’ultima stava lisciandosi il vestito all’altezza del ventre, sistemandosi davanti allo specchio e dando le spalle a Draco.
Non si era accorta che questi la stesse fissando.
Madama McClan si congedò con la scusa di andare a prendere le ultime annotazioni sul vestito.
Draco le si avvicinò da dietro, posando una mano sulla spalla.
Lei lo guardò negli occhi attraverso lo specchio e gli sorrise dolcemente.
Lui ricambiò quel sorriso e le prese una mano, conducendola verso due poltroncine poste al centro della stanza, sedendosi così – in modo da scambiare due chiacchiere – e le prese una mano.
- Allora? Come te la passi? Come ti senti? - iniziò lui.
- Uhm… sto bene… - tentò di cavarsela lei, sorridendo.
- Bene non significa niente, lo sai… - insisté lui.
- Sì, invece! - rispose lei, ridendo istericamente - È una risposta! Si dice così, no?
- Sì, certo, si dice così… - la assecondò lui, ironicamente.
Hermione lo guardò negli occhi, capendo che a lui non poteva mentire, ritirò dolcemente la mano e si lasciò andare sulla poltrona.
- Ok… la verità è che… il matrimonio mi sta facendo diventare pazza. Credevo che sarebbe stato bello, elettrizzante… ma, ora, mi rendo conto che è tutto, tranne che bello. E non so per quale motivo.
Finì guardandolo con gli occhi lucidi.
Lui annuì e sospirò tristemente, abbassando lo sguardo.
- Ma, per il resto, sto bene. - tentò di rassicurarlo lei.
Madama McClan tornò, interrompendo quella conversazione e prendendo le ultime modifiche del vestito, per poi rimandare Hermione in camerino a cambiarsi.
Fece la stessa cosa con Draco.
Quando uscirono dal negozio, lui sembrò un po’ deluso… come se volesse passare più tempo con lei.
- Alla fine hai scelto la cravatta e non il papillon!
- Sì… io odio i papillon. Ci si mette troppo tempo per farli bene, e – detto sinceramente – io non li so neanche fare bene.
Senza volerlo, le regalò una leggera risata. E, di questo, ne fu felice. Era da tanto che non la sentiva ridere.
Ciò lo fece sorridere.
- Dì la verità: sei troppo pigro! Bisogna solo avere un po’ di pazienza…
Draco tornò serio, guardandola con uno sguardo serio.
- Già… come non ho fatto con te.
Anche Hermione tornò seria, abbassando lo sguardo.
- Perché ci siamo lasciati, Hermione? - iniziò lui, malinconico - Io non me lo ricordo più.
La ragazza alzò nuovamente lo sguardo – questa volta – confuso e riflessivo.
- Nemmeno io… non ne ho la più pallida idea. – confessò sussurrando.
Lui assottigliò gli occhi, rimanendo a fissarla per qualche secondo, finché non tornò a sorridere.
- Ti va un tè? - le propose lui.
Hermione cominciò ad avere paura di ciò che sarebbe potuto succedere se avesse passato ulteriore tempo con Draco Malfoy alias primo vero grande amore della sua vita.
- Uhm… ora devo proprio scappare… ma, appena posso, ti mando un gufo! Promesso! Beh… Draco… sarai un elegantissimo… sarai un perfetto damigello d’onore! Dico davvero.
Il biondo sorrise e le rivolse un altro sguardo dolce.
- Grazie, e tu sarai una sposa meravigliosa.
Hermione arrossì un po’ - Sì? - chiese lei ingenuamente.
- Sì. L’ho sempre pensato. E, dopo la prova da Madama McClan, credimi: ne sono ancora più convinto.
- Grazie. - disse piano Hermione - Ciao…
- Ciao…


**********



Quella notte, Hermione non riuscì a chiudere occhio.
Si faceva sempre più domande sul rapporto che aveva con Cormac.
Non era più come quando era ai primi tempi.
Cominciava a pensare di non amarlo più. Forse, addirittura, di non averlo mai amato affatto.
O, almeno, non quanto aveva amato Draco.
Draco.
Le mancava il rapporto che aveva con lui. E non solo a livello fisico, ma piuttosto a livello psicologico.
Sentiva di aver provato e vissuto con Draco cose ed esperienze che Cormac le ha sempre fatto solo sognare.
Perché ora tirava in ballo Draco? Forse, perché lo aveva incontrato da Madama McClan.
La loro storia era finita tre anni prima. Anche se il primo amore non si scorda mai. Ma è sempre l’ultimo quello che conta.
L’unica domanda che si faceva era: aveva mai amato Cormac?
Perché cominciava a pensare che quello per Draco fosse il primo e l’ultimo.
O, forse, invece… era solo il solito dubbio prematrimoniale.


**********




Il 12 giugno arrivò.
Più caldo e splendente che mai.
Un giorno perfetto per celebrare un matrimonio. In questo caso, due.
Narcissa Malfoy aveva tutto sotto controllo.
Tutto il personale era stato addestrato in maniera eccelsa.
- Mancano due ore all’ora x. L’officiante dei Granger è arrivato, Milly? - chiese rivolgendosi ad una ragazza.
- Sì, signora.
- Le tovaglie dei Weasley, Kate? - chiese ad un’altra ragazza.
- Sì, signora.
- Mio figlio Draco è di sopra con la sposa numero due? - chiese ad Albert, il responsabile del personale.
- Sì, signora.
- Eccellente.



**********




Draco stava osservando i capelli di Ginny.
- Fantastico… nessuna traccia di blu, Weasley.
Ginny era felicissima: il suo grande giorno era arrivato, i capelli erano stati salvati e aspettava un bambino dall’uomo che amava.
Improvvisamente, qualcuno bussò alla porta della stanza dove stavano aspettando.
- Avanti! - rispose Draco.
Narcissa entrò piano e, notando la sposa, non poté non complimentarsi.
- Oh, Ginevra, ma sei stupenda!
- Grazie… - le rispose lei con un sorriso raggiante.
- Ora devo tornare di là… Draco, fa’ attenzione al velo!
- Sì, mamma! Non preoccuparti.
Poco dopo, qualcuno bussò nuovamente alla porta.
Era Andrew Granger, il padre di Hermione.
- Si può?
Ginny stava sistemandosi, parlottando con le altre damigelle: Fleur, Angelina e Audrey, rispettivamente le mogli di Bill, George e Percy.
Fu, infatti, Draco ad accoglierlo.
- Signor Granger! È un vero piacere vederla. - gli disse porgendogli la mano.
- Anche per me, Draco. - gli rispose sorridendo e stringendogli la mano offerta.
- Ho dato una sbirciatina nella camera di Hermione, qualche minuto fa, sa… per spiare il campo nemico. - disse scherzando, ridacchiando divertito e contagiando il padre dell’ex-fidanzata - È stupenda, signore. Dico davvero.
- Ti ringrazio, ragazzo. Confesso che… - esordì imbarazzato, ma sincero - avrei preferito che fossi tu a portarla all’altare… ti ho sempre considerato il minore dei mali, quando capii che vi amavate davvero molto, ma… evidentemente, doveva andare così. - terminò sforzandosi di sorridere.
Draco lo imitò e annuì.
- Grazie, signore.
Anche Andrew Granger annuì, dandogli qualche pacca sulla spalla sinistra con la mano sinistra.
- Senti, Draco… avrei bisogno di parlare con Ginny… non è inerente al litigio con mia figlia, anzi…
- Ma certo, signore! La prego, si accomodi. Ginevra? - Draco richiamò l’attenzione della rossa, rubandola alle damigelle - Guarda un po’ chi c’è…
Ginny non poté credere ai suoi occhi.
- Signor Granger! Che bello averla qui!
- Ciao, Ginny. - le disse lui, con tono paterno e abbracciandola affettuoso - Sono venuto per porre a te e ad Harry i nostri più sinceri auguri e felicitazioni. Miei e di Jean.
Ginny sorrise intenerita - La ringrazio di cuore.
- Mi auguro che le cose con la nostra Hermione migliorino, anzi, sono certo che sarà così. - le assicurò prendendole la mano e stringendola con le sue.
- Purtroppo, ora devo proprio scappare. Ho una figlia da accompagnare all’altare.
E lì, Draco abbassò lo sguardo e annuì – come se volesse convincere tutti, ma prima di tutto se stesso.
- Ancora congratulazioni, Ginny. - disse l’uomo, stringendo più forte la sua mano e rilasciandogliela dolcemente.
- È una gioia averla rivista. - disse la ragazza.
- Anche per me.
E se ne andò.
Ginny sorrise piano e sussurrò - Che brava persona. Hermione gli somiglia tanto.
Draco la guardò, assottigliando gli occhi.
Di punto in bianco, Ron entrò non curante.
- Ho parlato con Narcissa e ci ha dato il permesso di farci un goccetto, per rilassarci. Bene… qui abbiamo FireWhiskey…
- Mio! - esclamò Draco, afferrando la boccetta monodose.
- … Vino elfico e… novità per Lady Malfoy, Tequila!
- Tequila... Tequila, Tequila, Tequila… - ripeté Ginny, come se avesse dimenticato qualcosa. E, in effetti, qualcosa ricordò - Tequila!!
- Ma Tequila è da barboni… - bofonchiò Ron.
- Draco, devi sostituire le fotografie! Ho sostituito le fotografie di Hermione e Cormac con quelle di Acapulco!
Il biondo quasi si strozzò con il FireWhiskey.
- Tu cosa?! - chiese sgranando gli occhi. Non poteva crederci.
- Lo so, lo so… ho sbagliato! Appunto per questo, devi sostituirle con queste. - disse lei allungandogli le fotografie giuste - Solo tu hai il permesso di farlo, sei un Malfoy! Non ti faranno domande.
Draco era ancora incredulo. E anche Ron era rimasto colpito.
- Poi mi spiegherai perché l’hai fatto! - esclamò il rosso, con tono severo, nei confronti di una Ginny in preda alle lacrime e agli ormoni.


**********




Bene. Doveva solo raggiungere la disposizione delle foto, vicino all’altare e poi tornare da Ginny per precederla all’altare.
- Signor Malfoy!
Albert gli si stava avvicinando.
- Il matrimonio Weasley-Potter è dall’altra parte del giardino.
Draco non sapeva come fare. Doveva sostituire quelle foto…
Dannata Weasley
- Uhm… sì, volevo solo… sì, insomma, volevo vedere se qui andava tutto bene.
- Sì, signore! Tutto alla perfezione.
Draco stava rifilargli una scusa per allontanarlo, quando arrivò sua madre.
- Draco! Che ci fai qui? Dovresti essere con Ginevra! Fila! La cerimonia sta per iniziare! - e venne trascinato via da sua madre e da Albert.
Non era riuscito a sostituire le fotografie.
Oh. Porco. Godric.


**********




- Lady Malfoy, è arrivata l’arpista e il quartetto d’archi chiede dove deve essere mandato…
Narcissa stava per esplodere. Possibile che il suo personale non fosse più operativo come negli altri matrimoni? Possibile che quei due matrimoni avessero reso tutti meno efficienti?
- Quante volte ancora dovrò ripeterlo? L’arpista va dai Granger e il quartetto dai Weasley! Sareste capaci di chiederlo ancora?! - e terminò sbuffando esasperata.
Proprio in quel momento, arrivarono le gemelle Patil, Lavanda e Luna.
Degli addetti indicavano le direzioni dei due matrimoni.
- Io andrò al matrimonio di Ginny e al ricevimento di Hermione… voi che fate? - disse Lavanda.
- Io ti seguo! - rispose Calì.
Le altre due, invece, fecero il contrario: matrimonio di Hermione e ricevimento di Ginny.

**********




In un’altra stanza della villa, Hermione si stava sistemando in attesa della cerimonia.
Morag stava seduta comodamente su una poltrona, guardandola con uno sguardo severo e critico.
- Sei sicura che il velo debba andare così? - le chiese.
- Sì, perché? - le rispose la sposa, infastidita, fulminandola con lo sguardo.
- Ah, no… nulla. Lascia perdere.
Hermione ricominciò a sistemarsi davanti all’anta-specchio di quell’elegantissimo armadio.
- Io non capisco perché mettere tutta questa pressione alle spose perché siano perfette… voglio dire, le mamme si convincono che deve essere così, ma non si è mai così! Io credo che…
- Morag, detto francamente, non mi interessa ciò che credi tu. - le confessò Hermione.
La ex Corvonero rimase stupita da quella interruzione.
- Come?
- Ho detto che non mi importa di quello che pensi. Forse, non te ne sei accorta, ma questo è il mio grande giorno. La ruota gira, prima o poi è il turno di tutti. Bene: oggi è il mio. Non sempre, ma una volta tanto tocca anche a me, sai? Pertanto, ti sarei grata se oggi ti limitassi al tuo ruolo, e cioè: sorridere, dire che sono una sposa bellissima e precedermi all’altare. Sei in grado di farlo o ci vogliono altri addestramenti come nell’Esercito di Silente al quinto anno?
Era stata dura, ferma, convinta.
Aveva tirato fuori di nuovo le unghie, finalmente.
Morag era rimasta basita e annuì lentamente - Sì, ci terrei tanto.
- Perfetto, allora! - disse allora lei.
Qualche secondo dopo suonarono alla porta: erano i signori Granger. Ad accoglierli fu proprio Morag, la quale cercò di farsi perdonare.
- Signori Granger! Entrate pure! Non è una sposa bellissima?
Jean Granger rimase a bocca aperta – dalla felicità e dallo stupore – vedendo sua figlia con il suo vestito.
- Mamma, ma sei elegantissima! Sei meravigliosa!
- Tesoro, qui sei tu ad essere una meraviglia! Ma quello non è il mio vestito? - chiese indicando il vestito all’altezza del seno di sua figlia.
Hermione annuì elettrizzata - Sì! Sei felice?
- Tesoro, io sono felice se tu sei felice. Se tu fossi felice sposandoti avvolta nella carta da pacchi, sarei felice anch’io ugualmente. Oggi ti sposi! Questo è il tuo grande giorno! - disse sua madre con gli occhi lucidi.
- Signora, no… non faccia così! Il trucco poi si rovina! Tenga - le disse Morag, offrendole un fazzoletto di stoffa e invitandole a sedersi insieme a lei per fare due chiacchiere.
Andrew ne approfittò per stringere forte sua figlia e per darle un regalo.
- Tieni. Questo è per te.
Hermione sorrise e alternò lo sguardo da suo padre al pacchetto, incuriosita.
- Che cos’è?
- L’ho trovato un paio di settimane fa, in soffitta. Chissà perché, ma era finito tra alcune cose che ti aveva regalato Draco. Forse, l’hai dimenticato a casa, da noi, durante l’ultima estate che hai passato a casa, prima di trasferirti con Cormac e, involontariamente, è finito in quello scatolone.
Hermione lo guardò perplessa, non riuscendo a capire cosa potesse contenere quel pacchetto incartato con così tanta cura.
- Che aspetti? Aprilo! - la incitò suo padre, sorridendole dolcemente.
Hermione ricambiò il sorriso e lo scartò delicatamente.
Era la scatolina di un gioiello.
Quando l’aprì, vide un suo medaglione a forma di cuore, con dentro due piccole fotografie magiche di lei e Ginny che si abbracciavano sorridenti.
Questo le cambiò l’espressione del viso, iniziando ad avere gli occhi lucidi.
Suo padre, nel frattempo, glielo sfilò dalle mani e glielo legò al collo.
- Io la devo vedere, papà.
Suo padre le sorrise, dicendole - Sono sicuro che lo vorrebbe anche lei.
Hermione non ebbe nemmeno il tempo di aprire bocca, che alla porta bussò Narcissa, la quale non aspettò nemmeno il permesso ed entrò nella stanza, insieme ad Albert.
- Scusatemi, ma è arrivato… - si interruppe, però, alla vista di Hermione - Oh, Merlino! Hermione, sei incantevole!
La donna le accarezzò piano una guancia, sorridendole commossa.
- Narcissa, vorrei andare di là… solo per un secondo.
- Purtroppo, non si può, cara. È arrivato il momento. Albert, dì a tutti che la sposa numero uno è in arrivo.
- Sì, signora.
Narcissa tornò a rivolgersi verso l’intera famiglia Granger.
- Signori Granger, sono davvero felice di incontrarvi.
Andrew e Jean le sorrisero cordiali.
- Anche noi, Narcissa.
La madre di Draco assunse un’aria malinconica, dicendo - Mi sarebbe piaciuto se fossero stati i nostri ragazzi a sposarsi, ma mi rendo conto che il Destino gioca le sue carte.
Andrew confessò di essere d’accordo.
- Sì, sarebbe piaciuto anche a me.
Hermione lo guardò seria e lo richiamò contrariata, imbarazzata per la presenza della signora Malfoy.
- Papà!
Suo padre cercò di difendersi.
- Che c’è? È la verità, amore. Ma ora siamo qui, giusto? Vieni, è ora di accompagnarti da Cormac.


**********




Arrivata nel giardino, si fermò davanti a un porticato. Inspirò ed espirò profondamente. Più volte.
Si voltò, quando sentì una voce familiare ringraziare Albert.
Anche Ginny era arrivata.
Si era accorta che la stava fissando e la guardò, sorridendole dolcemente e guardandola commossa.
Hermione ricambiò sia lo sguardo, sia il sorriso.
Ginny con i capelli raccolti in uno chignon, Hermione legati dietro, con un elegante fermaglio.
Entrambe si trovarono bellissime, e se lo dissero in quello sguardo.


**********



- Sto per sposarmi… - sussurrò.
Suo padre le stava sistemando il velo.
- Sì. Sei felice?
Hermione non si aspettava quella domanda. Non se l’aspettava. Di fatti, non sapeva come rispondere.
Albert arrivò frenetico.
- Siamo pronti per iniziare.
Uno…
Suo padre la prese sottobraccio. Lei si sentì percossa da brividi.
Due…
Le diede un bacio delicato sulla fronte. Lei si sentì morire.
Tre…
Iniziò il percorso sulla navata.
Hermione vide tutti i volti felici e sorridente. Provò anche lei a sorridere, ma lo sforzo le stava facendo piangere il cuore.
Che ci faceva lì?
Per un attimo, le sembrò che il ragazzo all’altare che la stava aspettando, non fosse Cormac, ma Draco. Ma poi si accorse di aver avuto una svista, convincendosi che era solo soggezione.
E tornò a sorridere.
Poi, vide che Cormac aveva posato lo sguardo alle fotografie disposte vicino all’altare, rimanendo sconvolto.
Lei lo imitò, e rimase sconvolta anche lei.
Quelle fotografie, non erano quelle sue e di Cormac.
Raffiguravano le sue vacanze ad Acapulco, due anni prima, dove era ubriaca e si strusciava con un cameriere, Miguel.
Cormac rimase a bocca aperta e le rivolse uno sguardo arrabbiato… o, forse, furioso, offeso.
Il sorriso sparì nuovamente. Sgranò gli occhi, si fermò di colpo, lanciò per terra il bouquet ed emise un urlo di rabbia.
Fece dietrofront e si diresse verso l’altra parte del giardino, correndo.


**********




Draco era già arrivato all’altare e Ginny stava percorrendo la navata con papà Arthur, con Harry che l’aspettava eccitato, felice e sorridente, all’altare.
Si scambiarono, infatti, uno sguardo di puro amore e felicità.
Hermione arrivò quando lei era a metà navata.
Corse ancora di più e cercò di saltarle addosso, ma fu impedita dal vestito.
Riuscì, però, ad afferrarla e costringerla a separarsi dal padre.
- Hermione! - disse stupita Ginny.
Hermione stava per iniziare una lotta, ma Draco arrivò in tempo per fermarla, mentre Arthur teneva ferma Ginny che stava per rispondere alla provocazione.
- Avevi detto che non le avresti mostrate a nessuno! Fatti sotto! - urlò, con le lacrime agli occhi.
Ginny la guardò perplessa.
- Che ho fatto stavolta?! - urlò, invece, Ginny. Anche lei con gli occhi lucidi, per colpa degli ormoni.
Hermione non poteva crederci.
Come sarebbe a dire ‘Che ho fatto, stavolta?’? sapeva benissimo ciò che aveva fatto, non c’era certo bisogno di ricordarlo.
- Io… io non… - disse Hermione, boccheggiando per l’incredulità - io… non ce la… non ce la faccio più. Ti prego, basta.
E si sedette per terra.
Ginny le si sedette a fianco.
Arthur e Draco si erano fatti da parte.
Ginny ed Hermione fissarono per qualche secondo il vuoto, prima di guardarsi negli occhi e accorgersi che tutti le stavano guardando sbalorditi.
Si rialzarono lentamente, ed Hermione andò verso Cormac, il quale aveva assistito a tutta la scena.
- Hermione, ma sei impazzita? - chiese lui, prendendola da parte e cercando di non farsi sentire - Hai rovinato tutto, sei contenta? Scordati della tua amica. - e lì Hermione assunse un’aria perplessa - Ha sempre avuto una brutta influenza di te. E, a giudicare da quelle foto, le somigli più di quanto credi…
- Certo! Me lo auguro! - ribatté lei.
- Cosa? Che stai dicendo, non…
- Cormac, mi sei stato vicino negli ultimi tre anni, e ho bisogno che mi stia vicino anche adesso. Tu sei innamorato della Hermione che hai conosciuto ad Hogwarts, tredici anni fa?
- E allora? Cosa c’è di così sbagliato?
- C’è che quella Hermione non c’è più… se non te ne fossi accorto, è cambiata… è cresciuta. Oppure, semplicemente, non è mai stata se stessa. Non con te, per lo meno. E non voglio passare tutta la vita a litigare con te, Cormac. Stiamo affondando. E sono sicura che nemmeno tu voglia questo, giusto?
Hermione parlava con le lacrime agli occhi e Cormac la guardava tristemente, perché si stava rendendo conto che il ragionamento di Hermione non era sbagliato, anzi. Aveva centrato il bersaglio.
- Siamo diversi, Cormac… vogliamo cose diverse. Lo sai anche tu, ma ti ostini a non accettarlo e ammetterlo.
- Sì, lo so. - rispose il biondo sospirando dispiaciuto.
Draco, Ginny, Harry, Ron e tutti gli altri stavano assistendo alla scena. Stavano assistendo alla rottura della storia tra i due.
Hermione abbracciò forte Cormac, cercando di ricacciare le lacrime, sfilandosi l’anello, per poi staccarsi e rendergli l’anello.
- Addio. - disse, infine, e Cormac se ne andò.
Ginny andò verso di lei.
- Oh, Merlino, Hermione…
- Sto bene… - rispose lei, piangendo.
- È tutta colpa mia! Ho confessato a Draco dello scambio delle foto solo poco fa… le avevo sostuite io, ma poi ho capito che stavo sbagliando e gli ho chiesto di eliminare il sabotaggio… non ti farei mai una cosa così orribile!
Ma Hermione scosse piano la testa, sforzandosi di sorridere - Ginny…
- Sei la mia migliore amica!
- Io…
- Questa lite è così stupida! - disse Ginny, abbracciandola.
Hermione, staccandosi, le disse - Mi dispiace tanto per… tutto questo.
- Anche a me. Tanto. Tantissimo. - rispose lei - Se ho rovinato il tuo matrimonio, non voglio sposarmi nemmeno io.
- Se io e Cormac fossimo una coppia perfetta, a quest’ora staremmo entrambi davanti all’officiante a sposarci, invece… ma, Ginny… tu piangi!
Ginny tirò su con il naso.
- Sì! - e, sussurrando, disse - un po’ è perché mi dispiace davvero e un po’ perché sono gli ormoni…
Terminò sorridendo e posando una mano sul ventre.
- Non ci credo - mormorò Hermione - Ginny, davvero? Harry lo sa? - chiese sussurrando, in modo da non farsi sentire.
- No… volevo che fosse la mia migliore amica a consigliarmi su come dirglielo. - concluse sorridendo - Ti va di precedermi all’altare? Ti avverto, però, dovrai andare accompagnata da Malfoy.
Hermione si commosse - È ciò che ho sempre voluto.
Rivolsero entrambe uno sguardo a Narcissa, la quale intuì subito e sorrise, dicendo - Ripartiamo, signori. Ripartiamo.


**********




- Pronta? - chiese Hermione alla sua migliore amica.
- Sì, tu?
- No, prima devo darti una cosa - disse, togliendosi il medaglione e mettendolo al collo di Ginny.
Quest’ultima – dopo essersi accorta cos’era – sbalordita, le chiese - Hermione, dove l’hai trovato?
- Due ragazzine l’hanno conservato. - rispose lei, prendendole le mani e sorridendole.
Arthur Weasley arrivò dicendo - È ora, ragazze. Hermione, vai con Draco.
La ragazza passò davanti a Ginny, guardandola affettuosamente mentre la lasciava e posando lo sguardo – imbarazzato – su Draco.
Una volta che lui la prese sotto il braccio – anche lui, imbarazzatissimo – la guardò sorridendo.
Hermione se ne accorse e lo guardò anche lei.
- Pronta? - le chiese.
- Andiamo. - rispose lei piano.


**********




Durante il ricevimento, nel momento del primo ballo nuziale, Hermione fissava i neo sposini, cercando di immaginarsi anche lei, in un eventuale futuro.
Cominciava a pensare che lei non potesse davvero sposarsi, che lei non fosse davvero fatta per il matrimonio.
All’improvviso, Draco le si avvicinò.
- Belli, vero? - chiese.
- Molto - rispose lei, sinceramente.
Subito dopo Harry la guardò e le sorrise. Lei ricambiò il sorriso.
- Ti va di ballare, Granger? - le chiese ancora Draco.
Hermione si girò verso di lui e rispose, semplicemente - Sì.


**********




Ginny Weasley in Potter – neo moglie di Harry Potter – guardava quella coppia ballare, parlare, ridere e scherzare, mostrandosi felice e sollevata.
- Dì la verità, neo signora Potter: hai sabotato il matrimonio di Hermione anche per farla tornare con il Furetto, vero?
Ginny lo guardò.
- Mi ero dimenticata di aver sposato il capo Auror del Dipartimento di Londra. Comunque, non lo so… forse, inconsciamente, l’ho fatto anche per quello, sì.
Harry sospirò.
- Sarò franco: preferisco dieci mila volte Draco a Cormac.
- Come vedi, non tutti i mali vengon per nuocere
Il ragazzo spalancò la bocca, incredulo, prendendola in giro.
- Non posso crederci! Ginny Weasley-Potter, finalmente, riesce a dire una cosa babbana corretta!
La ragazza si mise a ridere divertita.
- Zitto, capo Auror, perché non è l’unica cosa corretta che ho fatto… o meglio, che abbiamo fatto. - rispose lei, prendendo la sua mano destra e poggiandola al ventre ancora piatto.
Harry, inizialmente, non capì. Un bambino?
Poi, la ragazza annuì, confermando quell’ipotesi, e lui la strinse ancora di più, con gli occhi lucidi dalla felicità.


**********




Un anno dopo, Ginny stava aspettando Hermione, seduta ad un tavolo di un bar, bevendo un bicchiere d’acqua.
- Ginny! - la chiamò Hermione sorridendo.
- Hermione! - l’accolse lei, sorridente.
- Ciao! Come sei bella!
- Ciao! Anche tu stai benissimo!
- Allora? Com’è andata la Luna di Miele?
- Uhm…
- Anzi, no. Non voglio saperlo. Hai sposato il Furetto, non vorrò mai sapere nulla.
Hermione rise piano.
- Come sta il mio figlioccio?
- Oh, James sta benissimo. Meglio di te e di me sicuramente! - rispose Ginny ridendo e contagiando anche Hermione.
- Che ne dici di un brindisi alla vita coniugale?
Hermione sorrise ancora di più.
- Veramente, io non posso bere…
- Davvero? Pensa, nemmeno io…
Poi, si guardarono e capirono.
- Sei incinta?! - si chiesero contemporaneamente.
- Quando hai la scadenza?
- Quando scade il tuo termine?
- Il 3 maggio! - risposero in coro.
Si guardarono, sorrisero, urlarono dalla gioia e si strinsero forte, felici di condividere l’esperienza più bella della vita di una donna: quella di diventare mamma.


**********




- Hermione… Hermione! Vuoi svegliarti, o no?!
- Avanti, Granger! Svegliati! Weasley, perché non si sveglia?!
- Per la millesima volta, Malferret: NON-LO-SO.
Hermione aprì gli occhi. Si svegliò assistendo ad una litigata Malfoy-Weasley, una litigata simile a quella presente in quel sogno assurdo.
Si alzò con i gomiti e li appoggiò sul letto a baldacchino.
- Che succede? - chiese bofonchiando.
Ginny spostò lo sguardo dal Serpeverde alla sua migliore amica.
- Oh! Finalmente! Ma che hai fatto? Perché hai dormito fino adesso? Ho anche chiamato il Furetto, talmente mi ero preoccupata!
- Beh, almeno, con la mia presenza si è svegliata, Weasley!
- Sempre presuntuoso eh, Malfoy?
- Sempre!
Hermione li guardava sorridendo.
- Ragazzi, ma quanto ho dormito?
- Beh… considera che ieri siamo andate a dormire verso le undici e mezzo… ora sono le undici e mezzo del mattino, quindi, direi dodici ore tonde tonde.
- Che cosa?! - urlò Hermione, balzando dal letto.
- Te l’ho detto che mi hai fatto preoccupare! Non hai mai dormito così tanto! Meno male che oggi è sabato…
- Merlino, Morgana e Circe! E non avete idea dell’assurdo sogno che ho fatto!
- Stavi sognando me? - chiese malizioso Draco, ghighando.
- Effettivamente, c’entravi anche tu. - ammise la Caposcuola - Tu (indicando Ginny) ti sposavi con Harry…
A Ginny si illuminò il viso.
- Io, invece, dovevo sposarmi con McLaggen…
- Tu cosa?! - chiese indignato Draco.
Hermione lo guardò, arrossendo un po’ - Beh, sì… in fondo, era solo un sogno, no?
- Io quello lo crucio.
- Malfoy!
- Granger
- Cosa? No! Non se ne parla!
- Hai ragione: userò l’Anatema che uccide!
- Malfoy!
- Granger
Hermione sorrise, mentre Ginny li guardava stranulata.
Dopodiché, il biondo si avvicinò alla Caposcuola, la quale gli confessò - Mi piace quando fai il geloso…
Il biondo ghignò.
- E non ti piace nient’altro, di quello che faccio?
Anche per Hermione fu il turno di ghignare.
- Oh, sì… riparliamone nella Stanza delle Necessità, stanotte… - concluse lei, ammiccando.
- Ehi, voi due! Andatevene al Paiolo Magico!
Ginny attirò l’attenzione dei due, imbarazzatissima, per poi fare una domanda ad Hermione con gli occhi che le brillavano.
- Hermione… davvero mi sposavo con Harry?
   
 
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