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Autore: DumbledoreFan    09/10/2012    8 recensioni
Raccolta dedicata alla Klaine Week 8/10 - 14/10.
Il filo conduttore di questa raccolta sarà una delle canzoni più significative per Kurt e Blaine: Teenage Dream. Infatti, ogni shot sarà intitolata con una frase della famosa canzone...
Hope you like it, and don't forget Klaine is endless **
Day 1: Cooper + Klaine
Day 2: Roomates Klaine
Day 3: Heroes!Klaine
Day 4: Skank/Nerd Klaine
Day 5: Photographer/Model
Day 6: Dalton Klaine
Day 7: Winter in NY Klaine
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buona sera a tutti miei bellissimi lettori **
Sì, purtroppo considerando la scuola e il fatto che non sono riuscita ad avvantaggiarmi prima, le mie shot verranno pubblicate tutte per quest'ora se va bene, se non un po' più tardi...perciò mi scuso ç___ç Spero però di rimediare con le FF in sè *www*
Ecco a voi il secondo prompt della Klaine Week <3
Enjoy!











Day 2: Roomates!Klaine










The way you turn me on...









Blaine drizzò immediatamente le orecchie non appena sentì un tonfo sordo provenire dal corridoio del suo appartamento, perché se c’era una cosa che aveva imparato a New York in quell’ultimo anno era proprio di stare in allerta ad ogni minima cosa sospetta; quando poi sentì un forte colpo abbattersi sulla sua porta scattò in piedi repentinamente e si avvicinò senza far rumore per cercare di capire che cosa stesse succedendo, e soprattutto se avesse bisogno di correre in cucina a prendere un coltello.

Blaine però non fece in tempo a muovere più di due passi che da fuori udì una risata decisamente familiare anche se un po’ alterata, la quale gli fece abbandonare in una volta sola la posa da felino in agguato e tirare un sospiro di sollievo. Rilassata la posa e l’espressione, il ragazzo si diresse con la massima tranquillità verso la porta e l’aprì, trovandosi davanti una scena insolita e un po’ preoccupante, che lo lascio un secondo interdetto: Kurt Hummel, il suo coinquilino da ormai sei mesi, era accasciato per terra contro la parete del corridoio, piegato un po’ su se stesso mentre rideva quasi con isteria, con le guance visibilmente arrossate e gli occhi un po’ lucidi, mentre Rachel, la sua migliore amica, altrettanto allegra me chiaramente più sana, era in piedi di fronte a lui e tentava di risollevarlo. 

“Blaine.” fece Rachel alzando il viso verso il ragazzo appena apparso sulla porta, imitata subito da Kurt che sollevò sia il capo che le braccia in direzione del coinquilino.

“Blaiiine!” urlò quest’ultimo con la voce impastata e la testa che penzolava debolmente, mentre si potevano notare benissimo le palpebre pesanti che rischiavano di cadergli da un momento all’altro.

“Blaine sei davvero tu? O sei un angelo?” chiese subito dopo, cercando di aprire gli occhi il più possibile, proprio come se si fosse appena svegliato. Blaine sospirò divertito e si rivolse alla ragazza.

“Quanto ha bevuto?” domandò con una nota di rassegnazione nel tono.

Blaine non aveva mai visto Kurt ubriaco fradicio  e sinceramente non sarebbe riuscito ad immaginarselo prima di quel momento, perché il suo coinquilino era sempre una persona molto composta ed elegante, che al massimo tendeva all’isteria, ma mai alla decadenza personale. Certo, gli era capitato qualche volta di vederlo un po’ brillo, quando tornava da qualche cena con i suoi colleghi di Vogue che offrivano Chardonnay Sauvignon di ottima annata, ma più di quello mai. 

Allo stesso tempo però, Blaine non poteva proprio dirsi completamente sorpreso di trovarsi davanti ad una scena del genere, anzi in un certo senso era come se se lo stesse aspettando: Kurt erano mesi che non faceva che lavorare e studiare a dei ritmi disumani, non credeva di averlo mai visto dormire otto ore di fila e non si fermava mai, non si prendeva mai un weekend di riposo per stravaccarsi sul divano a guardare tre o quattro musical di fila, o leggere un bel libro tutto d’un fiato, niente di niente. Era come se ogni istante in cui Kurt non fosse operativo e produttivo in qualche campo, gli facesse venire un insopportabile senso di colpa che lo spingesse ad anticiparsi o inventarsi del lavoro, anche se sinceramente lui aveva sempre qualcosa da fare.

Così, essendo Kurt comunque un essere umano in carne ed ossa, prima o poi sarebbe dovuto cedere al desiderio di sbronzarsi anche nell’anima e dimenticare tutto per un sera.

Ed ecco che era successo.

“Decisamente più di quanto avrebbe dovuto, ma considerando il fiasco del suo ultimo capo, non ho avuto il coraggio di fermarlo.” confessò Rachel con tristezza, mentre Blaine si abbassava verso il coinquilino e lo afferrava saldamente per rimetterlo in piedi.

“No Blaine, voglio stare in terra, si sentono i cowboy.” bofonchiò Kurt opponendo un po’ di resistenza, mentre l’altro scuoteva la testa tentando di non ridergli in faccia e lo tirava su definitivamente, cingendogli la schiena con forza.

“Ci penso io, tranquilla… Tu ce la fai a tornare a casa? Puoi rimanere qui e dormire nel mio letto se vuoi, io avevo comunque in programma di restare sul divano.” disse Blaine a Rachel, indicandogli con il capo l’appartamento.

“Sììì Rach rimani, facciamo un pigiama party e ci facciamo le unghie.” esclamò Kurt facendo due salti su se stesso per poi collassare letteralmente fra le braccia del coinquilino.

“Ti ringrazio Blaine ma ho il taxi giù che mi aspetta ed è decisamente meglio se torno a casa… Dì a Kurt di chiamarmi domani mattina quando si riprende.” rispose la ragazza salutandolo poi con un cenno della mano e avviandosi verso l’ascensore, per poi sparire dietro le sue porte. Blaine sollevò delicatamente il capo di Kurt e incrociò il suo sguardo leggermente vitreo, per poi sorridergli.

“Qualcuno si è dato alla pazza gioia stasera.” commentò il moro cercando di trascinarlo non troppo bruscamente dentro casa.

“Chi?” chiese Kurt perplesso, osservando Blaine un po’ perso. “Tu? Perché non me l’hai detto, anche io volevo divertirmi! Non mi diverto mai!” piagnucolò con un repentino cambio d’umore, e l’altro si affrettò a poggiargli una mano sulla guancia.

“No, no, tu ti sei divertito Kurt! Ti sei divertito tantissimo stasera!” rispose il moro chiudendo la porta dietro di sé con un piede. Il ragazzo fra le sue braccia spalancò gli occhi felicemente sorpreso e sorrise un po’ ebete.

“Oh che bello! Ma… Voglio divertirmi ancora! Balliamo!” esclamò Kurt con un ritrovato entusiasmo, aggrappandosi al collo di Blaine e cominciando ad ondeggiare scompostamente e con un equilibrio del tutto precario, mentre l’altro lo prendeva di colpo per i fianchi tenendolo in piedi.

“Kurt, Kurt, hai già ballato abbastanza per stasera, e poi non c’è musica, senti?” ribatté quest’ultimo facendo fermare il ragazzo di punto in bianco, il quale contemplò in silenzio per un paio di lunghi istanti.

“Oh.” commentò semplicemente, essendoci rimasto male dall’evidenza che il suo ballo sconclusionato non avesse una base.

“Sai cosa facciamo adesso? Andiamo in cucina, io ti preparo un bel caffè, tu prendi una bella aspirina, poi aspettiamo che ti passi un po’ la sbronza e andiamo a letto, ok?” fece Blaine con lo stesso tono che avrebbe usato con un bambino piccolo in procinto di andare a dormire.

“Devo fare la pipì!!” fu la risposta eccitata che ottenne da Kurt, il quale si staccò di colpo correndo per il corridoio e andando a sbattere contro la parete, su cui si spalmò faccia contro il muro. Blaine spalancò gli occhi incredulo e si precipitò verso il coinquilino che rischiava di cadere all’indietro per il rimbalzo, ma non appena riuscì a rimetterlo dritto Kurt si allontanò di nuovo barcollante, urlando uno sbiascicato “Ce la faccio da solo!” e raggiungendo il bagno sbattendo su entrambe le pareti del corridoio come una pallina da flipper.

“Ti aspetto qui fuori” gli disse Blaine appoggiandosi allo stipite della porta che Kurt aveva chiuso malamente dietro di sé, e sbuffando divertito.

Era proprio vero che le persone tiravano fuori il loro lato migliore, da ubriache.
O in questo caso, il loro lato più innocentemente divertente, dato che il novanta percento delle volte in cui Kurt lo faceva ridere era per una battuta sarcastica, e nonostante adorasse l’ironia pungente e arguta del suo coinquilino, vederlo in quelle condizioni era decisamente meglio.
Quando però, dopo lunghi minuti, sentì di nuovo un tonfo, l’espressione di Blaine da allegra mutò in un lampo in preoccupata, e si fiondò direttamente in bagno sperando che Kurt non si fosse fatto niente.

E fortunatamente fu così, anche se la scena che gli si parò davanti era egualmente preoccupante. 

Infatti il suo coinquilino era a sedere sul piatto della doccia, ricoperto di borotalco, con il barattolo ancora in mano, che si guardava intorno un po’ spaesato, finché non puntò gli occhi verso Blaine e sussultò sollevato.

“Blaine! Che ci fai anche tu a Diagon Alley?”

Se per tutto quel tempo il moro era riuscito a non ridere in faccia al suo amico, sentendosi un po’ una brutta persona a divertirsi delle sue condizioni pessime, in quel momento non riuscì proprio a trattenersi. Nessuno ci sarebbe riuscito.
Così Blaine scoppiò a ridere fragorosamente, tenendosi la pancia e mettendosi una mano davanti alla bocca, mentre Kurt lo guardava un po’ perplesso e sorrideva senza capire. 

“Sono venuto a prenderti! Ti ho detto che dobbiamo andare a Narnia, non a Diagon Alley!” rispose Blaine cercando di calmare le risa con scarso successo, e Kurt lo osservò con espressione concentrata, cercando visibilmente di ricordare che cosa gli avesse detto l’amico.

“Oh.” disse di nuovo con una certa delusione.

“Allora dobbiamo andare nell’armadio.” concluse dopo qualche attimo di riflessione, cercando di alzarsi in piedi. Blaine si sporse per aiutarlo e finalmente riuscì a smettere di ridere.

“No no Kurt, hanno spostato il passaggio, non lo sai? Adesso è in cucina… Forza andiamo.” gli disse il moro facendolo uscire cautamente dal bagno e portandolo verso la meta sopracitata.

Non appena arrivati in salotto però, Kurt gli sfuggì di nuovo alla presa e si lanciò letteralmente sul divano, atterrando di faccia e mugolando qualcosa di assolutamente incomprensibile, mentre Blaine gli correva dietro e lo prendeva per le spalle, costringendolo a sedersi.

“No, no Kurt! Se ti sdrai e chiudi gli occhi tra cinque minuti vomiti, poco ma sicuro. Devi stare seduto e sveglio, capito?” gli disse il moro appoggiandogli entrambe le mani sul collo.

“Ma io ho sonno!” si lamentò Kurt con tono infantile e scuotendo il capo.

“Kurt, Kurt, ascoltami! Ora io vado di là a farti il caffè, tu devi promettermi che rimani qui e non chiudi gli occhi. Hai sentito? Non chiudere gli occhi, per niente al mondo. Non chiudere gli occhi!” replicò Blaine scuotendolo appena, e l’altro gli lanciò un’occhiata perplessa e un po’ preoccupata.

“Ci sono gli angeli piangenti?” chiese Kurt con la voce ridotta ad un sussurro terrorizzato, e il moro dovette trattenere un sospiro di sollievo.

“Sì, sì! Non chiudere gli occhi, o sei morto! Hai capito Kurt? Non chiudere gli occhi, o sei morto!” rispose Blaine mentre il coinquilino annuiva spaventato.

“Bene, torno subito, tu mi raccomando… Non chiudere gli occhi” ripeté per l’ennesima volta il moro prima di avviarsi velocemente in cucina. Mise su il caffè e nel mentre che si faceva preparò un bicchiere d’acqua e un’aspirina, e una volta che fu tutto pronto tornò di corsa in salotto.

Come in realtà aveva previsto, trovò Kurt con la testa buttata indietro sul divano, gli occhi chiusi e la bocca aperta per niente elegantemente, visibilmente addormentato. Il moro sospirò rassegnato e si affrettò a poggiare tazza e bicchiere sul tavolino da caffè, e sedersi di fianco al coinquilino sul divano, tirandogli indietro la testa e strattonandolo delicatamente.

“Kurt, Kurt svegliati.” lo chiamò senza urlare ma con tono deciso, e dopo qualche istante il ragazzo aprì a fatica gli occhi azzurri e un po’ lucidi a causa dell’alcohol, incrociando un po’ assenti quelli di Blaine, il quale gli sorrise dolcemente.

“Sei morto.” gli annunciò quest’ultimo con tenerezza, e Kurt stirò le labbra in un lieve sorriso.

“L’avevo detto che eri un angelo.” biascicò cercando di tirarsi un po’ su, e Blaine rise sinceramente divertito.

“Ma figurati.” ribatté aiutando un po’ l’amico e avvolgendogli la vita con un braccio.

“Pff, guarda che lo so che non sei davvero un angelo.” replicò Kurt con voce strascicata, facendo un gesto stizzito e un po’ saccente con la mano.

“Tu sei il principe azzurro” continuò con il tono più serio che riuscisse ad avere con la bocca impastata dall’alcool, poggiando la guancia sulla spalla di Blaine che gli lanciò uno sguardo tra il sorpreso e il lusingato.

“Il principe azzurro?” chiese senza riuscire a trattenere un sorriso raggiante. 

“Sì.” rispose Kurt con convinzione ferrea.

“Perché quando ho bisogno di aiuto ci sei sempre tu a salvarmi…” spiegò serissimo, per poi appoggiare una mano sul ventre di Blaine ed iniziare ad accarezzarlo con l’indice.

“E perché sei bellissimo” sospirò sognante, alzando gli occhi sempre annebbiati per incontrare quelli del moro, ancor più sorpreso e ancor più lusingato. “Dio quanto sei bello? Con questi occhi grandi e dorati che cambiano colore a seconda della luce?” continuò Kurt fronteggiandolo direttamente.

“E questi ricci neri che ti fanno venir voglia di aggrapparti?” andò avanti affondando una mano nei capelli di Blaine che socchiuse la bocca incredulo.

“E quanto sei sexy? Quando esci dal bagno con addosso solo quell’asciugamano in vita e ti si vedono quelle fossette all’addome mi viene voglia di sbatterti al muro e violentarti.” mugugnò Kurt con pura frustrazione sessuale nella voce, artigliando la maglietta del coinquilino e socchiudendo appena gli occhi.

“Come quando canti… Dio quanto mi ecciti quando canti.” continuò con voce sempre più disperata, avvolgendo un braccio intorno al collo di Blaine e lasciando solo una spanna fra i loro volti, mentre l’altra mano continuava ad accarezzargli i capelli.

“Hai questa voce così calda e sensuale, però a volte mi verrebbe voglia di zittirti e baciarti fino a soffocare.” disse Kurt in un sussurro, passando il pollice sulle labbra carnose di Blaine, mentre il respiro di quest’ultimo si era fatto irregolare e il suo cuore aveva cominciato a galoppare senza sosta. Kurt era così vicino, troppo vicino, e gli stava confessando tutte quelle cose con una sincerità tanto bisognosa da fargli perdere ogni contatto con la realtà.

Perché Dio, Blaine aveva una cotta per Kurt da quando aveva aperto la porta del suo appartamento e se l’era ritrovato davanti, pronto a visitare la casa per diventare il suo nuovo coinquilino. Era brillante, intelligente, carismatico, pieno di talento, divertente, determinato, e soprattutto Kurt era bellissimo, più che bellissimo, era il ragazzo più bello che Blaine avesse mai visto. Erano mesi che il moro fantasticava su una possibile svolta nel loro rapporto, che si chiedeva se potesse piacere a Kurt, e se magari sarebbe riuscito a rubargli anche solo un bacio, un tanto agognato bacio.

E adesso Kurt era lì, a solo pochi centimetri da lui, dopo che gli aveva confessato quello che non avrebbe mai avuto neanche il coraggio di sognare e gli stava guardando la bocca come se per sopravvivere avesse bisogno solo di baciarlo.

“Mi fai sentire come un dannato adolescente.” mormorò Kurt mentre si avvicinava ancor di più al viso dell’altro.

Ma, mentre Blaine aveva già chiuso gli occhi e socchiuso le labbra in attesa di quel bacio tanto ambito, Kurt arrivato a sfiorare le labbra del moro dovette fare un brusco cambio di rotta, piegandosi su se stesso e vomitando sul pavimento.
Blaine riaprì gli occhi e sospirò rassegnato, per poi poggiare una mano sulla schiena del coinquilino e accarezzarlo con fare confortante, mentre questo continuava a rimettere.

Il Karma ce l’aveva decisamente con lui.

“Vieni, andiamo a lavare il viso, che poi ti metto a letto.” gli disse Blaine una volta cessati i conati di Kurt, e quest’ultimo annuì docile aggrappandosi del tutto al moro e lasciandosi trascinare verso il bagno.

 
*

 
“Mi sento come se un camion mi fosse passato sopra sette o otto volte.” mugugnò Kurt entrando in cucina la mattina dopo, con la coperta di lana sulle spalle e un passo decisamente malfermo. Blaine sorrise e quando il suo coinquilino si sedette al tavolo gli porse una tazza di caffè, mentre lui con una mano si massaggiava la fronte dolorante.

“Grazie.” gli disse Kurt rivolgendogli un lieve sorriso pieno di gratitudine, per poi tornare alla sua espressione sofferente, in perfetto abbinamento con le sue occhiaie violacee e la sua cera malaticcia.

“Mi dispiace davvero per ieri sera Blaine, scusa per tutto.” fece Kurt dopo aver bevuto un abbondante sorso, incrociando gli occhi cangianti del moro con aria davvero dispiaciuta.

“Figurati, non preoccuparti davvero… Anzi, è stato molto divertente.” replicò Blaine senza riuscire a trattenere una breve risata, mentre Kurt spalancava gli occhi e sbiancava ancor più di quanto fosse già.

“Oh mio Dio… Che cosa ho fatto?” chiese seriamente spaventato, mentre l’altro continuava a ridacchiare.

“A parte entrare nella doccia e usare il borotalco come polvere volante per andare a Diagon Alley?” replicò Blaine divertito e Kurt rimase a bocca aperta a fissarlo sconvolto, per poi passarsi le mani fra i capelli e sospirare incredulo.

“Non ci posso credere… Non ci posso credere.” mormorò scuotendo il capo mentre l’altro se la rideva.

“E poi ti ho convinto che c’erano degli angeli piangenti in salotto.” continuò Blaine appoggiandosi al tavolo, e Kurt alzò gli occhi verso di lui quasi con vergogna.

“Ho proprio toccato il fondo… Per caso ho anche fatto qualche rivelazione sconveniente?” gli domandò con fare ormai rassegnato.

Blaine a quel punto esitò un attimo, senza distogliere lo sguardo da quello azzurro di Kurt,  ponderando attentamente che cosa rispondere.

Passò qualche istante di silenzio e il suo coinquilino si accigliò appena, così il moro si riscosse e fece spallucce.

“Niente… Niente di niente. Solo commenti sconvenienti sul Principe Caspian.” ribatté Blaine con un sorriso, per poi uscire dalla cucina e lasciare Kurt ad accasciarsi sul tavolo. Il moro andò nell’ingresso dove aveva lasciato le buste della spesa ed iniziò a sfarle, tirando fuori due bottiglie di vino molto forte e sorridendo leggermente, sussurrando poi fra sé e sé.

“Ma stasera rimedieremo.”










Spazio dell'Autrice.


 

Il giorno in cui scriverò una cosa intelligente verrà la fine del mondo AHAHAHA

Anche per questo prompt sinceramente non avevo idee prorompenti, ho cercato semplicemente un pretesto per una situazione comica (sì, perchè dopo per la 4x04 non vorrete mica una FF angst o struggente, vero? Naaah, IO VOGLIO RIDEREEE!) e...andiamo, cosa c'è di più comico di un ubriaco? xD (sì, difendo la categoria AHAHAHA)

Così ecco un Kurt ubriaco perso che svalvola e picchia da tutte le parti, e un Blaine divertito e accondiscendente che lo accudisce con pazienza, ritrovandosi alla fine in una situazione...interessante, anche se non va a finire come previsto xD

Detto questo, ringrazio la mia dolce metà Jessika, aka Chemical Lady, per aver betato in maniera lampo il capitolo <3 <3

E ringrazio tutte le bellissime e straordinarie persone che hanno commentato lo scorso capitolo, vi amo e mi riempite il cuore ogni volta! <3

A domani con il terzo prompt! 

 

   
 
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