"Lei piange, lui ride. Possono fare teatro"

Dopo almeno 15 minuti buoni di viaggio, esplosi.

- Si può sapere dove cazzo mi stai portando?
- Stai tranquilla tesoro, siamo quasi arrivati.

Mi fece un sorrisetto falso, che vidi sempre attraverso lo specchietto. Affondai la testa nel sedile, all'udire di quelle parole. Non avevo scelta. Non potevo fare niente. Ma la mia testardaggine mi impedì di starmene zitta.

- Fammi scendere da questa macchina. ORA.
- Come vuoi.

Disse con un altro ghigno. Mi stava prendendo per il culo, ne ero sicura. Socchiusi gli occhi e dopo qualche secondo non percepì più nessuno movimento: l'auto si era fermata.
Sbarrai immediatamente gli occhi, la prima cosa che notai fu il posto di guida: vuoto.
Osservai fuori dal finestrino e davanti alla mia visuale si presentò una villetta. L'auto era ferma in un posto, probabilmente riservato scrupolosamente ad essa. C'era un piccolo giardinetto, curato e decorato che mi separava dalle mura, mentre dei lampioni ben decorati illuminavano tutto l'esterno della casa. Scorsi una figura alla mia destra, lo sportello si aprii e vidi di nuovo la faccia di cazzo di quell'idiota. Si avvicinò lentamente al mio viso, mentre io indietreggiavo. Quando i nostri volti ebbero raggiunto una troppa poca distanza, gli lanciai uno sputo dritto nella guancia sinistra. Indietreggiò violentemente, andando a sbattere la testa contro il tetto della macchina. Mi scappò un risolino, nonostante la situazione.

- Questa me la paghi.

Sbottò. Si avvicinò velocemente a me, questa volta con aria più seria; mi mise paura. Con movimenti rapidi e veloci, senza darmi il tempo di capire cosa stesse facendo, mi strappò un altro lembo del vestito, lasciandomi quasi nuda, per pulirsi la gota.

- SMETTILA!

Urlai con tutta la voce che avevo, ma non ottenni il risultato desiderato. La voce mi era uscita bassa e debole, dando a vedere la mia paura, invece di farmi sembrare potente.
Lui si limitò a guardarmi severamente e a lanciare il pezzo di stoffa dietro di sè. Bastardo.
Si avvicinò nuovamente, per prendermi, ma io ricominciai ad agitarmi e lanciare calci, colpendo l'aria. Riuscì tranquillamente a prendermi in braccio, nonostante tutti i miei sforzi. Mentre camminava verso la villa mormorò qualcosa di simile a “Ci divertiremo sta notte” che non compresi bene a causa delle mie urla.

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- AHAHAHAH Louis sei un idiota!

Risi anch'io a seguito dell'ennesima cazzata che avevo fatto.
Mi piaceva passare il tempo con Niall, mi faceva ridere.. Anzi, ero io quello che faceva l'idiota, e lui stava al gioco. Ciò non significava che non volessi bene anche agli altri! Ma Harry era quasi sempre fuori a rimorchiare, Zayn a volte aveva bisogno di alcuni momenti per stare tranquillo, Liam.. Liam era il più serio, ma da qualche tempo lo avevamo contagiato alla nostra stupidaggine.
Dalla cucina, dove ci trovavamo io e Niall, sentì delle urla femminili.. O Liam si era preso un calcio nelle palle ed era diventato femmina, o Harry aveva portato l'ennesima ragazza in casa. Era già la quinta in una settimana. Noi non ci opponevamo, ma non era nemmeno molto piacevole sentire i loro gemiti tutta la notte.
Quantomeno nessuna di queste era vergine.. E non si opponevano.
Uscii dalla cucina ed entrai nel salotto, dove trovai Liam e Zayn distesi sul divano a litigare per quale canale della tv vedere. A volte erano davvero infantili! Bhe ha parlato.. Io non ero da meno.
Mi diressi verso l'ingresso dove trovai la scena che immaginavo. Hazza con in braccio una ragazza urlante.. Mezza nuda. Il suo vestito di stoffa blu era quasi interamente strappato nella parte inferiore. Lui sbagliava, ma alcune se la cercavano, andando in giro conciate in quel modo, con il fisico che si ritrovano. Bhe avrebbero ottenuto quello che volevano. Entrambi.
Ma perchè urlava? Mi stava perforando un timpano.

- Harry, falla smettere! Portala a letto e accontentala, sto diventando sordo.

Urlai, cercando di sovrastare le urla della ragazza. Non riuscivo a vederla in volto, dato il modo in cui lui la teneva. Mi si presentava davanti soltanto una folta chioma di capelli lisci color platino.
Lui rise, lei urlava, io ero spiazzato. Qualcun altro l'avrebbe potuta prendere come una scena comica.

- Cosa cazzo state facendo voi... Tre?

Era Niall. Probabilmente mi aveva seguito quando ero uscito dalla cucina. Risposi quasi istintivamente.

- Harry ha portato l'ennesima puttana in casa.
- NON SONO UNA PUTTANA!

Gridò singhiozzando simultanemente, prima di ricominciare a lanciare urli e suoni striduli. Cazzo faceva un casino!
Alzai un sopracciglio, guardando Harry, con aria interrogativa. La ragazza urlava e piangeva, doveva darmi qualche spiegazione.

- Harry..
- Lasciami in pace! Spostatevi, devo passare.

Biascicò sempre con quel corpo gracile in mano. Niall lo lasciò passare, e mi guardò con sguardo innocente. Evidentemente avevo assunto un'aria seria, molto seria. Potevo fare lo stupido, ma non lo ero.

- HARRY!

Gridai, seguendolo.

- Perchè sta piangendo? Cosa le hai fatto?

- NIENTE! Non le ho fatto niente. È isterica, tutto qui.

Lui rise.

La osservai ancora. Si ostinava a tenere gli occhi chiusi, forse aveva paura... Il mio sguardo ricadde nuovamente sul suo vestito.

- Dimmi che quello era già strappato quando l'hai incontrata..

Indicai l'abito rivolgendomi con aria autoritaria al mio amico di fronte a me. Intanto gli altri tre osservavano la scena.
Harry mi fissò per qualche secondo, e poi abbassò lo sguardo.

- Harry.. Era così il vestito, vero?

Non riuscivo più a sopportare quei singhiozzi strozzati, mi stavano urtando i nervi.

- PORCA PUTTANA, HARRY! QUEL VESTITO ERA GIA' COSI' SI O NO?

- Mi ha sputato!

Sbottò con disprezzo. Gli ha sputato? Cosa cazzo c'entra?

- Lasciala.

Con la delicatezza di un elefante che cade da un aereoplano in volo, lasciò la ragazza, facendola cadere sul divano di pelle. Essa si rannicchiò in un angolo, mettendo la testa fra le gambe e continuando a singhiozzare, impedendomi ancora una volta di poterla guardare in viso. Mi sedetti sul divano con cautela e presi a guardarla. Provai ad avvicinarmi e lei immediatamente indietreggiò, ma era già arrivata al bracciolo.

- E' terrorizzata! E mi vuoi far credere che è stata lei a chiederti di portarla qui?

- Oh ti prego Louis! Sei ingenuo! Cosa ci faceva allora sola per strada a quest'ora? Era ai bassi fondi! Cosa cazzo vuoi che faccia una ragazza, sola, a quest'ora della notte, ai bassi fondi, se non la puttana?

Sputò quell'ultima parola, come se volesse liberarsene.

- Smettila di urlare, la terrorizzi ancora di più!

- Ma cosa vuoi che me ne fotta a me? Non la conosco, l'ho presa solo per portarmela a letto!

- Pensi solo a quello, non ti interessa nient'altro! Magari è pure vergine!

Scoppiò in una fragorosa risata che riempì la stanza, insieme ai singhiozzi disperati e imploranti.

- V v veeergine? - Non riusciva a trattenersi, trovava la scena del tutto esilarante, l'esatto opposto di come la consideravo io.
- Tu sei veramente convinto che sia vergine? Una come lei? Ma l'hai vista? VERGINE? Sei troppo ingenuo Louis.

Rise ancora.
Proprio in quell'istante la ragazza vicino a me lanciò un singhiozzo più rumoroso degli altri, e l'attenzione generale si spostò su di lei. Si stropicciò un occhio, sporcandosi ancora più di mascara, o qualunque cosa fosse. Alzò appena percettibilmente il capo, e finalmente riuscì a scrutarla anche all'interno delle iridi.