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Autore: bambolinazzurra    21/10/2012    2 recensioni
ATTENZIONE: sequel di "Il mio regalo per te", quindi probabilmente non avrà molto senso se letta indipendentemente.
Motore, luci, AZIONE!
No, frena, questo non è un film! O forse sì?
Vivere una vita da attore non è facile. C'è dietro più lavoro di quanto sembri e, ovviamente, ci sono anche lati negativi. Axel lo sa bene, perchè il famoso Roxas Strife è suo amico, ma per poterlo essere è costretto a travestirsi da "Rocco" e frequentare il Caffè Moguri. Non che questo sia un male!
Ora, dati Axel e Roxas facciamo entrare in scena anche Kairi e la sua richiesta speciale, un sogno da tempo chiuso a chiave in un cassetto, sentimenti contrastanti e folte basette. Fuorviante? Giusto un pelo.
Da ultimo aggiungiamo un bruno alto e sensuale con istinti predatori, una reazione inaspettatamente timida da parte di una persona solitamente molto sicura di sè, un'attrice amante dello yaoi e...
- STOOOP! BUONA! -
D'accordo, ho capito l'antifona...
Il rating parte direttamente da arancione per sicurezza, ma potrebbe passare a rosso per scene future. Lettore avvisato... A proposito di questo, leggete attentamente gli avvertimenti alla fine del primo capitolo!
Buona lettura!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Axel, Kairi, Roxas, Sora, Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Il giorno dopo Axel arrivò prima del solito al lavoro. Sperò ardentemente di non dover avere a che fare con un certo attore di sua conoscenza, non era affatto dell’umore giusto.
- Salve, benvenuti al Caffè Moguri, kupo! Ciao Dem! –
Come non detto.
Axel fece una smorfia e si lanciò un’occhiata alle spalle. Dopo essersi assicurato che fossero effettivamente tutti e tre come al solito, preparò ciò che doveva e lo portò al tavolo. Con un malmostoso “Buongiorno” e un riluttante “Chiamatemi pure, se vi serve altro”, servì a ciascuno la propria ordinazione preferita e tornò a lavare le tazze e pulire il banco, strofinando con molta più energia di quanto fosse necessario.
Roxas lo guardò attentamente, preoccupato. Aveva gli occhi gonfi e cerchiati di scuro, il viso grigio e in generale un’aria molto stanca. Probabilmente non aveva dormito, quella notte. Ma le persone non dovrebbero essere contente di un’opportunità del genere? Preso dai dubbi, Roxas si rivolse a Demyx.
- Cosa pensi che succederà quando riuscirai a sfondare nel mondo della musica? –
- Sfondare, dici? Neanche per idea, io voglio diventare un insegnante di musica o comporre melodie per… qualcosa –
- Eh? –
- Non ho alcun interesse a diventare famoso! –
- Perché no? –
- Perché a Rikku piaccio così come sono, per fortuna! – rispose allegramente il ragazzo.
Poi vide che Roxas lo guardava a braccia incrociate e con espressione severa e capì che la sua era una domanda seria.
Demyx prese un biscotto e lo mangiò con gusto, ponderando la domanda, prima di rispondere.
- Mettiamola così, Rox – sussurrò infine - Tu e Sora recitate da quando siete bambini, quindi per voi essere conosciuti da tutti è la normalità. Per noialtri non è così. Immagina l’imbarazzo di camminare per strada ed essere riconosciuto da una persona che ti saluta con calore e ti chiede un autografo. E tu non ne sai neanche il nome e sei costretto ad essere gentile comunque. Magari anche nel giorno in cui sei di cattivo umore e vorresti solo essere lasciato in pace. Poi ovviamente ci sono le false amicizie con persone che ti avvicinano per ottenere qualcosa da te e che ti adulano. Meglio essere sconosciuti e avere amici che stanno con te per il piacere della tua compagnia –
Questo Roxas poteva capirlo anche troppo bene. Era uno dei motivi  principali per cui aveva scelto di rifugiarsi al Caffè Moguri, dove aveva trovato Axel che l’aveva trattato come un ragazzo qualsiasi a dispetto del suo essere famoso. E non gli aveva mai chiesto niente, aveva sempre e solo dato. Anche quando aveva confessato di conoscere la sua identità non aveva mai nemmeno chiesto di poter vedere casa sua o cose del genere, si erano sempre frequentati nell’ambiente di Axel, nella sua casa modesta ma accogliente. Sentì i primi morsi del senso di colpa. Ma Demyx continuò, implacabile.
- E ti ricordi le difficoltà che hai trovato a cercare di frequentare delle ragazze non famose? Ogni volta che uscivi con una di loro i paparazzi mettevano le vostre foto su uno di quei giornaletti scandalistici e loro fuggivano a gambe levate. O peggio, cercavano di sfruttarti per ottenere popolarità, di riflesso –
- Come potrei dimenticarmelo – borbottò il biondo in tono avvilito.
- I lati positivi sarebbero i guadagni, l’autostima, la soddisfazione, se si fa qualcosa che piace… – proseguì Demyx, picchiettandosi il mento con un dito e leccandosi le labbra piene di briciole e contornate di succo di mirtillo.
Ora Roxas si sentiva davvero un idiota. Aveva cercato di trascinare Axel nel proprio mondo, che probabilmente gli avrebbe fatto più male che bene, convinto di fargli un favore. Probabilmente lui non era nemmeno attratto da quel tipo di carriera e voleva semplicemente diventare un architetto o ingegnere o qualsiasi cosa fosse per cui stava studiando – si dimenticava sempre.
Roxas osservò Axel per un altro po’ e lo vide lanciargli un’occhiata e poi distogliere lo sguardo in tutta fretta, mordendosi le labbra e… arrossendo?

Axel sapeva che Roxas lo stava osservando. Aveva visto la sua lotta interiore attraverso le diverse superfici riflettenti presenti nel bar. Il ragazzo aveva un viso così espressivo! Non era difficile capire perché fosse un attore di successo. Solo che stavolta lui semplicemente sapeva che non stava recitando. Incontrò per un momento il suo sguardo e si affrettò a far cadere il suo.
Aveva parlato alla sua famiglia della proposta che gli era stata fatta quella sera stessa, dopo aver confidato anche ai suoi genitori, in gran segreto, la vera identità del suo amico Rocco, che loro avevano incontrato diverse volte e trattato come un secondo figlio. Kairi si era mostrata piuttosto eccitata per l’opportunità che era stata concessa al suo fratellone, ma gli aveva raccomandato di pensarci per bene.
I suoi non avevano dato consigli, avevano lasciato a lui quell’importante decisione, assicurandogli che l’avrebbero sostenuto in ogni caso.
Lui era rimasto sveglio tutta la notte, ma non per pensare al da farsi e valutare i pro e i contro. Avrebbe avuto tempo per quello. No, il pensiero che lo tormentava era un altro e aveva capelli biondi e occhi azzurri: aveva litigato con Roxas, che aveva agito con le migliori intenzioni. Ad Axel non piaceva litigare – beh, non piaceva a nessuno – e aver discusso con quello che stava rapidamente diventando il suo migliore amico in assoluto… solo quel pensiero era bastato a farlo girare e rigirare nel letto in preda all’inquietudine e al senso di colpa. Ed era troppo orgoglioso per chiamare il ragazzo e dirglielo. Ma la mancanza di sonno e i cattivi pensieri si erano trasformati in irritazione, quella mattina. Si sa, una mente stanca è molto meno ragionevole.
Quando i tre se ne andarono, mezz’ora dopo, Axel provò il forte impulso di fermarli. Ma non lo fece. Era stanco e aveva i nervi a fior di pelle e non sapeva se sarebbe stato meglio prendere un caffè, che l’avrebbe svegliato ma anche reso più nervoso, o una camomilla, che probabilmente l’avrebbe calmato tanto da farlo addormentare sul banco.
E poi fu stupito dall’arrivo di Tidus, un ragazzo che faceva il turno di sera, di solito.
- E tu che ci fai qui? – gli chiese sorpreso.
- È venuto a sostituire te – rispose all’istante Cid.
- Cosa? Perché? Che ho fatto di sbagliato? – chiese Axel in preda al panico. Al momento non poteva proprio permettersi di perdere il lavoro, era l’unica sicurezza che gli fosse rimasta. Ma Cid rise.
- Rilassati, Axel. Letteralmente. Non sei in grado di lavorare, oggi, hai una pessima cera. Vai a casa e riposati –
- Grazie, capo, molto premuroso da parte tua –
Cid sbuffò.
- Qualsiasi cosa purché tu non mi faccia scappar via i clienti con quel viso cadaverico – disse burbero.
Ma Axel sapeva che non era preoccupato per i clienti. Del resto Axel non si sentiva bene e fu sollevato di tornare a casa, dove passò tutta la giornata a recuperare il sonno perduto con l’aiuto di una tisana di alloro e melissa.

Axel non riusciva a concentrarsi. I suoi occhi ancora stanchi erano diligentemente posati sul libro, ma la sua mente era altrove. Il fatto che Kairi stesse guardando per l’ennesima volta “Kingdom Hearts” nell’altra stanza non lo aiutava. Si pentì di averle regalato il dvd.
- Nessuno sentirebbe la mia mancanza – disse la voce di Roxas-Ventus.
- Non è vero – sussurrò inconsciamente Axel – Io la sentirei. Ma chi sentirebbe la mia? –
Come in risposta alla sua domanda, qualcuno suonò il campanello. Sentì Kairi mettere il film in pausa e la porta che si apriva, uno scambio di battute a voce bassa e di nuovo il silenzio. Poi il film che proseguiva. Evidentemente, chiunque fosse non si era trattato di una cosa importante. Axel sospirò e riprese la sua lotta contro il libro, con un evidenziatore azzurro  come unico alleato.
Fottuto colore – mormorò cupamente tra sé, mentre le parti evidenziate diventavano grandi occhi di un celeste molto più scuro. Axel scosse la testa e sospirò per l’ennesima volta.
Qualche minuto di silenzio e diverse imprecazioni più tardi qualcuno si sedette accanto a lui. Axel non si diede nemmeno la pena di sollevare lo sguardo.
- Kairi – disse piano – Lo sai che puoi stare con me quanto vuoi, ma prima dovresti proprio spegnere la televisione, non si guarda certo da sola –
- Allora è un bene che io non sia Kairi – rispose una voce decisamente non femminile.
Axel deglutì e guardò Roxas negli occhi. Quest’ultimo fece per parlare, ma fu zittito da una mano che gli tappò prontamente la bocca.
- Andiamo in camera mia – disse Axel.
Roxas annuì, per niente sconcertato e in men che non si dica era seduto sul duro pavimento, guardando perplesso il sedere del rosso che sbucava da sotto il suo letto.
- Ehm, Axel? Che stai facendo?
L’unica risposta che ottenne fu un grugnito di fatica e soddisfazione mentre Axel trascinava allo scoperto una scatola di cartone dall’aspetto pesante e piuttosto polveroso.
- Non sono stato del tutto onesto con te, Roxas – cominciò grattandosi la nuca – E mi dispiace di aver fatto tutta quella scena ieri –
Roxas scosse la testa.
- Quella è stata colpa mia. Penso che al tuo posto avrei fatto più o meno la stessa cosa –
Axel sospirò e aprì la scatola, tirandone fuori qualche videocassetta e decine di piccoli album fotografici.
Senza aspettare un invito Roxas ne prese uno. Era pieno di foto di un Axel quindicenne e una ventina di altri ragazzi di diverse età con degli strani abiti addosso. Un altro mostrava Axel a diciassette anni, sempre nello stesso gruppo di persone vestite in modo strano, anche se molti erano stati rimpiazzati. Axel sembrava davvero felice in quelle istantanee.
- Che cosa significa questo? Ti diverti a travestirti? – cercò di scherzare.
- Cavoli, Rox! Stai facendo lo spiritoso mentre io metto a nudo la mia anima? – fece Axel nello stesso tono. Poi tornò serio – Queste sono le foto dei miei corsi di recitazione –
- Avevi detto di non aver mai frequentato un’accademia… -
- Infatti. Non ho fatto una scuola di recitazione, ho fatto recitazione a scuola –
Roxas lo guardò, vagamente confuso e Axel si spiegò meglio.
- Corso di teatro, l’ho frequentato tutti gli anni alle superiori, mi è sempre piaciuto. Era un modo come un altro per portare avanti un grande sogno d’infanzia – confessò – Vedi, quando ero piccolo, come tutti i bambini, spesso mi identificavo negli attori dei film per ragazzi. Speravo di diventare anch’io uno di loro. Mi piaceva fare le piccole recite delle elementari. Ma quando ne parlavo con i miei loro dicevano che i bambini che vedevo in tv frequentavano delle speciali scuole di recitazione che noi non potevamo permetterci. Che non prendevano mai un bambino qualsiasi, per quanto potesse essere bravo. Che gli attori adulti famosi avevano quasi tutti cominciato in quel modo, da piccoli –
- Avevano ragione, di solito si comincia così – disse piano Roxas.
Axel sorrise amaro.
- Lo so. Così ho dovuto lasciar perdere quel tipo di sogno, ma l’amore per la recitazione non mi è mai passato. Quando ho scoperto il corso gratuito di teatro, a scuola, ho colto subito l’occasione ed è stato bello finchè è durato –
- Allora perché…? –
- Ecco, vedi, avevo rinunciato a diventare un vero attore. Ero riuscito in qualche modo a mettermi l’anima in pace, ad autoconvincermi che era troppo tardi e non sarebbe mai successo e che non era la strada giusta per me. Ho trovato altri interessi e ho lottato, sto ancora lottando, per riuscire a perseguirli. Poi mi sono visto piombare quest’occasione addosso dopo tutti questi anni. Da una parte sembra troppo bello per essere vero, dall’altra sembra che il Destino si stia prendendo gioco di me regalandomi tutto questo quando ci avevo ormai rinunciato –
Roxas aveva gli occhi spalancati.
- Ti dispiace se… - accennò alle videocassette.
- Fa’ pure, sono sicuro che Kairi sarà felice di vederle con te. Io però dovrei rimettermi a studiare. Sai com’è, esami e quant’altro –
Così Roxas raggiunse Kairi, che guardò gli oggetti tra le sue braccia e sorrise.
- Alla fine te l’ha detto, allora –
I due guardarono i filmati insieme per tutta la sera, le teste l’una contro l’altra. Nei primissimi saggi teatrali Axel pareva timido ed era al massimo una "comparsa espressiva". Man mano che si andava avanti con gli anni e con gli spettacoli (per qualche motivo ce n'erano almeno tre per anno scolastico) il rosso recitava in ruoli sempre più importanti e negli ultimi due anni di scuola era sempre protagonista o coprotagonista. Durante alcuni ruoli drammatici perfino Roxas aveva sentito i propri occhi velarsi di lacrime, mentre Kairi piangeva apertamente, affondandogli il viso nel collo e sussurrando che i video del fratello le facevano sempre quell'effetto. E Roxas seppe che Axel era davvero perfetto per fare Reno.
Alla fine Roxas fu convinto a restare a cena, per la prima volta come se stesso. Non cambiò assolutamente niente, fu lieto di notare.
Parlarono del seguito del film in cui Roxas avrebbe dovuto recitare.
- Solo che ovviamente non sono io il protagonista, in questo –
- Che stai dicendo?! Non è il seguito di “Kingdom Hearts”? –
Kairi rise e scosse la testa.
- “Kingdom Hearts” è già un seguito, lo sapresti se avessi visto insieme a me anche “Alla ricerca del Re” –
- E qual è? –
- Quello in cui recita Sora con Paperino e Pippo. Quello hai detto che era da bambini, no? –
Axel incrociò le braccia dietro la testa.
- Beh, lo sembra! Anche se confesso che “Kingdom Hearts” mi è piaciuto abbastanza, anche se mescola cartoni animati computerizzati con persone vere –
- In realtà non è nemmeno il mio genere, ma il risultato non è stato malaccio. Invece Sora si è divertito tantissimo a farlo. Un altro motivo per cui sarà lui il protagonista del seguito – disse Roxas.
Comunque Axel aveva ancora dei dubbi sulla trama, ma Kairi e Roxas si rifiutarono di spiegargli meglio le dinamiche. Kairi perché non ne sapeva abbastanza – alcune risposte non erano ancora state date, nei film – e Roxas perché voleva che si mettesse in pari guardando il film.
- Davvero, non è così male! E del resto se dovessi decidere di unirti al cast tanto vale che tu ne sappia quanto possibile, no? –
- Uff! E va bene. Kairi, lo guardiamo domani? Però – specificò subito – Non prima che tu abbia finito i compiti, quindi datti da fare –

Axel riuscì a dormire tranquillamente, quella notte, contento di aver fatto pace con il biondo.

Scusate per l’inconveniente, a causa di un bug nel sito il capitolo era stato cancellato e ho dovuto ripostarlo. Spero che vi piaccia, sentitevi liberi di fare domande se avete dubbi.
I film di cui riporto i titoli, anche se non sono famosi a livello mondiale, esistono tutti, li ho cercati su internet e ne ho collezionati un bel po’ tra cui poter scegliere i più adatti per i capitoli che ho già.
Grazie per l’attenzione! ^^
  
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