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Autore: BokyR    21/10/2012    0 recensioni
“Il futuro è sparito. Il nulla ha preso il suo posto, forze misteriose e molto potenti sono in gioco.
Solo coloro che discendono dall’armonia hanno speranza di fermare tutto, prima che sia troppo tardi. Viaggiate per tutta Equestria e trovate i discendenti di coloro che controllavano gli elementi.
La vostra missione è molto importante: se fallirete, non sparirà solo Equestria, ma tutta la realtà che conosciamo.”
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il vento notturno continuava a scompigliarmi la criniera color arcobaleno.
L'adrenalina, che aveva generato la nostra corsa furibonda e la conseguente salita clandestina sul tetto del treno per Manehattan, stava lentamente sparendo.
Alcune domande iniziavano a farsi persistenti nella mia mente: “Cosa stai facendo?!
“Sei caduto da Cloudsdale, poi sei andato ad Appleloosa e ora sei su un treno diretto al covo di una famiglia di gangster!” pensai.
Tutto continuava a diventare sempre più confuso.
“Chissà cosa pensano i miei genitori in questo momento. Morto. Penseranno che sono morto! Ormai nessuno ci può trovare, in poche ore ci siamo spostati troppo rapidamente. E stiamo continuando a correre per tutta Equestria!”
La testa mi stava scoppiando, quando un urto violento mi fece risorgere nella realtà.
“Maledizione!”
Era Timoty, che stava tirando zampate al tetto di ferro della carrozza.
Si capiva che l'inventore era furente, sembrava che le sue lenti si sarebbero piegate da un momento all'altro, per via dell'eccessivo corrugamento della fronte.
“Maledizione!” ripeté più forte “Sono stato uno stupido a mettermi in mostra vicino a casa mia. Vicino a Dorothy.”
Iniziò a colpire il tetto del treno sempre più forte, tant’è che delle voci preoccupate iniziarono a salire dalla carrozza.
Sarebbe stato imbarazzante spiegare perchè eravamo sul tetto di un treno, perciò decisi di fermarlo.

“Ora basta Timoty! Vuoi che qualche controllore venga qui?!” gli dissi fermando le sue zampe con la magia.
“Spiegami meglio questa storia della famiglia di gangster, quali legami hai con loro?”
Timoty sembrò calmarsi e incominciò a parlare.
“Il nome Steal l'ho inventato io. In realtà io appartengo alla Apple Family. Inizialmente l'impiego di famiglia era quello di coltivare le mele, le mele più buone di tutta Equestria.
Poi però qualcosa andò storto, gli affari divennero sempre più illegali, e la Apple Family divenne un'organizzazione di gangster che contrabbandava le zap apples. Io mi allontanai dalla mia stessa famiglia, capendo che quello che facevano era sbagliato. Più volte cercai di fermarli, assaltai per 4 volte le loro basi, senza mai riuscire a distruggerne veramente una.”

Volevo sapere di più a riguardo, ma Flutterbolt ci interruppe. Stava volando verso di noi e continuava ad urlare, l'avevamo mandato in avanti per una perlustrazione.
“C'E' UNA GALLERIA! C’E’ UNA GALLERIA QUI VICINO.”
Davanti a noi si avvicinava ad una velocità spaventosa un muro veramente alto, con una galleria dove passava il treno, era una galleria troppo stretta per permetterci di passare dentro.
Rapidamente tutto il gruppo cadde nel panico, tranne Derpy. Evidentemente non aveva capito la gravità della situazione.
Non avevamo idea di cosa fare, il muro davanti a noi era troppo grande per essere saltato, stavo per mettermi ad urlare quando Derpy disse tranquillamente:
“Ma perché siete così agitati? Basta saltare dal treno!”
Guardando giù dal tetto del treno si poteva capire che eravamo già entrati a Manehattan, i binari erano su un ponte rialzato che attraversava la città.
“Ma sei pazza?! Saranno dieci metri di caduta!” Provai a ribattere io. Ma il muro della stazione continuava ad avvicinarsi sempre di più, pensai che era meglio morire in seguito a una caduta che sfracellarsi contro un muro.
Ormai, decisi, ci avvicinammo al bordo del treno.

Chiusi gli occhi e saltai nel vuoto.

La mia sorpresa, fu quella di cadere in un posto morbido con un sonoro scoppio.
Ma l'odore schifoso dei rifiuti che mi circondavano mi fece capire subito che ero atterrato dentro un cassonetto dei rifiuti. Dalla spazzatura di fianco a me emerse Derpy che, con i suoi soliti occhi storti, cercava di inquadrare la situazione.
“Ma perché non hai usato le ali?” le chiesi, con aria di sufficienza.
Ma prima che potesse rispondermi, qualcuno urlò nelle mie orecchie: “Siete impazzito?! Non solo avete rischiato di farmi male, ma avete distrutto anche il mio sassofono!”
Davanti a me stava una puledra dal manto grigio, capelli neri e occhi viola scuro. L'oggetto che lei chiamava sassofono era steso sul marciapiede.
Molti pezzetti dorati erano sparsi vicino allo strumento, potevo capirlo pure io che ormai era inutilizzabile.
Guardai la pony arrabbiata con aria di indifferenza. Consideratemi insensibile, ma credo che il mio volo di dieci metri sia più importante di un sassofono.
Però lei continuava la sua ramanzina: “ E ora?! Il concerto di stasera era molto importante per il locale! Tu verrai con me e spiegherai a Mister Nessbui quello che hai fatto!”
E conclusa la frase, mi prese per un orecchio e, iniziò a trascinarmi fuori dal cassonetto.
Derpy provò a difendermi “Ma scusi, signorina. Noi siamo caduti qua dentro, quindi è impossibile che noi abbiamo rotto il suo sassoforo.”
“Sassofono!” ripeté lei “E poi, sarà anche vero che non l'avete rotto voi, ma comunque mi avete spaventato, saltando dentro quel cassonetto, e perciò mi è caduto dagli zoccoli.”

Come immaginavo, non sospettava del nostro salto da un treno in corsa. Provai quindi a fare un'osservazione, pensando che così, mi avrebbe lasciato l'orecchio: “Però hai strumenti di pessima resistenza per essere una musicista.”
Appena finii la frase, il mio orecchio fu di nuovo libero. La musicista però prese con la bocca il sassofono mi colpì la testa
Mi sbagliavo sulla resistenza dello strumento.
Una grossa risata arrivò dall'alto e, guardando verso il punto da dove proveniva, si potevano vedere Flutterbolt e Timoty, sospesi a cinque metri di altezza, che continuavano a ridere.
“Razza di mentecatti.” Sussurrai, mentre la mia sequestratrice riprendeva di nuovo il mio orecchio.
Dopo aver percorso un piccolo vicolo, ci ritrovammo nella via principale.

Strabuzzai gli occhi, in tutta la mia vita non avevo mai visto una cosa così fantastica.
I palazzi si ergevano fino al cielo, ognuno con le sue file di finestre ben illuminate, sembrava un bellissimo mosaico luminoso. Poi riportai gli occhi al livello della strada, completamente illuminata e perfettamente ricoperta di cemento. Un percorso fatto ad arte per le ponymobili che sfrecciavano allegramente. Sul marciapiede vedevo tutte le razze che popolavano Equestria: draghi, salamandre, pony, minotauri, grifoni e cani scavatori. Di tutte le classi sociali e ognuno con i suoi amici.
E non per forza della stessa razza!
Dai locali ai lati del marciapiede proveniva Jazz e Blues, inoltre un forte odore di cidro entrava nelle narici.
“Molti dicono che sia buonissimo, ma non ho l’età adatta  per provarlo.” pensai.

I miei pensieri furono interrotti dalla musicista, che si fermò davanti un locale chiamato “Downstair of Manehattan”.
“Siamo arrivati.” Disse a me e Derpy.
Così entrammo nel locale.

Appena entrati, un’ondata di jazz ci penetrò nell'anima, alla mia sinistra si trovava un lunghissimo bancone che seguiva l'intera profondità del locale. Alla mia destra, invece, prendevano posto una ventina di tavoli. In fondo alla sala vidi un piccolo palco, dal quale una band di tre grifoni suonava quella toccante musica che si espandeva per il locale.

Da un piccolo corridoio vidi venirci incontro una salamandra blu vestita in frac.
“Nina!” esclamò il rettile “Penzavo che non zarezti arrivata in tempo per il concerto! Ormai manca poco, vai a prepararti!”
In quel momento Nina tentennò per qualche secondo, evidentemente aveva paura di dirgli che il suo strumento era rotto.

Prima che Nina aprisse bocca, prese parola Timoty:
“Nessbui! Non ti sarai cacciato in nessun guaio durante la mia assenza, vero?”
La salamandra sembrò riconoscere il nostro compagno, sorrise e gli corse incontro, abbracciandolo.

“Zteal! Figlio di puledra! Come mai sei ritornato a Manehattan?” Gridò Nessbui.
“E’ una lunga storia, è meglio se ci sediamo.” rispose, indicando con lo sguardo un tavolo libero.
“Certo, certo. Avrai un zacco di coze da raccontarmi. Faccio ztrada.”
Detto questo il proprietario si incamminò verso il tavolo e ,mentre lo seguivamo, sussurrai a Timoty: “Come fai a conoscere una salamandra?”
Ridacchio. “Si vede che hai vissuto sempre a Cloudsdale.  Manehattan è il melting pot più grande di tutta Equestria. In questa città puoi tranquillamente trovare ogni razza civile conosciuta al mondo. Tempo fa, Nessbui, era un barista che entrò nel giro di gangster gestito dalla mia famiglia. Lo aiutai a nascondersi ed a iniziare una nuova vita.”

Appena seduti al tavolo, Timoty avvisò Nessbui del disguido del sassofono:
“Mi dispiace Nessbui, ma per sbaglio abbiamo rotto il sassofono della tua musicista. Non è un problema, vero?”
Il proprietario mosse la zampa, come per mandare via l’argomento: “Nezzun problema, zuoniamo tutte le zere. Anche ze una volta zaltiamo non è un problema.”
Sorrisi verso Nina, che in quel momento era di fianco a me. Lei si accigliò e mi diede una zoccolata sulle costole, lasciandomi boccheggiare di nascosto. Intanto Flutterbolt iniziò a ridere per la scena. Io lo fulminai con lo sguardo, facendogli capire che non c’era niente di divertente. Così, visto che non riusciva a smettere di ridere, si nascose sotto il tavolo, anche se le risate sommesse si sentivano comunque.

Timoty, senza prestare attenzione alle nostre buffonate, spiegava per filo e per segno il motivo che ci spinse a raggiungere Manehattan.
“Mi dizpiace. E zcuza ze mi permetto, ma era inevitabile che prima o poi zarebbe zucceza una coza del genere."
"Non preoccuparti, é colpa mia che sono stato disattento. Ora l'unica cosa da fare è assaltare la base di Rosemary e riprenderci Dorothy. "
"A proposito di tua zorella, Rozemary. I miei informatori dicono che zi zta muovendo per qualcoza di grosso.  In poche parole non uzano più la finezza."
"Preferisco mettere queste faccende in secondo piano,  prima di tutto preferisco liberare la mia futura sposa. Sai se il Vecchio è in città?"
La salamandra blu sorrise, come preso da un'attacco di nostalgia.
"Certo. Non zi è mai mozzo dalla zua baracca. Ehi! Ma coza diavolo?!"
Nessbui sgranó gli occhi in direzione della vetrata che dava in strada.
Incuriositi ci girammo verso la vetrata, in tempo per vedere una quindicina di gangster che puntavano i loro Mitra Magici verso il locale.
Qualcuno alzó un tavolo in verticale davanti a noi, probabilmente Timoty, poi i gangster aprirono il fuoco.

Eravamo tutti sdraiati dietro il tavolo.
Spari, grida, rumori di vetri infranti. Intorno a me riuscivo a vedere solo minotauri che scappavano, pony a terra e grifoni che si guardavano confusi.
Tutto quello che vedevo non mi sembrava reale, come se il mio cervello avesse bisogno di qualche secondo per elaborare il cambiamento così repentino di situazione.
Solo quando riprese a parlare Nessbui, riemersi nella realtà.
"Dannazione, il mio locale! Timoty! Zul retro ci zono due ponymobili. Prendine una e vai dal Vecchio. Io mi metterò in zalvo con Nina."
"Ok grazie. Su ragazzi, andiamo!"
Rimanemmo acquattati contro il tavolo per un altro po'. Poi, quando sentimmo che i gangster stavano ricaricando l'arma, uscimmo dal nostro nascondiglio per galoppare verso la porta che  dava sul retro.
Purtroppo gli aggressori erano preparati a una tattica del genere, tant'è che appena ricaricarono le armi iniziarono a sparare verso di noi.
La nostra corsa si trasformó in una fuga per non essere colpiti. Un proiettile mi sfioró la criniera.
Fortunatamente, riuscimmo a uscire dal locale senza che nessuno venisse colpito.
A poca distanza dalla porta del retro c'erano parcheggiate due ponymobili.
Salimmo sul mezzo di trasporto, Timoty alla guida, io di fianco a lui e Derpy e Flutterbolt nei posti dietro.
"Sai guidare queste cose vero?" chiesi all'inventore.
"Certo, in fondo è facile." rispose, spingendo con uno degli zoccoli posteriori un pedale.
Forse non era il pedale giusto, visto che il bolide balzò in avanti, andandosi a scontrare contro il muro.
"E tu sapresti guidare questa macchina infernale?!" gridai io.
"Beh." disse il presunto pilota, mentre faceva rapide manovre per uscire dal parcheggio. "Diciamo che non guido da un po'."
"Quanto?"
"5 anni."
Ricaddì indietro nel sedile per lo sconforto. "Sarà già un miracolo se riusciremo ad arrivare dentro la base nemica."
L'obiettivo dei gangster era fermarci, infatti appena entrammo nella strada principale, ci ritrovammo alle calcagna due macchine nere con dei mitra magici che ci sparavano.
I vetri della nostra ponymobile si infransero. Timoty iniziò, allora, a procedere a zig-zag per la strada.
" Se bucano le ruote è finita." si giustificò.

Continuavamo a proseguire a tutta velocità, ma ad ogni incrocio spuntavano nuove macchine nere, pronte a inseguirci.
Tentarono anche di bloccarci con un posto di blocco, ma Timoty sterzò violentemente verso sinistra svoltando in un vicolo.

“Ormai ci stanno seguendo troppe macchine! Non riusciremo a resistere per molto!” gridai.
“Tranquillo, ho un piano per far perdere le nostre traccie.”
Il vicolo si aprì in una strada più grande, attraversata orizzontalmente da dei binari.
Le sbarre erano già abbassate e si sentiva il fischio del treno.
“Sei pazzo!” gridai. “Come pensi che riusciremo a sopravvivere senza schiantarci contro il treno?!”
“Sempre meglio che morire per mano dei gangster.” disse Timoty.
A quel punto premette a fondo il pedale dell’acceleratore. Il vento, che entrava dal parabrezza rotto, mi rendeva difficile il tenere aperti gli occhi. Un senso di nausea saliva man mano che il treno si avvicinava da destra.
Ero completamente sudato.

La macchina distrusse le barriere in legno e riuscì a passare i binari, mancando il treno per un soffio.
Appena mi accorsi di essere ancora vivo, sospirai.
Non avevo mai avuto le gambe molli come in quel momento.

Timoty guidò la macchina in una rete fittissima di vicoli, svoltando molte volte.
“Ormai è impossibile che ci ritrovino” Disse l’inventore, leggermente soddisfatto.
Allora iniziò a parlare Derpy:
"É incredibile che, nel futuro, ad Equestria, ci saranno le salamandre. É la prima volta che ne vedo una!"
"Derpy, se posso chiedere, tu da che epoca vieni?" chiesi, incuriosito dal fatto che non aveva mai visto una salamandra. Nel nostro tempo era normale vederle girare per le città.
"Beh, poco tempo fa c'è stato il matrimonio fra l'alicorno, Mi Amore Cadenzia, e il capo delle guardie reali, Shining Armour."
Iniziò a discorrere anche Timoty.
"Ah, quindi siete vicini alla fondazione del Crystal Empire."
Derpy lo guardò curiosa, evidentemente non sapeva cos'era.
"E cosa sarebbe questo Crystal Empire?"
"Credo che sia meglio non rivelartelo." rispose Timoty "Ti  basta sapere che ora non è più raggiungibile."
"È UN PUNTO MOLTO IMPORTANTE PER LA STORIA DI EQUESTRIA, LO FANNO STUDIARE PERSINO A SCUOLA!" concluse Flutterbolt.

La macchina si fermò.
“Potete scendere.” disse Timoty. “Siamo arrivati a destinazione.”
Appena scesi dalla ponymobile ci trovammo davanti a una costruzione malridotta, le finestre erano tutte rotte e le assi delle pareti erano deteriorate dalla muffa.

L’unica entrata possibile era una massiccia porta, tutta arrugginita. Timoty bussò un ritmo particolare e si aprì uno spiraglio. Sentii un gemito di sorpresa provenire da dentro la baracca e un rumore di serrature che si sbloccavano.
La porta si aprì, mostrando un pony di terra che sembrava la copia sputata di Timoty, invecchiata di 30 anni.
“Ragazzo, cosa ci fai qui?!” chiese il vecchio, chiaramente sorpreso.
“Ti spiegherò tutto. Ora facci entrare, fa freddo qua fuori.”

L’interno della costruzione non era molto diverso dall’esterno, era tutto molto sporco, tutto molto ammuffito e l’aria era impregnata di uno stagnante odore di salsedine.
Dopo esserci seduti e aver raccontato il nostro viaggio, il vecchio concluse:
“Tim sei un pony fortunato, perché qualche giorno fa sono riuscito a reperire le piante della nuova base di Rosemary. La struttura non ha niente di particolare, è solo un vecchio magazzino a due piani. L’unica cosa che posso dirti è che in tutti e due i piani troverai molti, molti gangster. Ma vedo che questa volta hai dei compagni. Magari questa volta riuscirai veramente a distruggere la base.” Disse il vecchio. Poi, rivolgendosi verso di noi, chiese.
“Ma ditemi, che poteri avete?”
“Oh, nessuno in particolare. Non sappiamo combattere noi.” risposi.
Il nostro informatore mi guardò per qualche secondo, come se cercasse di capire se stavo mentendo o meno, il che mi sembrava strano, visto che la domanda doveva essere solo una curiosità.
Timoty si alzò e, dopo aver ringraziato il vecchio per le preziose informazioni, disse: “Bene, vorrei concludere questa cosa prima dell’alba. Andiamo.”

Dopo un quarto d’ora di ponymobile per le vie industriali di Manehattan, ci trovammo davanti all’entrata di quella che doveva essere la base dei gangster.
“Vi consiglio di portare con voi un’arma.” esordì Timoty. “Non sappiamo quanto siano armati i nostri nemici.” E poi, portando lo zoccolo vicino al viso, fece uscire una fiammata. “Mi sa che qualche gangster verrà carbonizzato.”
Il tono di quella frase mi fece rabbrividire, sembrava che volesse fare una strage.
“No!” Urlò Derpy, allineando per la prima volta gli occhi. “Non si uccide nessuno!”
Era chiaro che aveva preso Timoty in contropiede, tant’è che rimase interdetto.
“I-in che senso scusa?”
“Nel senso che non si deve mai uccidere qualcuno! Il Dottore lo dice sempre!”
“Ma queste persone hanno tentato di ucciderci! Non è vero Wingless?!”
“Sinceramente, preferirei non uccidere i gangster.” Risposi, quasi sottovoce, visto che non mi era mai piaciuto esporre la mia opinione.
“GIA’, NEANCHE A ME PIACE L’IDEA.” Aggiunse Flutterbolt.

L’inventore sospirò e, con la bocca, girò una manopola sulla sua copertura dello zoccolo. Una voce metallica disse: “Steam mode.”
Timoty sparò un colpo di vapore, come per dimostrarci che quell’attacco non avrebbe ucciso nessuno.
“Al massimo si risveglieranno con un forte mal di testa.” affermò.
Poco prima di irrompere nel magazzino, con la mia magia, creai una spada energetica color arcobaleno. Con la sola forza del pensiero, potevo cambiare la densità della mia arma, in modo da renderla da spada normale a una spada in grado di trapassare gli oggetti senza tagliarli. Nel caso dei corpi organici si avverte lo stesso shock come se ti avessero tagliato veramente.
Un’arma in grado di infliggere dolore senza uccidere.

Dopo esserci preparati, buttammo giù la porta di ingresso e galoppammo verso il centro della sala. Come aveva detto il vecchio, il magazzino aveva un unica stanza al piano terra. Dentro c’erano vari scatoloni di metallo con sopra il simbolo delle Zap apples e venti gangster a sorvegliarle.
Dopo la confusione generale, creata dalla nostra entrata in scena, tutti i pony gangster presero le armi, pronti a combattere.

Lo ammetto, durante la battaglia non capii molto riguardo quello che stava succedendo. Io menavo fendenti a caso, mentre evitavo di farmi colpire dai proiettili.
Timoty era quello che combatteva meglio del gruppo, non usava il vapore solo per attaccare i gangster, ma anche per spiccare il volo e poi planare per la sala, lanciando attacchi aerei. Flutterbolt si caricò di elettricità e iniziò a rimbalzare per tutto il magazzino come una pallina del flipper, fulminando ogni pony che toccava. Giuro anche, di aver visto Derpy prendere a testate un nemico.
Quando il rumore di spari fu sparito, mi accorsi che avevamo sconfitto tutti i nemici di quel piano.

Dopo una veloce ricerca, capimmo che Dorothy era tenuta prigioniera al piano superiore.
Dopo esser saliti sul montacarichi arrivammo al primo piano.
La sala era completamente spoglia, ad eccezione della parte centrale, dove c’era una sedia che fungeva da trono. Seduta su di essa c’era una pony, vestita di nero e con un cappello calato sulla testa.
“Bene.” esordì, mentre scendeva dal trono e si avvicinava verso di noi.
“E’ la prima volta che riesci a farti strada fra le guardie per arrivare qui al mio cospetto, fratellino.”
“D’altronde, vi avevo giurato che ci sarei riuscito.” rispose Timoty
“Già, poi ci hai tradito e sei scappato di casa.”
“Le vostre azioni sono sbagliate! Non voglio diventare uno di voi!” replicò l’inventore, alzando la voce.
“Anche se le nostre azioni non sono corrette, dovresti comunque rispettare la tua famiglia!”
Ormai, fratello e sorella, erano arrivati a urlarsi in faccia. Non sapevo se fermarli attaccando Rosemary. Provai a guardare Flutterbolt e Derpy, in cerca di un segnale, ma anche loro non sapevano cosa fare.
“Siete voi che avete mancato di rispetto ai nostri antenati, non solo contrabbandate le zap apples, ora arrivate anche a rapire e uccidere pony! Ucciderli!”
“Però non ti fai scrupoli a fare del male ad altri pony, quando si tratta della tua Dorothy, eh?”
“Non sono venuto qui per parlare di questo. Dov’è lei?”
“Oh, lei è al sicuro. Sul tetto.” Disse sorridendo malignamente.
“Però per arrivarci dovrete prima farmi fuori.”
Detto questo, tirò con la bocca una cordicina che pendeva dal soffitto.
Iniziò a sentirsi un rumore di meccanismi in movimento, mentre il pavimento tremava leggermente.
Rosemary si tolse il cappelo nero, rivelando i suoi capelli biondi e gli occhi verdi smeraldo.
Il suo muso era deformato da un’espressione di scherno.
“Sai Tim, durante la “visita” a casa tua abbiamo potuto mettere le mani su dei progetti interessanti.”
La puledra salì su un’abitacolo spuntato dal pavimento, il quale continuò a salire senza sosta fino ad arrivare a tre metri di altezza. Dal lato anteriore di quella macchina, spuntava una protuberanza cilindrica, formata da tanti tubi, puntata verso di noi.
“Visto che questo progetto non l’avevi ancora battezzato.” proseguì Rosemary “Lo farò io!
Ragazzi, dite ciao a Gatling!”
Il cilindro iniziò a girare su se stesso e, in quel momento, sentii una potenza magica mostruosa pronta a essere lanciata contro di noi.
“A terra!” gridai.
Creai una bolla scudo attorno al gruppo, prima che una pioggia di colpi si scaricasse su di noi con tutta la sua potenza.
La sensazione che provai, appena i proiettili toccarono lo scudo, fu come se uno stallone mi avesse tirato una zoccolata nello stomaco. Non ero abbastanza potente per resistere a una forza magica di quel tipo. Tutta la pressione dei colpi veniva scaricata sul mio corno, sembrava che un drago adulto stesse dormendo in equilibrio su di esso.
Riuscii a rimanere lucido per pochi secondi, poi iniziarono i giramenti di testa e attacchi di nausea fortissimi, tant’è che mi sdraiai per terra senza rendermene conto.

I colori della bolla scudo iniziarono a farsi sempre più deboli. Pensai a quanto fosse duro quello sforzo e a quanto avrei voluto addormentarmi, lasciare tutto da parte e riposare.

Quando ero sul punto di svenire, sotto la risata isterica di Dorothy, sentii la voce di Flutterbolt che mi incoraggiava a non svenire.
“Cosa sto facendo?!” pensai. “Loro rischiano di morire e io penso a riposare?!”
Una nuova scarica di adrenalina mi fece rinvenire completamente, ormai era chiaro che non sarei riuscito a resistere per molto sotto la potenza di quei colpi. Ed allora mi venne in mente un’idea.
A fatica mi rialzai, tutti i muscoli del mio corpo erano doloranti, e con uno sforzo incredibile, ridussi lo scudo al raggio di azione dei proiettili.
Poi, cambiai l’incantesimo di protezione in uno di assorbimento, il disco liscio che fungeva da scudo mutò in una sfera luminosa, che aumentava ad ogni colpo subito.
“Cosa credi, di salvarti con quella pallina?” Rise Rosemary.
Quando la sfera raggiunse una potenza sufficiente, la lanciai contro la canna del Gatling.

La mitragliatrice gigante si distrusse in piccoli pezzi di metallo. L’abitacolo schizzò in alto, sbattendo contro il soffitto e ricadendo a terra.
“UAO! SEI STATO GRANDE!” Gridò Flutterbolt.
Dopo esserci accertati che Rosemary fosse fuorigioco, Timoty le legò le zampe con la stessa corda usata per attivare il Gatling.
Iniziammo allora a cercare il montacarichi che portava al tetto quando, invece, trovai una gigantesca macchina da due cerchi perpendicolari, con al centro un piedistallo.
Timoty risultò molto sorpreso dal fatto che questa macchina fosse lì.

“Questa è la mia macchina del tempo.” Affermò. “Era nel mio magazzino ad Appleloosa. Non riesco a credere che l’hanno portata fin qui.”
L’inventore si avvicinò alla macchina e mise sul piedistallo la pietra temporale recuperata nella grotta del tempo.
“Non vorrai provare la tua macchina ora, spero.” gli dissi. “Dobbiamo ancora liberare Dorothy.”
“Certo, lo so.” rispose Timoty, guardando la pietra. “Però dopo averla liberata mi piacerebbe accenderla.”

Flutterbolt in quel momento stava volando attorno al grande macchinario e, forse per provare la resistenza del materiale, la toccò.
La macchina assorbì l’elettricità di Flutterbolt e la trasferì nella pietra. La quale iniziò a mandare fortissimi bagliori verde smeraldo.

Davanti a noi apparve un pony di terra di colore beige e criniera marrone scuro, cravatta nera e una clessidra come Cutie Mark.
Il nuovo pony era confuso quanto noi.
“Dottore!” Urlò Derpy, correndo per abbracciarlo.

Derpy però, passò attraverso al pony, cadendo di faccia poco dietro di lui.
“Un ologramma.” Mormorò Timoty. “Forse la scarica elettrica che Flutterbolt ha infuso nella pietra non era abbastanza per attuare un trasferimento, ma sufficiente per creare delle immagini.”

“Cosa?!” Risposi io. “Tu saresti il Dottore?! Cioè, esiti veramente?!”
Il Dottore mi guardò a lungo, poi rispose sorridendo: “Certo, in carne e ossa. Anche se sarebbe meglio dire in pixel elettrostatici e vapore temporale. Cavolo, questo deve essere il giorno in cui i pony comuni scoprono i viaggi nel tempo, peccato che me lo sono perso.”

Poi divenne improvvisamente serio: “Ma no, dannazione! Sto perdendo tempo. Derpy, e anche voi pony, dovete ascoltarmi e fare quello che dico, lettera per lettera. E’ chiaro?”
Stavo per rispondere, ma lui riprese a parlare. Evidentemente non gli interessava il nostro parere.
“Il futuro è sparito. Il nulla ha preso il suo posto, forze misteriose e molto potenti sono in gioco.
Solo coloro che discendono dall’armonia hanno speranza di fermare tutto, prima che sia troppo tardi. Viaggiate per tutta Equestria e trovate i discendenti di coloro che controllavano gli elementi.
La vostra missione è molto importante: se fallirete, non sparirà solo Equestria, ma tutta la realtà che conosciamo.”
L’immagine del Dottore iniziò a indebolirsi, allora guardò tristemente Derpy.
“Mi dispiace che non possa venire con voi in questo momento, ma prima devo accertarmi di una cosa importante. Stai tranquilla, tornerò!”

L’immagine sparì del tutto.

Derpy rimase a fissare il vuoto.
Flutterbolt gli si avvicinò e gli chiese: “EHI! TUTTO BENE?"
Derpy annuì con la testa, un attimo prima di sentire un urlo di puledra arrivare dal piano superiore, seguito da una scossa dell'edificio.
"Dorothy!" urló Timoty.
Ci fiondammo su per le scale, vicine alla macchina del tempo.
Alla fine delle scale ritornammo all’esterno.
La luna stava calando.



A Luna, ritornare nella prigione che era stata casa sua per 1000 anni, dava sensazioni contrastanti. Ritornava a ribollire l’odio verso sua sorella maggiore, ma allo stesso tempo compariva un moto di accettazione verso quella punizione che, seppur brutale, aveva permesso a Equestria di vivere in pace.
Dopo un viaggio nello spazio profondo durato mezz’ora, l’alicorno della notte tocco la superficie lunare.

Luna stava cercando qualcosa, un pony per la precisione.
“Non molti sanno che l’esilio sulla Luna non è stato afflitto solo a Nightmare Moon.” pensò Luna. “Anzi, in passato questa punizione era più diffusa.”

Il pony che cercava era fermo, seduto, a guardare verso Equestria.
“E’ da un po’ che non ci si vede, Nightmare Moon.” Esordì il pony, senza nemmeno guardarla in faccia.
“Non sono più Nightmare Moon, ora sono Luna.” Precisò la principessa della notte.
“Tu sarai sempre Nightmare Moon. Cancella questa parte di te e Luna non esisterà più.”
Ribatté il pony, questa volta guardandola negli occhi.
Luna si sentì a disagio e abbassò lo sguardo.
“Non sono venuta per questo Bonei.”
Il prigioniero ridacchiò.
“Bonei, il pony completo. Un generale alicorno mi chiamò con quel nome. Poi mi esiliò sulla luna.”
“Io e mia sorella siamo dispiaciute ma...”
“No, non lo siete. O almeno, voi credete di esserlo solo perché non avete l’emozione del disinteressamento. Ma comunque, sei venuta qua per sapere se la mia profezia, quella che pronunciai dopo la mia condanna, si sta avverando?”
“Sì. Parlavi del nulla incombente. C’è qualcosa che si può fare per impedirlo?”

Bonei si alzò, per la prima volta dopo il suo esilio, e guardò lo spazio, verso l’unico punto senza stelle.

“Il nulla arriverà. Non oggi. E voi non potrete fare niente.” rispose con voce atona.
La principessa si irritò e usando, senza volerlo, la voce reale dei regnati di Canterlot, disse:
“E’ inconcepibile che nessuno possa fare niente per fermarlo!”
“Nightmare Moon, credo che tu stia fraintendendo. Tu e Celestia non potrete fare niente. Le forze che cercheranno di portare l’equilibrio si stanno già muovendo.”




La testa sembrava che dovesse scoppiare. Ero per terra, dietro a un container usato come barricata. Il mio corpo non rispondeva più al mio volere.
Quando cercai di fermare l’elicottero che ci stava sparando addosso, usando la magia, il mio mana si oppose e mi tolse ogni energia.
Avevo esagerato con la magia, certo, ma in quel momento la sensazione era quella di un’entità superiore che mi impediva di usare i miei poteri al massimo.
Flutterbolt fu messo facilmente fuorigioco, dopo aver alimentato la macchina del tempo, anche lui era rimasto senza energie. Derpy, invece, era insieme a Dorothy.
Il suo compito era quello di proteggerla.

L’unico a fronteggiare quel mostro meccanico in grado di volare era Timoty.
L’elicottero era munito di un Gatling, che continuava a vomitare proiettili magici.
Ad un certo punto dello scontro, Timoty urlò:
“Che razza di pony sei, tu, che hai costruito un’arma progettata nel mio studio? Quel veivolo non è un giocattolo. Potresti far del male a qualcuno.”
Dall’elicottero uscì una voce che mi sembrava familiare.

“Mi dispiace Tim, ma ti sei spinto troppo oltre. Arrivare a distruggere una base e a far svenire tua sorella... In famiglia non ci dovrebbero essere questi dissapori.”
Timoty iniziava ad essere chiaramente confuso.
“Tu chi saresti ?”
L’abitacolo dell’elicottero si schiarì, mostrando lo stesso pony che ci aveva dato le planimetrie della base.
“Io sono tuo padre.”
L’inventore rimase a bocca aperta, iniziò lentamente a indiettreggiare.

“Ma com’è possibile.” farfuglio. “Tutti dicevano che eri andato via.”
Il padre sorrise compiaciuto. “Andato via, non morto.”
“Ma perché darmi tutte quelle informazioni sulle tue basi ?! Perché permettermi di fare così tanti danni ?!”
Il pilota dell’elicottero iniziò a ridere.
“Non ti sei mai accorto di tutte quelle imprecisioni e dati mancanti sulle mie planimetrie?! Il mio obiettivo era quello di continuare a tenerti d’occhio. E quello era l’unico modo.”
Il Gatling puntò verso Timoty e iniziò a caricarsi.

“Ora, se non ti spiace, è ora di essere punito!” gridò il padre.
Provai a fare qualcosa con la mia magia, ma il mio tentativo non fece che aumentare il dolore che provavo nel punto in cui spuntava il corno.

Il Gatling però continuava a caricare, non stava sparando un singolo proiettile.
Il padre si accorse di quella anomalia e iniziò a preoccuparsi:
“Ma come, cosa sta succedendo.”
Timoty iniziò a sghignazzare.
“Padre. Credi che non abbia dotato i miei veicoli un sistema di controllo remoto?
Vedi questo papillon?” Chiese, indicando il suo fiocco.
“Con questo posso controllare i miei veicoli con il solo pensiero, e credo che quella mitragliatrice abbia un limite riguardo alla carica magica.”
L’arma collegata all’elicottero ormai emanava un bagliore violastro. Non ci voleva un genio per capire che sarebbe saltata in aria da un momento all’altro.

Il padre provò ad uscire dal veivolo e, vedendo che questo era bloccato, cercò di appellarsi al buonsenso del figlio.
“Ascolta Timoty!” Gridò. “Non vorrai uccidere tuo padre spero! Non puoi farmi questo!”
Il pony inventore lo zitti: “Io non ti ucciderò. Quell’elicottero non si aprirà finché non ci saranno le forze di polizia per arrestarti. Intanto riceverai qualche scossone.” Disse con un largo sorriso sulle labbra.”

Il padre non fece in tempo a controbattere, che il Gantling esplose in una nube viola, facendo precipitare l’elicottero.

“E’ finita.” Pensai.
Finalmente potevo dormire.
  
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