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Autore: Arwen_Undomiel    16/06/2004    9 recensioni
Ho fatto quello che potevo, è la prima fan fiction che scrivo, spero vi piaccia, fatemi sapere...^__^
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
Solitudine
Era un normalissimo giorno d'estate a Privet Drive, e un ragazzo sedicenne dai capelli corvini e dagli occhi verdi, con il capo apoggiato alla catena di un'altalena mal ridotta, si lasciava dondolare da essa malinconicamnete. Harry ormai cresciuto, si rendeva sempre di più conto di quanto fosse soloal mondo, aveva perso i suoi genitori quando era piccolo a causa di un'Oscuro Mago: Voldemort, poi l'unica persona al mondo rimastagli, Sirius Black, suo padrino, deceduto pochi mesi prima nel tentativo di proteggere Harry. Ora egli non aveva più nessuno oltre ai Dusley, una famiglia che accoglieva era "Per la bontà del loro cuore" come diceva sempre Zio Vernon. I Dursley odiavano Harry e dispregiavano quello che era, un Mago. Avevano anche un figlio Durdley, un monello viziato e grasso che ricordava un grosso maialino, come il padre, al contrario Zia Petunia, moglie del Signor Vernon era una donna magra e gracile, dal viso cavallino, ma latrettanto scorbutica e cattiva come gli altri componenti della famiglia, nei confronti di Harry.
La sera stava calando e ormai le ombre del Parchetto di Privet Drive si stavano allungando, l'altalena continuava a cigolare fastidiosamente, ma a Harry non importava, la sua mente era altrove, continuava a pensare alla morte di Sirius, era passato così poco tempo, che non si era ancora fatto una ragione per la sua morte, alla notte lo sognava, lì davanti a lui che gli sorrideva a Grimmault Place a Natale, e il cuore di Harry si riempiva di gioia nel rivederlo, ma non era così al suo risveglio, lacrime calde gli colavano dagli occhi, per poi riaddormentarsi sotto sforzo. Qualcosa dentro di lui gli suggeriva di alzarsi e di tornare a Casa dei Durley, altrimenti si sarebbe preso una bella sgridata per il suo ritardo, ma non voleva "I Durley non sono la mia Famiglia...", continuava a ripetersi "Io non ho una famiglia, neppure a Hogwarts...". Ben presto iniziò a piovere e Harry fu costretto ad alzarsi e a dirigersi verso casa, ma non correva, non gli importava se si bagnava, continuava a camminare sotto le gocce imperterrite del cielo. Con la testa bassa e pensierosa, si domadava il perchè di ciò che gli era accaduto "Io, perchè a me...chi sono io....è solo garzie a me se i mieie genitori sono morti, è colpa mia se Ceddrick è morto, è colpa mia se Sirius è morto...", mentre continuava a tormentarsi, a sua insaputa qualcuno lo seguiva, il ragazzo si voltò di scatto e vide la sagoma di una ragazza dai capelli lunghi con un ombrello e che si avvicinò a Harry. Arriavata accanto a egli la ragazza sporse l'ombrello per coprire anche il ragazzo , il quale appena la vide sorrise dicendo:
<< Ciao Elizabeth...grazie >>
<< Ma ti pare, ti accompagno fino dai Dusdley se ti va >>
<< Va bene... >>
e i due si inacmminarono verso Casa Dudley. Il tragitto fu silenzioso e ne uno e ne l'altra ebbero detto una sola parola, arriavti davanti al cancello Harry congedò Elizabeth salutandola per poi vederla sparire pian piano nel fitto della pioggia. Il ragazzo suonò più volte alla cospetto della porta, ma nesssuno rispose fino a quando Zio Vernon non l'aprì e iniziò a imprecare sul suo ritardo, ma Harry si fiondò immediatamente nella sua stanza cercando di non sentire le grida di Zia Petunia che diceva al consorte di non gridare altrimenti i vicini li avrebbero sentiti. Harry si coricò supino sul letto e continuando a pensare a Sirius e ai suoi genitori si addormentò ancora una volta con le lacrime agli occhi.
La mattina seguente Harry si alzò di mal umore, andò in cucina e come sempre preparò la colazione agli Zii, fece bruciare del Rosbiffe e annerire una padella, e da un momento all'altro avrebbe sentito nuovamenete le grida di Zia Petunia. Ogni mattina arrivava la posta, indirizzata quasi sempre a Zio Vernon da parte di alcuni cugini o da qualche supermercato che faceva delle offerte, infatti pochi minuti dopo, si sentì un fruscio dall'altra parte della porta d'ingresso, ed ecco lì un malloppo di lettere per i Dusdley, tra quelle però Harry vide una busta marrone con un trimbro rosso porpora, indirizzata a lui. Prese le lettere e le posò sul tavolo accanto alle tazze, si sedette su una sedia e scartò la busta marrone, al suo interno trovò l'elenco dei libri per la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, come ogni anno era invitato a recarsi al Bianrio 9 3/4, per prendere l'Espresso che l'avrebbe portato alla Scuola. Harry fece un lungo sospiro e salì lentamente le scale incrociando suo cugino Drdley: << Ehi, cugino hai bruciato qualcos'altro, ora mamma si arrabierrà >> disse con un sorrisetto maligno, ma Harry lo ignorò chiudendosi in camera.
Era davvero disordinata, sul tavolino da notte vi erano libri di Incantesimi e di Storia della Magia, semi aperti poichè al loro interno come segna libro vi era un calzino, sul comò era posata un'incostrata gabbia argentata, con accanto una candida civetta bianca: Edvige, l'inseparabile amica di Harry, regalatagli il primo anno di Hogwarts dal Gurdia Caccia Hagrid. La civetta appena vide il padroncino iniziò a tubare, ed egli l'accarezzò dolcemente come segno di saluto, poi notò che lagata alla zampa aveva una lettera mal concia dello stesso colore di quella aperta poco prima. Le sfilò la busta, si sedette su letto e la lesse, con poco entusiasmo:
Ciao Harry,
sono Ron, volevo informarti che il 2 Agosto verremo a prenderti per poi andare tutti insieme a Diagon Alley, verrà anche Hermione...
Spero non ti dispiaccia venire con noi, scusami se non ti ho scritto prima, ma la mamma non voleva, ha detto che ti dovevamo lasciare un poco in pace. Fred e George ti salutano, sai sta andando bene il negozio, hanno avuto qualche problema, visto che la mamma gli e ne ha distrutto mezzo, quando ha scoperto la loro fuga da Hogwarts... Fammi sapere la tua risposta al più presto!
Ron Weasley

Harry lesse la lettera più volte, la prospettiva di passare un pò di tempo con i suoi amici non era male, per la prima volta dopo mesi, era un pò più allegro, e quella malinconia che lo perseguitava si era placata.
  
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