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Autore: BlueChar    19/10/2012    5 recensioni
Perchè?
Perchè non ho più una famiglia?
Perchè distruggo tutto ciò che tocco?
Perchè mi ritrovo tagli nel polso?
Perchè devo vivere lontana dai miei amici, ma con tre persone stupende?
Questa è la mia vita, anzi la nostra vita. Non ha un perchè, nè un come.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Mamma per favore dai, io ed Hele vogliamo andarci in America! - dissi insisistendo. 
- Ho detto di no, Ronnie. Non insistere. - disse lei 
- Cazzo mamma devi sempre rovinare tutto! - disse Helena, mia sorella. 
- Basta! Sono stufo, state zit... - non finì la frase mio padre. 

Perse il controllo dell'auto, sbandò andando a finire contro una macchina. 
Quella scena me la ricordo perfettamente, poi buio totale. Ero svenuta. 
Aprii gli occhi lentamente, sentendo mia sorella piangere disperatamente. 
Presi subito coscienza. Lei era inginocchiata davanti ai corpi dei miei genitori. 
Poi mi guardò. - Sono morti. - disse ricominciando a singhiozzare. 
Strabuzzai gli occhi. Mi mancò il respiro. In un minuto i miei occhi erano pieni di lacrime. 
- NO! NON PUO' ESSERE VERO. Mamma mamma ti prego rispondi. - dissi agitando il suo corpo, ormai morto.
- Ti prego papi riapri gli occhi. Guarda sono qui. Canta con me  "Mia piccola bambina, non ti lascierò mai mai mai". Ti ricordi questa canzone. Per favore. - dissi sussurrando. 
Un'autombulanza ci raggiunse, salì sopra di essa, mentre loro venivano coperti da un lenzuola bianco.

Fa male, fa male ricordare tutto questo. Gli ultimi istanti della loro vita, le ultime parole. E' strano da come in cinque minuti possano perdere la vita due persone. Come sempre è stata colpa mia. Dopo pochi giorni mi ritrovavo a casa, in bagno con una lametta in mano. Stavo per farmi del male, ma lasciai perdere. Passarano cinque giorni. Da quel fottuto Venti giugno duemiladodici.  Non mangiavo, nè dormivo, l'unica cosa che facevo era consolare Helena. Aveva un anno in meno di me, era bella, bellissima. Gli occhi grandi e color verde, il viso perfetto, i capelli corti a caschetto castani. Un carattare molto vivave, giocherellone, solare,sempre con il sorriso stampato sulla faccia. 
In quei giorni mi ripeteva  - Ti prego Ronnie resta con me, non lasciarmi mai. Sei tu la mia forza. - Eh no cara, riesco ad essere forte grazie a te. Non sapevamo con chi stare, dove andare. Io non ero ancora maggiorenne quindi dovevano essere affidate a qualcuno. Ma chi? Dato che mia madre era figlia unica, i genitori alla casa di riposo con qualche strana malattia che non faceva capire nulla e l'unica sorella di mio padre in America, lontana da tutti, Diceva che non voleva più saperne di noi. Ricordo quando mio padre mi ripeteva sempre "Non ho mai avuto una famiglia affettuosa, facciamo in  modo che la nostra lo sia" piango al ricordo. 
Dlin dlon, suonano alla porta. Visite? Gli avrei sbattuto la porta in faccia. Aprii ed era l'unica donna che avrei considerato una seconda madre - Anne! - dissi abbracciandola - Tesoro mio. - disse ricambiando. Iniziai a piangiare tra le sue braccia. Sapevo che lei poteva capirmi. Mia madre ed Anne erano sempre state migliori amiche, anche se lei dopo l'università andò a stare a Holmes Chapel. Aveva delle valigie in mano - Verremo a stare da voi fin quando non si sarà risolto tutto. - disse 
- Non si risolverà mai nulla, Anne. -  dissi abbassando la testa. 
- Ronnie. - mi richiamò qualcuno che non vedevo da tanto per colpa della distanza. Una figura alta, snella e muscolosa sbucò da dietro la macchina. I capelli ricci, ribelli, gli occhi verde smeraldo, le fossettine. Si, era proprio lui. Il mio migliore amico.
- Oh mio Dio Harry! - dissi andando in contro a lui sorridendo, anche se era una cosa che non volevo fare in quel momento. Lo abbracciai, mi sentivo piccola e protetta fra le sue braccia. Durò almeno un cinque minutoi quell'abbraccio caloroso. Dopodichè mi diede un bacio sulla guancia con tanto di schiocco.
- Ronnie, chi è alla porta? - disse Helena con voce rauca, era evidente che si fosse appena svegliata.
- Veni qui piccola! - disse Anne ad Helena.
Ecco qui la mia seconda famiglia e forse anche l'unica.
Appena Harry incrociò gli occhi di Helena, abbassò immediatamente lo sguardo che lo fulminava all'istante.  Lo capii subito . Ci capivamo sempre, era il fratello che non avevo mai avuto. Beh essendo cresciuti insieme potevamo definirci tali. 

Passò un giorno, il giorno del funerale. Niente particolari su di questo. Solo lacrime, lacrime amare. C'ero io che davo forza a     Hel ed Harry che dava forza a me. Un continuo giro. Per tutta la cerimonia funebre piansi di tanto in tanto. Guardare le loro bare era straziante. Tutto lo era. Appena le misero nelle macchine evitai di guardare. Era la cosa più orribile. Vederseli andare sotto gli occhi era orribile. Non ce la feci più, scappai da quella situazione. Andai nel giardino della chiesa, dove c'era una panchina. Mi sedetti, poi buttai tutto quello che avevo dentro. Non riuscivo a piangere davanti alla gente, ecco uno dei miei difetti. Una serie di flashback ritornarono nella mia mente. Dai compleanni ai Natali passati alle risate, alle giocate a poker. SE LORO ERANO LA MIA VITA, NON AVEVA PIU' SENSO ADESSO. 
Harry mi aveva seguito. Mi guardava con gli occhi rossi, anche lui aveva pianto. Era molto attaccato a loro. 
- Non ce la faccio. - dissi tra un singhiozzo e un altro. 
- E' durissima. - disse ricominciando a piangere. 
Mi alzai e lo abbracciai. Entrambi piangemmo. Un pianto disperato. Un pianto doloroso. Un pianto che mai e poi mai augurerei a nessuno. 






Ssalve a tutti :3 eccomi con la mi seconda storia. Beh teoricamente sarebbe la quarta ma contandone due che sono incoplete, si questa è la mia vera e propria seconda storia. 
Molto triste direi, ma il mio genere va sul drammatico:3 Ovviamente non sarà tuttta così triste, ma niente particolari. Baci carli<3 
   
 
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