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Autore: sakuraelisa    10/10/2012    3 recensioni
Blaine è rimasto vedovo a crescere sua figlia Melanie, convinto che per lui l'amore non esistesse più decide di vivere solo per lei, ma quando il destino si mette di mezzo, tutto è possibile.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Mike Chang, Tina Cohen-Chang | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo sei
 

Blaine se ne stava davanti allo specchio a fissare l’ennesimo papillon. Sarà stato il sesto che si stava provando da almeno mezz’ora e che non riusciva a decidersi.
Quella sera ci sarebbe stata la sua prima uscita con Kurt, non era una serata che avrebbero passato da soli certo, ma era sempre un appuntamento.
Voleva fare bella figura, voleva apparire al meglio e cercare di essere meno imbranato del solito.
Per questa uscita aveva scelto un abbigliamento semplice: un paio di pantaloni neri corti alle caviglie, una camicia bianca che aveva indossato sotto al suo nuovo maglioncino verde scuro e dei mocassini. La ciliegina sulla torta sarebbe stato uno dei suoi papillon al collo, il suo marchio di fabbrica, peccato che ne aveva talmente tanti che non sapeva proprio quale indossare.
Alla fine, dopo una difficile scelta, aveva optato per sei colori differenti: quello color argento che aveva comprato circa cinque anni prima per un matrimonio a cui era stato costretto ad andare; uno di colore viola con dei puntini gialli che gli era stato regalato dalla sua amica sugar -compagna di classe al liceo- per Natale; quello azzurro con sfumature bianche regalatogli dalla sua bambina l’ultimo natale passato; quello rosso comprato al mercato la settimana scorsa; quello bianco con i pois rossi acquistato il mese di gennaio e quello verde scuro che Tina gli aveva regalato per il suo scorso compleanno.
Non sapeva proprio quale scegliere, voleva sorprendere Kurt, voleva farlo rimanere a bocca aperta e sapeva che non aveva molte armi a sua disposizione per farlo, per cui doveva ricorrere ai mezzi che aveva disponibili.
La sua bimba entrò nella sua stanza per controllare che tutto procedesse al meglio, la sua baby sitter di quella sera sarebbe stata la loro vicina di casa e lei la stava ancora aspettando.
Vide che il suo papà continuava a fissare un punto indefinito sul letto e lo raggiunse, decisa a scoprire il perché di quel suo muso pensieroso.

“Tutto bene papà?” gli domandò.

Blaine si voltò verso di lei e le sorrise

“Oh, ciao piccola mia. Tutto bene, è che non riesco a scegliere il papillon da indossare questa sera, ti va di aiutarmi?”

La bambina annuì e si mise vicino a lui, prendendo tra le mani ad uno ad uno i famigerati sei papillon che aveva scelto.

“Quale avevi in mente?”

“Quello argento” rispose Blaine, prendendolo dalle sue mani e portandoselo al collo per vedere come poteva stare.

La bambina lo guardò dubbiosa.

“Sei sicuro papà?”

“Sì, certo. Vedrai come lo stupirò con questo addosso.”

“Secondo me fuggirà via.” gli disse lei sorridendo

“Ma no vedrai, il tuo papà oggi farà colpo!”

“Posso scegliertene uno io?”

Blaine annuì e la bimba guardò ancora una volta i sei papillon davanti a lei e scelse quello più carino ai suoi occhi e anche il meno vistoso: quello bianco coi pois rossi.
Lo prese in mano e lo porse al suo papà.

“Ecco, metti questo.”

Lui lo prese e se lo portò al collo stando bene attento ad allacciarlo correttamente, poi si guardò allo specchio e vide che non stava tanto male.
Melanie lo affiancò allo specchio e sorride soddisfatta.

“Questo ti sta decisamente meglio, papà!”

Lui si voltò verso di lei e inginocchiandosi la abbracciò forte, ogni giorno doveva ringraziare il cielo per avere la sua bambina che gli stava sempre accanto e che cercava sempre di aiutarlo.
Era la sua roccia, quella che lo sosteneva sempre in qualunque decisione lui volesse prendere e che non si lamentava mai. Tutto si poteva dire di lei, ma non che fosse una bimba capricciosa. Sì, Blaine amava viziarla, ma sapeva bene che la sua bambina era intelligente e che sapeva anche apprezzare i piccoli gesti e le piccole cose.
Quando il loro abbraccio si sciolse, lei lo guardò attentamente negli occhi e gli baciò una guancia.

“Papà, posso farti una domanda?” gli chiese

Lui annuì e prendendola per mano la condusse al letto dove si sedettero vicini

“Dimmi tutto amore.”

“Volevo sapere, questo con il maestro Hummel è il tuo primo appuntamento?”

“Non proprio tesoro, andiamo solo al concerto dello zio Mike e dello zio Artie.”

“Ma se questo appuntamento va bene magari ce ne saranno degli altri, vero?”

“Io lo spero tanto piccola mia… tu non vuoi?” le chiese.

La bambina scosse immediatamente il capo

“Sì che voglio, papà! È che… mi chiedevo se le cose tra te e lui diventano importanti non è che ci toccherà cambiare casa, vero? Perché io non voglio.”

Blaine le sorrise e portò una mano sulla sua testa accarezzandola dolcemente.

“Melanie ascoltami, io e il tuo maestro oggi usciremo e se andrà bene… ci saranno tanti appuntamenti - almeno spero -, ma solo se davvero siamo felici insieme potremo decidere di fare dei passi in più. Tranquilla, semmai dovessimo andare ad abitare insieme verremo ad abitare tutti qua, va bene?”

“Va bene papà, però io spero per te che stasera vada tutto bene. Mi raccomando, non parlare di cose noiose e cerca di farlo sorridere. Con me ci riesci sempre. E mi raccomando, a fine serata dagli un bacio sulla guancia e nulla di più.”

“Amore, ma chi ti dice queste cose?”

“La zia Tina e la zia Quinn papà, lo sai che sono molto intelligenti e sanno tante cose?”

Lui la guardò amorevolmente per poi stringerla di nuovo a se, ora poteva davvero essere emozionato per la sua serata, la sua bambina era d’accordo e tutto adesso poteva andare solo per il meglio.
Era pronto per cominciare questa nuova avventura. Blaine era sicuro che Kurt fosse quello giusto, sentiva che di lui si poteva innamorare per davvero. Era già certo di provare qualcosa, non sapeva bene cosa fosse, ma era sicuro che per il momento bastasse questo per poter almeno iniziare una sorta di relazione. Anche se prima doveva conoscere il suo parere.
Scese dal letto seguito dalla sua bambina e prima che potessero raggiungere la cucina sentirono il campanello della porta trillare. Andò ad aprire e vide che la sua vicina era arrivata, la fece entrare ed accomodare e si avvicinò alla sua bimba baciandola e raccomandandole di fare la brava. Salutò anche Meg e, prendendo il cappotto e le chiavi dal mobiletto vicino all’ingresso, uscì.
Più si avvicinava al parco e più diventava ansioso, mancava davvero poco e lui aveva tanta paura che tutto potesse andare male e lui non lo voleva. Desiderava dal profondo al cuore che tutto in quella serata fosse perfetto.
Si strinse più forte il cappotto al petto e respirò a fondo, ripetendosi che in quella fresca serata di Marzo sarebbe andato tutto bene.
Quando arrivò a destinazione, vide il suo accompagnatore seduto ad una delle panchine del parco.
Era bellissimo, a Blaine quasi mancavano le parole per poterlo descrivere. A volte in cuor suo si domandava come avrebbe fatto a farlo davvero innamorare di lui, che era così imbranato e tonto.
Gli si avvicinò lentamente e lo salutò con la mano quando arrivò di fronte a lui.

“Buonasera, Kurt.”

Lui sollevò il suo viso e per un momento entrambi si persero in quel vortice di colori che li travolgeva sempre quando si vedevano. Era strano, si conoscevano da poco, eppure erano già legati anche se in una cosa così piccola .

“Oh, buonasera anche a te.”

“Allora… andiamo, ti va?”

Kurt annuì e si sollevò in piedi sistemandosi il cappotto e stirandosi con le mani i jeans neri alquanto stretti che portava. Almeno, questo era quello che Blaine aveva notato.
Ed in quell’istante erano l’uno di fianco all’altro, e le loro spalle si erano sfiorate leggermente quando si erano mossi - quasi in sintonia - per raggiungere l’uscita del parco.

“S-scusami” disse Blaine, impacciato.

“Farai così tutta la sera?”

“No… tranquillo, cercherò di non agitarmi. È che sei bello, e ho paura di sfigurare al tuo fianco.”

“Bello? Sai, era da tanto che non sentivo questa parola.”

“Sei splendente in realtà, sei come uno di quei dolcetti della pubblicità sempre perfetti e buonissimi.” gli rispose Blaine, sorridendo.

“Come scusa?”

“Hai presente quelle pubblicità dove fanno vedere questi dolcetti che sono riusciti benissimo e magari se provi a farli tu non ti riescono? Ecco, tu sei
come uno di quei dolcetti, ai miei occhi sei davvero bello e… davanti a te io scompaio. ”

“Sei molto dolce, lo sai? Adesso capisco perché Melanie è così adorabile.”

Lui gli sorrise imbarazzandosi leggermente e insieme uscirono finalmente dal parco. 
Camminavano vicini stando bene attenti a non sfiorarsi, Blaine era molto nervoso anche se adesso che aveva rotto il ghiaccio con Kurt si era tranquillizzato. Non vedeva davvero l’ora di farlo conoscere a Tina, voleva vedere la sua faccia quando si sarebbe trovato di fronte un ragazzo così bello e stranamente quella sera era fiducioso, era certo che tutto sarebbe andato bene.
Mentre camminavano, qualcosa attirò la sua attenzione: un piccolo negozio di dolciumi situato in un angolo alla fine della strada .
In quel momento ebbe un’idea, quando era uscito si era dimenticato di comprare dei fiori per il suo cavaliere e adesso sapeva come rimediare alla mancanza

“Aspettami qua.” gli disse, voltandosi verso di lui.

Kurt non ebbe nemmeno l’occasione di rispondere che lo vide correre via.
Blaine raggiunse il negozio ed entrò all’interno andando direttamente al bancone sapendo già cosa voleva.
Quando uscì poteva ritenersi molto soddisfatto anche se aveva paura di risultare stupido agli occhi dell’altro, dopotutto non erano più dei ragazzini alle prime armi e quel gesto poteva risultare ai suoi occhi infantile e stupido.
Si avvicinò a lui e fuori dalla tasca tirò fuori un lecca lecca a forma di cuore, che porse con un sorriso sulle labbra a Kurt che lo stava guardando quasi sbigottito.

“Ecco, per te! So che potevo portarti dei fiori ma ho pensato che questo potesse essere meglio.”

“Dei lecca lecca?”

“Sono a forma di cuore e sono buoni.”

Kurt lo guardò e nei suoi occhi vide solo l’innocenza di un bambino, quella trasparenza del suo animo, quel qualcosa che lo avevano attratto la prima volta che si erano incontrati. Vide la pura verità in quel minuscolo secondo.
Ebbe la certezza che davvero si stava innamorando di lui, non un amore travolgente, ma un amore semplice e piccino che era sicuro sarebbe cresciuto a poco a poco solo lasciandosi andare.
Per questo motivo in quell’istante scoppiò a ridere e stavolta era un sorriso vero, uno reale e genuino era da tanto che non rideva in quel modo così bello.
Accettò con gioia il suo piccolo regalo e ringraziò quel papà tanto carino quanto affascinante che gli stava sorridendo a sua volta. 

“Grazie, è stato un bel pensiero da parte tua.”

“Ero convinto di sembrarti ancora più tonto di quanto già non appaia ai tuoi occhi.”

“Non lo sarai mai.”

“Ne sono felice.”

“Posso dirti una cosa, Blaine?”

“Amo il modo in cui pronunci il mio nome.”

Kurt abbassò il volto imbarazzato, ma lo risollevò subito per poterlo guardare in quelle iridi dorate che lo avevano attratto sin dal loro primo sguardo.

“Mi piaci, adoro il modo in cui ti prendi cura di tua figlia, adoro quel tuo modo imbranato e dolce e amo il modo in cui mi guardi e amo i tuoi dolcetti.”

E fu in quell’istante che Blaine non ce la fece più, i suoi occhi avevano iniziato a lacrimare e lui si era portato una mano sulla faccia per coprirsi. Kurt, subito preoccupato, mise il dolcetto in tasca, si avvicinò a lui e tirò via le sue mani dal viso.

“Ho detto qualcosa di male?”

Lui negò subito scuotendo la testa, levò il suo volto e le lacrime stavano ancora cadendo inesorabili.

“Mi piaci anche tu, Kurt. E tanto.”

“E allora perché stai reagendo così?”

“Io sono sensibile e piango per ogni stupidaggine, ma ti prego non cambiare idea per questo.”

“Non devi preoccuparti, se ho deciso di mettermi in gioco non mi ritiro alla prima difficoltà.”

“Sono tanto tanto contento, Kurt. E farò del mio meglio per non deluderti.”

“Non penso che ci riuscirai.”

Blaine finalmente si asciugò con le mani le lacrime rimaste nel suo viso e prese in mano il suo lecca lecca dalla tasca.

“Ti va di mangiarlo?”

“Adesso? Ma così ci roviniamo l’appetito per cena!”

“Non importa.” gli rispose lui tranquillamente

“Va bene, allora!”

Aprirono quasi in contemporanea i loro dolcetti togliendo la carta che li ricopriva andandola poi a buttare in uno dei cestini lì vicino.
Blaine sollevò il suo in aria andando a farlo scontrare con quello di Kurt.

“Che sia l’inizio di qualcosa di bello, cercherò in tutti i modi possibili di non far mai scomparire il sorriso dalla tue labbra.”

“Ed io cercherò di non smettere mai di sorridere per te, Blaine.”

Era nato in quella sera di marzo quel sentimento che li avrebbe legati per un tempo infinito, quell’amore nato dalla semplicità dei gesti di un papà imbranato che avevano conquistato un giovane uomo che non credeva più al vero amore.
In quella primavera appena inoltrata, Kurt aveva donato il suo cuore, aveva rimesso in gioco i suoi sentimenti e aveva dato la sua fiducia ad un uomo che ai suoi occhi appariva come il più carino ed adorabile. Lo aveva posato sulle sue mani gentili, sapeva bene dentro di se che con lui sarebbe stato al sicuro, sapeva che quell’uomo gli avrebbe regalato solo attimi stupendi.
Era sicuro che non avrebbe più sofferto e che non sarebbe stato più male perché era sicuro che quella persona che ora lo stava guardando con quel sorriso meraviglioso l’avrebbe amato, lo avrebbe sempre protetto e lo avrebbe fatto entrare nel suo mondo. E lui non vedeva l’ora di intraprendere quella nuova avventura.


Note:

Eccomi qua, scusate il ritardo ma alla fine ce l'ho fatta ad aggiornare quasi in tempo, allora vi devo dire una cosa, siccome il capitolo di questa sera è leggermente più corto del normale, questa settimana aggiornerò due volte, quindi ci si rivede venerdì pomeriggio, spero che vi piaccia.
Buona Klaine Week a tutti :)
  
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