Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Tinkerbell92    18/10/2012    6 recensioni
DA REVISIONARE (CONTENUTI E FORMA)
Prima fanfiction su Percy Jackson, raccontata, come nei libri, in prima persona.
La storia di una semidea particolare, figlia di una dea impensabile, a partire dal suo arrivo al Campo Mezzosangue. Leila, la ragazza, affronterà varie situazioni, anche sentimentali, accompagnata da una custode molto particolare, venendo, però, continuamente ostacolata dalla madre, che vuole a tutti i costi decidere del suo futuro.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Castellan, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Nel segno della Luna'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Il mio primo giorno al Campo si potè definire pressoché normale.
Passai molto tempo al Poligono di Tiro con l’Arco, insieme a Lee Fletcher e i suoi fratelli, scoprendomi, senza sorprese, incredibilmente portata per quella disciplina, e provai a dilettarmi anche in attività come il canottaggio e l’arrampicata (anche se lì rischiai parecchie volte di venire incenerita dalla lava che colava giù dalla parete).
Maggie mi teneva d’occhio continuamente, dandomi, di tanto in tanto, dei consigli per migliorare.
Fu quando arrivò il turno delle lezioni di Scherma che iniziarono i guai.
Maggie mi portò all’arena, dove diversi semidei si stavano riscaldando maneggiando delle lame dall’aspetto poco sicuro.
Notai quasi immediatamente Clarisse, che stava letteralmente demolendo un manichino per le esercitazioni.
Fui tentata di domandarle che cosa le avesse fatto di male, quando lei mi vide e restò per un attimo sorpresa.
Aggrottò le sopracciglia, squadrandomi dall’alto al basso, poi, sul più bello che mi aspettavo un qualsiasi insulto da parte sua, si girò e riprese a massacrare il manichino, ridotto ormai ad un ammasso di rottami.
 - Vieni- mi disse Maggie, prendendomi per un braccio – Ti conviene metterti verso il centro, così quando inizierà la lezione avrai una visuale migliore.
- Devo proprio farlo?- domandai, mentre mi piazzava al posto che voleva – Insomma, sono già brava a tiro con l’arco, devo per forza imparare a maneggiare una spada?
Maggie mi lanciò un’occhiata severa, facendomi rispondere da sola: - Okay, immagino di sì.
Gettai un’occhiata piuttosto distratta ai semidei che si radunavano in cerchio, mentre un giovane guerriero protetto da un’armatura, richiamava l’attenzione verso di sé.
Doveva essere il maestro, altrimenti non sarei riuscita a spiegarmi il perché restasse al centro dell’arena armato di spada.
- Pensavo che fosse Chirone a darci lezioni di scherma- mormorai rivolta a Maggie.
Lei mi fissò sorpresa: - Come?
- Insomma- continuai – il maestro di scherma è proprio giovane…
-Leila, guarda che… - cercò di dirmi lei, ma il presunto istruttore, giratosi verso di me, disse ad un ragazzo della casa di Ermes, che mi stava accanto, di sistemare gli Indeterminati in modo che avessero una buona visuale.
La cosa che mi colpì, fu la voce dell’insegnante: familiare. Troppo familiare.
Realizzai con orrore chi fosse proprio nel momento in cui si tolse l’elmo: - Hey, Leila!
Spalancai occhi e bocca, mentre Luke Castellan sorrideva compiaciuto, come se avesse appena realizzato lo scherzo del secolo.
- Tu… tu… ma cosa?- balbettai, non capendoci più niente – Che cosa cavolo ci fai lì? Dov’è l’insegnante di Scherma?-
- Sono io!- rispose beffardo – O, almeno, oggi sono io a darvi lezioni… Chirone dice che sono parecchio… portato… ho una dote particolare per la Scherma- disse, calcando volutamente la parola “dote”, giusto nel caso non avessi capito il doppio senso.
Per un istante, qualcosa nel mio cervello si bloccò: non sapevo se essere arrabbiata, sconcertata, confusa…
Per fortuna, Annabeth Chase, fulminandomi con lo sguardo, prese la mano di Luke ed iniziò a scuoterlo: - Luke! Avanti, devi iniziare! Non possiamo perdere tempo a lezione!-
Lui le sorrise, accarezzandole i riccioli biondi: - Va bene, piccola, hai ragione… dobbiamo incominciare- mi strizzò l’occhio, avviandosi con passo sensuale verso il centro dell’Arena.
- Bene, per cominciare, oggi vi spiegherò una particolare mossa- inutile dire che, a questa parola, si voltò verso di me con aria furba – che vi aiuterà a disarmare l’avversario in due semplici colpi.  
E’ molto utile, soprattutto nel caso l’avversario stesse per penetrare- altro sguardo malizioso – le vostre difese. Ecco cosa dovete fare…
Diede una piccola dimostrazione con un manichino mobile: mentre quello faceva partire l’affondo, Luke parò rapidamente il colpo, poi, con un movimento circolare della mano, fece volare via la spada dell’avversario.
Annabeth applaudì entusiasta, seguita da parecchi altri semidei.
Dovevo ammettere che era davvero bravo, ma il mio orgoglio mi impediva di dargli una qualsiasi soddisfazione.
Si pavoneggiò un po’, poi iniziò a fissare il pubblico con aria indecisa: - Bene, ora che vi ho fatto vedere come si fa, ho bisogno di un volontario che mi faccia provare la mossa su di lui…
Cercai di guardare altrove, in modo da non attirare la sua attenzione, anche se sapevo che non sarebbe servito a niente.
- Leila!
Mi girai lentamente, fulminandolo con lo sguardo.
Aveva una faccia da sberle così irritante, che fu un miracolo se non gli saltai addosso, picchiandolo selvaggiamente con la sua stessa arma.
- Coraggio, piccola. Sei la nuova arrivata, quindi tocca a te.
Avrei voluto ucciderlo.
Fossi stata a scuola, me la sarei defilata all’istante, ma in quel momento era diverso: di sicuro, mia madre non sarebbe stata fiera di me, se mi fossi tirata indietro.
Maggie mi mise in mano una spada e lasciò che mi avvicinassi con passi lenti a Luke.
Lo squadrai in maniera poco amichevole, mentre lui sogghignava tra sé: - Pronta, dolcezza?
- Me la paghi- sibilai, mettendomi in posizione di difesa.
Fortunatamente, Maggie mi aveva spiegato alcune basi della scherma, così che non apparissi una perfetta idiota già dal primo giorno.
Luke si posizionò davanti a me, con il suo solito sorrisetto imbecille, facendo scivolare la propria spada sulla lama della mia: - Cominciamo.
La prima volta che eseguì la mossa, come previsto, mi ritrovai a fissare la mia spada a terra con un’espressione completamente idiota.
Una risatina generale si levò tra gli spettatori, facendomi arrossire di vergogna.
Luke raccolse la mia spada e me la consegnò, ridacchiando sotto i baffi: - Non prendertela, capita a tutti di perdere al primo incontro… ora, se vuoi dare il cambio a qualcuno, fa’ pure, sennò… ouch!-
Schivò appena in tempo un fendente che avevo menato contro di lui, proprio nel preciso istante in cui le mie dita si erano serrate di nuovo sull’elsa della spada.
Luke mi fissò sorpreso, senza cancellarsi quel sorrisino irritante dalla faccia: - Oh, abbiamo una ragazza agguerrita qui… non vorrai fare la bambina cattiva, vero, Leila?
Mi scostai, con un soffio, un ciuffo di capelli dal viso, e puntai la spada con fare minaccioso: - Non ti darò il permesso di umiliarmi, Luke Castellan. In guardia!
Mi avventai su di lui con una tale ferocia che, mentre colpivo a caso e senza fermarmi la lama della sua spada, potevo scorgere un bagliore di sorpresa nei suoi occhi.
Non so cosa mi prese. Ma non potevo sopportare che quel cafone facesse il gradasso con me.
Riuscii quasi a disarmarlo parecchie volte e, solo dopo alcuni minuti di lotta furiosa, Luke riuscì a far volare via la mia spada.
Non esultò, tuttavia.
Si limitò a fissarmi con aria ammirata, ansimando leggermente: - Hey, hai davvero fegato…
Probabilmente, avrei dovuto sentirmi fiera di me stessa, per aver combattuto così bene.
Ma, gettando un rapido sguardo alla mia spada che giaceva per terra, a pochi metri da me, mi resi conto che combattere bene non era abbastanza.
Io volevo vincere.
Volevo umiliare Luke Castellan, così da fargli capire che le sue avances mi rimbalzavano contro senza intaccarmi, e, naturalmente, per dimostrare a mia madre quanto valevo.
Avrei dovuto essere sportiva, in quell’occasione, ma non ce la feci.
Mi voltai di scatto e, a passo deciso, uscii dall’Arena, circondata dall’innaturale silenzio dei miei compagni.
Mi diressi in direzione del boschetto del Campo, quello che, a detta di Maggie, era infestato da mostri di vario genere, ma non ci feci neanche caso.
Mi appoggiai al tronco di un albero sospirando, lasciandomi scivolare giù e mettendomi seduta.
Mi sentivo male.
Ero triste, perché non ero riuscita a battere Luke, dopo aver avuto, per un secondo, l’illusione di potercela fare.
- Hey, tu!
Una voce decisamente poco gentile mi fece alzare lo sguardo.
- Lasciami in pace, Clarisse- borbottai – se sei venuta qui a sfottermi, sappi che non ho la minima intenzione di risponderti o darti retta.
La ragazzina (solo per via dell’età) si mise le mani sui fianchi, fissandomi con aria severa: - In realtà, volevo solo chiederti se ti unirai a noi alla Caccia alla Bandiera, oppure se hai già scelto di stare con gli altri perdenti.
Mi alzai in piedi, guardandola con aria interrogativa: - La Caccia alla Bandiera?
Clarisse alzò gli occhi al cielo: - Ma allora non sai proprio niente! Ogni venerdì sera, Chirone organizza la Caccia alla Bandiera. Come fai a non saperlo?
- Beh- replicai, leggermente scocciata – Sai com’è, sono arrivata qui ieri, quindi dovrebbe essere lecito che qualcosa mi sfugga…
Lei alzò un sopracciglio e probabilmente io feci lo stesso: perché, all’improvviso, parlavo da perfettina? Manco fossi sotto l’influenza di Zoe Nightshade…
Comunque, la figlia di Ares incrociò le braccia sotto il seno e sospirò: - Non sono sicura di aver capito tutto… in ogni caso, apri bene le orecchie: durante la Caccia alla Bandiera si formando due squadre, la Blu e la Rossa.
Le varie case stringono alleanze con le due vincitrici della Caccia precedente.
Finora il titolo è detenuto dalla casa di Ermes e da quella di Apollo.
Noi facciamo parte della Squadra Rossa, ossia con Apollo e Afrodite, mentre la Squadra Blu è composta da Atena, Efesto, Demetra e Dionisio. Tu, naturalmente, rappresenti la casa di Artemide e devi scegliere una di queste due. Quindi, riformulando la domanda, con chi vuoi stare?-
Riflettei per un momento: - Beh, la Caccia è venerdì… mancano quattro giorni, con oggi, devo proprio decidere ades…
-Sì!- mi interruppe lei- Immediatamente! Il tempo passa e dobbiamo organizzare una strategia. Abbiamo Atena, tra gli avversari, quindi dobbiamo prenderci per tempo! Quindi, per l’ultima volta, pivella: sei con noi o contro?
- Okay, okay…- feci un rapido conto mentale – In teoria, con te ci sono i ragazzi di Apollo, ed io ho legato molto con loro, e…- mi illuminai – un momento! Hai detto che tra gli avversari c’è Ermes?-
- Sì!- Clarisse sembrò esasperata.
Io sogghignai: - Allora è ovvio che starò con voi! Un’alleanza con Luke Castellan? Mai! Naturalmente, se mi volete…
Clarisse mi guardò di sbieco, ormai certamente convinta che fossi stupida: - Se no non sarei venuta a chiedertelo, pivella!
Un sorrisetto ebete mi si dipinse sulla faccia: - Quindi non ti sto antipatica…
La ragazza sbuffò, ormai sull’orlo di una crisi di nervi: - Non è che tu mi sia simpatica… però, penso che ci sia gente più sfigata di te, qua al Campo. In più- arrossì lievemente – devo dire che… apprezzo il tuo modo di porti e combattere… non mi è dispiaciuta la risposta che hai dato a quella figlia di Afrodite, ieri… e non era male lo sguardo che avevi mentre attaccavi Luke, oggi.
- Mh, bene- borbottai.
Clarisse mi zittì con un cenno della mano: - Con questo, non montarti la testa. Come figlia del dio della guerra, riconosco che hai del potenziale. Ma posso sempre rispedirti nella polvere.
- Lo terrò a mente- risposi, senza dare troppo peso alla minaccia.
Clarisse alzò le spalle e si girò, avviandosi verso l’Arena: - Allora ci si vede in giro, pivella. Preparati bene per venerdì.
La guardai allontanarsi, con il suo passo pesante e sgraziato.
Strano a dirsi, ma quella ragazza non mi stava affatto antipatica. Almeno non quanto le figlie di Afrodite, o Luke Castellan…
Feci per tornare alla casa di Artemide, dove, probabilmente, Maggie mi stava aspettando, quando una mano sulla spalla mi fece voltare.
- Leila!
Alzai gli occhi al cielo, mentre mi ritrovavo davanti Luke, con la sua solita espressione furba.
Un gruppetto di figli di Ermes si era radunato poco distante da lui.
- Che cosa vuoi?- gli domandai scocciata – Vuoi prendermi ancora in giro perché mi hai battuta?
Lui alzò le mani in segno di resa: - In realtà… volevo solo dirti che mi dispiace- mi sorrise leggermente – Volevo chiederti scusa per essermi preso gioco di te… sono stato un idiota.
- Beh- borbottai – almeno lo riconosci.
Mi sembrò di intravedere un’ombra di malizia sul suo sguardo, ma fu solo per un istante.
- So che sei la figlia di Artemide- continuò – quindi, il mio comportamento è stato inaccettabile. Volevo solo scherzare un po’, ma non ho tenuto conto dei tuoi sentimenti. Puoi perdonarmi?
 I ragazzi di Ermes mi fissarono ansiosi.
Arrossii leggermente : - Beh, forse, se non farai più l’idiota…
- Ma certo!- mi interruppe lui – In segno di pace, accetteresti un abbraccio amichevole? Oppure sei figlia di Artemide e quindi non puoi?
Alzai gli occhi al cielo: - Un abbraccio non mi è certo proibito, Luke…
- Allora vieni qui- mi sussurrò, stringendomi a sé – Cominciamo daccapo.
Mi accarezzò la schiena, facendo aderire per bene il suo corpo al mio.
La mia guancia era premuta contro il suo petto e, con l’orecchio, riuscivo a sentire i battiti del suo cuore. Era una sensazione davvero piacevole.
Quando ci staccammo, ero leggermente arrossita, ma mi parve molto strana l’espressione furba che si dipinse sul suo volto.
Approfittò del mio momento di distrazione per allontanarsi, mentre una strana sensazione si impadronì di me. Era come se mi mancasse qualcosa.
Realizzai quanto era successo, solo quando vidi Luke correre verso i suoi fratelli con qualcosa in mano. Qualcosa di pizzo, bianco e svolazzante…
Lanciai un grido: - Luke!- iniziai ad inseguirlo- Ridammelo subito! Ridammi subito il mio reggiseno!
Luke rideva come un matto, seguito a ruota dagli altri ragazzi, mentre io, rossa di vergogna, cercavo di riappropriarmi della refurtiva.
- Hey, ragazzi! Chi vuole toccare per primo un reggiseno?- gridò lui, venendo acclamato con un’ovazione dai suoi fratelli.
- Brutto verme schifoso!- imprecai, raggiungendolo – Come diavolo hai fatto a prenderlo?
In tutta risposta, lui lo lanciò ad un ragazzino con i capelli scuri, arrivato da poco al campo:- Prendi Travis!
Quello lo afferrò al volo, osservandolo con interesse: - Caspita, che bello!
- Travis, fa' vedere anche a me!- strillò un ragazzino ancora più giovane, che gli assomigliava un sacco.
- Okay, Conn, ma te lo faccio solo toccare…
- Brutti ladri, ridatemelo!- gridai isterica, gettandomi verso di loro.
Il ragazzo che si chiamava Travis consegnò il mio reggiseno nelle mani dell’altro, probabilmente suo fratello, il quale corse via come un razzo, indossandolo.
- Come mi sta?
- Smettetela!-
Ero ormai sul punto di piangere.
I ragazzi di Ermes si passarono il reggiseno come fosse stato una pallina da tennis, fino a quando non ricapitò nelle mani di Luke.
Mi fissò furbo e sogghignò: - Se lo rivuoi, devi darmi un bacio con la lingua!
Mi fermai poco distante da lui, ansimante.
Lo fissai con odio, sentendo la rabbia che cresceva sempre di più dentro di me.
- Scordatelo!
- Okay- Luke si appoggiò il reggiseno sulla faccia e si avviò verso la casa di Ermes, seguito dai suoi fratelli- Ragazzi, abbiamo un nuovo trofeo di guerra da oggi!
Quelli ridacchiarono, mentre io, distrutta e furiosa, strinsi i pugni fino a farmi diventare le nocche bianche.
Luke aveva passato il segno. Era davvero troppo.
Con tutto il fiato che avevo in corpo, gridai: - Questa è guerra, Castellan! Stanne certo: te la farò pagare!
All’improvviso, tutte le convinzioni di mia madre mi sembrarono più che vere. 
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Tinkerbell92