CAPITOLO 5 – Even Wolves Cry
 
 
 
Quando Remus arrivò in Inghilterra era già tempo di plenilunio. Quando mise piede a Godric’s Hollow, già scendeva la sera. Prese la pozione che avrebbe sedato il suo spirito mannaro e gli avrebbe permesso di mantenere la calma anche in forma animale.
Entrò nel cimitero del villaggio a passi svelti, sperando di fare in tempo a dire quello che doveva dire a qualcuno che, in realtà, non poteva sentirlo affatto.
Arrivato alla tomba dei Potter, mostrò la foto bruciata davanti alla lapide.
“Questo è tutto quel che resta dei tuoi sforzi di fotografa, temo, Lily. Tu James, ti lamentavi sempre di come tua moglie facesse troppe foto, ma io ora vorrei ne avesse fatte un milione in più. Non per me, ma per Harry, e per voi, per potervi dire che avete lasciato una traccia più valida della memoria di un dannato licantropo. Ma farò in modo che Harry sappia qualcosa di voi, e che non sia più solo, ve lo prometto. Baderò a lui. Dovesse costarmi la vita…”
La trasformazione lo colse con l’apparire della luna, prima quanto sperasse, mentre ancora finiva quella dolorosa promessa.
I suoi muscoli che si strappavano, la pelle lacerata dalle dure setole del pelo, la mascella che si deformava e il dolore lancinante, lo sorpresero mentre, in ginocchio sull’erba, sfiorava la lapide in un gesto di addio.
Lupin riprese fiato per qualche minuto, era mansueto per via della pozione, ma non abbastanza lucido da ricordare cosa stesse facendo prima della comparsa dell’astro di Diana.
Si aggrappò con le possenti zampe alla pietra che aveva davanti per rimettersi in piedi, staccando diversi frammenti con i lunghi artigli.
Girellò tra le tombe del cimitero, dimentico della foto bruciata o di come fosse arrivato dov’era. Cercava la protezione del bosco selvaggio, come fanno tutte le bestie, ma si sentiva invadere da una tristezza residua di cui non poteva, in quello stato, capire l’origine umana.
 
Quando un’anziana signora, poche ore più tardi, si allontanò credendo di aver sentito un orso, ella gettò via quella vecchia foto bruciacchiata che aveva usato giusto un po’ per sventolarsi, facendo sì che tale foto andasse perduta di nuovo, stavolta per sempre.
Intanto, nella foresta, un lupo mannaro lanciava uno sguardo triste ad un luogo sconosciuto, come se, da qualche parte, dentro di lui, sapesse di avere il diritto di piangere.
 
 
 
 
 
 
 
 
~The End~







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Salve, amico lettore che sei arrivato fino qui.
Forse se ti sei preso la briga di leggere tutti e tre i capitoli, un pochino questa storia ti interessava. No?
Se così fosse, benché io in generale sia una che detesta chiedere recensioni, ti chiederei di sprecare un minutino per farmi sapere cosa hai pensato di questa storia. Non perché voglia crogiolarmi nei complimenti o piangere delle critiche, ma perché non avevo mai scritto niente su Lupin e mi piacerebbe sapere cosa ne pensano i lettori del modo in cui l’ho rappresentato.
Questa storia ha diverse decine di visite, ma zero recensioni. How sad.
Se hai due parole da sprecare per me, quindi, tanto meglio. Altrimenti, grazie lo stesso di essere arrivato fino qui.
 
MmeBovary.