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Autore: Vex91    25/04/2007    1 recensioni
Ormai anche gli uomini usano le magie, vivono immersi nella tecnologia, forti delle proprie armi. Ma tempo fa...studi, ricerche, sofferenze. Ci furono tempi in cui la caccia alle streghe era il lavoro più importante del mondo. Ed è così che il Fantasma incontrò la Strega. Se ne innamorò. La avviò sulla strada della morte... (AVVERTENZE: come pg non c'è Artemisia, serviva tuttavia un personaggio e ho scelto quello che più si avvicinava alla strega..:P) {l'ambientazione è quella di Final Fantasy VIII, ma ci sono solo piccoli accenni a elementi del gioco. La storia nasce per un concorso, a cui poi non si è presentata; è lineare e abbastanza breve...leggete numerosi!!! ;p }
Genere: Romantico, Malinconico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Artemisia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anche stavolta nessuno ha parlato

Anche stavolta nessuno ha parlato. Vorrei poterlo fare essendo invisibile, anzi, vorrei non farlo. Stasera almeno c’era un diversivo: ho percepito un’aura di curiosità che lo ammetto, mi era nuova. Chissà perché, Hyne.

La Suprema sospirò, affranta. Ormai parlava direttamente al grande Hyne: era impazzita. Era arrivata ai margini della foresta. Vi si addentrò, al buio. Neanche la luna splendeva, quella sera. La giovane donna battè le mani, e la zona intorno a lei si illuminò all’improvviso. Iniziò a camminare, i suoi calzari argentati sembravano sfiorare la neve soffice caduta qualche ora prima. Non sentiva freddo, e l’unica cosa a farle compagnia erano i rumori della foresta. Rumori e suoni confortanti…

Si fermò sotto un albero secolare. Poi, controllando inutilmente che non ci fosse nessuno, scostò delicatamente il velo dal viso.

L’aria fresca della notte la accarezzò dolcemente, dandole un senso di felicità e pace che sentiva necessario.

Si diresse alle spalle dell’albero: un lago immenso, tetro, quasi raccapricciante, venne all’improvviso illuminato dalla magia della Suprema. Il paesaggio cambiò all’istante, trasmettendole un incredibile senso di pace. La luce emanata dalle sue mani le permetteva addirittura di specchiarsi sulla superficie ghiacciata del lago. La Suprema fece un sorriso mesto, e si inginocchiò presso la sponda più vicina, scostando i giunchi che crescevano a riva e chinandosi sulle acque ghiacciate. I riccioli neri le ricaddero scompostamente sul viso, mentre si perdeva nei suoi pensieri. Chissà chi era stato a dire che il suo sguardo uccideva. Forse, era il colore vitreo dei suoi occhi a spaventare tanto le persone: occhi così azzurri da sembrare trasparenti…non ricordava nemmeno quando fosse stata obbligata a indossare quel maledetto velo. Mise una mano sul ghiaccio. La sentì scivolare avanti, per logica della natura, ma non ne avvertì il gelo.

Non c’è niente che vada bene, in me.

La Suprema si irrigidì all’improvviso. L’istinto le suggeriva di stare in guardia…c’era qualcuno. Si voltò, ancora inginocchiata. No. Probabilmente era solo una tigre delle nevi…

Le nevi, tornò a pensare, le aveva portate lei. Si rialzò con cautela, per non scivolare, e spinta da un desiderio improvviso s’incamminò sulla superficie ghiacciata, con un sorriso. Era impazzita, lo sapeva. Non aveva senso ridere del suo dolore…

 

“Cosa diavolo sta facendo?” sussurrò Rek, nascosto dietro un albero mentre osservava la Strega. L’aveva seguita, silenziosamente, e aveva aspettato che lei facesse luce. Ora si era tolta il velo, e si incamminava verso il lago ghiacciato. Peccato non riuscire a vederla in faccia…

All’improvviso lei si voltò, e Rek temette seriamente di essere stato scoperto. Per sicurezza, calò maggiormente il cappuccio sul volto, e rimase in attesa, con tutto il suo sangue freddo. Ma la Suprema non venne: forse non l’aveva visto.

Il giovane si riaffacciò con più cautela, e stavolta vide che la Suprema si era rialzata e si era messa a camminare sull’immensa lastra ghiacciata…

“Deve stare attenta. Anche se il lago è ghiacciato, nessuno le assicura che sia abbastanza solido” Rek, preoccupato, continuò ad osservare la Suprema. Avvertì un senso improvviso di tranquillità quando lei iniziò a ridere.

La sua risata riecheggiava per tutta la zona, che da silenziosa e tetra che era, sembrò rallegrarsi insieme alla Strega. Era una risata vivace, spensierata. Rek sorrise inconsciamente.

Il suo sorriso però sparì all’istante, sentendo la risata trasformarsi in un urlo di terrore.

 

Il Kwaul aveva aspettato, come fanno tutte le tigri quando individuano la preda. E appena aveva sentito la voce della preda le era saltato addosso.

La Suprema aveva urlato, terrorizzata: gli animali non le facevano mai niente, e anzi le erano amici. Perché all’improvviso si ritrovava intrappolata sotto le zampe di una tigre famelica?

“AIUTO!” gridò, ben conscia che nessuno l’avrebbe sentita. Nonostante il terrore, avrebbe dovuto combattere da sola…ma aveva paura! E poi, aveva avvertito un rumore sordo che non era riuscita ad analizzare con la dovuta pazienza…

Il Kwaul le ruggì in faccia prima di alzare una zampa per dilaniarle le carni, ma lei riuscì incredibilmente a scostarsi abbastanza da non morirci sul colpo. Sentì un bruciore immenso sul viso, e capì che l’aveva graffiata, ma non mortalmente. Comunque, alcune gocce del suo sangue iniziarono a bagnare la superficie del lago.

Quella visione le fece scoppiare qualcosa dentro…qualcosa che bruciava…rabbia, dolore represso…

“SPARISCI!!” urlò rabbiosa, lanciando inconsciamente un incantesimo. Potente, troppo potente. Il Sancta che aveva appena evocato aveva messo fuori uso la tigre, ma…

 

Quando aveva visto il Kwaul sottomettere la ragazza, Rek non si curò più del fatto che il cappuccio si fosse abbassato, e si era messo a correre verso la Suprema, il gunblade già sguainato. Mentre correva, pensava furiosamente ad un modo per arrivare alla strega senza scivolare sul ghiaccio…non trovò altro modo se non puntellarsi con la spada. Slittò sulla superficie gelata una, due, tre volte in pochi secondi…

“AIUTO!” sentì gridare, e cadde, per poi rialzarsi e continuare a correre.

Ma all’improvviso vide con terrore che la tigre aveva tirato fuori gli artigli contro la Strega, e l’aveva ferita. Fu allora che risentì la voce della donna strillare “SPARISCI!”. Non riuscì a capire bene cosa successe negli attimi seguenti. Una luce abbagliante lo fece cadere nuovamente sul ghiaccio, mentre sentiva il ruggito del Kwaul e un rumore sordo.

Lo aveva temuto e ora…

La tigre e la donna erano caduti in acqua. La lastra di ghiaccio non aveva retto, e si era spezzata…il rumore sordo di prima era l’avviso delle crepe che iniziavano a formarsi…

Vide la Strega agitarsi per riuscire a risalire, e poi fermarsi all’improvviso. Rek si precipitò su di lei, “rotolando” sul ghiaccio e arrivando nei pressi della fenditura. Doveva per forza tuffarsi, sperando poi di non rimanerci secco, come era successo al Kwaul, che già galleggiava sull’acqua, privo di vita.

Rek lasciò il gunblade e si tuffò. L’acqua era a dir poco gelida, ma non gli importavano le sue condizioni. La Strega era molto più importante…non si muoveva più…

Non capì bene come era riuscito, cinque minuti dopo, a riportare sul ghiaccio la donna e sé stesso senza morire entrambi. Rek aveva il fiatone, e oltre al gelo che gli era arrivato nelle ossa e all’impossibilità di muoversi a causa del freddo, non poteva lamentarsi di niente. La Strega invece aveva gli occhi chiusi, perciò Rek pensò subito al peggio. Il polso non rispondeva, ma non si fece prendere dal panico. Chiuse gli occhi, tappò il naso alla donna e poggiò le labbra su quelle della Strega, in fretta. Si rialzò e iniziò a premerle il petto all’altezza del cuore, finchè quella non riaprì gli occhi, a dire il vero troppo in fretta perché la respirazione bocca a bocca avesse potuto avere effetto.

Appena Rek incrociò lo sguardo con gli occhi vitrei e spalancati della Strega, si ricordò del cappuccio.

 

Hyne!

Non mi ricordo niente di quello che è successo…so di essere incosciente, però è una sensazione strana. Nel senso che potrei svegliarmi quando voglio, ma è così piacevole restare qui, sospesi in questa specie di…limbo…

Non so in che modo sia riuscita a uscire dall’acqua…e neanche cosa sia questa sensazione di tepore che sento sulle labbra…

All’improvviso avverto un colpo al petto, e spalanco gli occhi, furiosa. E mi ritrovo davanti una persona…

 

Rek sgranò gli occhi, ricordandosi che aveva il cappuccio abbassato, ma non provò nemmeno a rialzarlo. Era troppo tardi, ormai il danno era fatto. La Strega avrebbe ricordato il suo volto per sempre.

“Stai bene?” chiese, cercando di capire le sue condizioni fisiche. Ma la Strega sembrava shockata. Non parlava, e lo fissava a bocca aperta.

Lei non aveva mai visto una persona del genere: i suoi capelli erano bianchi e lunghi, raccolti sulle spalle in una coda sottile, e le sue iridi erano rosse come il fuoco. Sembrava un angelo delle nevi, di quelli che vedi prima di morire…

Sono morta?

“Allora?” ripetè Rek, preoccupato. Lei per tutta risposta si alzò a sedere, silenziosamente, e posò una delle mani bianche sulle labbra, e poi sul viso, che era segnato dalla ferita che continuava a sanguinare copiosamente. Guardò la mano: rossa, piena di sangue. Eppure non sentiva dolore.

“Un kwaul…mi hai salvata…” mormorò, ancora troppo sconvolta, cercando di fare il punto della situazione. Si guardò intorno. La tigre era ormai morta, era ovvio. A terra era poggiata una strana spada, che le parve diversa da quelle dei cacciatori. Lo guardò di nuovo, e per quanto lo trovasse straordinario, sentì un vago senso di rabbia.

Mi ha salvata…non so se esserne triste o felice.

“Dovere.” rispose secco Rek, mentre seguiva la traiettoria dello sguardo della giovane. Si alzò, riprese il gunblade e si avvicinò al Kwaul. Fu solo quando Rek alzò l’arma che la Strega serrò gli occhi, disgustata. Un rumore sordo la avvisava che l’uomo aveva appena preso l’oggetto custodito dall’animale.

“Puoi riaprire gli occhi. Pietra Lunare” disse semplicemente, “ora spostiamoci da qui, siamo ancora in pericolo. Ce la fai a camminare?”

Lei annuì, buia in volto, e iniziò ad avviarsi. Buffo che quello che avesse problemi a camminare fosse proprio lui, ma era troppo orgoglioso per lamentarsi.

Arrivarono sotto l’albero, illuminati dalla luce emanata dalla magia. Lei raccolse silenziosamente il velo, già ripresasi dal bagno notturno, e lo legò alle tempie, nascondendosi alla vista.

“Non avresti dovuto salvarmi” mormorò rabbiosa, accendendo un fuoco per l’uomo, che potè riscaldarsi. Mentre si sedeva, continuò a scrutare lo strano giovane.

“Chi sei, straniero?” aggiunse stancamente. Guardava interessata la spada abbandonata vicino a lui, e in particolare il suo abbigliamento strano.

Rek di Centra.” Lui avvicinò le mani al fuoco, rabbrividendo, e avvertendo lo sguardo della donna. L’aveva già studiata abbastanza per poterla giudicare senza fare domande. Per questo non le chiese neanche il nome: credeva fosse scontato che la conoscesse. Si ricordò che forse avrebbe dovuto darle del Lei…meglio di no.

Tieni, Rek di Centra. Il tuo mantello è fradicio.” Mosse la mano, e il mantello rosso tornò asciutto, così Rek potè stare più caldo. Ma non rialzò il cappuccio, anzi, incrociò gli occhi rossi con lo sguardo diamantino della donna.

“Potresti almeno ringraziarmi, la vita non va buttata così.

La Suprema ascoltò ad occhi sgranati. Ma che ne sapeva, questo straniero, della sua situazione? Come…Poi decise di tacere. Non era da tutti rischiare la vita per salvare qualcun altro.

“Come mai hai i capelli bianchi?” chiese lei all’improvviso, in modo piuttosto invadente e infantile. Lui alzò lo sguardo, stupito da come si potesse cambiare discorso tanto facilmente, e sorrise mestamente: “Sono vecchio.

Lei accennò ad un sorriso poco convinto in risposta, e lui aggiunse: “Ci sono nato. E tu perché hai gli occhi di vetro?”

La domanda spiazzò la Suprema. Nessuno le si era mai rivolto in modo tanto aperto, dandole addirittura del tu e facendo ironia. Evidentemente, lui non sapeva chi era. C’era da aspettarselo, veniva da fuori. Ma nessuno gli aveva raccontato della Strega? Non si era chiesto il motivo del suo abbigliamento? E il velo?

“Sono azzurro chiaro. E sono capaci di uccidere le persone, almeno a quanto si dice. Per questo porto il velo.”

“Capisco…” disse Rek, trattenendo un sorriso. La Strega lo notò:

“Ti prendi gioco di me?”

E tu di me?” Ripetè a tono lui, mentre si riscaldava al fuoco.

“No.”

“Bene. Allora togliti il velo.”

 

 

.-*-._.-*-._.-*-._

 

E ora…

Ringrazio vivamente Antonel Heartilly, che ha recensito: mi ha fatto davvero piacere sapere di essere riuscita a farmi apprezzare anche solo da una persona! Quindi…mi raccomando, continua a seguirmi, e a farmi sapere cosa ne pensi!!!! Il tuo sostegno mi sarà di grande aiuto…^_^

 

Al prossimo chap! Sperando che anche altre persone si fermino a leggere e a lasciare un’opinione, bella o brutta! A presto!!

 

 

 

 

 

 

  
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