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Autore: releuse    26/04/2007    2 recensioni
Kaede ed Hanamichi. Lo dicevano entrambi di non aver bisogno di nessuno, che da soli erano in grado di poter fare tutto...finchè arrivò quella capocciata dolorosa. Potrà uno scambio di corpi aiutarli a capire il contrario? Possibile che l'uno nel corpo dell'altro potrebbe riuscire a risolvere le cose che da soli non sarebbero stati in grado di fare? Fra partite esasperanti, nudi imbarazzanti e genitori particolari verrà a galla la verità.
Genere: Commedia, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di releuse




“E ora come la mettiamo, eh? Hanamichi Sakuragi! Noi siamo in cinque...tu sei da solo...AH AH AH AH!”


Cinque contro uno.

Hanamichi Sakuragi, il tensai del basket, l'uomo rifiutato da ben cinquanta ragazze, si trovava in un vicolo chiuso circondato da cinque teppisti dallo sguardo poco raccomandabile e armati di catene e coltelli. Quei tipi cominciarono ad avanzare verso di lui, minacciosamente.

Ad illuminarli un lampione all'ingresso del vicolo e i fari delle auto che sfrecciavano sulla strada principale.


“Pfiù, ma con chi credete di parlare, eh? Ci vuole ben altro per impaurire il grande Hanamichi Sakuragi, il tensai!”.


Il rossino ironizzò, per nulla spaventato. Guardava negli occhi i cinque ragazzi aspettando una loro mossa.


“Sbruffone! Ti faremo passare la voglia di scherzare! Diamogli una lezione, forza!” Gridò il più grosso del gruppo.

“All'attacco!!!”


SBONK! STOCK! SBRAM!


Non erano passati che pochi secondi...e si poteva ben dire che dei teppisti non erano rimaste che briciole. Sakuragi sedeva in cima ai loro corpi, ammucchiati uno sull'altro, a braccia conserte. Sorrise soddisfatto sfregandosi le mani.


“Allora? Avete qualcosa da ridire?” Disse il rossino tirando l'orecchio del corpo immediatamente sotto di lui.

“Pietà, pietà Sakuragi! Lasciaci andare! Oh, immenso tensai!” Pregava dolorante il ragazzo.

Il resto del gruppo lo seguì nel coro:

“Abbi pietà Sakuragi!! Ti promettiamo che non ti daremo più fastidio! Anzi, verremo a fare il tifo allo Shohoku! Pietàààà!!”

“Oh, grande Sakuragi! Ma come hai fatto? Eri solo, senza il resto dell'armata...è troppo forte...” Sibilò il tipo alla base del mucchio, prima di svenire per soffocamento.


Hanamichi scese da quel cumulo di tipacci malridotti e rise con orgoglio mettendosi le mani sui fianchi.

“Avete visto? Un genio è sempre un genio in tutto! Non ha bisogno di aiuto!!Ah, ah, ah! Sono un tensai! Posso fare tutto da solo...”




Nello stesso momento, ma in una zona alquanto più lontana, Kaede Rukawa camminava sulla via di casa, sbadigliando in continuazione per l'eccessiva stanchezza.


“Ti sei allenato molto oggi, eh? Domani non vuoi proprio perdere contro Sendoh...”

“Hn...no, infatti!”


Ayako, camminando a fianco a lui, sorrideva divertita. La ragazza, vicina di casa di Kaede dai tempi dell'infanzia, percorreva spesso la strada con il numero undici dello Shohoku, ben conscia del fatto che il ragazzo non avrebbe spiaccicato più di quattro parole durante tutto il tragitto. Ma la cosa non la infastidiva, anzi, si divertiva un mondo a pungolare Rukawa.


“Uff, Rukawa. Come sei musone. Se continui così rimarrai sempre da solo. Ti alleni da solo, consumi il pranzo da solo, prima o poi ti vedrò pure parlare da solo. Guarda che appoggiarsi a qualcuno è importante. Soprattutto in certe situazioni...”


IL tono scherzoso di Ayako si era fatto più serio nell'ultima frase, espressa proprio nel momento in cui Kaede si era fermato davanti la propria casa. Il ragazzo non ne era molto sicuro, ma gli parse che la manager nel pronunciare quelle parole avesse rivolto il viso verso la sua abitazione, come per indicarla. Fece comunque finta di niente.


“Hn..non ho bisogno di nessuno. Posso fare tutto da solo...A domani...”. Rukawa voltò le spalle e con un cenno di saluto si congedò dalla ragazza, entrando in casa.


Ayako sospirò alzando le spalle.

“...ci ho provato!” Sorrise fra sé e riprese a camminare, canticchiando una vecchia canzone giapponese.



“MA DOVE DIAVOLO SONO RUKAWA ED HANAMICHI?”


Ryota, quell'anno nuovo capitano della squadra di basket, gridava come in preda alla disperazione. La sua voce fece tremare tutta la palestra.

“Porca miseria! Fra poco arriveranno i ragazzi del Ryonan per la partita d'allenamento! Se li prendo li strangolo quei due!” Il playmaker iniziava a scricchiolare le dita.

“Calmati! Saranno qui a momenti” Rise Mitsui...Sicuramente Rukawa si sarà addormentato da qualche parte ed Hanamichi avrà perso tempo dietro ad Harukina...hihihi!”.Sghignazzò il numero quattordici.


Bè...purtroppo era proprio così.

Il numero dieci aveva incontrato nell'andito della scuola la sua cara Haruko, e nel pavoneggiarsi con lei aveva completamente dimenticato la partita..

Kaede Rukawa invece dormiva beatamente sul terrazzo, il suo luogo preferito in quella scuola. Dopo la palestra, ovviamente.


“Oh, Sakuragi!Non vedo l'ora di vedervi giocare contro il Ryonan...a che ora è la partita?” Haruko sorrideva con molta innocenza.

“Ah, ah, ah, Harukina! Il genio non ti stupir...eh? Partita? AAARGH! La partita!! è fra poco! Scusa Harukoooo!”

In pochi istanti la ragazza si trovò da sola, perplessa, mentre la paglia rotolava nell'andito...


Sotto il sole splendente di quella luminosa giornata e accarezzati da un'aria lievemente fresca, Sakuragi e Rukawa stavano correndo verso la palestra. Per fortuna anche il volpino si era svegliato ricordandosi improvvisamente della partita.


SBAM!


“AHIA!”

“Hng...”


Nella foga i due ragazzi si scontrarono cadendo a terra. Sakuragi dolorante si teneva la testa, guardando davanti a sé per capire con chi...

Aggrottò la fronte immediatamente.


“Dannato kitsune! Intralci la strada al tensai eh? Ammettilo, volevi farmi fuori per evitare che dimostri il mio immenso talento contro Sendoh!” Gridò il rossino alzandosi in piedi ed indicando minacciosamente il rivale.


Rukawa ignorandolo, si sollevò scrollandosi la terra di dosso.

“Hn...veramente sei tu che stai sempre fra i piedi. Do'hao...” Sibilò il moro cercando di superarlo, ma Sakuragi si piazzò davanti a lui afferrandolo alla collottola.


“Maledetto kitsune polare! Come osi? Se c'è qualcuno che ti ha sempre fra i piedi quello sono io. Tu sei solo una schiappa con manie di protagonismo!”

“Do'hao, mi vuoi mollare? Devo conservare le mie energie per la partita. Non posso consumarle inutilmente con te...” Rispose spazientito Rukawa.

“Checccccosa?!” Sakuragi si irritò ancora di più, guardò negli occhi il ragazzo con fare rabbioso. Avrebbe voluto riempirlo di pugni. Anche Kaede avrebbe voluto menarlo, ma sinceramente riteneva davvero più utile risparmiare le energie.


C'era una partita e nonostante fosse un'amichevole lui non la voleva perdere. Soprattutto non voleva perdere contro Sendoh.


Rukawa agguantò così il braccio di Sakuragi per levarselo dal collo strattonandolo.

Si bloccò, sentendo un forte calore sotto il suo palmo. Era la mano di Hanamichi che distrattamente aveva afferrato e dalla quale non riusciva ad allontanarsi.


Quel calore.

E quella caotica scarica di emozioni. Per la prima volta in vita sua Kaede Rukawa si sentì in preda alla confusione.

Gli erano sembrati attimi infiniti, in realtà erano stati solo pochi secondi, durante i quali era riuscito ad allontanare con forza la presa del rossino dalla sua divisa.

Si sentì sollevato pensando che il ragazzo non avesse capito quello che stesse provando.

Era vero.

Sakuragi non aveva capito cosa stesse provando Rukawa, poiché il suo animo era stato invaso dagli stessi pensieri del suo rivale.

Entrambi cercarono di non darci troppo peso.


Si fissarono con aria di sfida.


“Do'hao...”

“Baka kitsune...!”


Fiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii


Un sibilo nell'aria.

“ATTENZIONEEE!!”


SBONK!


Un pallone da calcio raggiunse la testa di Hanamichi colpendolo da dietro e facendolo sbattere violentemente contro la testa di Rukawa.

“Ahh!” Esclamarono contemporaneamente i due ragazzi in coro stringendo denti e occhi.. Un forte dolore invase la loro testa.


Una fitta estremamente pungente. Come prendere la scossa dalla corrente elettrica.

Un dolore acuto. Estremamente acuto. Come se fosse doppio.

Come se Sakuragi sentisse il dolore di Rukawa.

Come se Rukawa sentisse il dolore di Sakuragi.

Entrambi i ragazzi pensarono che la testa dell'altro fosse più dura del solito. Con tutte le capocciate che si davano, quella era stata di sicuro la peggiore.

Lentamente il dolore cominciò a svanire.


“Scusate...va tutto bene?” Disse un ragazzino avvicinatosi a loro: faceva parte del club di calcio.


Rukawa fu il primo a riprendersi, riaprendo gli occhi.

“Certo, il tensai è abituato a ben altro! Se questo kitsune non fosse stato d'intralcio starei meglio! Baka kitsune!”.

“Do'hao”. Rispose Hanamichi riprendendosi.


Ci fu un attimo di silenzio. Uno strano silenzio

Qualcosa non andava.

Non erano le loro voci a dire quelle parole. O meglio:


Perché la voce di Rukawa aveva pronunciato un “Baka kitsune?”

E perché Sakuragi aveva risposto con un “Do'hao”?

I due ragazzi si guardarono. Rimasero a fissarsi, senza parole.

Decisamente qualcosa non andava.


“Che diavolo ci fa una mia copia qui?” Se lo chiesero entrambi, in coro, indicandosi.

Impallidirono nel vedere il movimento della copia davanti a sè.

Ognuno di loro stava pensando di avere una copia di se stesso davanti i propri occhi.


Il ragazzino li guardava stupiti.. “Sarà la botta in testa...” Ridacchiò nervosamente e li lasciò lì.


La presunta copia di Rukawa si toccò la faccia, i capelli, le braccia.

Lo stesso fece la presunta copia di Hanamichi.

Sbiancarono.

“Tu sei me?!!” Si indicarono in coro.



Intanto in palestra tutta la squadra attendeva spazientita l'arrivo dei due ritardatari. Ryota stava per avere un esaurimento nervoso, Mitsui cercava di calmarlo, mentre l'allenatore Anzai rideva beatamente.

D'improvviso le porte della palestra si aprirono di scatto, sbattendo sul muro, facendo tremare le pareti.

Sulla porta stavano Sakuragi e Rukawa.


“Razza di mentecatti! Si può sapere dove eravate finiti? Io vi....” Ryota non riuscì a terminare la frase. Vide Rukawa fiondarsi rabbiosamente su di lui e afferrargli le spalle.


“CHI SONO IO?!” Rukawa urlava con gli occhi infuocati.


...SHOCK...


Tutta la squadra era scioccata. Ryota rimase senza parole non capendo bene cosa stesse succedendo. Rukawa che gli chiedeva chi fosse? Il playmaker non capiva.


“...bè...sei l'asso dello Shohoku, no?” Rispose un po' incerto, credendo fosse quello che voleva sentirsi dire.


“Ah, certo...io sono il te...No! Chi intendi per asso dello Shohoku?” Rukawa insisteva...

“Bè...eh eh...Kaede Rukawa, no?” Rispose nervosamente il ragazzo.

“AAARGH!!NOOO!”


....Nuovamente SHOCK....


I ragazzi della squadra non capivano più nulla. Davanti ai loro occhi Rukawa stava gridando per tutta la palestra con disperazione tenendosi la testa fra le mani.


“Do'hao...” Disse impercettibilmente la figura di Sakuragi dietro di lui, mentre con un calcio lo faceva cadere a terra.


“Tu, kitsune malefica!” Gridò Rukawa nel guardarlo.


Intanto la squadra si faceva ancora più allibita.


“Cosa è successo! Restituiscimi il mio corpo! Rivoglio il corpo!”


A quelle parole ci fu un rossore generale sulle guance dei presenti.

Rukawa saltò addosso ad Hanamichi spingendolo a terra e afferrandolo alla maglietta. Il rossino reagì strattonandolo via e caricando un pugno.

Si fermò in tempo.


“Hn. Non posso rovinarmi...” Disse sbuffando, pensando che il corpo che aveva davanti ai suoi occhi in fondo era il suo.

“AARGH! Come fai ad essere così calmo? Io ti...”


SBONK!


“Adesso basta!” Prontamente Ayako colpì i due con il suo ventaglio della giustizia.

Mitsui intanto afferrò Rukawa al colletto e lo trascinò per la palestra. In fondo era lui che stava facendo casino in quel momento.


“Forza che c'è la partita. Dopo potrai avere tutto per te il corpo di Hanamichi, tranquillo. Ma non c'è bisogno di fare tante scene se siete in astinenza....Tenetele per voi queste cose”.

Con il braccio libero Mitsui aprì la porta dello spogliatoio e ci gettò Rukawa.


“Cambiati!”Esclamò scocciato.

“Ahhh!non hai capito niente, Micchi!!!” la voce di Rukawa echeggiò nello spogliatoio.

“Ma quanto strilla oggi. Non ha mai parlato così tanto da quanto lo conosco. Dì un po' Hana, non è che la tua idiozia è contagiosa?” Scherzò il numero quattordici aspettandosi una sfuriata da parte del ragazzo.


Ma Sakuragi non reagì. Anzi, si limitò ad alzare le spalle e sospirare un

“Hn...”.


La squadra era in uno stato di perplessità dilagante...


Un'ora e mezza dopo aveva inizio la partita.

Molto dopo rispetto al previsto a causa di Akira Sendoh, asso della squadra del Ryonan e ritardatario di prima categoria.

.

Le due squadre erano posizionate.

In testa stavano Sendoh e Rukawa.


“Allora Rukawa? Giocherai con tutte le tue forze da subito o le risparmierai per il secondo tempo?” L'asso del Ryonan lanciò la sua sfida al numero undici.

“Come osi dannato porcospino? Il tensai non ha bisogno di questi insulsi giochetti per batterti!” Rispose con furia Rukawa.

Sendoh battè le palpebre perplesso.

Rukawa che gli dava del porcospino? Rimase attonito...


“Piantala, do...Rukawa!” Lo sgridò con severità Sakuragi.


Il rossino era particolarmente serio. Troppo serio per il suo essere il tensai.

Sendoh li guardava dubbioso. Non ci stava capendo nulla. Cos'era una tecnica nuova dello Shohoku per confonderli?


“Ahia!” Gridarono in coro i due ragazzi.

Mitsui aveva dato un colpo in testa ad entrambi.


“Ci vorrebbe il gorilla punch di Akagi. Uff! Lasciali stare Sendoh, questi due oggi hanno voglia di fare i cretini...”

Il ragazzo lanciò un sorriso d'intesa a Sendo, e questi rispose con il suo categorico sorriso smagliante.


“Ah, ah, ah. Tranquillo Mitsui...”


Intanto Koshino si rodeva dalla gelosia.


La partita ebbe inizio.

La palla fu subito nelle mani del Ryonan e di Akira che prontamente minacciava il canestro dello Shohoku.


“Eh? Che ci fa Rukawa sotto canestro?” Sendoh non capiva.

E non solo lui.

Anche i giocatori dello Shohoku si stupirono delle posizioni di gioco dei due ragazzi.

“Che diavolo fai, Rukawa?” Gridò Ryota impallidendo.


Sendo non si scompose e con uno scatto fulmineo scansò Rukawa che goffamente tentava di fermarlo, riuscendo a fare uno splendido canestro.

Rimasero tutti di stucco.

Come un fulmine Sakuragi recuperò la palla e scansando gli avversari, incapaci di realizzare cosa stava accadendo, riuscì a mettere a segno un canestro.


“Grande Hanamichi!” Esclamò Ayako dalla panchina. Il resto della squadra non esultò.

decisamente...erano tutti più confusi che mai.


Anche Rukawa era davvero stupito. Vedere Hanamichi, giocare in quel modo...

Diamine!

Era quella l'immagine che lui aveva di se stesso. Anzi no. Quello era lui.

No era Rukawa.

Oddio. Non ci stava davvero capendo più nulla.


“Cerca di rilassarti, do'hao!”

Hanamichi a braccia incrociate e visibilmente irritato guardava il numero undici caduto a terra dopo la stoppata di Sendoh.

Era furibondo.

Non poteva sopportare di vedere se stesso giocare così male. Fare figure di quel genere. La figura del do'hao.

Lui invece gli stava pure facendo un favore. Lo faceva giocare bene!

Rukawa lo guardò con un certo imbarazzo per la figura appena fatta. Si sentiva a disagio. Lui era Hanamichi Sakuragi. Non riusciva a gestirsi dentro il corpo del kitsune.

Hanamichi, ossia Rukawa, invece non ci pensava più di tanto. Ora gli interessava la partita non voleva perderla. Voleva battere Sendoh.


Ma...poi ragionò.

In quella situazione non sarebbe stato lui a batterlo. Sarebbe stato Sakuragi. Almeno per gli altri e per Sendo sarebbe stato così.

Il pensiero non gli piacque.

Mentre erano disposti in difesa, il rossino fece cenno a Rukawa.

“Do'hao...cerchiamo di imitare il nostro gioco. Tu impegnati a giocare al meglio. Io giocherò come te...”

“Ah...ok...” Rispose il moro ancora più confuso.


Lui Hanamichi Sakuragi.

Era nel corpo di Rukawa.

E doveva imitarne il gioco.

Per la prima volta in vita sua fu in preda al panico: in quella situazione si rese davvero conto di non essere all'altezza di Rukawa.



La partita fu un vero disastro.

Un Rukawa che a momenti giocava bene, in altri, la maggior parte, che faceva errori eclatanti e spesso stupidi.

Un Sakuragi che a momenti aveva dei brillanti lampi di genio e riusciva a fare azioni spettacolari, e altri in cui tornava ad essere se stesso compiendo i soliti errori banali.


“Che diavolo fai?” Gridò all'improvviso Rukawa vedendo Sakuragi tentare una schiacciata dei poveri e sbattere la palla sulla testa di un giocatore del Ryonan.

“Pfiù...imito il tuo gioco.” Rispose Sakuragi alzando le spalle per noncuranza.

“Maledettoooo!!!”

Si azzuffarono.

In quello almeno non c'era niente di diverso dal solito.


La partita fu vinta dal Ryonan. Con un non eccessivo distacco di punti, anche Perché Mitsui, Ryota e Yasuda riuscirono a giocare al meglio.


“Fuori forma eh, Rukawa?”

Sendoh sorrideva al numero undici con un velo d'ironia. Rukawa stava per reagire, ma la presenza minacciosa di Ryota e Mitsui dietro di lui lo fece desistere.

Di fronte a quella scena Akira Sendoh si rese conto che doveva andare via... e presto pure!


“VOIIIII!!!!!!” La voce cavernosa di Mitsui riecheggiò nell'aria.


I due ragazzi subirono una strigliata incredibile da lui e Ryota. Che erano quelli più arrabbiati.

Ma potevano leggere la delusione negli occhi del resto della squadra. Anche di Anzai.


I due ragazzi, mortificati per quella figuraccia, rimasero in silenzio.

Lentamente e silenziosamente i membri della squadra si dileguarono, nessuno ebbe il coraggio di dire nulla.


“Ora è tutto tuo...” Fece Mitsui a Rukawa indicandogli Sakuragi. Ma non stava scherzando. Era davvero deluso.


Alla fine rimasero solo Hanamichi e Kaede.

L'uno di fronte all'altro.

Nessuno dei due alzava lo sguardo.


“Forse è meglio che ne parliamo.”


Sakuragi la riconobbe. Era la sua voce. La sua voce da cui parlava Rukawa.


Sospirò, come rassegnato.


“Sì...forse è meglio.” rispose il ragazzo.


Era la voce di Rukawa. Che ora apparteneva a lui.


Non era uno scherzo, allora.

Hanamichi era diventato Rukawa.

Rukawa era diventato Hanamichi.

Finalmente si resero davvero conto di quello che era successo.

E che stava succedendo.




“Cosa ci è successo?”

Hanamichi, questa volta davvero lui, ma nel corpo del kitsune, era in preda allo sconforto, si sedette in una panchina nello spogliatoio, mentre teneva la testa fra le mani.

“Non lo so...” Rispose Rukawa appoggiandosi agli armadietti e tenendo la braccia incrociate. Intanto guardava il se stesso di fronte ai suoi occhi. Gli faceva una strana sensazione vedersi così agitato e preoccupato. Gli scappò un sorriso.


“Guarda che non c'è niente da ridere, Rukawa! Come fai ad essere così calmo?”

“Do'hao. Sei tu che sei troppo agitato. Non innervosirti troppo, altrimenti mi rovini il fegato!”


Voleva scherzare, probabilmente, ma la frase fece arrabbiare ancora di più Sakuragi che balzò in piedi.


“Tu hai il cervello fuso! Ma pensi solo a te stesso? Al tuo corpo? Non l'ho scelto io di scambiarci i corpi! Io non ci voglio stare nel tuo dannatissimo corpo, kitsune della malora!!”


“Sentimi bene!” Il tono di Rukawa si fece d'un tratto minaccioso, e Sakuragi s'impietrì: vedere se stesso con quell'espressione lo inquietò non poco.

Pensò che faceva davvero paura quando era arrabbiato.


“Neanche a me piace l'idea di dovere stare nel tuo corpo. Il corpo di uno stupido do'hao. Ma credi che agitarsi serva a qualcosa, eh? Io non credo proprio!”.


Hanamichi ci pensò su, calmandosi di conseguenza e gettandosi sulla panca.

“Hai ragione. Ma che cosa possiamo fare...Magari...”


Non gli piacque. A Rukawa non piacque quella luce che emanava il suo stesso sguardo di fronte a lui.


“Che...che stai pensando, do'hao?” . Rukawa indietreggiò, nella sua mente aveva capito cosa avesse intenzione di fare quel mentecatto.

Di scatto Sakuragi si alzò afferrando il suo corpo con forza.

“Lasciami, cretino!” Urlò Rukawa.

“No! Se è successo così, così finirà!!” Hanamichi sembrava assatanato.


SBONK! SBONK! SBONK!


I due ragazzi finirono per terra doloranti con due grossi bernoccoli in fronte. Le capocciate li avevano sfiniti.


“Soddisfatto ora?” Mugolò Rukawa con gli occhi a rotella. Sentiva tutta la stanza girargli intorno.

“Certo ora siamo tornati...AARGH! Perché hai ancora il mio corpo!!!” Urlò barcollando Sakuragi indicando il ragazzo.

“Perchè la tua è stata una idea cretina. Sei sempre un do'hao. Manco stare nel mio corpo ti fa salire il sale alla zucca.” Rukawa cercò di alzarsi.


Alla fine Hanamichi si arrese e tornò a sedersi con una faccia imbronciatissima.


“Cosa facciamo, Rukawa?” Mugolò con serietà.


Rukawa si sedette a fianco a lui. Non lo dava a vedere, ma era comunque preoccupato.


“Aspettiamo. È l'unica cosa che possiamo fare. Torniamo a casa... Anzi, prima dovremmo spiegarci dove abitiamo e con chi.” Sospirò il ragazzo.

“Che? Dovrei andare a casa tua? Che stai...”

“Ah, bè certo, ora torno a casa e dico: ciao mamma, sono sempre io, Kaede, non farci caso se ho il corpo di Hanamichi Sakuragi....Semplice, vero?”


Sakuragi lo guardò ridendo nervosamente.

...nuova ondata di sconforto...


Non poteva essere altrimenti.


“Sigh...e va bene....”












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