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Autore: BJ foREVer    07/10/2012    2 recensioni
“Accomodati pure, come ti chiami?”
“Juls, ho vent’anni e sono di Phoneix” mi sedetti davanti al tavolo dove si trovavano quei cinque ragazzi, tutti sulla trentina.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#Jimmy’s P.O.V.
“No, no, no e poi no! Io non lo faccio!”
“Matt, sei l’unico che può aiutarci!” lo guardai con gli occhi da cucciolo bastonato, la mia specialità.
“Ma perché non potete farlo fare a Christ?” tutti lo guardarono tipo are you fucking kidding me?
“Ma l’hai vista? Ti sbava dietro! Avanti, non devi fare niente, solo aiutare Brian”
Silenzio.
“Mh… E va bene!” ci fu un coro di SI! sollevato da me, Christ e Baker.
“Grazie, grazie, grazie!” saltai al collo di Matt iniziando a baciargli le guance, o qualsiasi cosa potessi raggiungere.
“Okay Jimbo, ora basta però” rise lui.

Il mio piano consisteva praticamente nel lasciare Brian in camera con Juls, in modo da farli parlare. Per questo mi serviva che Allison andasse in camera con Matt, senza dire nulla all’amica.
Mi avvicinai di soppiatto a Allison e le picchiettai un dito sulla spalla.
“Oh, Jimmy, ciao!” sorrise voltandosi “Posso aiutarti?”
“In effetti sì. Senti, ho notato una qualche, come dire, alchimia tra Syn e Juls, e vorrei che riuscissero a parlarsi, quindi… Ti dispiacerebbe stare un po’ nella camera di Matt?” la vidi arrossire e annuire lentamente. Bingo.
“Perfetto, grazie mille! Appena torniamo segui pure Matt” sorrisi e me ne tornai alla mia birra. Ero. Un. Fottuto. Genio.
 
#Brian’s P.O.V.
“Matt ma potevi aspet… Oh, scusate” mi bloccai sulla porta vedendo Matt e Allison seduti sul letto.
“Brian, mh, ci lasceresti soli per un po’?” il mio cantante mi guardò con quello sguardo, non so se ci siamo capiti.
“Oh, ehm, certo, ma…” balbettai preso in contropiede.
“Camera mia è libera” mi sorrise Allison porgendomi la chiave. Merda.
“Okay, grazie, ehm divertitevi. Ciao” e corsi fuori.

Va bene, allora. Esaminai le opzioni che mi trovavo di fronte:
·        Dormire nella hall da solo.
·        Andare nella camera di Juls e sperare di non combinare casini.
Decisi per la seconda e mi avvicinai titubante alla stanza. Per sicurezza misi via la chiave e bussai un paio di volte, aspettando poi una risposta.
“Oh. Brian. Che ci fai qui?” mi aprì con un sorriso sorpreso.
“Be’, camera mia è occupata da Allison e Matt, perciò mi hanno spedito qui” strabuzzò gli occhi e mi fece entrare in silenzio.
Mi indicò il letto e mi sedetti titubante, guardandola.
Aveva dei pantaloncini corti e una canottiera, i capelli raccolti in una coda di cavallo.
“Che stanno facendo?” mormorò dopo qualche minuto, sedendosi sull’altro letto.
“Quando sono arrivato parlavano e basta, ma mi hanno cacciato, quindi..” sospirai e lei annuì preoccupata. Si spostò di fianco a me e posò la mano sul mio ginocchio, facendomi sussultare impercettibilmente.
Mi sorrise e io ricambiai, guardando la sua mano. Notai dei segni sulle sue braccia. Erano come delle piccole macchioline, di un colore leggermente più scuro della sua pelle, e le sfiorai con la punta delle dita, timidamente.
Fu il suo turno di sussultare, e mi guardò come se m’implorasse di non fare domande.
Dopo pochi secondi, con il mio sguardo puntato addosso, annuì e prese a parlare lentamente, soppesando le parole.
Io e Dave ci siamo conosciuti a Los Angeles, quando mi sono trasferita là per frequentare la scuola di ballo. Avevo diciassette anni, ero giovane e spensierata, e lui era il classico ‘bello e impossibile’. Era più grande, era ricco, era bello e aveva talento. Agli occhi dell’ultima arrivata era il ragazzo perfetto” s’interruppe un attimo e poi continuò, sempre con la stessa lentezza.
Quando mi chiese di uscire accettai all’istante, convinta di essere la più fortunata della scuola. Insomma, l’anno mi stava andando bene, avevo fatto amicizia e uscivo con il ragazzo dei miei sogni. Che altro potevo chiedere?” sospirò leggermente e accennò un sorriso sarcastico nella mia direzione.
Ci mettemmo insieme quasi subito, e per i primi due mesi filò tutto liscio. Eravamo la classica coppia che tutti nella scuola invidiavano. I problemi arrivarono quando giunse il momento nella nostra relazione di passare alle cose… pratiche. La prima volta fu tutto rose e fiori, non l’avevo mai fatto e lui fu dolce e delicato, e anche molto paziente. Tuttavia, dopo quella volta, tutto nel nostro rapporto cambiò. La voce che ‘gliel’avevo data’ si sparse a scuola, e iniziarono le critiche. Da quel giorno Dave fu più duro con me, quasi mi ignorava, e iniziò a picchiarmi” mi guardò, interrompendo il discorso per qualche secondo. Mi strinse appena la mano e riprese a parlare.
Non gli importava più di ciò che provavo, non gli importava di ciò che mi aveva detto, o promesso. Per lui ero solamente un giocattolo sessuale, a quel punto. A volte si rendeva improvvisamente conto di ciò che faceva, e allora mi chiedeva scusa, ma il giorno dopo tornava tutto come prima. Finché non rimasi incinta. Glielo dissi subito, sperando in qualche piccolo recesso del mio cervello che gli sarebbe importato. Non era così. A Dave non importava, non gl’importava di nulla. Mi lasciò il giorno stesso, e io mi trasferii a Orange dalla mia migliore amica, Allison, senza finire gli studi. Provai a rifarmi una vita, e nel momento in cui pensavo di esserci riuscita, Dave ricompariva con la scusa di vedere suo figlio, solitamente chiedendomi dei soldi. Per il bene di Micheal, l’ho tenuto il più possibile lontano da lui. Non sa come si chiama, né quando è nato. Non vedo più Dave da sei mesi, ormai” concluse incrociando le braccia sul petto, quasi dovesse proteggersi. Notai solo allora che aveva gli occhi lucidi, e tremava.
Ero sconvolto. Mai avrei pensato che ad una ragazza così giovane si potesse fare così tanto del male.
Senza parlare o chiederle altro, la strinsi a me. Non sapevo cosa avrei potuto dirle, così stetti in silenzio, mentre lei si rifugiava tra le mie braccia.
Non so dire per quanto tempo rimanemmo immobili in quella posizione. So solo che dopo svariati minuti, o forse ore, sollevò la testa e mi sorrise, asciugandosi gli occhi.
Mi accarezzò il viso e io chiusi gli occhi, lasciando che le sensazioni prendessero il sopravvento.
Pochi istanti dopo, ci ritrovammo di nuovo stretti l’uno all’altra, questa volta stesi sotto le coperte, ancora completamente in silenzio.
E sempre in quel silenzio, che non era per niente pesante o imbarazzante, entrambi scivolammo nel sonno.
 
Ci svegliammo alle nove, per dei colpi alla porta e delle voci in corridoio. Per la precisione due voci, una femminile e l’altra maschile.
Mi alzai dal letto mentre Juls si stropicciava gli occhi, e aprii la porta, trovandomi di fronte Matt e Allison. Quest’ultima irruppe nella camera urlando cose non meglio definite.
Sorrisi a Matt e lo spinsi indietro, uscendo dalla stanza e richiudendomi la porta alle spalle.
“Allora?” esordì lui con un sorriso.
“Allora cosa? Allora tu, piuttosto!” ricambiai il sorriso, ma lui scosse la testa.
“No, no, no. Tocca prima a te” disse mentre rientravamo nella nostra camera.
“Abbiamo solo parlato. E dormito abbracciati” ammisi entrando nel bagno e iniziando a spogliarmi per entrare nella doccia.
“Solo parlato? Sicuro sicuro? Al 100%?” Matt mi fissò, appoggiato allo stipite della porta. Faceva leggermente impressione, ma ero abituato al suo modo di fare.
“Sì, Shadows, solo parlato. Voi?” entrai nel box e lasciai che l’acqua calda mi risvegliasse, incurante del fatto che Matt era lì a guardarmi. Eravamo stati nella stessa camera così tante volte, ormai, che non mi vergognavo di nulla.
“Solo parlato” statuì appoggiandosi al lavandino.
“Sicuro al 100%?” lo rimbeccai ridendo.
“Al 100 per mille. Sicurissimo” annuì, sorridente, per poi continuare “Ripartiamo tra un’ora, ce la fai a essere pronto?” aspettò una risposta sulla porta del bagno, una mano posata alla maniglia.
“Affermativo, capo” ridacchiò scuotendo la testa per poi uscire chiudendo la porta, lasciandomi così alla mia doccia rilassante.
 
Nota dell’autrice: lo so, lo so, faccio schifo ç.ç non ho scuse, a parte la scuola etc etc. Mi è costato molto scrivere questo capitolo, e so che probabilmente fa schifo e abbandonerete tutti la FF, se non l’avete già fatto. UNA RECENSIONE? PICCOLA? PLEASE? Okay, scusate c.c
IMPORTANTE: la violenza sulle donne non è uno scherzo. Se siete vittime, o conoscete persone che lo sono, per favore non tenetelo per voi.
Ci tengo a dirlo. Non siete sole, e chi commette questi atti non deve nemmeno ritenersi un uomo.

Peace&Love, Mich.
  
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