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Autore: Alias    24/04/2007    2 recensioni
Mi chiamo Martina e ho appena compiuto 16 anni... ho scritto questa fanfic tempo fa, quando in Italia era appena cominciata la seconda stagione di Veronica Mars. L'idea iniziale era di farla di un unico capitolo molto lungo, ossia il primo che posterò qui, ma poi mi sono fatta prendere la mano e ho continuato scrivendo altri capitoli. E' la prima Fanfic che scrivo, non sono molto brava, insomma, non credo che sia proprio un capolavoro, anzi! Mi è stato difficile trovare una collocazione temporale alla mia ff... Dovrebbe trovarsi circa in mezzo alle due stagioni, o meglio, anche in mezzo alla seconda stagione, ma con qualche modifica, e la situazione più o meno è questa: Logan e Veronica si sono lasciati, e tra loro è finita. Ogni volta che si vedono, ancora prima di salutarsi sfoggiano il loro corredo di battutine acide all’altro. Entrambi stanno cercando di andare avanti, e di non voltarsi più verso il passato. Tra Duncan e Veronica non è mai ricominciata, e, per quanto possa sembrare strano agli occhi di tutti, i due sono diventati ‘amici’. Duncan ha capito che l’amore per Veronica era solo un ricordo, e che il suo futuro sarebbe stato uno solo: Meg. Il Bus Crash non è mai avvenuto. Le frasi contenuta tra trattini (Esempio: - Sono Veronica- ) rappresentano i suoi voiceover, come quelli del telefilm.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aaron Echolls, Altro Personaggio, Logan Echolls, Veronica Mars
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Veronica torna a casa

Veronica torna a casa. Si sente bene, rilassata, serena, tranquilla, luminosa. Non ha pensieri. Non ha preoccupazioni. E’ felice.

Quando svolta l’angolo, la sua bocca si dipinge di un bellissimo sorriso. La sua macchina era parcheggiata di fronte a casa sua. Scende.

Veronica: Sono a casaaa…

Keith: Tesoro! Come mai così in ritardo? Cominciavo a preoccuparmi…

Dicendo questo le si avvicina. La bacia sulla testa. Non riesce a immaginare che se non fosse stato per il ragazzo che lui stesso aveva buttato fuori da casa sua, ora sarebbe a piangere su una tomba con inciso il nome della figlia.

Veronica: Oh, ma io so badare a mè stessa!!! Sono una Mars!

Dicendo questo mima decisi gesti di pugilato misti a tentativi di mosse di karate.

Keith: Veronica, sto parlando seriamente. Se non ci fosse stato Logan, ora…

Veronica torna seria. Si abbracciano. Già. Se non ci fosse stato Logan.

Anche lei ci aveva pensato. Ma solo per un istante. Perché Logan l’aveva salvata. Punto.

Keith: Andiamo, donna! Da quando in qua questa casa si è trasformata in un teatro?

Veronica: Da quando hai iniziato a preoccuparti troppo per me? Anzi, no in questo modo è come se dicessi che lo è da sempre…

Keith: … Veronica, io…

Veronica: Comunque, come hai fatto per farti restituire la mia macchina così presto?

Keith: Tesoro, sono un Mars, per molti è impossibile dirmi di no.

Improvvisamente Keith guarda in faccia Veronica. Tutto d’un tratto assume uno sguardo sorpreso.

Nello stesso istante, di conseguenza, Veronica ne assume uno perplesso.

Keith: Che ti è successo stamattina? Sembri diversa…

Veronica: Oh, si! La matricola mi ha dato la merenda di sua spontanea volontà!

Keith: … Hai un’espressione felice.

Ok, ora capisco perché mio padre è considerato uno dei migliori detective. Lo so che per i genitori è facile capire lo stato d’animo dei figli, ma un padre qualunque non credo si sarebbe sognato di dire alla figlia che sembra felice, soprattutto visto il fatto che il giorno prima aveva rischiato la vita.

Keith: Allora?

Veronica: …. Beh, papà, prima hai detto una cosa…

Keith la ascolta con interesse.

Veronica: Hai detto “se non ci fosse stato Logan”…

Oddio, Veronica, che stai facendo!!! Ma ti rendi conto? Cosa vuoi fare? Dire a tuo padre che hai ripreso a frequentare Logan?Cavoli, devo essere impazzita…Da quando in qua non penso più a quello che faccio e dico?

E se ci avesse pensato un secondo di più, si sarebbe resa conto che è dal giorno prima. Ma Keith aspetta curioso e impaziente la fine della frase, ormai Veronica si è imbattuta in quella dichiarazione, uscirne sarebbe stato impossibile, forse era meglio semplicemente stare sul vago...

Veronica: Beh, diciamo che se non ci fosse stato Logan, ora non sarei così felice.

Keith: Stai tentando di dirmi che avete ripreso a frequentarvi?

Veronica: Io non…

Keith: Tu non riesci a nascondermi niente.

Veronica lo guarda stupita.

Keith: Io lo sapevo già. Ieri sera io…

Veronica: Deformazione professionale. Guardi troppo anche quando non dovresti.

Keith: Veronica, io non mi fido di quel ragazzo. Ma sembra che tu non possa farne a meno. A volte anche il mio istinto può sbagliare.

Veronica: E l’allievo può superare il maestro?

Keith annuisce.

E Veronica vorrebbe dirlo a suo padre. Non capisce cosa la blocca. Forse, ha ancora dei dubbi. Ci pensa un attimo. No. Non ne ha.

Veronica: Io mi fido di lui.

 

Poco dopo. Veronica sta apprezzando la bellezza del dolce-far-niente quando viene chiamata da suo padre, che la mette al corrente del fatto che Lamb la vuole vedere.

Sapere quello che mi aspetta non mi lusinga affatto. Qui a Neptune, se ti succede qualcosa di brutto puoi stare certo che non è quello il problema. E che sarà peggio. La vera disgrazia sarà l’interrogatorio dello sceriffo Lamb.

 

Ufficio dello sceriffo.

Veronica è seduta al tavolo. Lamb è di fronte a lei.

Veronica: Allora, mi dici perché sono qui o aspetto che me lo trasmetti telepaticamente? No, perché sai, non credo ci capiremmo, siamo in una lunghezza d’onda troppo…

Lamb: Diversa?

Veronica: Esatto! Naturalmente mi riferivo ala differenza di intelligenza. Allora, che vuoi?

Lamb: Di certo non è una visita di piacere. Devo farti delle domande.

Veronica: Oh, sceriffo, gliel’ho già detto! Al ballo di fine anno non ci posso proprio venire con lei…

Lamb prende fiato per rispondere, ma Veronica lo precede.

Veronica: Certo, se ti tenessi il tuo bel vestitino che ti dona così tanto, forse potrei farci un pensierino.

Lamb: Veronica, non ho voglia di perdere tempo, ha delle faccende da sbrig…

Veronica: Davvero? Non vuoi perdere tempo? Strano… Pensavo fosse il tuo lavoro… Evidentemente mi sbagliavo, è semplicemente la cosa che sai fare meglio.

Passano il resto del tempo in un interrogatorio quantomeno discutibile, che poi diventa più serio quando Veronica capisce la realtà: in ogni caso Logan aveva ucciso un uomo.

E c’erano dei punti che non le erano chiari, la pistola di Logan, perché lui era tornato nella suite, e altri particolari. Fino a quel momento non ci aveva pensato. O forse, semplicemente non ci aveva voluto pensare. E le domande di Lamb, per quanto rivolte quel suo tono stupido da finto intellettuale e quella sua faccia da idiozia fatta persona, la facevano riflettere.

Chi era quell’uomo? E le parole che la aveva rivolto… Missione compiuta, aveva detto. Cosa voleva dire?

Descrive più o meno tutto allo sceriffo, che la fissa con una strana espressione.

Veronica: Che c’è, sceriffo? Vado troppo veloce? Mi ero dimenticata che quando parlo con lei devo essere chiara e concisa, altrimenti non afferra.

Alla fine, dopo che Veronica aveva finito di dare la sua deposizione,

Lamb: Quindi, se Logan Echolls non l’avesse ucciso…

Veronica: Questo interrogatorio avrebbe avuto luogo in obitorio.

Lamb: Quindi è stata legittima difesa.

Veronica viene presa da un improvviso sgomento. Riflette su quelle parole. Non ci crede. Non è possibile. Lamb ha detto qualcosa di sensato.

 

Torna a casa. Dopotutto, non è stato così terribile. Di certo, aveva immaginato peggio, ma sapeva che quelle rappresentavano solo le prime domande di Lamb, avrebbe dovuto fargliele la sera prima, ma aveva posticipato.

Keith: Allora? Come è andata? Tutto bene? Come ti senti?

Veronica: Papà… Non sono mica andata a cena con Jack lo squartatore…

Keith: No, hai subito un interrogatorio con Lamb.

Veronica: Non potrebbe recarmi alcun danno, né fisico, né mentale. E poi l’unico ad avere problemi è lui. Il massimo che potrebbe fare è chiamare Sachs… chissà, magari in due… No no, mi farebbe più paura una mosca.

Keith: Comunque c’è una sorpresa per te in camera tua.

Veronica: Siiiiii! Finalmente! E’ un pony, vero???

 

Non fa in tempo a rispondere, che Veronica si è già fiondata nell’altra stanza. Appena supera la soglia, vede un ragazzo nella sua camera. E’di spalle, ma non ha bisogno che si giri per capire chi è.

Veronica: Ehi…

Logan si gira. E lei non può fare a meno di notare il suo viso pallido e l’espressione di sgomento dipinta sulla sua faccia. Non aveva più il suo solito muso da schiaffi. Sembrava un agnellino terrorizzato.

Veronica: Logan, che cosa è successo? Che hai? Ti senti bene?

Logan: Tranquilla… Sono solo un po’ scosso.

Veronica: E’ successo qualcosa?

Logan: Ho ricevuto una strana telefonata. Mi diceva di stare attento, perché loro volevano te, ma con quello che ho fatto ormai c’ero dentro anche io.

Veronica: Ma sei sicuro che…. Cioè, insomma, forse sei solo un po’ stressato dagli ultimi giorni…

Logan: No! Non sono pazzo! Forse non potrai capire nemmeno tu!

Veronica: Capire cosa?

Logan: Veronica, al telefono era mia madre.

 

  
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