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Autore: Meliss    08/10/2012    2 recensioni
Cher lasenzacuore Payne, mi chiamano così.
Io e Harry non eravamo innamorati, ne tantomeno fidanzati, eravamo solamente amici, o meglio scopa-amici.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter eighteen: It's love? Maybe, but we're in Ibiza!

 

Poco abituata a viaggiare, ma pronta a farlo con la mente. Quante volte avevo sognato di viaggiare, girare il mondo, una specie di fuga dalla mia monotona vita londinese, monotona finche l’amore non ne è entrato a far parte. Mi sento così stupida e bambina nel dirlo, non avrei mai pensato di innamorarmi di qualcuno, ma soprattutto non avrei mai pensato che quel qualcuno avrebbe preso il nome di Harry Styles. E’ difficile dicono, ma per quanto possa soffrire, illudermi e evitare di toccare il discorso, non c’è cosa più bella che mi sia successa. La parte del soffrire penso che sarà dura riuscire a superarla, è sempre lì pronta a ricordarti cosa voglia dire soffrire, soffrire realmente. Cara Cher, prima o poi doveva toccare anche a te non credi? Stupida orgogliosa come sono non ammetterò mai che sei tu, tu che con quelle pozze verdi e quel profumo di mele che mi fai andare avanti, che mi fai sorridere, è un problema se adesso sei tu la ragione della mia felicità? Beh, io dico di sì, perché per te io non sono lo stesso, ma ormai penso di averlo accettato. Quante volte mi sono trovata nel prendere a parole quelle ragazzine che fantasticavano sull’amore, sul principe azzurro con il cavallo bianco, mi divertivo nel deluderle, nel farle tornare alla realtà con frasi del tipo ‘Il principe azzurro non esiste, tornate sulla terra ragazze, l’amore vero è tutta un’invenzione’, una stronza, tutto quello che ero, una stronza acida. Non penso di essere cambiata, lo sono sempre, ho solo capito che dopotutto non si può rimanere soli in eterno, adesso, quasi invidio quelle persone che accanto a loro hanno qualcuno che le trova bellissime e riesco a capire che il mio era solo un comportamento da ‘chi sa, ma che non vuole ammettere’. Non per questo andrò ad elemosinare amore da qualcuno, nemmeno da Harry, comunque ho un’individualità e non mi piace mescolarla quasi farla scomparire.

Il cuore che batte all’impazzata, il fiato che si fa corto e veloce e le mani che tremano, la partenza è la parte che mi piace di più di un viaggio, vuol dire che ci sei riuscita, te ne sei andata. Quando sei lassù, in mezzo a mille nuvole color latte che se ne stanno soffici e frizzanti in mezzo a quel bellissimo cielo azzurro, capisci che la tua vita non fa proprio così schifo come credevi. Intrappolata nei miei pensieri con la musica al massimo nelle orecchie, venni distratta da Harry che mi scosse leggermente una spalla sorridendomi, mi sentii prendere fuoco le guance e pregai invano che il riccio non si accorgesse del colorito che mi aveva acquarellato, ma il suo sorriso si fece ampio, fin quasi volesse toccare le orecchie e capii che le mie preghiere non erano state ascoltate, come se mai lo fossero state. Mi fece segno di girarmi verso l’alto, spensi la musica e mi tolsi una cuffietta con aria scocciata, il professore aveva preso la parola.

-Bene ragazzi, siamo partiti, fra qualche ora saremo ad Ibiza…

Un coro di urli bloccò il professore che sorrise compiaciuto e passandosi una mano tra i radi capelli brizzolati si schiarì la roca voce per ricominciare a parlare.

-Molti di voi l’avranno già notato, ma per mancanza di docenti, quest’anno in gita abbiamo deciso di farci accompagnare da studenti dell’ultimo corso. Su ragazzi, non siate timidi, alzatavi in piedi!

Il professore agitò le mani nell’aria in segno di esortazione, due figure si alzarono dai propri sedili e si voltarono verso di noi. Non so benissimo cosa successe so solamente che non mi sentivo affatto bene. Lo stomaco si agitava freneticamente e un nodo enorme era salito alla gola. Cercavo di deglutire, ma il nodo me lo impediva, avevo cominciato a sudare freddo. Presi un respiro cercando di non soffocare e cercai frenetica gli occhi di Zayn nella massa, li incontrai, mi stava guardando come se da un momento all’altro mi dovessi rompere i mille pezzi. Non so se da fuori si notasse il mio malore nel costatare che Liam, mio fratello Liam, era un nostro accompagnatore. Rimasi immobile a fissare gli occhi di Zayn, cercando rassicurazione, cercando anche solo un particolare che mi facesse capire che tutto questo non era vero e che io stavo solamente sognando, uno di quei sogni che mi svegliavano nel bel mezzo della notte, lasciandomi addosso un aria di terrore. Non trovai niente, tutto questo era vero. Mi volti verso Harry che con un gesto della testa aveva accolto mio fratello e il suo amico Louis.

 

Aprii gli occhi di colpo, durante il viaggio mi ero addormentata. Il professore mi aveva scosso intimandomi di alzarmi, Ibiza ci aspettava. Alzai lentamente la testa e mi scossi cercando di svegliarmi. Stiracchiai le braccia e riposi nella borsa l’I-pod, mi ravvivai i capelli con le mani e mi asciugai le lacrime che i continui sbadigli avevano provocato. Mi alzai e, scendendo, il professore mi chiese di svegliare anche Harry. Il riccio si era addormentato, forse, per mancanza di compagnia. Mi avvicinai silenziosamente e mi bloccai davanti al suo viso. Possibile essere così dolci quando si dorme? Io quando dormo rimango a bocca aperta espellendo ettolitri di saliva, non sono un bello spettacolo, ma lui, lui era perfetto anche tra le braccia di Morfeo. Gli poggiai delicatamente una mano sulla guancia, aprii un occhio addormentato e lo informai che eravamo arrivati.

-Siamo gli ultimi Styles, su, alza quel culo, le ragazze di Ibiza ti aspettano!

Gli dissi in tono alto e sfoggiando un sorriso palesemente falso, come quelle donne nelle pubblicità. Prodotti scadenti, slogan vincenti. Harry si stiracchiò allungandosi sul sedile, raccolse la borsa e mi si fermò davanti, obbligandomi a schiacciarmi sui sedili dietro di me. Rimase a fissarmi negli occhi fin quando non abbassai lo sguardo, non voglio Styles. Lo rialzai per vederlo mettersi una mano dietro la nuca e mostrarmi un sorriso da bambino che chiede perdono alla mamma per aver mangiato i biscotti.

-A me non interessano le ragazze di Ibiza.

Mi sussurrò cercando una conferma nei miei occhi, spostai la mia attenzione sulle mie converse e mi diressi verso l’uscita. Mi seguii, sentivo i suoi passi dietro i miei. Un raggio di sole mi illuminò il viso, costringendomi ad abbassare lo sguardo. Addio grigiore, ad Ibiza c’è il sole tutto l’anno.

Il nostro hotel era enorme, un gazebo dalle aste dorate abbelliva l’entrata leggermente vintage, dopo aver sorpassato la porta di vetri girevoli ci trovammo davanti alla reception. La hole sembrava un enorme salotto del 1800, qualche poltroncina solitaria se ne stava sopra rettangolari tappeti arancio e piccoli tavolini di vetro dalle zampe dorate gli stavano davanti. I professori ci consegnarono le chiavi, placchette di ferro con incisi in nero i numeri delle stanze. Come una mandria di bufali ci dirigemmo su per le scale di legno scuro, nel silenzio dell’hotel i nostri passi rimbombavano creando uno strano effetto d’eco. Le ragazze erano state sistemate al terzo piano, mentre i ragazzi, al quarto, ci divideva soltanto una rampa di scale. La mia era una camera con un letto matrimoniale, una finestra e un minuscolo bagno che veniva diviso dalla stanza principale solamente da una porta che stava in piedi per miracolo, il tutto nei toni del giallo. Ero china sulle valigie, intenta a disfarle, quando qualcuno spalancò la porta della camera creando un rimbombo irritante e si buttò sul letto, spargendo le mie mutande da tutte le parti. Alzai lo sguardo leggermente seccata e vidi Beth, riabbassai la testa nascondendola nella valigia. Beth, la mia migliore amica, aveva un carattere particolare, ma mi sapeva far sentire apprezzata e capita, tutto questo fino a quando Tomlinson non ha deciso che lei sarebbe stata la sua prima ‘Ragazza seria’. Da quel momento per Elisabeth io sono diventata la ragazza da salutare in corridoio, quella da chiamare per i compiti e ormai mi sembrava che fossimo solamente due sconosciute con dei ricordi in comune, ma io le volevo bene e per me non era scomparsa, per me era sempre Elisabeth, la mia amica Beth.

-Allora? Adesso non si saluta nemmeno più?

Mi scosse con la sua voce acuta. Mi arresi e buttai la valigia sul pavimento.

-Ciao Elisabeth, da quant’è? Sai, sono la tua migliore amica Cher!

Gli dissi cercando di usare un tono sarcastico, ma mi sentivo dimenticata, ancora.

-Ma cucciola, come posso dimenticarmi di te? Smettila di scherzare!

Mi urlò stringendomi ai suoi seni. Alzai la testa, la faccia rossa e i capelli spettinati, gli sorrisi dolcemente, ricambiò mostrandomi un sorriso enorme, uno di quei sorrisi che si vedono solamente nelle pubblicità dei dentifrici.

Ci ritrovammo, com’era deciso, nella home. Cercai Zayn che mi sorprese abbracciandomi da dietro e mi fece sedere su di una poltroncina mentre lui si sedette sul bracciolo. Dopo diverse urla e rimproveri dei professori che si lamentavano di quanto fossimo rumorosi, nella stanza fecero ingresso Liam e Louis che si buttò su di un divanetto vicino a Beth. La stanza ariosa e molto illuminata profumava di mare. La professoressa Williams prese la parola.

-Ragazzi spero che abbiate avuto il tempo di sistemarvi, adesso andremo a mangiare…

Si interruppe per riprendere dei miei compagni di classe che si divertivano a lanciarsi posa cenere di vetro poi ritornò girata verso di noi cercando di riprendere da dove aveva lasciato, nonostante la giovane età, non aveva per niente una buona memoria.

-Beh… dov’ero rimasta? Ah giusto! Tornati in hotel avrete la libertà assoluta, mi raccomando, non combinate pastrocchi ci ritroveremo per la cena e ricordate, chi rompe paga!

Ci alzammo e ci dirigemmo verso i pullman che ci aspettavano fuori dall’hotel.

 

Appena tornata in stanza finii di sistemare le valigie e poi mi stesi sul letto. Questa sera comincia il divertimento Cher, non ho voglia di pensare a niente, solo a me stessa e alla mia vodka, insomma, siamo ad Ibiza, ho il diritto di divertirmi! I miei pensieri vennero interrotti da Zayn che si scaraventò di peso su di me. Mi alzai buttandolo dall’altra parte dell’enorme letto giallo scolorito e cercai di riprendere fiato ridendo.

-Era un tentativo di farmi rigurgitare l’intero pranzo? Grazie che pensi al mio peso forma Zayn!

Gli dissi alzando le sopracciglia e cercando di nascondere le mie sonore risate con una smorfia. Mi portò in giro per il nostro hotel, aveva già scoperto ogni più piccolo nascondiglio, io al contrario, l’unica cosa che avevo saputo fare, era stato sfare le valigie. Era ovvio che cercasse di non toccare l’argomento ‘Liam è in gita con noi’, notavo che ogni qualvolta che parlava sceglieva le parole con cura, ma è inutile, mio fratello è qui ed io non posso farci niente, posso solo ignorarlo come spero farà lui. Dopo il giro turistico lo salutai e gli raccomandai di essere pronto e carico per la serata che ci aspettava, ma io lo ero?


I'm here!

Come promesso eccomi qui, stavolta ho cercato di aggiornare presto, ma come avrete notato ho messo un pezzettino sull'amore e mi ha mandata in crisi, non avevo idea di cosa scriverci, spero che sia venuto fuori qualcosa di decente!

Che ne dite di recensire? Mi farebbe un grande piacere, mi date la forza di andare avanti, grazie a tutti!

Un grazie speciale, come sempre, va a Clara che tutti i giorni è lì pronta a sopportarmi, a sopportare i miei discorsi a cazzo e i miei capricci su 'A', se non ci fossi non saprei come fare, sei importante e meriti tutto il bene di questo mondo, grazie che cerchi di farmi credere in me stessa, ma sarà difficile che io mi trovi bella, ti voglio un sacco di bene e tu lo sai.

Per stasera la chiudo qui, grazie ancora a chi mi segue anche se manco spesso, siete tutti meravigliosi, a presto :3

Meliss alias Chiara

  
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