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Autore: Raika    15/10/2012    1 recensioni
Gli opposti si attraggono e quando un demone e un agnello si incontrano la scintilla è inevitabile.
"Nei momenti critici il bene ha qualcuno dalla sua parte. Il male no."
E se il destino concedesse ad un demone l'aiuto di un agnello?
Bene e Male.. Demone e Agnello.. Destino e Scelta..
Il suo nome è Charlotte Hellenton e questa è la sua storia..
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Jin Kazama, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Candore

Rabbia.. Ira.. Collera.. Odio..
Quella ragazza..
Quella maledettissima bambina..   
Cosa pensava di fare?
Credeva di poterlo sconfiggere? Di poter placare la sua forza?
Stupida ragazzina.. Povera illusa..
Charlotte.
Solo il suono del suo nome gli dava la nausea.
Quel calore poi.. Come riusciva ad emanarlo?
Chi diavolo era in realtà?!
Quel patetico volto candido.. Quegli enormi occhi bluastri.. Quei capelli biondicci..
Il suo solo pensiero lo faceva imbestialire!
Eppure.. Eppure l’Altro sembrava essere affascinato da quel candore.. Quasi attratto..
Gridò.
Un rabbioso urlo gutturale scaturì dal profondo della sua gola.
Quella dannata ragazza!
Era una minaccia per lui.. Se l’Altro avesse ceduto alla sua purezza.. Se si fosse lasciato contaminare allora la sua forza sarebbe venuta meno..
NO!  
Non lo avrebbe permesso!
La ragazza andava eliminata.
Un sadico sorriso soddisfatto gli si dipinse sulle labbra.
Lei doveva morire e doveva morire adesso.
Con una potente sferzata d’ali si fermò, stabilizzandosi a mezz’aria.
Poteva ancora percepire il disgustoso pallore emanato dalla sua presenza. Gli sarebbe bastato seguirlo e poi..

<< E’ entrata in contatto con Lui >> disse una sensuale voce femminile.
<< Nei sei certa? >> domandò preoccupata Aiko.  
Lei annuì.
<< Sapevamo che sarebbe successo, era solo questione di tempo >> rispose pacatamente Kunimitsu.
<< Ma non così presto.. Lei non sa.. >> continuò Aiko, dal suo tono trapelavano ansia e disperazione. << Non è ancora in grado di controllarlo. >>
Kunimitsu le fece un cenno infastidita, come a voler scacciare una mosca. << Presto o tardi non ha importanza ormai. Dovrà imparare da sola e in fretta, se vuole sopravvivere. >>
<< Quella non è una cosa che si “può imparare in fretta”! >> sbottò l’orientale. << Ci vogliono anni per riuscire a controllare l‘esorcismo, figuriamoci un dono simile. >>
<< Jun Kazama non ci ha messo molto >> le fece notare irritata la rossa, il suo atteggiamento negativo la stava spazientendo.
<< Jun Kazama sapeva di cosa era capace. Lei non è neanche consapevole delle sue capacità! Come pretendi possa riuscire a sfruttarle se non ne è a conoscenza?! >>
<< Imparerà, altrimenti Devil la ucciderà. >>
<< La stiamo mandando al macello, quindi?! >>
<< Le facciamo fare esperienza sul campo. Il miglior modo per imparare è la pratica, dovresti saperlo bene Aiko, oppure hai dimenticato come sei diventata ciò che sei? >>
Aiko la fulminò con i suoi grandi occhi a mandorla, si ricordava bene il suo passato, come dimenticarlo, ma non era la stessa cosa. Non poteva certo paragonare ciò che aveva dovuto affrontare lei con quello che aspettava Charlotte.
<< Non è la stessa cosa.. >> iniziò a dire la donna, venendo però interrotta da Kunimitsu la quale voltandosi verso la terza presenza chiese << Come sta? >>
La giovane, seduta a gambe incrociate su una morbida pila di cuscini, chiuse gli occhi. Aiko la osservò portare le braccia ai fianchi, con i palmi rivolti verso l’altro all’altezza delle spalle. Poi reclinò la testa all’indietro, i setosi capelli neri le scivolarono sulle spalle e con uno scatto improvviso congiunse i palmi di fronte a sé, come in preghiera.  
Lentamente il volto tornò nella posizione originale e lei, con un unico ed elegante gesto alzò le palpebre. I suoi occhi, fino a pochi attimi prima di un marrone così scuro da avvicinarsi al nero, erano diventati azzurri e guardavano di fronte a sé senza realmente vedere niente, o meglio niente che si trovasse in quella stanza.
La donna, infatti, pur trovandosi fisicamente su quei cuscini, non era Aiko e Kunimitsu che osservava, il suo sguardo era lontano, molto distante da lì, in una stanza buia:
La tenue luce lunare filtrava tra le fini tende cobalto.
La stanza era grande, molto grande.
Le ombre numerose, ma nessuna abbastanza da oscurare quel lucente candore che irradiava l’ambiente.
Con un salto scese dal suo piccolo giaciglio sul davanzale della finestra, poi raggiunse il grande letto da cui proveniva il bagliore.
Con un’elegante balzo vi salì sopra: tra morbidi cuscini stava la ragazza.
I suoi lunghi capelli caramello erano adagiati scompostamente tutt’intorno al suo volto, quasi come un’aureola; i grandi occhi pervinca erano chiusi, ma sotto le palpebre le pupille si muovevano convulsamente; il volto era contratto dall’ansia. Stava sognando, o meglio, stava avendo un incubo.
Lentamente si mosse verso di lei e con delicatezza poggiò una grande zampa bianca sul suo cuore.
<< Sta affrontando i suoi incubi >> disse la giovane sbattendo le palpebre: i suoi occhi erano tornati scuri. << Ne avrà molti. >>
<< Possiamo fare qualcosa per attenuarli? >> chiese speranzosa Aiko.
<< No. Deve combatterli se vuole capire. Solo così diventerà consapevole >> rispose la sacerdotessa.
L’orientale abbasso la testa afflitta. << E adesso? Che facciamo? >>
<< Aspettiamo >> rispose Kunimitsu.
<< Cosa? >>
<< La sua prossima mossa. >>

Jin aprì gli occhi.
Tutto intorno a lui era buio e la fredda aria notturna gli sferzava il volto.
Non aveva idea di dove si trovasse, né come ci fosse arrivato. L’unica cosa che rammentava era una serie di immagini frammentarie, confuse come tanti pezzi di un puzzle tutto da ricostruire.
Il suo appartamento.. Charlotte.. La cornice.. La rabbia dell’Essere.. Quel calore.. L’Essere.. Il volto spaventato della ragazza.. Poi il nulla.
Lentamente si portò a sedere passandosi una mano sul volto.
Quella ragazza..   
Una fitta gli perforò le tempie, facendolo imprecare per il dolore e improvvisamente una serie di pensieri non suoi gli attraversarono la mente.
Era una minaccia..
Se l’altro avesse ceduto..
Se si fosse lasciato contaminare..
Non lo avrebbe permesso..
Andava eliminata!
<< No! >> urlò Jin portandosi le mani alle tempie.
Sapeva a chi appartenevano quei pensieri: erano riflessioni del suo Demone, riflessioni su Charlotte.
Lui la voleva morta e la voleva morta al più presto.
Jin strinse i pugni.
Non avrebbe permesso che le facesse del male, non avrebbe permesso che Lui la sfiorasse. Non sapeva perché l’Essere fosse così spaventato da lei da volerla addirittura eliminare, ma Jin glielo avrebbe impedito.
Ora più che mai sarebbe stato necessario rispettare l’accordo, anche se quello avrebbe significato non rivedere mai più quei magnetici occhi color pervinca.
Ma sei davvero pronto a questo sacrificio, Jin? 
   
 
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