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Autore: bethewildyouth    14/10/2012    2 recensioni
Vorrei sentirti parlare di noi, per ore ed ore.
Vorrei stare sul tuo divano, con una tua camicia larga indosso, del cibo cinese fra le mani e sentirti parlare.
Vederti gesticolare, arrossire e poi dirti che sei la cosa più bella che mi sia mai capitata. 
..quelle due parole, con te, non bastano.
Genere: Sentimentale, Song-fic, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Love will tear us apart, again.


<<Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace per tutto questo fottuto casino. Mi dispiace averti rovinato la vita. Mi dispiace. E’ tutta colpa mia se ora sei qui.>>
Il respiro mi manca. Le mani sudano. Stomaco in subbuglio, gambe tremanti e occhi che finalmente tornato a vedere l’orizzonte di casa.
Sei tu. Unicamente la tua presenza, l’unica che mi faccia appartenere ad un posto al mondo. Casa è dove si trova il tuo cuore. Il mio cuore è tuo Nathan.
<<Smettila di fissarmi. Dimmi qualcosa. Probabilmente questo tuo silenzio mi vuol dire che mi hai dimenticato, e va bene. Va bene, è giusto dimenticarsi degli amori marci. Sono venuto solo per veder se ti eri rimessa in sesto, sai appena…>>
Il mio solito logorroico Sykes.
Ti fermo con un dito sulle labbra. Ti sorrido, ti sorrido e mi mordo il bordo del labbro inferiore. Ora tocca a me parlare.
<<Perché ci hai messo tanto?>>
Non ti ho mai visto piangere, mai in tutta la mia vita.
Mi stringi la mano sinistra. Inizi a singhiozzare forte, le lacrime ti scendono a raffiche come grandine dal cielo. Non posso far altro che avvicinarti a me ed abbracciarti. Vederti e sentirti star male fa penare anche me. Mi fa penare in una maniera che non credevo fosse possibile. Più i tuoi singhiozzi aumentano più lo squarcio dentro di me si fa largo. Le lacrime scendono anche dai miei occhi.
Sai cosa sembriamo? Sembriamo due bambini. Due bambini che hanno perso la mamma e non riescono più a ritrovare la via di casa. Ma Nathan, la strada di casa mia è qualunque strada tu decisa di percorrere, sterrata o asfaltata. Quella, quella Nathan è anche la strada per casa mia.
I nostri sguardi si incrociano, scoppiamo a ridere. Ti stendi al mio fianco, mi baci la fronte e fai intrecciare le nostre mani. Sento qualcosa di metallico sulla pelle. E’ il nostro anello.
<<Allora non lo hai buttato>>            
Un piccolo pegno. Un piccolissimo, minuscolo oggetto metallico. Era un modo per farti pensare sempre a me. Un modo per dirti che quello spazio tra le tue dita doveva sempre avere qualcosa di mio.
Sai amore mio, non ho mai creduto fino in fondo alle tue parole d’amore. Ho sempre pensato che fossi invaghito di me, che avessi una cotta, mai che tu potessi innamorare di me. Ho sempre pensato che tu mi vedessi come un porto sicuro, qualsiasi cosa succedesse alla tua serata, se non riuscivi a trovare un’accompagnatrice, sapevi bene che potevi attraccare sul mio molo. Non ho mai fatto una piega ai tuoi ripetuti tradimenti. Tu sei sempre stato l’unico per me, mentre io non ho mai avuto l’esclusiva. Mi è sempre andato bene perché piuttosto che non averti sono sempre stata disposta a dividerti con le altre.
Tra i due Nathan sono sempre stata io quella innamorata, o almeno così credevo. Quel piccolo pegno, quel piccolissimo pegno, non te l’ho mai visto indossare, ora invece è lì. E’ lì al tuo dito. Che significa questo?
Continuo a torturami il labbro e a struggermi dietro questo pensiero. Tu invece mi accarezzi una guancia con la mano libera. Ti avvicini e strofini il tuo naso contro il mio, non posso far altro che chiudere gli occhi e smetterla di pensare.
Baci la punta del naso e molto lentamente ti sposti sulle palpebre. Adagiatamente poggi le labbra prima su di una palpebra e poi sull’altra. Abbassi la tua mira, e fai sfregare leggermente le nostre guance. Mi sposti un po’ di capelli e inizi a torturare i mie lobi, uno con le labbra e l’altro con la mano. Sto per ansimare ma uso tutta il mio autocontrollo per non farlo. Soffi. Ti avvicini di più con la bocca all’orecchio ed inizi a sussurrare con la tua voce angelica <>>
Ti allontani dal lobo ed inizi a baciare la mascella, con lentezza, come se il tempo del mondo fosse solo a nostra disposizione. Ti avvicini sempre più, sempre più, fino ad arrivare al lembo delle mie labbra. Socchiudi leggermente le tue labbra intorno al lembo.
Fai pressione sulla mia mano ancora intrecciata alla tua. Stringi, stringi, quasi a farmi male.
Sguardo diffidente, come se temessi qualcosa. Non sei più il ragazzo super convinto di sé che conoscevo. Ti avvicini ostentatamente, a piccoli tratti. Sempre più vicino. Sento ormai il tuo respiro sopra il mio, stanno diventano un tutt’uno. Piano. Piano. Primo contatto. Le nostre labbra si incontrano, con leggerezza, nessuna violenza, nessuna fretta. Il tempo si ferma. Il mondo siamo io, te e le nostre labbra. Con dolcezza fai incastrare le labbra. Io seguo i tuoi movimenti. Ti stacco di 3 mm e torni da me, con la calma più assoluta. In questo secondo contatto vuoi spingerti più in là, esiti un po’ ma poi schiudi le tue labbra. Cerchi qualcosa dentro di me e la trovi. Dai il via alle danze, ballano ballano le nostre lingue, l’una alla ricerca dell’altra. Questa volta non ti fermi più continui, assumi sicurezza e la pressione sulla mano aumenta a dismisura.
L’eternità in un bacio. E’ la prima volta. La prima volta  che mi baci in questo modo. Mai in tutti questi anni sei riuscito a regalarmi un momento del genere.
Nathan l’amore ci farà a pezzi, di nuovo.


Spazio "autrice":
Hola girls :) ho visto che ci sono molto visualizzuazioni, e alcune di voi la hanno messa tra i preferiti.
GRAZIE MILLE!!!! 
Sono contenta. Se volete dirmi la vostra recensite. Ditemi qualsiasi cosa, fa sempre piacere sentire il vostro riscontro.
Non so bene che dire altro, spero vi piaccia questo capitolo, il prossimo sarà scoppiettante.
xxx

  
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