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Autore: haroldsvoice    22/10/2012    16 recensioni
2 gennaio del 2002.
 Mi trovavo in giardino con mia madre. L’erba era coperta da un sottile strato di neve ed io mi trovavo con lei su un vecchio dondolo, arrugginito dalla pioggia e dalla brina. Il suo braccio circondava il mio collo, tenendomi stretta al suo petto e la mia testa poggiata sul suo morbido collo. Potevo benissimo sentire il suo delicato profumo alla lavanda, misto all’intenso odore di smog, causato dal costante passaggio di auto sulla strqdina all angolo di casa mia..
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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AL TELEFONO
La mia migliore amica.
 
-Pronto?
-Ehi Bella, sono Jade!
-Oh ciao, dimmi.
-Hai già studiato per il compito di biologia di domani?
-Domani? Oh, me n'ero totalmente scordata! Ma tanto non serve più a niente andare bene a questa scuola.
-Perchè?
-Eh, senti.. E' difficile da dire..
-Ehi,lo sai che a me puoi dire tutto, non sarà poi così grave,no?
-Mi trasferisco per sempre a Londra!- Dissi rapidamente.
Riagganciai, scoppiando in un mare di lacrime.
Non volevo lasciare per sempre i miei amici, soprattutto Jade!
 
-Il pollo si raffredda!- Strillò mio padre.
Asciugai le lacrime con l'estremità della maglietta e tornai a tavola.
-Era Jade al telefono, vero?- Chiese.
-Gia.- Risposi singhiozzando.
-Le hai già dato la notizia?
-Si.
-Eh che ti ha detto?
-Non le ho lasciato il tempo di parlare, ho riattaccato subito.
-Tesoro, stai tranquilla. Lei ti vuole bene, capirà.- Mi rassicurò.
-Lo spero. 
 
Venti minuti dopo..
Ero seduta sul poggiolo del divano a guardare alla TV un programma demenziale.
DlinDlin!
Il campanello.
Era Jade.
-Ehi.- Accennai ad un saluto.
-Esci.- Disse,quasi come per darmi un' ordine.
Senza nemmeno avvisare mio papà uscii di casa.
Ci incamminammo lungo un viale alberato,non ci rivolgemmo mai la parola. Ci sedemmo su un muricciolo basso in pietra. Sfilò dalla borsa un pacchetto di sigarette e prese dalla tasca dei jeans un accendino. Ne accese una e la portò alla bocca, lasciando disperdere nell'aria un leggero odore di tabacco. Respirò profondamente. Fumare era il suo modo di sfogarsi, il fumo le liberava la mente da tutti i pensieri. Lei è una ragazza forte, non l'avevo mai vista piangere, lei è una roccia, mi consola sempre. In questo caso.. avevo uno strano effetto su di lei.. Le lacrime riempivano i suoi meravigliosi occhioni nocciola.
Terminò la sigaretta e la gettò a terra, sfregandola con il piede sull'asfalto, per spegnerla.
Si avvicinò a me, mi abbracciò e,con gli occhi lucidi accennò ad un sorriso.
Quanto mi mancheranno i suoi abbracci.
-Promettimi che ti ricorderai di me.- Mi chiese.
-Promesso. Sei la mia migliore amica.. Anche volendo non potrei mai dimenticarti. Ti chiamerò ogni sera e verrò a trovarti.- Le feci il mio miglior sorriso.
-Dai,ora torniamo a casa.
 
Arrivammo alla porta di casa mia.
-A domani.- Disse.
-Certo, a domani.
Ci salutammo con un abbraccio.
Un domani non c'era.
Dopo aver salutato Jade tornai in casa, tirai un sospiro di sollievo e feci un sorriso, quasi sforzato. Ero stanca di piangere, volevo riprendere a sorridere, smettere di soffrire. Volevo semplicemente essere felice, stare bene.
Qui soffrivo troppo, non potevo attraversare il giardino senza immaginare la mamma ancora su quel dondolo, senza ricordare quanto era bella. Cambiando città avrei cambiato vita, ricominciato tutto da ZERO. Forse, partire era la cosa migliore che potessi fare.
 
Erano solo le nove e un quarto, ma nonostante fosse presto ero stanca. Mi sentivo a pezzi, le gambe mi cedevano e mi sentivo la testa esplodere.
Salii in camera mia e, senza dare la buonanotte, senza cambiarmi, senza lavarmi, senza spostare le coperte, crollai sul letto addormentandomi in volo.
 
La mattina seguente.
Mi svegliai verso mezzogiorno: Ormai frequentare questa scuola non sarebbe servito a niente. Andai in bagno a darmi una sciacquata e trovai un biglietto appiccicato allo specchio.
"PARTENZA ANTICIPATA, PARTIAMO OGGI. LA PASTA E' NELLA PENTOLA, TI VOGLIO BENE. Papà. "
Perfetto, speravo di scendere, trovare la tavola apparecchiata e papà a darmi il buongiorno, ma non fu così.
Il salotto era quasi vuoto.
Mio padre era fuori casa impegnato con il camion dei trasporti ormai da ore.
Andai in cucina a mangiare.
 
Due ore dopo..
Bippp. 
Un messaggio.
Jade.
'Fai qualcosa oggi?'
'Sono impegnata a fare altro.' 
Risposi.
Gettai il cellulare sul tavolo della cucina ed iniziai a mettere nelle scatole tutte le mie cose, le poche rimaste.
Dopo due orette circa camera mia era vuota, come tutto il resto della casa.
Non riuscivo a pensare di dover lasciare tutta la mia vita così, così.. Velocemente, senza nemmeno aver il tempo di accorgermene. 
Salutai casa mia e nessun'altro per non soffrire.
Salii nel taxi e poco dopo arrivai in aeroporto, dove prendemmo il primo volo per Londra Stansted.
Dopo qualche ora di straziante viaggio seduta accanto ad uno che sudava più un cammello con tre peperoncini nel sedere(?) atterrai. 
'Quanto mai mio padre aveva voluto prendere il volo più economico!'
Scesi dal tanto odiato aereo ed aiutai mio padre a portare fuori i bagagli.
Chiamammo un taxi, che arrivò nel tempo di un battito di ciglia e vi caricammo le valigie. Guardai fuori dal finestrino malinconica.. Gli alberi del mio paese, qua erano imponenti grattacieli. L'odore dei fiori non c'era. Semplicemente non vi erano fiori. Nel mio paesino l'odore di smog era lieve, talvolta piacevole.. Qui era un odore intenso e penetrante. Il dolce silenzio qui era un continuo chiacchiericcio di gente, urla di autisti e clacson che suonavano in continuazione. Insomma, Babilonia, un casino. Non era il mio paese.
Mio padre riuscì ad individuare la nostra futura abitazione dall'altra parte della strada. Un grattacielo molto alto, grigio, spoglio. ORRIBILE. Non vi era nemmeno un minuscolo giardinetto o un'aiuola. Nemmeno una piccola pianticella.. Nemmeno quella. Niente.
Che tristezza, quel posto metteva angoscia.
Dopo aver pagato scendemmo dal taxi, scaricammo i bagagli e papà si incamminò per raggiungere l'altra parte della strada, quando un autista di fretta tagliò lui la strada.
-Papàààààààà!!!!!
 
 
                 SPAZIO ALL' AUTRICE
           Ciao gentee, sono io, Nicole C: 
        Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto.
      A 15 recensioni pubblico il terzo, quindi..RECENSITE!
  
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