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Autore: V a l y    04/05/2007    7 recensioni
Storia nata da una vecchia fantasia dell'autrice per una coppia fuori dalla norma. Due ragazzi che avendo in comune la stessa causa si ritrovano insieme: il rosso e la cinese. Tengo veramente tanto a questa storia, sarei felicissima se magari mi aiutaste con commenti e consigli *.*
CAPITOLO 30. [Quella mattina, la famosa domenica successiva alla notte di baldoria nel quale le ragazze del passaggio a livello erano andate a trovare i balordi del covo dell’est, non fu niente di tutto questo a svegliare prematuramente Xiaoyu. Non erano stati gli schiamazzi, la musica, lo sferragliamento di nuove casse di liquori che venivano strusciate di peso sulla ghiaia. Fu lo strano, inusuale suono prolungato del clacson di un camion, un rumore assolutamente sconosciuto alla clausura della periferia est da ogni attività urbana.]
EDIT. Al solito ho inserito un'illustrazione fatta da me dopo aver aggiornato la fic. La trovate a inizio capitolo 30!
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hwoarang, Ling Xiaoyu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il sole calava a picco sui monti dell'Ovest e non esisteva posto migliore per ammirare tale spettacolo come il marciapiede della strada principale. Tokyo era una di quelle tante metropoli che non dava spazio alle bellezze naturalistiche, ricoperte d'asfalto e celate dalla perenne coltre di nebbia degli scarichi delle macchine. Ma, talvolta, chi la viveva e chi bene la conosceva poteva coglierne il proprio piccolo posto di paradiso.
Hwoarang aveva esperienza delle strade di Tokyo meglio di chiunque, perché al contrario degli altri cittadini che possedevano un tetto in cui tornare ci abitava proprio.
L'aveva scoperta per caso quella strada principale rialzata rispetto alle altre da un lunghissimo cavalcavia, quando girovagava per la città e ancora non aveva un posto stabile in cui restare. Scelse la periferia Est per la grandiosità di quel panorama mozzafiato. La fine di un territorio urbano, di un pezzo di cemento sopra il ponte, di un cartello che confinava la città, di una strada che diventava terra per poi scorgere ciò che apparteneva unicamente alla natura: un cielo tinto di rosso, due stelle sulla parte più scura dell'etere, migliaia ancora nascoste dal giorno e il sole che si avvicinava sempre più alle montagne, scomparendo poi all'orizzonte.
Si era distratto dal contemplare silenzioso quella vista all'arrivo di Rana.
“E' arrivata l'ora del tuo isolamento eremita?” scherzò, sedendosi alla sinistra del suo capo.
“Vuoi diventare mio discepolo?” domandò, ed entrambi si lanciarono sguardi divertiti. Rana porse al suo boss una sigaretta, che accettò con piacere. Quando ispirò la prima boccata, però, mostrò tutt'altra cosa che il precedente piacere.
“Questa marca fa schifo! Inspicush? Ma cos'è?!” esclamò disgustato, gettando via il rotolo di nicotina sulla strada principale. Una macchina che schizzò veloce come un fulmine la fece volare ancor più lontano.
“Che spreco...” si lamentò l'altro con un velo di tristezza. Vide altre macchine distruggere completamente la sua sigaretta. “A studiare economia sei proprio diventato spietato, capo.”
Il rosso sbuffò annoiato. “Se non mi trovassi a doverla studiare per raggirarmi il presidente, avrei già fatto un falò con tutti i libri di economia del mondo,” e lanciò un'occhiata di desiderata violenza ai libri ai suoi piedi. Odiava studiare, in più aveva un ripudio spregiudicato per quelle materie di materia. Materie materialiste, insomma. Le detestava più di ogni altra cosa.
“World Trade Organization, S&P/MIB, Mibtel... parole imparate a memoria di cui manco conosco gli acronimi e che spero di dimenticare al più presto,” affermò laconico Hwoarang. Rana annuì solamente, senza assolutamente capire ciò che gli aveva detto il boss. Era come se avesse parlato arabo.
“E allora, che hai da dirmi?” riprese parola il boss. Il compagno non comprese bene la domanda del coreano.
“Da dirti?”
“Quando vieni qui, siamo soli e tu stai zitto vuol dire che hai da dirmi qualcosa,” spiegò veloce il capo. Conosceva bene i suoi uomini fino a sorprenderli. Persino Rana, che di tutta risposta fece un risolino compiaciuto.
“Non credo di avere qualcosa da dire...”
“Allora mi tirerai tutto fuori alla tua prossima sbronza,” tagliò corto Hwoarang sorridendo.
Rimasero in silenzio ad ammirare il tramonto dell'Ovest, fino a quando la luce cocente del sole smise di infiammare il grande etere e il cielo fu illuminato dalle prime stelle della sera. A un tratto, senza riuscire più a trattenersi, come aveva intuito Hwoarang, Rana parlò.
“A volte le donne sono come sanguisughe, ma anziché succhiarti sangue ti succhiano l'anima...”
Il rosso, a quelle parole, arcuò appena un sopracciglio.
“Hai avuto una delusione d'amore?” tentò d'indovinare il capo.
“Non parlavo di me, parlavo in generale...” rispose discorsivamente Rana, ma guardando dritto negli occhi del compagno alla sua sinistra.
“Mi stai avvertendo di qualcosa?” capì immediatamente il coreano. L'altro gettò via la sigaretta fumata solo per metà, senza badare al suo senso di parsimonia che aveva per i suoi oggetti personali, soprattutto per le sigarette. Fece quel gesto perché aveva da dire qualcosa di talmente lungo e delicato che le parole non gli avrebbero dato il tempo di ispirare la sigaretta neppure una volta.
“Sai, secondo me è vero quando dicono che le donne sono le vere discendenti del diavolo. Sono belle, a volte, belle e incantatrici, ma hanno una specie di qualche gene di malignità...” riferì Rana. “Sono stato preso per il culo da una di loro, una volta, che mi ha prosciugato fino a distruggere persino la mia dignità.”
“A te?” chiese incredulo il blouson noir con un angolo della bocca sollevato.
“Perché quella faccia?”
“Non mi sembri il tipo. Mugen mi sembra il tipo.”
“Mugen è così perché non gli è mai accaduto nulla di brutto con le donne, si diverte e basta con loro...”
“Forse,” convenne Hwoarang. Guardò un cane che vagava solitario sul marciapiede opposto, poi fissò la terra sotto i suoi piedi.
“Sai,” riprese a dire Rana, “penso che l'uomo, quello coraggioso, non si ferma mai a nulla, non alle sfide, non alle guerre, continuando a difendere le proprie ideologie e la propria libertà. Ne ho conosciute di persone così, e inevitabilmente sono tutte state conquistate dal semplice gesto di una donna. Basta uno sguardo, un giro di anca o un sorriso...”
“E con questo cosa vuoi dire?” chiese il coreano un po' confuso.
“Che l'eroe che si innamora è spacciato per sempre.”
Hwoarang volse la testa verso le stelle che ormai avevano invaso il cielo nero della periferia Est.
“Perché volevi raccontarmi questo?” domandò.
“Non lo so, ho solo tratto le mie conclusioni.”
“Sono un po' misogine, queste conclusioni,” scherzò il rosso.
“Sono misogino e anche un po' misantropo, lo sai, capo.”
“Ma per fortuna non sei misofobo,” dichiarò divertito il coreano cacciando un risolino dalla bocca.
“Che vuol dire?”
“Paura di sporcarsi. Ho scoperto questa fobia quando ho conosciuto Law.”
“Quello è il maniaco del perfezionismo,” convenne divertito Rana.
Hwoarang sorrise. “E non sei neanche un misologo, anzi, potrei benissimo scambiarti per un pensatore. Che ci fa un filosofo tanto bravo come te nel mio clan?” fece ridacchiando.
“Non è filosofia, è pessimismo,” convenne Rana.
“Filosofia e pessimismo son quasi sinonimi, tanto,” rispose il capo. Esprimeva così, a quel modo, la sua personale sapienza, che andava oltre il sapere dei libri e dei trattati. In quei momenti, Rana era nel massimo dell'ammirazione per il suo capo.
“Mi hai convinto, prometto che non toccherò mai più una donna. D'ora in poi mi dedicherò solo agli uomini,” scherzò il rosso.
“Non spaventarmi, capo!” rispose la rana ridendo. “Puoi benissimo toccare tutte le donne che vuoi. Fin quando te ne può importare per una scopata e via non ti è successo mai nulla, ti sei ben rivisto dall'innamorarti delle ragazze della via di Madeleine. Il problema si presenta quando non è più così...”
“Allora starò all'erta,” gli riferì laconico il coreano.
“Dovrai stare all'erta con tutte, donne mature e piccole donne...” e il discorso fu volutamente fermato a quelle parole.
Il blouson noir non rispose.
“Non hai proprio una sigaretta di un'altra marca?” chiese dopo un po'.
“No, capo,” gli rispose Rana con un sospiro.
Rimasero in silenzio per qualche minuto, ognuno perso nei propri pensieri, ognuno, probabilmente, per la propria, personale donna, piccola o grande.
“In realtà le piccole donne sono le più pericolose,” riprese a dire il mezzo animale. “Non sono consapevoli della loro femminilità e non sanno l'effetto che fanno a certi uomini, gli stessi che, guardandole, fantasticano su indecenze che loro neppure riuscirebbero a immaginare...”
Hwoarang spostò lo sguardo dal cielo stellato alla scabrosa strada principale davanti a sé.
“Sai, capo, anche la mia era una piccola donna. Poi si è accorta di quelle maledette qualità femminili e ha cominciato ad approfittarne. Mi ha rigirato come un pupazzino e mi ha rubato l'anima, facendomi diventare quello che sono ora...”
“Una rana?” domandò serissimo il blouson noir.
L'altro, indispettito, gli tirò addosso una lattina vuota trovata nelle vicinanze, poi cominciarono a ridere.
“Hai sempre la battuta pronta, capo. Persino quando uno ti parla seriamente,” lo canzonò divertito Rana. Era ciò che più piaceva ai suoi uomini di lui. Era un genio della botta e risposta, agevolante per stringere nuove amicizie e altrettanto fatale per allontanare vecchi nemici. Sebbene fosse così, sapeva che c'era una persona con cui questo gioco riusciva poco, anche se la riteneva un membro del clan alla pari degli altri.
La vide sfuggirgli dalle mani la sera prima. L'orario era lo stesso e c'era una luna ancor più splendente delle stelle di quel momento. Lei era scappata dopo il loro tango.
La rivide quello stesso pomeriggio. Era tornata da scuola e stava andando verso il ristorante Il Matto per lavorare in cambio di un vestito elegante cucito da Law. Aveva in mano un sacco e stava infilando al suo interno gli indumenti da sera che il trio aveva prelevato per lei. Il blouson noir le si era avvicinato con la solita, sfacciata intenzione derisoria di sempre.
“Bei vestiti,” ammise francamente. “Davvero belli. Anzi, troppo belli. A te, bambina, starebbe bene solo questo,” e nel dirlo agguantò un indumento simile a un accappatoio rosso che i tre ebbero il brutto gusto di rubare, in assenza di una loro ricercatezza femminile nel vestiario.
“Stupido di un blouson noir!” strillò adirata Xiaoyu, e fu ben pronta a tirargli un pugno. Il rosso parò subito quel prevedibile colpo in faccia e mantenne il braccio della cinese immobile. La piccola Ling, anziché dimenarsi con violenza come avrebbe solitamente fatto, rimase attonita e immobile. Era stato a causa del tocco del rosso, della sua mano che l'aveva agguantata per il polso. La stessa mano che la sera precedente l'aveva toccata di carezze.
Hwoarang si scombussolò e lasciò la presa sulla la ragazza, che raccolse in fretta il sacco e si avviò veloce verso il ristorante.
“Ha detto Law di venire quando chiudono il locale, così ti presta il suo smoking!” gli informò tutto d'un fiato per cominciare a correre il più prima possibile da lui. “Non fare tardi e mettiti una sveglia! E visto che ci sei, mettitene una anche nel cervello, così si sveglia anche quello!” soggiunse sarcasticamente.
Ci voleva proprio una bella risposta antipatica. Addirittura, Hwoarang aveva da controbattere con parole già presenti sulla punta della lingua, sarebbe bastato un lieve movimento delle labbra per farle uscire.
Ma non disse niente.
Silenzioso, si guardò assorto la mano.
Poco dopo qualche minuto si era rifugiato sulla strada principale ad ammirare il tramonto. Fu in quel momento che Rana gli si sedette vicino. La sera era sopraggiunta e i due avevano cominciato il loro dialogo.
Finito di ridere, il coreano si alzò con malavoglia dal gradino del marciapiede e calciò una lattina al suo fianco.
“L'ora del giudizio è arrivata, devo andare dalla bambina,” disse tutto svogliato.
La voce di Rana lo fermò al quinto passo:
“In realtà lei non è una bambina, ma una piccola donna.”
Girato di spalle, invisibile agli occhi del compagno, Hwoarang esibì un sorriso approvativo.























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Primo capitolo in cui lui è il protagonista assoluto e lei solo una comparsa. Ho voluto dedicargli tutto un capitolo, perché ne sono troppo innamorata xD Ci voleva una visione maschile delle donne... Rana l'ho trovato perfetto perché le odia al punto giusto xD Probabilmente, un giorno, farò parlare anche Xiaoyu, per la questione maschi :P
@annasukasuperfans: sei un tesorissimo ^*^
@Silver Princess: addirittura hai guardato il video del libertango? o.o Mon tesor, potrei fare io un tango con te per questo! xD Ma scherzi a parte, non c'è nulla di invidiabile rispetto alla tua fanfiction, che è straordinaria come poche! E giuro che neppure immagini l'accanimento con cui la leggo ogni volta che l'aggiorni! *o*
@Shuriken: "(ok diciamo pure che è un'arteria da quant'è grossa!XD)"
xDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD
"Il fatto che la prima lezione di danza sia finita a cazzotti è in perfetto stile tekken!!XD"
Anche questo è vero! xD E ti ringrazio anche per tutto il resto della dolcissima recensione! >*<
@stefychan: "( l'amore non è bello se non è litigarello xciò potrebbe esserci amore...^__^)"
Giusto! xD
Xiao&Hwo: "Sbagliato! +__+"
Tsk... hanno un orgloglio troppo impenetrabile, 'sti due. Un giorno però cederanno! >D Grazie della recensione ^*^
@Chiaras: già, la passione si fa sentire, finalmente ** thanx for the comment ^*^
@Tifa: questo tuo commento è stato così ultramegadolce che una gocciolina mi è uscita dall'occhio! ç_ç Non ti ringrazierò e non ti dimostrerò mai così tanto lovve neppure con una chiacchierata di 3 ore su messenger >*********<
@Miss Trent: "e non sbaglio era quella del liquore Vecchia Romagna (intense emozioni XD)"
xDDDDD Diavolo che memoria! xD
Mia ammorra, ritardo o non ritardo, sia per la lettura che per la pubblicazione della tua fanfiction, aspetterò sempre con trepidazione ** Sarò ripetitiva e affrettata, ma la tua fanfiction è sublime: ne meriterebbe 100 di recensioni u_u E anzi, non direi affrettata, visto che so come riesci a scrivere bene! *annuisce* Ci voleva proprio una storia dedicata a Nina! >.< se riesco a convincere mio fratello a leggere le fanfic, visto che ama tanto quel personaggio, farò subito leggere la tua xD
Baci anche a tutti i lettori! ^*^ A presto con l'aggiornamento!!


  
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