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Autore: Didi e Lulina92    01/05/2007    0 recensioni
Harry Potter torna a Little Whinging dopo un sesto anno decisamente fuori dal comune. Davanti a sè ha una vacanza e un settimo anno altrettanto burrascoso. Cosa è accaduto tra alcuni Serpeverde e il bambino sopravvissuto? Quali sono le loro intenzioni? Cosa ha in mente Silente? Nuovi intrighi e amori sono la base di questa storia e la rendono interessante. Il ritorno della storia da noi già una volta postata ma con cambiamenti radicali. Il primo capitolo è uguale ma il resto della storia è cambiato,compresi i parings. Buona lettura! E diteci cosa ne pensate.
Genere: Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Premessa 1:

La maggior parte dei personaggi che vengono nominati in questa storia non ci appartengono. Appartengono a JK Rowling.

MOLTO IMPORTANTE

Premessa 2: Abbiamo riscritto la storia già pubblicata. Perciò questa NON è la medesima storia, anche se alcune parti sono rimaste le medesime e l’ idea generale è più o meno la stessa di prima. Anche i parings sono cambiati.I ragazzi devono frequentare il settimo anno.Ma il sesto non è mai avvenuto come nel libro della Rowling. Speriamo comunque che la storia vi piaccia.

Grazie per l’attenzione

Didi e Lulina92

P.S. Il primo e il secondo capitolo sono un po' noiosi ma vi preghiamo di avere fiducia. La storia comincia a scuotersi soprattuto apartire dal terzo e quinto capitolo.

Capitolo 1.

Era la seconda settimana di giugno. Un’ ondata di afa aveva sommerso Londra. Il sole s’ innalzava alle sei di mattina e tramontava alle nove lasciando dietro di sé il ricordo di temperature da record. Il prato di Hide Park si era tinto di un verde oliva. Una parte degli abitanti si rifugiava in casa, tentando di fuggire al caldo desertico. L’ altra parte partiva alla ricerca di un posto fresco. Le offerte last minute erano ormai rare. La gente voleva andarsene dalla città e la meta non era certo la cosa più importante.

Anche nel quartiere di Little Whinging, come in tutta la città, le strade erano deserte. Solo in una piccola casa di Privet drive si discuteva animatamente se era veramente il caso di lasciare la città.

Vernon Dursley, un omone parecchio robusto, aveva da un po’ assunto un colore rosso pomodoro a forza di sbraitare contro qualsiasi cosa aveva detto la moglie.

– Mi rifiuto! Perché dovrei pagare quella vecchia? Le stiamo facendo solo un favore tenendola indaffarata per un po’ di tempo-

-Preferisci portarlo con noi Vernon? Pensa a cosa dirà la zia! Non deve sapere della sua esistenza. Sarebbe uno scandalo per la famiglia.- intervenne la moglie Petunia.

–Co…COSA! Portarlo???- il viso di zio Vernon assunse un preoccupante color violaceo. -NO!MAI! Questo é ricatto! Il ragazzo non metterà piede fuori di casa. Dovessi rinchiuderlo. Ne ho abbastanza delle sue stranezze o dei suoi stramaledettissimi amici.- pronunciò queste parole con disgusto- Anzi, se osa tornare lo butto fuori!-

-Ma cosa penserà il vicinato? Sai come sono quelli,sempre a spiare ogni mossa del vicino per poi giudicarla. No, non possiamo. Saremmo marchiati come esseri senza cuore. E poi ricorda che ci sono anche i suoi …a...amici- disse zia Petunia con orrore.

-Allora a quanto pare non vi resta altra scelta che continuare a ospitarmi e a lasciarmi qui da solo sperando che non v’incendi la casa.- Un ragazzo dai capelli scuri, molto affascinante, con occhi verde intenso aveva pronunciato questa frase in tono pacato e con un pizzico di sarcasmo. Egli era appoggiato allo stipite della porta della sala con le braccia incrociate sul petto, mentre osservava, con uno sguardo per metà divertito e per metà esasperato la mascella del viso cavallino della zia irrigidirsi e la faccia dello zio diventare se possibile ancora più viola scuro. Alzando un sopraciglio fissò zio Vernon boccheggiare dalla rabbia. Finalmente zia Petunia si scosse dallo stato indefinito in cui si trovava in quel momento e sibilò:

- Vai in camera.- Lanciando un’ occhiata allo zio, che aveva cominciato a proferire a bassa voce parolacce di ogni genere verso il nipote, il ragazzo si girò e si diresse nel corridoio. Prese il suo grosso baule che aveva lasciato all’ entrata e cominciò a salire le scale. Ora poteva udire distintamente le urla di zio Vernon provenienti dalla sala. Salito l’ultimo scalino si diresse verso la sua vecchia camera. Aprì la porta. Niente era cambiato in quei dieci mesi in cui aveva frequentato Hogwarts, la migliore scuola di magia e stregoneria. Tutto era come l’ estate prima. O almeno quasi tutto. Lasciò il baule in un angolo, chiuse la porta e si distese sul vecchio letto scomodo, chiudendo gli occhi e tentò di ignorare la voce di zio Vernon. Nella sua mente balenò il ricordo dell’ anno appena finito. Molte cose erano cambiate. Nuovi problemi si erano creati. Il Signore Oscuro era stato tranquillo per tutto l’ anno, ma quella tranquillità che egli sembrava avere accordato al mondo magico non era che il respiro prima della battaglia. Harry lo sapeva bene, ma ancora c’ erano persone che si ostinavano a credere che tutto andava nel migliore dei modi, che Voldemort era ancora morto, che il Ministero avesse tutto sotto controllo. Si diresse verso il baule, lo aprì rovistò un poco e poi estrasse un libro; Trasfigurazione avanzata. Doveva distrarsi, se no sarebbe rimasto schiacciato da preoccupazioni. Si sedette alla scrivania, aprì il tomo e cominciò a leggere.

-RAGAZZO!SVEGLIA! Non ho tempo da perdere.-

La voce di zio Vernon lo raggiunse soltanto da lontano. Molto lentamente Harry si mosse, aprì gli occhi per poi trovarsi davanti il faccione paonazzo dello zio.”Devo essermi addormentato”pensò mentre lo zio iniziava una delle sue prediche tu–non-sei-niente-e-devi-ubbidire-a-me. Spostò lo sguardo sul libro; pagina 387, come trasfigurare l’aria in acqua.” Non male, ho studiato parecchio”

-…e per questo non vediamo altra scelta cha lasciarti qua.- improvvisamente Harry iniziò ad ascoltare il discorso tentando di trattenere un ghigno di trionfo- Ti avremmo mandato anche in un centro d’ asilo se avessimo potuto, ma purtroppo le circostanze non lo permettono. Perciò mentre noi siamo da zia Melinda, in Cornovaglia, tu te ne starai buono buono in questa stanza, non toccherai niente che non ti appartiene e non ti farai notare da nessuno. Niente robaccia magica, capito? Sono stato abbastanza chiaro???!- Ora zio Vernon lo scrutava come se tentasse di scorgere qualsiasi espressione ribelle.

- Posso almeno respirare e mangiare?-Un sorrisino sarcastico spuntò sul viso di Harry. - NON SCHERZARE, RAGAZZO!- Zio Vernon passò di nuovo dal colore rosso al viola- Porta rispetto a chi ti ha ospitato, nutrito, vestito e cresciuto per tutti questi anni!-Harry si passò una mano tra i già abbastanza scompigliati capelli neri in modo esasperato. Ormai aveva sentito quella frase almeno un milione di volte.

- E non guardarmi in quel modo ragazzo. Ti lasciamo qui un mese da solo e voglio essere sicuro che tu non farai niente di terribilmente stupido. Ho chiesto alla signora Cannedy se gentilmente sarebbe disponibile a venirti a tener d’ occhio qualche volta. Perciò…- -Vernon! Vieni ad aiutarmi con la valigia. L’ aereo parte domani alle undici. Sono le 23: 35. Dove hai messo le…- Zia Petunia entrò in camera, rimase un attimo ferma e guardò prima in faccia al marito e poi al nipote con un’ espressione affrettata e come se fosse sorpresa di trovarli insieme vivi in una stanza.- Oh… stai parlando con lui. Vieni per favore, Vernon, devi aiutarmi a chiudere la valigia- disse zia Petunia in tono quasi isterico. -Cioè sederti su quella povera valigia- aggiunse Harry guadagnandosi un occhiataccia dallo zio e un: - Sta zitto ragazzo- dalla zia che tentava di spingere fuori della stanza il marito. Finalmente solo Harry si alzò dalla sedia, mise un segnalibro tra le pagine, posò il volume sul comodino accanto al letto, mise il suo vecchio pigiama e si infilò tra le lenzuola.

Il mattino seguente Harry si svegliò al rumore di tonfi provenienti dal corridoio. Mezzo addormentato si mise a sedere e cercò con la mano gli occhiali sul comodino. Li inforcò, spostò lo sguardo fuori dalla finestra, doveva essere già tardi visto che il sole era già alto, poi si alzò a fatica e si diresse verso la porta.

Quando la aprì ed uscì nel corridoio, fu quasi investito dal cugino,che stava trascinando verso le scale una grossa valigia di stoffa bordeaux. Un po’sorpreso di vedere Dudley portare pesi rientrò in camera, si vestì alla bene e meglio, mise un paio di jeans e una maglietta grigia e si apprestò a scendere al piano inferiore.

Da dietro alla porta che conduceva in sala si potevano udire gli zii urlare che dovevano sbrigarsi. Quando entrò nessuno sembrò badare a lui. Con uno sbadiglio si avviò verso la cucina e quando passò vicino a un orologio antico ma perfettamente funzionante notò con la coda nell’ occhio che erano le 10:15 . - Ragazzo vieni subito qui !-Urlò la zia con un tono di voce che un generale usa per richiamare un cadetto. Harry si girò verso la zia con un espressione tra l’ innervosito e il sofferente. Petunia aveva in mano le chiavi di casa -Queste sono le chiavi di casa. Vai a fare la spesa.- disse la zia in modo acido porgendogli riluttante le chiavi. -Possibilmente senza farti notare.- aggiunse minaccioso lo zio. Harry per tutta risposta decise di tornarsene in camera, ignorando gli zii che gli urlavano dietro le ultime raccomandazioni ( niente magia, non spendere troppo, non farti vedere in pubblico,...).

Sdraiato a pancia in su sul letto Harry poteva sentire i parenti che caricavano con molte difficoltà la macchina. Poi uno sbattere di porte,il motore della macchina che si accendeva e un urlo:

-COMPORTATI BENE RAGAZZO!-Il rumore della macchina che se ne andava lo raggiunse ovattato…poi il silenzio. Finalmente se ne erano andati.

In quel momento, con la certezza di non avere gli zii tra i piedi per un mese intero, riuscì finalmente a rilassarsi un po’. Senza accorgersene cominciò a pensare alla profezia, a Sirius, a Silente, ai suoi genitori, ai suoi amici Ron e Hermione.

- Devo assolutamente distrarmi- sussurrò. Allungò il braccio fino a prendere il libro interrotto la sera prima e ricominciò a leggere.

  
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