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Autore: Hummingbird    18/10/2012    3 recensioni
Allora avete presente cosa succede quando una fan del royai si mette ad aprire a caso il vocabolario e scrive una storia per ogni parola che trova?
No? Ecco allora leggete questa fic, cento vocaboli (rigorosamente presi a caso) per raccontare cento storie su di loro. Cento.. non uno di più non uno di meno.
Non so perchè era sbagliato l'ordine dei capitoli, ora l'ho aggiustato.
Probabilmente, i primi capitoli li troverete brulicanti di errori ortografici, non fateci caso: appena possibile, li revisionerò tutti quanti...
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang | Coppie: Roy/Riza
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Preciso.

 

“Sembra che nella società di oggi rimanga fregato chiunque di noi non sia ricoperto d'impegni dalla testa ai piedi...”

 

 

 

 

“Perdonami, sono in ritardo”.

“Mi sono svegliato tardi! Scusami!”.

“Tenente! Non mi diverto mica ad arrivare più tardi!”.

Citare le frasi del generare Mustang è da sempre un lavoro che mi aggrada parecchio. Come narratrice mi diverto a raccontare di tutte le volte che se n'è infischiato del tempo che passava, la lancetta dei minuti (a volte perfino delle ore) che superava della grossa il numerino che lui avrebbe dovuto considerare sacro.

Parlando poi di quando arrivava tardi a lavoro, il che era ancora meno gratificante perché significava che la considerazione che aveva per il suo ruolo militare era pressoché infima, c'era seriamente da divertisti: aveva luogo infatti lo scontro tra titani.

“Lei non tiene conto del tempo che si perde qui in ufficio per colpa SUA!”

“Tenente non esageri, solo cinque minut...”

Si udiva uno sparo e, allora, tutto taceva. Si doveva impugnare la penna, firmare i documenti in silenzio. Totale silenzio.

“...Riza?”

“Perché mi devi complicare sempre le cose?”

“Mi dispiace... Ma ho una buona ragione!”

“Sentiamola”

“Non adesso! Stasera usciamo?”

“Non lo so, non sarebbe conveniente. Se dovessimo fare come l'altra volta, rischiando di essere scoperti, sarebbe una serata... Pesante”

“Stai tranquilla, ti porterò in un posto più discreto”

“Alle otto?”

“Sì, fatti trovare alle otto precise a questo indirizzo”

La conversazione si svolgeva così sottovoce che nemmeno coloro che vi partecipavano riuscivano a sentire chiaramente; perfino il passaggio di un bigliettino bianco passava inosservato tanto erano accurati i loro movimenti.

Questa era precisione; forse non quella che intendeva Riza, certo, ma rientra comunque nell'ambito dell'essere precisi.

E quella stessa sera, alle otto precise, nell'angolo di una via deserta al limitare di Central c'era solo lei; sola, al buio; lui che non arrivava; doveva aspettarselo, non poteva contare su Roy Mustang nemmeno quando si parlava di un loro appuntamento. Non era lavoro, per una volta non c'entrava un cavolo; eppure lui non arrivava, era nuovamente in ritardo.”

Le otto erano passate da quasi quindici minuti quando Riza si decise ad andar via. Proprio allora sentì che qualcuno l'aveva afferrata per la giacca.

“Mi dispiace”. Riza non rispose, si limitò a sorridergli e, notando una piccola scatola di velluto far capolino dalla tasca di lui, non poté fare a meno di manifestare un velo di curiosità.

Con un gesto veloce, Mustang le prese entrambe le mani, per poi inginocchiarsi davanti a lei.

“Ma cosa stai facendo?

“Sono arrivato tardi per una motivazione ben precisa: davanti allo specchio, come un cretino, a provare e riprovare ciò che avrei dovuto dirti; ciò che devo dirti ora, prima che l'ansia mi mangi vivo.” Infilò la mano nel taschino e tirò fuori il piccolo cofanetto.

“Mi vuoi sposare?”

Il tempo parve arrestarsi.

Non c'era più l'orologio che ticchettava imperterrito, quello a cui Roy aveva lanciato un attacco di fiamma prima di uscire. Non c'erano ritardi, né puntualità, c'era solo un generale idiota, in ginocchio con gli occhi chiusi, e il suo bel tenente che lo guardava meravigliata.

“Sì”

“Che hai detto?”

“Ho detto di sì!”

Uno scoppio di risate in una viottola, un abbraccio e un bacio che bastano a far sparire il buio della sera.

 

 

“...Roy?”

“Sì?”

“Se arrivi tardi tu il giorno delle nozze, giuro che ti sparo”.

 

E direi che dopo una serata così, la precisione può anche andarsene a quel paese.

 

 

 

 

 

Piccolo angolo dedicato a me:

Chiedo scusa, chiedo scusa e chiedo scusa ancora!

Sono stata sommersa da impegni e non ho più aggiornato...

Perdono!

So che non ci sono molte persone che seguono la storia, ma a quelle poche che ci sono chiedo immensamente scusa.

Non è uno dei capitoli migliori, o almeno credo.

Sinceramente mi è piaciuto scriverlo, perché ho riletto recentemente uno dei primi che avevo pubblicato e... Beh, wow.

Adesso vi lascio, scusatemi di nuovo...

-Hummingbird.-

  
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