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Autore: Brooklyn_Rogers    10/10/2012    2 recensioni
Si tratta di una serie a sé, che comincia qualche anno prima dell’incontro fra Ichigo e Rukia, anche se questi non appariranno mai nella storia. I protagonisti saranno un nuovo personaggio e la sua Zampakuto. La storia seguirà la loro crescita e il loro imparare l’arte del combattimento fino all’incontro con Hitsugaya, che ormai figura come un diciassettenne, e Oshiko, la sorellina di Yoruichi, un’indomabile quindicenne in fuga dalla Soul Society. Da qui in poi la storia si intreccerà con questi due personaggi e la trama sarà più complessa.
Un piccolo avvertimento! Io ho visto Bleach solo fino alla fine della 2° Serie (il salvataggio di Rukia), quindi tutto ciò che riguarda Hitsugaya e gli altri personaggi che nominerò, sarà riferito solo a quella serie.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hitsugaya Toushirou, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Domani andiamo alla chiesa a prendere il tuo fratellino.- annunciò una sera Hisayuki, seduto a tavola con la figlia per la cena.
-Eh?- domandò sorpresa lei con le bacchette rimaste a mezz’aria.
-Sei contenta?- lei sorrise, felicemente confusa, una luce abbagliante provenire dai suoi occhi.
-Chi è il mio fratellino? Quanti anni ha? Di che colore sono i suoi capelli? E i suoi occhi? Dimmelo, papà!- Tsuki sprizzava curiosità da tutti i pori e non smetteva di tormentare il padre con le assurde domande.
-Lo saprai domani mattina. E ora finisci quel riso o vai a dormire… no, finisci il riso. Devi mangiare.- ma lei era già scappata in camera sua.
Hisayuki osservò la ciotola ancora piena della figlia.
-È come sua madre… non mangia nulla.
L’uomo si perse nei ricordi malinconici della moglie.
 
Hisayuki aveva vestito bene la figlia per quel giorno di festa.
“Ne voglio un altro” affermava spesso Akane.
Eccolo, rispose nella sua mente il vedovo.
-Papà, chi è?- l’impazienza di Tsuki non faceva che aumentare, tuttavia, Hisayuki era un tipo piuttosto calmo quindi non si fece prendere dall’agitazione. Entrarono nello studio del parroco, quindi attesero qualche minuto che l’uomo arrivasse.
-Abbiate ancora un po’ di pazienza, sta per arrivare.- i secondi passarono lenti e pesanti, come ore sotto un acquazzone. Infine una suora entrò.
Per mano teneva Kazuko.
-Ciao, Okamoto-chan.- disse con gli occhi luminosi. Tsuki era diventata molto amica di Kazuko, riuscendo a far spuntare il sorriso sulle labbra del bambino.
-Kazuko-chan! Quindi sei tu mio fratello?
-Fratello?- ribatté quello confuso.
-Sì! Da oggi siamo fratelli!- lo abbracciò mentre Kazuko si guardava intorno spaesato.
-Davvero? Allora significa che sarai la mia famiglia?- una famiglia. Probabilmente l’unica cosa che aveva desiderato era proprio qualcuno su cui contare, qualcuno che lo ascoltasse, qualcuno per cui essere speciale.
-Saremo.- sottolineò Hisayuki. Stava per diventare di nuovo padre, esattamente come avrebbe voluto lei.
-Signor Okamuto…
-Non chiamarmi così. Da adesso in poi, io sono tuo padre.- Kazuko rimase stupefatto. Non avrebbe mai pensato di trovare veramente ciò che desiderava.
-Non fare quella faccia, Nii-san!- i due bambini si abbracciarono, stringendo un legame che mai nessuno avrebbe potuto spezzare.
 
-Ciao, Hisayuki.- lo salutò Urahara.
-Urahara.- rispose lui piatto. L’ex Shinigami aprì il ventaglio e, nonostante fosse inverno, cominciò a sventolarsi.
-Senti, Hisayuki, hai adottato quel bambino, no? Ma lo hai fatto perché tua figlia si è molto affezionata, per dargli una famiglia… oppure perché il suo reiatsu ti ricorda quello di Taiga?- questa domanda lasciò spiazzato il Quincy.
-Forse. Ma se anche fosse, a te cosa importa, Urahara?- riuscì a rispondere con freddezza come sempre nonostante l’evidente stato di confusione.
-Dirò a te quello che ho detto a Tessai e a Jinta: tieni a bada tua figlia, oppure, se il suo potere sarà  incontrollabile, sarò costretto a ucciderla.- le nocche di Hisayuki sbiancarono mentre stringeva forte le dita.
-In quel caso, dovrai prima passare sul mio cadavere. La difenderò fino alla morte e oltre.- rispose, una punta di ira nella voce.
-Lo faresti anche sapendo che tua figlia potrebbe distruggere la Soul Society e questo mondo?- questa volta il Quincy mollò un pugno sul viso di Urahara.
-Io la difenderei anche se fosse maledetta! Anche se tutto il mondo la odiasse! Anche se tutto ciò in cui credo sparisse a causa sua!- urlò, poi si alzò e, sull’uscio, ricominciò a parlare in tono più pacato.
-Urahara… se mi fai questa domanda, dimostri soltanto di non essere né consapevole, né pronto all’amore paterno. Perché i figli… senti di doverli sostenere e aiutare fino alla fine!- detto questo, uscì e Kisuke sentì un grande peso nel cuore. Aveva detto troppe cose sbagliate e il Quincy, colui che considerava un amico, il suo migliore amico, gli aveva voltato le spalle.
-Che devo fare, Benihime?- accarezzò il bastone che rimase inerte, come se anche lei fosse adirata.
  
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