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Autore: sakuraelisa    19/10/2012    3 recensioni
Blaine è rimasto vedovo a crescere sua figlia Melanie, convinto che per lui l'amore non esistesse più decide di vivere solo per lei, ma quando il destino si mette di mezzo, tutto è possibile.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Mike Chang, Tina Cohen-Chang | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo otto



Erano passate alcune settimane da quel loro primo appuntamento, Blaine era felice come non lo era mai stato e ogni ora che passava con Kurt era pura poesia.
Passavano ogni pomeriggio insieme, ad ogni ripetizione di Melanie lui era sempre là seduto in una delle panchine del parco a godersi lo spettacolo.
Qualche volta uscivano anche la sera e passeggiavano per le vie della città tenendosi per mano. A Blaine questo piaceva molto, andavano a cena o a bersi una cioccolata calda, che era diventata la loro bevanda preferita.
Si stringevano le mani sopra il tavolino e si guardavano negli occhi, adoravano perdersi l’uno nello sguardo dell’altro, i loro occhi si incontravano e tutto intorno a loro perdeva  importanza.
Blaine era nella cucina intento a preparare dei nuovi dolcetti mentre era perso nei suoi nuovi ricordi quando una manina gli toccò il braccio facendolo accorgere della sua presenza.

“Papà, ci sei?”

“Oh Melanie, piccola mia sei qua” le rispose lui voltandosi verso di lui

Melanie notò subito che qualcosa era cambiato, il suo papà era più felice del solito, e di solito era lei a renderlo tale, ma sapeva bene il vero motivo della sua felicità.
Era contenta per lui doveva ammetterlo, vederlo finalmente con un vero sorriso sulle labbra era bellissimo, adesso era sempre più rilassato e più adorabile. Sì con lei era rimasto sempre lo stesso, ma aveva percepito sin da subito che c’era qualcosa di più soprattutto nelle ultime settimane.
Lei voleva tanto conoscere il motivo di tanta gioia e per questo che quel giorno si era decisa a chiederglielo. Dopotutto, lei aveva il diritto di sapere.

“Papà, posso chiederti una cosa?”

“Certo amore” le disse, pulendosi le mani con uno strofinaccio e andando a sedersi su una delle sedie intorno al tavolo, facendole cenno di raggiungerlo.

Lei fece dei piccoli passetti e andò a sedersi sulle sue ginocchia, portò le braccia intorno al suo collo e lo baciò dolcemente sulla guancia.

“Allora, dimmi tutto!”

“Sai, ho notato una cosa nelle ultime settimane.”

“Davvero? e che cosa, cucciola?” gli disse sorridendo

“Che sei felice papà, ti è successo qualcosa di bello, vero?” gli domandò

E il sorriso di Blaine in quell’istante si allargò e Melanie quasi senza rendersene conto sorrise alla stessa maniera.
Lui portò una mano sulla sua guancia e l’accarezzò dolcemente.

“Lo sai che hai ragione!”

“Me lo vuoi dire il perché?”

“Sì amore mio, vedi… io e il maestro Hummel adesso siamo una coppia, una specie in realtà, ci stiamo frequentando.”

Lei lo guardò curiosa, sapeva da zia Tina che quando due persone si fidanzavano uscivano la sera, ma lei non vedeva quasi mai il suo papà uscire in quelle ore. Decise comunque che forse poteva chiederglielo.

“Siete fidanzati? E perché non uscite la sera allora?” gli domandò curiosa

“Tesoro mio chi ti dice queste cose? Sempre la zia Tina?” le chiese.

“Mi rispondi papà?” iniziò lei leggermente esasperata non capiva perché a volte il suo papà cambiasse sempre discorso quando gli faceva una domanda importante.

“Ma noi usciamo amore!”

“E quando? Se la sera stai con me.”

“Noi usciamo il pomeriggio e una sera a settimana.”

“Il pomeriggio? Papà non avete dieci anni.”

“Ma piccola mia …” le disse toccandole il nasino con un dito

“lo facciamo per te.” continuò

“Per me?” domandò lei, sorpresa.

“Certo, perché tu sei la mia bambina ed io insieme al tuo maestro, a Kurt, abbiamo deciso di fare le cose con calma. Quindi per adesso usciamo solo il pomeriggio.”

“Vi siete già baciati?”

“Come?” domandò a sua volta Blaine, arrossendo.

A volte si dimenticava di quanto la sua bimba fosse sveglia e intelligente e soprattutto diretta.

“Non ancora amore.”  

“E perché?”

A quel punto Blaine era diventato di una tonalità molto accesa, di un rosso che era meglio cancellare al più presto.
Così mise la bimba per terra sollevandola dalle sue ginocchia e le toccò la testolina con amore cercando di farla distrarre dalle sue domande un po’ troppo curiose per i suoi gusti.

“Piccola mia, perché non vai a riordinare la tua cameretta così ti puoi preparare per andare a ripetizione”

“Così puoi vedere il maestro Hummel? ” gli rispose lei, ridendo.

Amava vedere il suo papà in imbarazzo, gli piaceva tanto vedere le sue guance diventare rosa e vederlo balbettare per l’imbarazzo.
Eh sì, parlare con la zia Tina era molto divertente, poteva scoprire tante cose interessanti sul suo papà.
Lo baciò sulla guancia facendolo abbassare e poi corse alla sua cameretta.
Quando Blaine rimase solo respirò a fondo, a volte la sua bimba era davvero troppo intelligente, non solo gli aveva fatto delle domande ma gli aveva anche chiesto delle cose giuste e ovvie.
Lui e Kurt non si erano ancora baciati, si tenevano solo per mano e a volte si accarezzano le guance o si toccavano le braccia, ma nulla di più.
A lui mancava poter baciare qualcuno, assaporare le labbra di un’altra persona e potersi perdere in quel contatto, ma aveva deciso di aspettare. Insieme a Kurt avevano pensato che fare le cose con calma , alla fine avrebbe reso tutto più bello ed emozionante.
È con questo pensiero che tornò a finire i suoi dolcetti, non mancava molto al loro appuntamento settimanale al parco e voleva finirli in tempo, anche se la sua era una scusa per vedere il magnifico sorriso comparire sul volto di Kurt.
Amava da morire vederlo sorridere e vedere che solo a lui riservava quel trattamento.
Quando finì i suoi dolcetti, dopo un’ora esatta, li inserì in una scatolina rosa che aveva acquistato apposta e chiuse il tutto con un nastrino bianco.
Stavolta aveva deciso di non mettere nessun bigliettino, di dire a voce alta il suo pensiero, finalmente poteva guardare Kurt negli occhi e dirgli quanto era bello, senza per forza scriverglielo su di un pezzo di carta.
Si pulì le mani un’ultima volta e lasciò la cucina per raggiungere la sua camera a  darsi una ripulita per poter uscire.
Entrò nella sua stanza e si diresse al suo armadio dove prese un paio di jeans blu corti sino alle caviglie, poi si diresse al primo cassetto del suo comodino dove prese dei calzini verde scuro, della biancheria pulita e infine dal suo comò prese una camicia bianca, un maglione marroncino e degli immancabili papillon.
Con tutti gli indumenti si diresse al bagno della sua stanza e si fece una doccia veloce.
Venti minuti più tardi era pronto e davanti allo specchio si stava osservando, era davvero compiaciuto del suo abbigliamento. Pensò che magari poteva chiedere a Melanie se stesse davvero così bene. Si toccò i capelli e pensò a quando al liceo li rovinava con quello stupido gel, gli erano sempre piaciuti i suoi riccioli e in cuor suo sperava che piacessero anche a Kurt. Magari gli sarebbe piaciuto anche poterli toccare e Blaine non vedeva l’ora che capitasse loro un’occasione del genere.
La porta della sua stanza si aprì, e la piccola Melanie entrò annunciando al suo papà che c’erano visite.
La zia Tina era venuta a trovarli, accompagnata dalla zia Quinn e dalla sua amica Santana.
Blaine la guardò sorpreso, si guardò un’ultima volta allo specchio aggiustandosi meglio il papillon al collo e raggiunse le amiche in soggiorno accompagnato dalla figlia che lo teneva per mano trascinandolo di fretta.
Loro lo accolsero con un sorriso sulle labbra, Tina si avvicinò a loro e prese Melanie per mano, aiutandola a mettersi il cappotto che era poggiato sul divano.
Santana e Quinn si avvicinarono a lui e lo presero entrambe a braccetto conducendolo meglio nel salotto.

“Come mai siete qua?” domandò loro

“Oggi ci sono le ripetizioni di Melanie, vero?” chiese Quinn

“Sì, infatti stavamo per andare.” rispose Blaine.

“Vogliamo venire anche noi, così possiamo vedere Kurt e poi magari quando finisce la lezione noi potremo portare Melanie a mangiare un gelato così voi due potete restare e soli e…” disse Santana,

“… e magari potreste andare a cena da qualche parte.” proseguì la bionda

“Non penso che sia una buona idea,” disse lui abbassando il viso pensieroso.

“Sei stupido o cosa? Come sarebbe a dire che non è una buona idea?” gli disse Santana che si stava arrabbiando con lui.

Conosceva bene il carattere di Blaine, ma stavolta non riusciva a capirlo, aveva un fantastico probabile fidanzato e non sfruttava l’occasione di averlo tutto per se per una sera. Ma era decisa a convincerlo, anche lei come le altre voleva solo che lui fosse felice.

“Ma non so… magari ha altri impegni.” rispose lui.

“Blaine, se non glielo chiedi non lo saprai mai, perché non lo telefoni e lo fai?” domando Quinn.

“Non ho il suo numero ancora, insomma ci vediamo sempre allo stesso posto e alla stessa ora che bisogno c’è di telefonarsi?”

Santana si batté una mano sulla fronte, non riusciva a credere che fosse così tonto e imbranato, ma dopotutto gli voleva bene nonostante questi piccoli difetti.

“Blaine, oggi tu inviti a cena Kurt e poi a fine serata lo baci come si deve e gli chiedi il numero, tutto chiaro?” gli disse Santana perentoria e guardandolo con uno sguardo severo.

E Blaine decise che non era il caso di farla arrabbiare e annuì dandole ragione.

“Ok, va bene, farò del mio meglio.” disse

“Ne sono felice” rispose lei

“Andrà tutto per il meglio, vedrai tesoro.” gli disse Quinn passandogli una mano sulla schiena e baciandolo sulla guancia.

Lui sorrise tra se e se, sarebbe andato tutto bene, doveva solo farsi coraggio e lasciarsi andare.
Tina dal divano aveva ascoltato tutto insieme alla piccola Melanie che pareva entusiasta del programma della serata, avrebbe passato il tempo con le sue zie preferite e il suo papà si sarebbe divertito con il suo futuro fidanzato, si ripromise di affrontare anche quel discorso con lui a tempo debito.
Tutti insieme uscirono dalla casa diretti al parco dove si sarebbe tenuta la lezione di Melanie.
Durante il tragitto la piccola prese le mani a Quinn e a Tina e fece con loro il percorso da raggiungere, dietro di loro Blaine stava a braccetto con Santana, che gli stava dicendo come comportarsi al meglio al suo appuntamento.

“Sì, ok Santana, farò come hai detto tu.”

“E bacialo a fine serata, mi raccomando.”

“Sulla guancia come Melanie mi ha suggerito”

“Sulla guancia? Sulla bocca!” ribatté lei

“Ma no che dici, è presto per baciarlo sulle labbra, e poi devo aspettare il momento giusto… sai, bisogna trovare la giusta atmosfera.” disse lui sognante

“E per portarlo a letto quando ci metterai allora?”

“Santana non dire queste cose, Melanie potrebbe sentirti!” le rispose lui diventato rosso, odiava imbarazzarsi per ogni cosa, ma era inevitabile certe
volte.

“Lei ne sa più di te Blaine, è molto sveglia per la sua età.”

“Sì, lo so, è la mia bambina, la conosco bene.”

Lei sorrise a quella frase, Melanie era diventata la gioia del suo amico e anche se non si frequentavano molto, ogni volta che li vedeva insieme aveva una stretta al cuore. Erano così felici.
Arrivarono al parco e le tre ragazze lasciarono Melanie e Blaine da soli, augurando buona fortuna ad entrambi e andando a sedersi su una delle panchine posta in ottima posizione per osservare al meglio la scena.
Quando Blaine vide Kurt in lontananza, sorrise. Era talmente bello… i loro occhi si incontrarono e lui ebbe le vertigini come se fosse la prima volta.
Si salutarono con la mano e dopo che lui ebbe dato un compito ai bambini, si avvicinò a loro, dicendo a Melanie la stessa cosa. Lei lo salutò come si deve e raggiunse gli altri bambini.
Blaine la guardò allontanarsi e la vide sedersi su una panca vicino ad un’altra bambina.
Non si accorse che Kurt lo stava affiancando.

“Come stai?” gli chiese

“I-io bene e tu?” gli rispose voltandosi verso di lui e arrossendo

“Ora che ci sei tu molto meglio.”

Lui sorrise e abbassò lo sguardo cercando di trovare il coraggio necessario per poter fare quella banale domanda, fece un bel respiro e finalmente levò il viso trovandosi il giovane uomo vicino a lui che gli sorrideva felice attendendo che lui facesse la prima mossa.

“Kurt, posso chiederti una cosa?”

“Certo!”

“Ti va di venire a cena con me stasera? So che non avevamo in programma di fare nulla, ma… ho voglia di cenare con te.”

Kurt non rispose subito, era sorpreso dalla richiesta di Blaine, ogni volta per fargli fare una mossa doveva sempre aspettare molto, ma oggi era più deciso delle altre volte e meno imbranato.

“S-se non vuoi, pazienza non voglio di certo obbligarti.” gli disse abbassando ancora una volta il viso, ma stavolta non di certo per l’imbarazzo.

Lui lo guardò intenerito e in quel momento pensò che era davvero carino quel pomeriggio. Aveva anche pensato che sarebbe stato bello poterlo baciare ma sapeva che era ancora presto. Ma una cosa la poteva fare.
Avvicinò delicatamente la sua mano sulla sua guancia e l’accarezzò dolcemente e con un tono mellifluo disse:

“Certo che mi va Blaine, non pensare mai che non mi vada di cenare con te.”

“Davvero?”

“Certo”

Lui sorrise e Kurt notò immediatamente che quel sorriso era quello che faceva solo quando erano insieme.
Blaine con un moto di coraggio portò la mano su quella di Kurt posta sulla sua guancia e la strinse forte.

“Posso chiederti un’altra cosa? Volevo resistere e chiedertelo dopo cena, ma… voglio domandartelo adesso.”

“Sono tutto orecchi.” gli rispose

“Mi piacerebbe tanto avere il tuo numero di cellulare cosi posso chiamarti sempre, e poi…”  

“… penso che sia una buona idea. Devi dirmi qualcos’altro?” gli domandò curioso

Blaine fece l’ennesimo respiro profondo di quel giorno e pensò bene alle parole da usare, aveva il timore di una risposta negativa, ma dopotutto erano passate settimane e loro si stavano frequentando. Non ci trovava nulla di male a chiederglielo. Così finalmente, dopo aver respirato ancora, alzò il viso e si guardarono negli occhi.

“Ti… ti piacerebbe diventare il mio compagno?” gli domandò titubante

Kurt non credeva di aver sentito quelle parole per davvero, erano anni che nessuno gli faceva quella domanda, era sorpreso certo non se lo aspettava, ma sapeva bene quale risposta doveva dare.
Lui e Blaine si frequentavano da settimane oramai e si trovavano così bene insieme. Lui era felice insieme a quell’adorabile papà, lo faceva sempre sorridere, teneva a lui e lo faceva stare bene ed era quella la cosa importante.
Si sporse verso di lui e lo baciò sulla guancia lasciandolo di stucco, lo capì dai suoi occhi che erano diventati subito più brillanti a quel gesto.
Quando le sue labbra lasciarono quella pelle un poco ruvida ma sempre soffice gli sorrise ancora.

“Ne sarei onorato, Blaine.”

E Blaine sorrise come non aveva mai sorriso, era di nuovo felice e stavolta per davvero. Aveva una figlia adorabile e un compagno, la sua vita era di nuovo bella.


Note

Buonasera, eccoci qua con il secondo aggiornamento settimanale, spero che vi piaccia :)
  
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