Erano circa le 7:00 di mattina quando Matthew si svegliò. Il cielo era limpido tutto sembrava normale, come il solito. Un caldo raggio di sole oltrepassava la tenda, ma nella stanza regnava il buio… Solo quel raggio rompeva il nero, era come una via d’uscita infondo a un lungo tunnel, o semplicemente la via d’uscita di tutti quei pensieri, fissi, immoti come la neve a Dicembre. Ma la parola che tormentava Matthew era una sola, una di quelle parole così scontate, eppure così complesse.
-Speranza-
Disse Matthew sotto
voce. C’era un minimo di speranza, qualcosa poteva davvero
cambiare?
Questo di sicuro non dipendeva da
lui. –Mi ero detto che sarei cambiato, non ho cambiato idea!-
Matthew sembrava
molto sicuro di sé, sarebbe cambiato, ne era sicuro. Si
alzò dal letto, un
brivido gelido, gli percorse tutto il corpo. Andava a tastoni, gli
scocciava
accendere la luce, quella atmosfera era così… non
lo sapeva, ma gli piaceva,
quindi non voleva rovinare tutto. Si vestì con le prime cose
che trovò e scese
giù in cucina per fare colazione.
-Cosa c’è
di meglio dei miei pancake appena cotti con lo sciroppo
d’acero?- Disse
tutto contento
Lentamente
cominciò a gustarseli, uno ad uno, lentamente.. Ricordando
tutti i momenti
felici che aveva passato con le altre nazioni.
Adesso era rinchiuso in una torre di solitudine con muri
di tristezza,
cercava la chiave di felicità. Troppe domande senza
risposta, troppe cose da
cambiare. Matthew fissava l’orologio, quel giorno non aveva
nulla da fare perché
era Domenica, ed erano solo le 8:00. Solitamente di Domenica si
ritrovavano
tutte le nazioni per andare a fare due chiacchere e stare in compagnia,
ma lui
non ci sarebbe stato, di lui non avevano bisogno. Quel pomeriggio
decise di
uscire, anche se subito non ne era così convinto,
sì, sarebbe uscito! Si infilò
velocemente la prima giacca che trovò,
aprì la porta e finalmente uscì.
Dentro di se si
ripeteva: -Matthew ce la puoi fare, bisogna solo mantenere la calma!-
Faceva freddo, o meglio, soffiava un fastidioso vento
gelido. Ancora
quel brivido, ancora quella sensazione. Gli alberi avevano ormai perso
tutte le
foglie, queste cadevano a terra, come se fossero state sconfitte,
arrese,
troppo stanche per continuare a lottare. Non c’era molta
gente, il parco era
quasi deserto.
In lontananza Matthew vide una ragazza, naturalmente lei
non l’aveva
notato, ma lui stava lì e la fissava. Lei camminava
solitaria,
Ogni tanto si
sistemava i suoi lunghi capelli neri, le si potevano scorgere anche i
grandi
occhi azzurri. Azzurri come il mare, di un azzurro intenso, dicevano
tutto di
lei.. Il carattere, lo stato d’animo..
Un ragazzo la prese per mano e insieme percorsero tutto il
parco.