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Autore: meehw    20/10/2012    1 recensioni
«E mi dicono ''Oh, Eva, hai perso un gioiello mentre raccoglievi quel sasso!" Dio, se mi piace questo sasso, se ho lui cosa mi frega dei gioielli?»
Una ragazza dalla vita perfetta vede sgretolarsi la sua famiglia, e si ritrova a vivere da sola con la sorella più piccola affianco alla roulotte del padre, che vive con una tossica. Per vivere spaccia, finchè non si trova coinvolta in un omicidio, s'innamorerà della persona sbagliata che le farà provare emozioni forti, fin troppo.
RECENSIONI GRADITISSIME! :*
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo uno.

Nonostante i miei problemi famigliari, gli amici non mi mancano. E questo è un bene, perché senza quegli stronzi non saprei come fare.. Andiamo in una scuola pubblica, e potete immaginare cosa sia. Non ricordo di aver mai aperto un libro da quando sono qui. Ora che ci penso, è dalla seconda media che non studio. In Irlanda era tutta un’altra cosa: gente precisa, le divise, e soprattutto, si studiava. Sia io che Nahai andavamo ad una scuola che aveva un livello altissimo, tra le più prestigiose.. Qui invece fa schifo, basta immaginare che nel mio corso siamo trenta, e ci troviamo in una classe decadente da quindici. Ah, e ben diciassette sono ripetenti. Primo H linguistico, e le mie conoscenze sono rimase a ‘Bonjour’, ‘Yo me llamo Eva’, ‘Danke’, ‘Ciao, ho quindici anni’. Oh, senza contare il fatto che all’inizio sia io che mia sorella siamo state vittime di razzismo.. perché noi non siamo scure di pelle, con i capelli neri e gli occhi marroni. Noi siamo pallide perfino in estate, con le lentiggini, noi siamo alte, secche, bionde ma di un biondo che non è americano.. Siamo bionde tendenti al bianco e con due occhioni celesti. Ovviamente, siamo le diverse per tutto: per i modi di essere, di fare. Ma poi ti abitui ad essere forte, poi ti abitui ad incassare le botte, ti abitui a tutto.. Ti alzi, e cambi. Cambi i modi di essere, di fare. Ora ho degli amici, sono pochi ma buoni, stiamo sempre in gruppo.. e stiamo bene tra noi. Siamo io, Betty, Andrea, Natasha e Mathilde. Io e Mathilde siamo le uniche bianche, lei è di origini italiane, Andrea e Natasha sono gemelli e Betty, beh.. Lei è la classica ragazza che ti da tutto il cuore, la più buona che io conosca.
Qui è difficile vivere, nessuno ha un soldo da adulto, figurati da adolescente.
Ci sono ovviamente, quelli con qualche spicciolo in tasta, ma si trovano a fare lavori sporchi.. Tipo il mio. Senza giri di parole, spaccio.
Non fumo, non ho mai fumato o provato nulla di quello che vendo.. ma spaccio. Faccio questo schifo da quest’estate e non lo faccio per me.. lo faccio solo per Nahai, il Natale scorso, papà ci lasciò al momento dei regali e se ne andò in vacanza con Michaela. Il regalo per Nahai era un quaderno, e due calzini per me. Quello stronzo poteva risparmiarsi quella merda, poteva eccome. Poteva dire "Ehy, papà è un tirchio, lo sapete, no? Niente regali questo Natale, ritentate il prossimo" lì avrei capito, lì si. Ma non puoi darci i regali, baciarci sulla fronte e dirci "Ci vediamo tra una settimana", no papà, non puoi.. Nahai la prese malissimo, e si mise a disegnare la mamma su tutte le pagine di quel misero quaderno. Quella notte si mise a scrivere cose tipo "papà perché fai così? Perché non torniamo da mamma? A me Michaela sta antipatica", e le scriveva negli angoli dei fogli, negli angoli dove non c'era il viso di mamma, o qualche ciocca di capelli.  La mattina le dissi che l’anno prossimo sarebbe tornato Babbo Natale, le promisi che avrebbe riavuto il suo Natale, le promisi un regalo bellissimo e costosissimo. E le promesse sono promesse.
Dovessi morire adesso, lei avrà quello che vuole.
Sono conosciuta come ‘L’Irlandese’ e spaccio di tutto, dall’erba alla coca, e i clienti sono tantissimi, veramente tantissimi.. Spesso sono ragazzini di prima media a chiedermi la coca per i genitori (dicono loro), oppure ragazzi di terzo o quarto che dicono "Solo una volta, se ritorno cacciami, sorella, chiaro?" e tornano ancora, e ancora..
Ci sono altri spacciatori nella scuola, è chiaro, ma non mi sento in concorrenza con loro.. perché io non voglio si sappia molto del mio giro, perché io non voglio far entrare Nahai a contatto con altra merda. Spesso mi sfottono, mi chiamano ragazza madre, perché sono convinti che Nahai sia mia figlia.. Lo pensano semplicemente perché non sanno del nostro passato, e lo pensano perché a nessun ricevimento dei genitori c’è stato papà.. Ma io.
Che c’è di male, alla fin fine? È mia sorella e non abbiamo una famiglia, non siamo una famiglia.. Siamo io e lei. Stop.
Oggi è una bella giornata, c'è un po' di vento,  ma si sta bene. C'è un'ora di buco, perchè la professoressa di francese è in vacanza con il ragazzo, ne ha cambiati già tre.. E con tutti e tre è andata in vacanza. Sono presa da Betty che si fa le sopracciglia, quando mi sento sbattere una mano sulla spalla, alzo gli occhi.. Oh, è ancora Joseph, terzo G scientifico.. Lo chiamano ‘Eminem’ perché è bianco e tutti i suoi amici sono neri. Ha smesso da poco di farsi, mi avevano detto.
-Ehi, Irlanda, mi serve un po’ di neve.
Mi avevano detto male.
-Bene, quando, dove e quanto?
Ci mettiamo d’accordo per il posto e l’ora: io e lui al parchetto delle libellule alle otto di sera. 
Regola numero uno: mai andare da sola, soprattutto se sei una ragazza, perchè oltre la droga vogliono anche il passatempo. E so perfettamente che anche lui non sarà da solo, già abbiamo fatto degli scambi io e Joseph, è sempre stato onesto: pagava, prendeva e se ne andava.
Sono le otto meno cinque, sono con Andrea dall'altra parte del parco. L'appuntamento è sotto il lampione, ma Joseph non è da solo, o al massimo con un amico.. Ce ne sono ben sei. Mi giro verso Andrea, non sono per niente tranquilla.
-Andrè, sta facendo lo stronzo: guarda quanti sono!
Mi sorride, con quel sorriso che fa invidia al mondo, con quel sorriso così sicuro di sè.
-Dai, Eva.. Che c'è, hai paura per caso? Ci sono io!
Mi abbraccia e attraversiamo il parco, siamo sotto il lampione.
Joseph mi viene incontro, staccandosi dal gruppo.
-Hei, Irlanda, ecco i tuoi quindici dollari.
Li prendo, e gli do la roba.
-Grazie.
Finito. Ecco quello che si doveva fare, ormai ho un bel bottino, aggiunti anche questi quindici dollari. Guardo Andrea, mi sorride come per dire "Visto? Tutto okay!". Ce ne stiamo andando, ma mi sento bloccata. Convinta che sia lui mi giro sorridente, poi realizzo che è Ralph, sta con Joseph. Provo a liberarmi ma mi stringe il braccio con forza fino a farmi male e mi tira a se. Sono paralizzata, il suo viso è davanti il mio, e con una mano continua a stritolarmi il braccio, tiro un urlo di dolore, sento le vene che stanno per scoppiarmi. Andrea, convinto che fossi dietro lui, torna al lampione e parte in quarta, tirandogli un pugno, mi molla la presa e indietreggio. Dio mio, aiutami, fa che finisca tutto. Il braccio è rosso, c'è il segno prepotente della sua mano e il dolore sembra non voglia passare.
-Mollala, ti ha dato quello che ti doveva dare, è finita qui.
-Stai zitto, coglione!
Vado nel panico come spingono Andrea. Cosa cazzo dovrei fare?! Scappare per salvarmi?! O restare?! Non farebbe differenza, sono sei, sono del tutto innocua difronte loro. Si accorgono di me, sto tremando come una foglia e ne approfitta uno di loro, buttandomi per terra. Tirano un pugno alla bocca dello stomaco ad Andrea, facendolo cadere. Ho il viso rigato dalle lacrime, uno mi si mette sopra, e con la mano inizia a scendere.
-Ti prego, abbi pietà.
Balbetto singhiozzando come una codarda, ma che posso fare?! Quello che mi stava sopra scoppia in una risata, si ferma quando sente uno sparo.
Il suono echeggia nel parco, uno schizzo di sangue è sull’erba e tutti rimangono quasi immobili. Ti prego, fà che quel sangue sia di Joseph, o di Ralph.. Ti prego.
-COSA CAZZO HAI FATTO?!
È la voce di Joseph, è nervoso quanto me. Non voglio girarmi, non voglio girarmi. Loro iniziano a darsi la colpa l'un l'altro e, vedendo che di loro non manca nessuno, mi giro. Sono affianco al cadavere di Andrea, perché? Perché è dovuto succedere così velocemente? Perché non ho fatto nulla?! Le lacrime continuano a scendere, mentre loro continuano ad urlarsi insulti. Joseph mi guarda e mi si mette vicino.
-Eva, io..
Ralph butta a terra la pistola ancora carica.
Mi giro, e lo vedo proprio affianco a me. Come posso vendicarti, Andrea? Eccolo lì fermo. Con gli occhi chiusi, il viso sporco di sangue. No, non se ne può andare così Andrea, lui è un ragazzo forte. Forse sta scherzando. Gli scuoto il braccio.
-Andrea? Dai, andiamocene.. Su che Natasha ti starà aspettando.
I ragazzi si zittiscono, sento uno sussurrare ‘Che cosa ho combinato’.. Non importa, starà scherzando ancora Andrea.
-Dai, smettila, Andrea. Dobbiamo andare.
Niente, forse è come sembra. Forse è semplicemente così, se n’è andato. Cosa dirò a Natasha? Cosa dirò alla sua famiglia?
Urlo il suo nome, sperando che mi senta. Scusami, scusami! Urlo, urlo ancora più forte, il viso rigato dalle lacrime. Gli accarezzo il viso e mi sporco la mano di sangue, perchè a lui?! Cosa ha fatto di male, cosa?!
Joseph si abbassa e mi sussurra di andarcene. Mi giro di scatto e la mia mano schiaffeggia il suo viso pallido, mai menato così forte, la mano mi fa male.. Come gli occhi gonfi di lacrime, del resto.
-Perché? Perché l’avete dovuto fare? Volevi la droga Joseph? Eh? Te l’ho data! Perché hai dovuto fare questo?! CHE BISOGNO C’ERA?!
Joseph è lì, con il viso leggermente  girato per via del mio schiaffo. Si gira a guardarmi, si china e mi sussurra ''Scusa''. 
-Scusa cosa, Joseph?! Ormai è andato, come se fosse niente! Ti rendi conto?! COME SE FOSSE NIENTE!
Le lacrime scendono più forti che mai, il braccio è ancora gonfio. Do un bacio sulla guancia ad Andrea, mi alzo e scappo.
Le mani sporche di terra e sangue, gli occhi rossi dal pianto, e un vuoto incolmabile.
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