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Autore: Tinkerbell92    12/10/2012    4 recensioni
DA REVISIONARE (CONTENUTI E FORMA)
Prima fanfiction su Percy Jackson, raccontata, come nei libri, in prima persona.
La storia di una semidea particolare, figlia di una dea impensabile, a partire dal suo arrivo al Campo Mezzosangue. Leila, la ragazza, affronterà varie situazioni, anche sentimentali, accompagnata da una custode molto particolare, venendo, però, continuamente ostacolata dalla madre, che vuole a tutti i costi decidere del suo futuro.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Castellan, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nel segno della Luna'
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 La casa numero Otto era ancora più bella di come mi immaginassi, vista dall’interno.
Le pareti erano tutte dipinte in argento, con una tonalità così delicata che era impossibile non restarne affascinati.
Un grande lampadario a forma di mezzaluna era attaccato al soffitto, risaltando di mille riflessi l’arredamento circostante.
Qua e là, si trovavano bellissime sculture di animali selvatici.
Individuai subito la mia preferita: una cerva dai grandi occhi, perfetta nelle sue proporzioni, che si ergeva imponente accanto ad un grande letto, l’unico in tutta la stanza, con le lenzuola color violetto chiaro e con i cuscini abbinati.
Mia madre si sedette dietro una grande scrivania di cristallo, fissandomi con un volto impassibile. Sembrava proprio un manager di banca, in attesa di trattare per un affare con un cliente importante.
Accanto a lei, si sistemò l’unica delle Cacciatrici che era venuta dentro.
Era una ragazza più o meno sui quattordici anni, con i capelli lunghi e neri e la pelle color caramello. I suoi occhi scuri erano leggermente obliqui e, non appena incontrai il suo sguardo, mi sembrò, all’improvviso, che quel volto giovane fosse solo apparenza.
Bastò incontrare i suoi occhi, per leggerci dentro una miriade di esperienze vissute, in modo che la ragazza non sembrasse più così giovane. Capii che doveva essere il capo delle Cacciatrici.
Artemide mi fece cenno di avvicinarmi e sedermi di fronte a lei.
Guardai Maggie, che annuì, così mi sedetti riluttante ed attesi la prossima mossa della dea.
Nonostante si fosse presentata come mia madre, in lei non riuscivo a vedere alcun istinto materno.
Poteva sembrare un’amica, una maestra, un datore di lavoro… ma, di sicuro, non una mamma.
Lei mi studiò per qualche secondo, infine ruppe l’imbarazzante silenzio che si era creato.
- Bene, finalmente ci conosciamo. Ti ho osservata parecchio, in questi quattordici anni, ma ti confesso che più di una volta sono stata tentata di farmi vedere.
- Oh – borbottai – Immagino… hai resistito bene alla tentazione…
Maggie si schiarì la voce, ma Artemide si limitò a fare un lieve sorriso: - Lo che al momento non capisci… ma la decisione non riguardava me. A noi dèi è proibito avere contatti con i nostri figli mezzosangue. Possiamo aiutarvi, ma solo indirettamente. E’ il volere di Zeus.
Sentii Maggie emettere una specie di ringhio. In effetti, Zeus iniziava a piacere poco anche a me.
- Comunque, Leila- continuò la dea – Per quanto riguarda la mia visita… oh, a proposito, posso chiamarti Leila, vero?
Restai a dir poco sconvolta : - Ma perché non dovresti, scusa, è il mio nome!
- Giusto – disse lei, come se nulla fosse – Te l’ho dato io… cioè, io e tuo padre naturalmente. Leila significa “Notte”, quindi, diciamo, che il tuo nome è anche una specie di indizio.-
-Oh, certo! Com’è che non ci ho mai pensato?- borbottai sarcastica.
La ragazza dai capelli neri accanto a mia madre fece un leggero sorriso, mentre la dea restò imperturbabile, non capendo la mia sottile ironia. Non doveva avere un gran senso dell’umorismo.
- Va bene, Leila. Immagino che il mio atteggiamento ti sembri un po’… insolito. Il fatto è che io… come posso dirtelo? Beh, ecco, non era nei miei piani fare la madre, all’inizio- si scostò una ciocca rossa di capelli dal viso – Tuttavia, col tempo iniziai a capire che la mia non era stata una mossa saggia. Atena, infatti, pur essendo casta come me, ha trovato il modo di generare degli eredi, in modo da avere una rappresentanza diretta anche fra i mortali. Non la pensavo allo stesso modo, inizialmente, ma poi mi sono ricreduta.
Accadde tutto quando vidi dei ragazzi cercare di opporsi all’abbattimento di parco naturale, destinato alla costruzione di un parcheggio.
Loro facevano di tutto per fermare la crudeltà di quei rozzi umani distruttori, ma non avevano il potere. Solo il mio intervento riuscì a salvare il parco, ma, mentre io ne salvavo uno, da un’altra parte del mondo, un altro parco veniva raso al suolo.
Pur essendo una dea, con delle valide Cacciatrici a fianco, non posso avere tutto sotto controllo. Mi serviva un aiuto in più.
Atena ha generato dei figli che hanno fatto cose sorprendenti, pur restando vergine. Perché non avrei potuto fare lo stesso?
Così, mi è venuta l’idea di avere qualcuno che mi rappresentasse sulla Terra, un mezzosangue con i miei poteri straordinari. –
Bloccò per un attimo il suo racconto, studiando la mia espressione.
Non aveva smesso un secondo di fissarmi come se fossi un’opera da museo. E la cosa mi inquietava.
- Comunque, questa non è che una semplice verità sulla tua nascita- riprese, senza togliermi gli occhi di dosso – Immagino che vorrai sapere altro.
- In effetti, sì- risposi cercando di mascherare il mio disagio – Insomma, se sei una dea vergine… un’accanita femminista che detesta gli uomini… com’è che io sono qui ed ho pure un padre?
Artemide abbassò per un secondo lo sguardo, come se si fosse persa nei propri pensieri.
Ma si riprese all’istante: - Tuo padre… beh, è vero che io disprezzo gli uomini… non per niente, la fascia d’età delle mie Cacciatrici è così bassa perché comprende  il periodo in cui non sono attratte del genere maschile. Ma vedi, James era così… diverso.
Lo conobbi quando era solo un ragazzo, ma mi colpì subito, perché aveva una sensibilità ed un amore per la Natura tali che non potei fare a meno di notarlo.
Si innamorò di me. Ed io decisi che lui sarebbe stato l’uomo ideale per crescere l’erede che gli avrei lasciato.
Gli parlai della mia intenzione e lui accettò immediatamente, anche se aveva soltanto vent’anni.
Naturalmente, non ti abbiamo generata in modo naturale: abbiamo chiesto l’aiuto ad Ecate, dea della Magia per il concepimento. E’ scontato dire che sapevo già che saresti stata femmina.
 Insomma, quando nascesti, dovetti subito affidarti a lui e ripartire con le mie Cacciatrici.
Da quel momento, però, ti osservai a lungo da lontano. E devo dire che mi hai resa orgogliosa: non hai mai avuto un fidanzato ed hai fatto amicizia solo con Maggie… ottima scelta, Leila.-
A quest’ultima affermazione mi sentii avvampare: passi per le amicizie, ma cosa serviva tirare fuori il fatto che non avessi mai avuto un ragazzo?
La ragazza con i capelli neri, che non aveva ancora parlato, si chinò leggermente per parlare con mi madre: - Mia signora, ho timore che codeste affermazioni mettano a disagio la fanciulla…-
Artemide assunse un’espressione sorpresa, anche se più intelligente di quella che feci io dopo aver sentito come parlava la Cacciatrice.
- Oh! In questo caso, partirò subito con la proposta.
- Proposta?- mi allarmai – Che proposta?-
Mi girai a guardare Maggie, che mi fece cenno di ascoltare.
Artemide mi sorrise lievemente, forse sforzandosi parecchio: - Sì, cara Leila. Vedi, se ti ho riconosciuta subito c’è una ragione ben precisa: dovrai passare un po’ di tempo qui, per abituarti al nostro mondo che, fino a ieri ti era sconosciuto. E’ stata Atena a consigliarmelo.
Perciò, lascerò che Chirone ti insegni qualcosa, e, quando ti riterrò pronta, tornerò a prenderti.
E, a quel punto, dovrai darmi una risposta.-
- Una risposta a cosa?- domandai, iniziando a spazientirmi.
Artemide si appoggiò con il mento alle mani: - Una risposta a quello che ti proporrò.
Il mio progetto per te è il seguente: verrò a prenderti quando sarai pronta per affiancare Zoe al comando delle Cacciatrici.-
Spalancai gli occhi per lo stupore, mentre Artemide continuò: - Avere la mia unica figlia al comando delle mie seguaci sarebbe una gran bella cosa. Immagina un po’: resteresti sempre giovane, gireresti il mondo e potresti vedere tuo padre molto spesso. E potremmo recuperare gli anni che abbiamo perso in modo legale, senza che Zeus ci rompa le scatole-
Zoe, la giovane Cacciatrice, fece un mezzo passo avanti verso di me e si portò il pungo chiuso sul cuore, chinando leggermente la testa: - Io, Zoe Nightshade, sarei onorata di combattere al tuo fianco.  
- Ehm… anch’io- balbettai piuttosto imbarazzata.
Volevo voltarmi verso Maggie e mimarle con le labbra la parola “Aiutami”, ma Artemide mi prese per mano: - Non posso obbligarti. Ma ci terrei davvero. Per me sarebbe un grande onore. E’ lo scopo per cui ti ho messa al mondo!
La sua mano sulla mia non mi diede il calore che avrei sperato. Ed il suo discorso non mi piacque neanche un po’: possibile che per lei fossi solo un investimento?
Stavo per declinare l’offerta, ma Artemide mi spiazzò, diventando all’improvviso più dolce.
- Se tu restassi qui, vedresti tuo padre molto poco. E, quando tornerai a casa, lui sarebbe sempre in pericolo. Se, invece, diventerai una Cacciatrice, questo non succederà! Avresti il mio appoggio ovunque andrai, nessun mostro oserà attaccarvi.  E poi anche Maggie potrà venire con noi!
Mi piacciono i lupi e, in più, lei ha dimostrato di essere all’altezza del compito che le è stato affidato. Credimi, sareste due Cacciatrici davvero eccezionali.-
Uno strano luccichio brillò negli occhi della mia amica, facendomi realizzare che quello poteva essere il sogno della sua vita.
E poi, il fatto di poter vedere papà senza problemi…
Okay, forse Artemide non era il massimo come mamma, ma, magari, col tempo si sarebbe  abituata.
E la Cacciatrice di nome Zoe mi sembrava una brava persona.
Fissai mia madre negli occhi e risposi: - E va bene. Ti aspetterò fino a quando lo riterrai giusto. Poi, mi unirò a te.
Un sorriso si dipinse sul volto della dea: - E’ una gioia per me sentirlo. Ma non devi darmi subito una risposta: ti darò del tempo per rifletterci e, quando tornerò, solo allora potrai darmi la conferma. Intanto- disse, tirando fuori dal nulla un piccolo amuleto bianco con sopra disegnata una mezzaluna d’argento –ti dono questo piccolo pegno, per ricordarti il tuo ruolo. E’ il Pegno della Luna.-
Lo presi senza esitare e lo strinsi tra le mani: - Lo accetto volentieri. 
Zoe Nightshade mi sorrise, poi si rivolse a mia madre: - Mia signora, temo sia ora di partire. Il sole volge al tramonto e siamo attese altrove. Il sentiero innanzi a noi è assai lungo e insidioso.
Artemide si alzò annuendo: - Hai ragione, Zoe, dobbiamo affrettarci. Bene, è stato un piacere, Leila. Mi accompagneresti fuori? Voglio che il messaggio sia chiaro a tutti: tu sei mia figlia ed, un giorno, sarai anche la mia luogotenente. Il Campo intero deve sapere chi sei e quanto vali, soprattutto quegli insulsi maschietti.-
Prima che potessi dire qualcosa, Artemide mi mise una mano sulla spalla e mi costrinse a camminare con lei.
Fu piuttosto imbarazzante quando uscimmo: c’erano ancora tutti i miei compagni e Chirone, che mi fissavano come fossi un’aliena, ed io non sopportai l’idea di avere tutti quegli sguardi addosso.
Ma non osai protestare.
Le Cacciatrici si disposero ordinatamente su due file, lasciando uno spazio in mezzo perché potessimo passare.
Artemide mi condusse da Chirone e, mentre tenevo la testa bassa, imbarazzata più che mai, sentii che gli parlava brevemente del nostro accordo: - Ti darò al massimo quattro anni per addestrarla. Poi, se vorrà, si unirà a noi. Non importa se avrà già diciotto anni, mia figlia non mi deluderà.
Il centauro annuì, mentre mia madre diede l’ordine alle Cacciatrici di partire.
Zoe Nightshade si inchinò davanti a me e mi sorrise: - E’ stato un piacere. Attenderò con ansia il dì in cui i nostri sentieri si uniranno. Antìo, figlia di Artemide!-
- Ehm… sì, antìo.- le risposi, capendo che mi stava dicendo “Arrivederci”.
Zoe fece una leggera riverenza, poi si voltò, ponendosi a capo della fila delle Cacciatrici.
Artemide mi mise una mano sulla spalla e, chinandosi verso di me, mi sussurrò in un orecchio :- Ti osserverò a lungo e, se avrai bisogno di me, ti darò il mio aiuto nei limiti del possibile.
Stai lontana dai maschi. Portano solo guai e sofferenza. Non ne vale la pena.
Allenati più che puoi, fino al mio ritorno. So che farai la scelta giusta.
Si alzò, sorridendo a Maggie: - Grazie ancora. Continua pure il tuo lavoro di Custode, e pensa al giorno in cui ti unirai a me. Arrivederci, Margaret.
- Arrivederci, mia signora – balbettò impacciata Maggie, inchinandosi.
Sentii i vari mormorii della folla, mentre Chirone continuava a fissare mia madre un po’ incredulo.
Artemide si voltò verso le sue Cacciatrici già in marcia e, prima di partire, mi fissò con un sorriso abbastanza benevolo: - Arrivederci, Leila.
- Arrivederci… madre- le risposi, sentendo, per la prima volta, che strano effetto facesse dire quella parola.
Lei fece una leggera piroetta e raggiunse di corsa il suo gruppo di Cacciatrici.
Non so come, ma, in un attimo, sparirono.
Chirone mi si avvicinò, un po’ incerto su cosa dire.
Sentii un ragazzo di Ermes sussurrare qualcosa a Luke:- La figlia di Artemide? Che razza di sfortuna…
Per un secondo, mi girai, vedendo che Luke mi guardava con una strana espressione.
Ma, prima che potesse dire qualcosa, Chirone si schiarì la voce: -Ebbene, avete una nuova compagna determinata. Congratuliamoci con lei.-
Fece un piccolo inchinò, imitato dagli altri, mentre io non potei fare a meno di avvampare per la vergogna, rigirandomi nervosamente tra le mani il dono di mia madre.
-Ave, Leila Swift, figlia di Artemide!
 
  
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