Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses
Segui la storia  |       
Autore: mrs_mckagan    21/10/2012    2 recensioni
Beth, è una normale ragazza di Londra. Il giorno del suo diciottesimo compleanno scappa di casa e parte per Los Angeles. Si ritrova quindi in una città sconosciuta, con pochi soldi e senza qualcuno che le possa dare una mano. Ma sarà un incontro con cinque strani ragazzi di L.A. a cambiarle la vita.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Beth era seduta al bancone del pub, lo zaino e la sua piccola valigia tra le gambe, e beveva distrattamente la birra che aveva davanti, e ogni tanto guardava di sbieco il ragazzo con i capelli neri seduto poco lontano, che non aveva smesso di fissarla un attimo da quando era entrata. La sua mente però era rivolta ad altro.
Sul palco del locale stava suonando una band, facevano un cazzo di casino, e il cantante urlava al microfono come se avesse avuto l’intenzione di lacerarsi le corde vocali.
Ma Beth li sentiva appena.
Pensava soltanto “Cosa diavolo ci faccio io qui?”
 
Fino a una settimana prima, era solo Elizabeth Springs, una normale diciassettenne, che viveva in un’anonima casa in una qualsiasi strada di Londra. La sua famiglia però era normale solo all’apparenza. Sua madre era morta tre anni prima, e suo padre aveva sposato un’altra donna, Olive, che era venuta a vivere con loro insieme a suo figlio.
Dopo la morte della sua prima moglie, il padre di Beth aveva iniziato a bere, prima con moderazione, poi sempre di più e più frequentemente. La sera tornava a casa ubriaco e sfogava la rabbia sulla figlia. Olive faceva finta di non vedere, e si limitava a preoccuparsi del suo benessere e di quello del figlio, poco male se a spese di Beth.
Il giorno del suo diciottesimo compleanno, Beth lo aveva passato da sola in camera sua, a sistemare gli ultimi dettagli della sua fuga. A mezzanotte, prima che suo padre fosse rientrato dalle sue bevute notturne, Beth aveva preso un taxi fino all’aeroporto, e da lì era partita per Los Angeles.
Arrivata lì, non aveva esattamente le idee chiare su cosa fare, ma aveva trovato un motel economico e aveva dormito lì per qualche sera, mentre nel giorno cercava un lavoro. In pochi giorni però i soldi per la stanza erano finiti, e la proprietaria del motel l’aveva cacciata.
Aveva passato una notte, poi due, poi tre per strada.
Ed eccola lì, seduta in un pub, a spendere gli ultimi soldi che le rimanevano per una birra.
 
Il presentatore era salito sul palco e stava gridando qualcosa, mentre il gruppo stava sbaraccando.
Beth era così persa nei suoi pensieri che nemmeno si accorse che il ragazzo dai capelli scuri si era seduto accanto a lei.
-Hey, tu, tutto apposto? Dico a te!
Beth trasalì, e si girò verso lo sconosciuto.
-Sul serio, tutto bene? Hai l’aria di una che non mangia da giorni …
Beth continuava a fissarlo, un po’ frastornata.
Lo sconosciuto si presentò: -Comunque io sono Izzy.
Beth annuì, mentre si rendeva conto di dove fosse.
-Senti, ti va un sandwich o qualcosa da bere? Offro io.
La ragazza recuperò finalmente l’uso della parola. -Sarebbe fantastico, sto morendo di fame. Comunque io sono Beth.- E strinse la mano al ragazzo.
Izzy chiese al barista due bottiglie di Night Train, un vino che –spiegò a Beth- costava pochi dollari, ma ti stendeva con poco.
Restarono ancora un’ora lì a parlare e a bere, mentre il locale piano piano si svuotava. Beth gli raccontò che era scappata di casa, ma non scese troppo nei particolari. Conosceva Izzy solo da mezz’ora, non se la sentiva di scendere nei dettagli.
A una cert’ora il barista dovette mandarli via, perché doveva chiudere.
-Ascolta- fece a quel punto Izzy -tu non hai un posto dove stare, questa notte. Se vuoi stasera puoi dormire da me, abito con altri ragazzi dietro l’angolo. Siamo una band, i Guns N’ Roses.
Beth accettò. Preferiva stare a casa di quel tizio e dei suoi compagni di band, piuttosto che di nuovo per strada.
Arrivarono alla fine della via e, girato l’angolo, entrarono in un palazzo.
-Non c’è l’ascensore.- Disse Izzy a mo’ di scusa.
Prese la sua valigia e iniziò a salire le scale, e Beth lo seguì con lo zaino in spalla. Arrivato al terzo piano, Izzy posò la valigia per terra con non troppa delicatezza e batté il pugno sulla porta. Dopo la terza volta, finalmente qualcuno si decise ad aprire.
Dietro la porta apparve un ragazzo magro, dai capelli rossi, che salutò Izzy con un cenno e poi si rivolse a qualcuno dentro gridando: -Non lo so dove sono finiti i tuoi cazzo di popcorn, ok?!-
Poi si girò di nuovo verso la porta e notò la presenza di Beth.
-Lei sarebbe…? apostrofò Izzy.
-E’ Beth, viene da Londra. Non ha un posto dove stare questa notte, così pensavo che poteva stare da noi.
Il ragazzo, che poi si presentò come Axl, il cantante della band, strinse le spalle e poi li fece entrare.
In quella casa regnava il caos. Per terra era pieno di mozziconi di sigarette, cartacce e involucri di cibo vuoti. Un tipo biondo in mutande si aggirava per la stanza, cercando disperatamente qualcosa, mentre sul divano un altro, dai capelli lunghi, scuri e ricci, fumava una sigaretta.
-Loro sono Slash e Steven, chitarra e batteria.- spiegò brevemente Izzy. -Quello è il bagno e lì c’è la cucina, mentre le altre due porte sono le stanze da letto… Per te va bene dormire sul divano?
Beth annuì, un po’ frastornata. Il ragazzo bruno, Slash, si alzò e cercò di levare un po’ della cenere che aveva sparso sul divano.
-Duff non è ancora rientrato?- chiese Izzy.
-Sarà andato di nuovo a sbronzarsi con quei tipi dell’altra sera- borbottò Slash. Neanche lui sembrava troppo sobrio però.
Il ragazzo biondo, Steven, continuava a cercare disperatamente i suoi popcorn. Me li avete nascosti voi, vero? Lo so che me li avete nascosti, dai, parlate!
Continuò così per qualche minuto, poi si accasciò sfinito sul pavimento, e Slash e Axl lo dovettero trascinare in una delle due stanze da letto.
-Benvenuta a Hell House, Beth. Non sarà un granché- disse Izzy -ma è casa.-
Poi diede a Beth una coperta da stendere sul divano e andò a letto anche lui.
 
La mattina dopo Beth si alzò per prima. L’unico elemento differente nella stanza rispetto alla notte precedente era un ragazzo biondo accasciato sulla poltrona, che immaginò essere Duff.
Si diresse verso la cucina, per vedere se poteva mettere insieme qualcosa per la colazione.
Aprì la credenza e le sfuggì un gemito. Forse sarebbe stato più complicato del previsto.
Una voce accanto a lei la fece sobbalzare: -Ciao, chi sei?
Si girò, e vide quello che doveva essere Duff. A vederlo in piedi, era decisamente alto.
-Ehm, ciao, io sono Beth. Ieri sera ho incontrato Izzy, e mi ha invitata a passare la notte qui.- Poi arrossì di colpo, pensando alle implicazioni di quello che aveva appena detto. Cercò di cambiare argomento: -Tu sei Duff, vero?
-Si, sono io. Sono il bassista della band … Ti serve una mano per la colazione?.
 
Quando il resto della band si era alzato, Duff e Beth avevano dato una sistemata alla cucina e al salotto e avevano preparato qualcosa degno di essere chiamato colazione.
 
______________________________________________________________________________
L’ho scritta nel delirio della febbre e mentre ascoltavo i Led Zeppelin, quindi non sono molto sicura di cosa sia uscito fuori … ;)
Fatemi sapere cosa ne pensate!! A presto! c:
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses / Vai alla pagina dell'autore: mrs_mckagan