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Autore: weasleywalrus93    14/10/2012    5 recensioni
Cosa può succedere se la Liverpool del 1958 e la Liverpool a noi contemporanea venissero a contatto tramite due ragazzi? Di uno il mondo conosce il suo nome, la sua vita e i suoi ideali. Dell'altra invece il mondo non fa nemmeno caso, mettendola in disparte e oscurando ciò che potrebbe offrire al mondo. Ma dall'esterno non si può sapere quanto una persona, anche la più famosa, può venire influenzata da qualcuno che il mondo nemmeno vede.
(mia primissima FF... mi sono letteralmente buttata a scrivere)
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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And now my life has changed in oh so many ways
 My independence seems to vanish in the haze
 But every now and then I feel so insecure
 I know that I just need you like I've never done before
 
Help me if you can, I'm feeling down
And I do appreciate you being round
Help me get my feet back on the ground
Won't you please, please help me
{Help}
 
Liverpool, 31 Agosto 1958/2012.
 
L'ansia mi stava consumando. Facevo avanti e indietro sempre nello stesso punto. Avrei finito con consumare del tutto il vecchio pavimento. Guardavo nervosamente fuori, l'orologio e le mie scarpe che non si fermavano mai. Era sempre la. Per una volta che avevo bisogno di lei spariva?
 
Ultimo giorno di libertà prima di ritornare in quella prigione chiamata comunemente scuola. Aveva ricominciato a piovere a Liverpool. E quando mai a Liverpool non si stava poco più di due giorni senza che piovesse? Entrai nel piccolo negozio di Jim abbassando il cappuccio del giubbotto. Rimasi li dov'ero. Una figura alta e con i capelli biondicci camminava nervosamente avanti e indietro.
 
-Finalmente. Quanto ci hai messo?-
 
-Avevamo un appuntamento?-
 
-Ti devo parlare-
 
-Devo preoccuparmi?-
 
-Stasera suoniamo in un posto-
 
Rimase per un attimo impassibile. Subito dopo mi buttò le braccia al collo ridendo.
 
-Davvero? Ma perchè non me l'hai detto prima?-
 
Ero felice per lui. Sapevo che lo aspettava da tanto questo momento. Accennò un sorrisetto di circostanza e tornò subito serio.
 
-L'abbiamo saputo stamattina-
 
-E' fantastico!-
 
-Già...-
 
-Non mi sembri granchè allegro... Mi aspettavo cominciassi a ballare, saltare, rompermi i piedi, fare il moonwalk...-
 
-Il... CHE?-
 
-Lascia perdere... Mi aspettavo fossi una bomba a orologeria... invece sembra che ti è appena morto il cane...-
 
-No no sono contento...-
 
Mi portai una mano dietro la testa. Era difficile. E se diceva no?
"Provaci Lennon! Non hai nulla da perdere!"
Provare non costa nulla.
 
-Solo mi chiedevo...-
 
-Cosa?-
 
Era nervoso. Si vedeva da lontano. Solo non riuscivo a comprendere il motivo.
 
-Verresticonme?Persentircicosìcimifaidaportafortuna?-
 
Mi uscii tutto troppo velocemente. Non sapevo come avevo trovato il coraggio di dirlo. L'avevo detto. L'unica pecca era che non aveva capito una parola.
 
-Prendi fiato Lennon-
 
-Si... Scusa...-
 
-Non c'è bisogno di scusarsi-
 
-Verresti a sentirci suonare? E' la nostra prima esibizione in un luogo dove non ci sono bambini e gente che ci conoscono e ti vorrei accanto... Come un portafortuna-
 
Persi un battito. Mi voleva con lui alla sua prima esibizione?
 
-Si... Perchè no?-
 
Sentii il peso all'altezza del petto svanire immediatamente. Spontaneamente le rivolsi un gran sorriso, che ricambiò subito.
 
-Allora... Dove suonate?-
 
-Al Jacaranda-
 
-Fantastico! Quando?-
 
-Fra 10 minuti!-
 
-Stai scherzando vero?-
 
-Hai cambiato idea?-
 
-Fuori sta diluviando! E domani dovrei tornare a scuola!-
 
-Resta qui allora!-
 
Mi diede uno spintone sulla spalla passando oltre. Mi resi conto di aver sbagliato. Chiusi gli occhi.
 
-Lennon-
 
-Lasciami in pace-
 
-Vengo con te-
 
Feci dietrofront sistemandomi il colletto del giubbotto. Era la, immobile. Le afferrai una mano e uscii fuori. 
 
Improvvisamente sentii l'acqua picchiettare violentemente sulla testa e sulla schiena. Ma non potei fare nulla. Aveva cominciato a correre, senza lasciarmi la mano.
 
-Lennon mi stacchi il braccio così!-
 
-Se aspetto che vieni tu col tuo comodo arrivi che abbiamo già finito di suonare e siamo già a casa a dormire dopo una bella bevuta-
 
Attraversammo gran parte di Liverpool. La sua mano era bagnata, scivolosa. Stava diluviando. La strinsi ancora più forte e continuai a correre.
 
Arrivammo al vecchio ingresso del Jacaranda. Volevo urlargli di fermarsi ma non feci in tempo. Avevo sbattuto violentemente la testa contro la staccionata in legno che chiudeva l'ingresso del locale. 
 
-Ti sembra il momento adatto per fermarsi?-
 
-Questo club nel mio anno è chiuso e mi hai fatto sbattere contro le assi che chiudono il locale! Oh merda...-
 
Una terribile fitta mi attanagliava la bocca dello stomaco.
 
-Stai bene?-
 
-Si si... E' solo un po di sangue dal naso...-
 
Passai la mano sul naso e vidi che usciva del sangue. Questa non ci voleva. Ma non avrei permesso che non suonasse a causa mia. Cercai di non badare al sangue che colava. Prima o poi avrebbe smesso. Afferrai con le mani le assi di legno e cominciai a tirarle con l'intento di strapparle via. Ci riuscì, ma dopo essere caduta a terra per via del rinculo. Mi alzai e cominciai a scendere nel locale semibuio e deserto. Passai la mano sul naso. L'emorragia si era fermata. Meglio.
 
Era strapieno di gente. Vidi due figure avvicinarsi.
 
-Amico ma che fine avevi fatto?-
 
-Sto bene Macca non fare sempre la mammina-
 
-La tua chitarra?-
 
-L'ho dimenticata-
 
-E ora come facciamo?-
 
-Tranquillo ragazzino un modo lo troviamo... Voi due preparatevi... Ho in mente un'idea-
 
Liquidai in fretta quei due e misi le mani dietro la schiena aspettando di percepire un corpo invisibile agli altri. Nulla.
 
-Granger...-
 
-Dimmi-
 
-Dove sei?-
 
-Su Plutone-
 
-Seriamente... Dove sei?-
 
-Qui in giro-
 
-Vieni qui-
 
Sentivo la sua voce vicina ma non riuscivo a... trovarlo.
 
-E come faccio a trovarti?-
 
-Guarda il muro alla tua destra-
 
Poggiai la schiena al muro, estrassi un carboncino dalla tasca e scarabocchiai qualcosa sul muro.
 
Improvvisamente la vidi. Una scritta emerse sul muro più evidente di altre. "Sono qui. Non lasciarmi". Poggiai la mano sulla scritta e vicino sentì la sua. Lentamente feci risalire la mia mano sul suo braccio e poi le mie braccia si strinsero sul suo addome. Poggiai la testa sulle sue spalle. Mi sentivo come in paradiso. Il suo dopobarba solleticava le mie narici.
 
-Non ti lascio John-
 
Sentì come una scarica elettrica attraversarmi tutta la schiena. Lei era li, non mi avrebbe lasciato. Lo sapevo. Anche se non potevo vederla sapevo che non se ne sarebbe andata. Aveva i vestiti fradici. Mi sentii tremendamente in colpa. Presi le sue mani con la mia e cominciai ad accarezzarle. 
 
-Tocca a noi-
 
-In bocca al lupo!-
 
Mi alzai leggermente sulle punte e gli diedi un bacio sul collo. La sua mano si strinse sulle mie. Pochi attimi dopo, avevo già lasciato scivolare le mie braccia dal suo corpo. Sapevo cosa avrebbero cantato e come. John aveva perso la sua chitarra. Paul e George erano seduti e suonavano, mentre John cantava mettendogli le mani sulle spalle. Doveva avere un certo effetto anche perchè Paul e George suonavano a specchio. Mi sarei persa la visuale di questo spettacolo, che sapevo già come andava a finire, ma almeno avrei avuto l'audio.
 
Feci mettere Paul da una parte e George dall'altra. L'effetto visivo era incredibile, visto che Paul era mancino, quindi suonava la chitarra a specchio. Avevo detto loro di suonare Be Bop A Lula. Sapevo bene che la canzone era perfetta per Paul ma per una volta, quella volta, volevo cantarla io.
 
 
Be-bop-a-lula, I don't mean maybe
Be-bop-a-lula, she's my baby
Be-bop-a-lula, I don't mean maybe
Be-bop-a-lula, she's my baby love
My baby love, my baby love
 
Well, she's the girl in the red blue jeans
She's the queen of all the teens
She's the one that I know
She's the one that loves me so
 
Say be-bop-a-lula, she's my baby
Be-bop-a-lula, I don't mean maybe
Be-bop-a-lula, she's my baby
Be-bop-a-lula, I don't mean maybe
Be-bop-a-lula, she's my baby love
My baby love, my baby love
 
Well, she's the one that gots that beat
She's the one with the flyin' feet
She's the one that walks around the store
She's the one that gets more more more
 
Be-bop-a-lula, she's my baby
Be-bop-a-lula, I don't mean maybe
Be-bop-a-lula, she's my baby
Be-bop-a-lula, I don't mean maybe
Be-bop-a-lula, she's my baby love
My baby love, my baby love
 
La gente ci fischiò. Ovviamente. Gli avevamo propinato del rock'n'roll dicendogli che era jazz. Il proprietario ci prese tutti e tre e ci buttò fuori senza troppi complimenti. 
 
-Niente male come nostra prima esibizione che non sia una festa di paese, un garage o il matrimonio del fratello di George...-
 
-Per favore! Ancora ricordo quando questo bel fusto qui gettò sulla testa l'intera pinta di birra sulla vecchia che aveva cominciato a suonare il piano... Mia madre aveva già attaccato il disco della ramanzina...-
 
-Embè cari miei mica tutti capiscono la bellezza e la profondità del rock'n'roll!-
 
-Lennon di un po... Mi stai diventando filosofo?-
 
-E di un po Macca... Tu mi stai diventando gay?-
 
-Hahaha. Divertente-
 
-Embè Mr Perfettino... E' la pura verità!-
 
-Spicciati moccioso o perdiamo l'autobus. Tu che fai Lennon?-
 
-Io resto ancora un po qui-
 
-Ok. Andiamo moccioso-
 
-Ehi! Ricordati che ho solo 9 mesi meno di te quindi non usare quel tono con me!-
 
-Ma zitto Harrison!-
 
-Ma zitto McCartney che lo sai che suono la chitarra mille volte meglio di te!-
 
-Ma io attiro le pupe ai nostri concerti-
 
-Ma io le incanto con le mie magie sulla chitarra-
 
Vidi quei due allontanarsi. In fondo non erano tanto male. Macca con quel suo bel faccino che attirava la gente e Georgie che, mi dispiaceva ammetterlo, ma con la chitarra era un vero mago. Estrassi un pacchetto dalla tasca, tirai fuori una sigaretta e la misi in bocca.
 
-Granger?-
 
Mi sentii chiamare da fuori quella topaia. Mi strinsi nel giubbotto e, infilando il cappuccio, uscii fuori. 
 
-Sono qui-
 
-Che te n'è parso?-
 
-Siete bravi-
 
-Tanto da poter essere il toppermost del poppermost?-
 
-Si-
 
Era distratta. Lo capivo dalla sua voce.
 
-Qualcosa non va?-
 
-Ripensavo alla canzone...-
 
-Non ti piace?-
 
-Al contrario... è molto bella-
 
-Cosa c'era che non andava?-
 
Volevo chiederglielo. Dovevo chiederglielo.
 
-A chi pensavi quando cantavi "be bop a lula, she's my baby"?-
 
-Secondo te?-
 
Domande a bruciapelo.
 
-A Cynthia-
 
Era per lei. Sapevo che era per lei. Che chance avrei potuto avere io con lui? Era una cosa impossibile.
 
-Il tuo errore Granger è quello di fermarti sempre alle conclusioni sbagliate-
 
-Che vuoi insinuare?-
 
-Non la stavo cantando a Cynthia-
 
-E a chi allora?-
 
Feci uscire una densa nuvola di fumo dalla bocca.
 
-La canzone era per te-
 
 
 
 
 
 
Spazio autrice.
saaaaaaaalve o mie muse <3 *scusatela... s'è rincitrullita* "pietrificus totalus per lennon" primo aggiornamento da universitaria... muahahahahhahahahahahahah. ok scusate XD okok lo so che l'eento che ho cercato (maldestramente) di raccontare non avviene assolutamente in questo modo... però mi affascinava e l'ho voluto usare :) "si scansa dal lancio di pomodori" ringrazio tutti coloro che tengono la mia storia tra le seguite e le preferite :) (vi farei una statua **) e anche chi puntualmente la commenta :) non sapete quant'è bello leggere i vostri pareri *_* (e trovare da parte vostra qualche cosa che io ho inserito senza farci caso D: il mio cervello ribolle... non fateci caso) spero di poter aggiornare almeno settimanalmente visti gli orari d schifo che ho ._.' alla prossima :) 
ps. ne approfitto per ringrziare chi ha recensito l'altra storia. scusate se non vi ho risposto ma non avevo le parole per rispondervi quel giorno. spero mi perdoniate :)
  
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