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Autore: Hiro_kun    16/10/2012    1 recensioni
Batteva, spingeva, pulsava, voleva uscire, uscire e solo uscire.
-Devi smetterla di battere!- Urlò Matthew -Perchè ci devo stare così male?-
Stava girando per la stanza confuso, mille pensieri gli passavano per la testa.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Erano circa le 7:00 di mattina quando Matthew si svegliò. Il cielo era limpido tutto sembrava normale, come il solito.  Un caldo raggio di sole oltrepassava la tenda, ma nella stanza regnava il buio… Solo quel raggio rompeva il nero, era come una via d’uscita infondo a un lungo tunnel, o semplicemente la via d’uscita di tutti quei pensieri, fissi, immoti come la neve a Dicembre. Ma la parola che tormentava Matthew era una sola, una di quelle parole così scontate, eppure così complesse.

-Speranza-  Disse Matthew sotto voce. C’era un minimo di speranza, qualcosa poteva davvero cambiare?
Questo di sicuro non dipendeva da lui. –Mi ero detto che sarei cambiato, non ho cambiato idea!- Matthew sembrava molto sicuro di sé, sarebbe cambiato, ne era sicuro. Si alzò dal letto, un brivido gelido, gli percorse tutto il corpo. Andava a tastoni, gli scocciava accendere la luce, quella atmosfera era così… non lo sapeva, ma gli piaceva, quindi non voleva rovinare tutto. Si vestì con le prime cose che trovò e scese giù in cucina per fare colazione.
-Cosa c’è di meglio dei miei pancake appena cotti con lo sciroppo d’acero?- Disse tutto contento
Lentamente cominciò a gustarseli, uno ad uno, lentamente.. Ricordando tutti i momenti felici che aveva passato con le altre nazioni.  Adesso era rinchiuso in una torre di solitudine con muri di tristezza, cercava la chiave di felicità. Troppe domande senza risposta, troppe cose da cambiare. Matthew fissava l’orologio, quel giorno non aveva nulla da fare perché era Domenica, ed erano solo le 8:00. Solitamente di Domenica si ritrovavano tutte le nazioni per andare a fare due chiacchere e stare in compagnia, ma lui non ci sarebbe stato, di lui non avevano bisogno. Quel pomeriggio decise di uscire, anche se subito non ne era così convinto, sì, sarebbe uscito! Si infilò velocemente la prima giacca che trovò,  aprì la porta e finalmente uscì.                           Dentro di se si ripeteva: -Matthew ce la puoi fare, bisogna solo mantenere la calma!-                                                                Faceva freddo, o meglio, soffiava un fastidioso vento gelido. Ancora quel brivido, ancora quella sensazione. Gli alberi avevano ormai perso tutte le foglie, queste cadevano a terra, come se fossero state sconfitte, arrese, troppo stanche per continuare a lottare. Non c’era molta gente, il parco era quasi deserto.                                                                   
In lontananza Matthew vide una ragazza, naturalmente lei non l’aveva notato, ma lui stava lì e la fissava. Lei camminava solitaria,
Ogni tanto si sistemava i suoi lunghi capelli neri, le si potevano scorgere anche i grandi occhi azzurri. Azzurri come il mare, di un azzurro intenso, dicevano tutto di lei.. Il carattere, lo stato d’animo..  Un ragazzo la prese per mano e insieme percorsero tutto il parco.

 

  
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