Serie TV > Profiling
Segui la storia  |       
Autore: Moony_911    23/10/2012    0 recensioni
Fin dal primo istante in cui i loro sguardi si incrociarono, era chiaro per tutti che erano come il giorno e la notte anche se i due avrebbero impiegato un po’ di tempo per capire che in realtà stavano uno all'altra come gli elementi di un’equivalenza matematica, e che proprio questo compensarsi a vicenda, a lungo andare, avrebbe rappresentato il punto di forza della loro coppia.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Urla nella notte. Thomas si sveglia di colpo, pensa che qualcuno si sia intrufolato di nuovo in casa, si alza rapidamente e va a controllare la stanza dove sta dormendo la collega.
Accende la luce sul comodino e la vede seduta sul letto, con gli occhi sgranati, lo sguardo vitreo di chi sta ancora dormendo,madida di sudore sta tremando come una foglia e fa discorsi senza un senso logico compiuto di cui l’unica parola che si riconosce meglio è “Mathieu...”.
Sa che cosa la turba, sta rivivendo la morte del collega e amico di cui lui ha preso il posto e non ha la più pallida idea di come riuscire a calmarla.
Si mette a sedere sul letto, prova a chiamarla, consapevole che sta avendo un incubo e che forse è, seppur lievemente, sonnambula, cerca un modo per calmarla senza svegliarla, cosa che non è esattamente indicata quando si è davanti ad un sonnambulo.
“Chloé ...Chloé , svegliati! E’ solo un brutto sogno!” le dice scuotendola, ma non ottiene alcun risultato se non quello di dover mettere alla prova la rapidità dei suoi riflessi schivando prontamente un pugno.
Decide alla fine di passare all’azione, in qualche modo deve riuscire a calmarla, altrimenti rischia di far del male seriamente, non solo a lui ma anche a se stessa.
Riesce a schivare un altro colpo di Chloé  e decide di abbracciarla per tenerla ferma, e cercare di calmarla ma non è facile e la chiama.
Lei si dimena, sta ancora dormendo e non è lucida, però dopo aver posto un po’ resistenza si calma, apre gli occhi e si trova tra le braccia di Thomas che la guarda con aria preoccupata.
“Stavi urlando nel sonno, sono  venuto a vedere come stavi...” le rispose lui ancor prima che potesse chiederglielo.
“Grazie” rispose Chloé .
Thomas decise che era il momento di tornare a dormire, allentò la presa ma Chloé  lo trattiene per una mano e lo supplica di non lasciarla da sola.
“Ti va di parlarne?” le chiese Rocher gentilmente accomodandosi sul letto vicino a lei.
“Di cosa?”.
“ Nel sonno hai nominato varie volte Mathieu, era di questo che si trattava, vero?”.
Sentendolo nominare il collega, Chloé  scoppiò a piangere perché non l’aveva solo sognato, aveva, per l’ennesima volta in quell’ultimo anno, rivissuto tutta la scena non come osservatore esterno ma proprio come se fosse stata di nuovo lì.
Gli raccontò tutto il sogno singhiozzando, era di nuovo in quel corridoio, e di nuovo aveva visto Louise uscire dal bagno col vestito bianco macchiato di sangue, ed una volta arrivata sulla porta aveva visto Mathieu in un lago di sangue, ormai prossimo ad esalare l’ultimo respiro e senza sapere cosa fare per aiutarlo l’aveva visto spegnersi davanti ai suoi occhi.
Thomas non sapeva che fare, era lì che piangeva tra le sue braccia e non poteva fare altro che tenerla stretta nella speranza che si calmasse.
Non disse niente, non c’era bisogno di parlare, e col passare dei minuti il respiro di Chloé  cominciò a diventare più regolare fino a che  non si rese conto che si era addormentata..le si era addormentata addosso, non poteva svegliarla visto quanto le ci era voluto per riuscire a prendere sonno perciò decise di rimanere lì esattamente dov’era , si mise comodo e cercò di chiudere occhio nonostante la miriade di pensieri per la testa che sembravano non volergli dare pace, soprattutto in quel momento.
Com’era possibile che la presenza di Chloé  lo placasse a quel modo?  Dopo sua moglie, la sua adorata Margot, lei era la prima che riusciva a stargli vicino anche nei momenti in cui era la sua parte oscura ad averla vinta e questo lo turbava e lo rasserenava allo stesso momento.
Indossi una maschera, quella che ti fa dire a tutti che stai bene, stai cercando di cavartela come meglio ti riesce, cercando di pensare a Margot solo il tanto che basta, cercando di essere sereno e di essere quello che eri quando ancora c’era lei insieme a te, se non per te che ti lecchi le ferite ogni sera e ti rigiri nel letto tormentato dai tuoi demoni, per Lucas, perché ora ha solo te ed ecco che una goffa ragazza coi capelli che assomigliano ad una fiammella, entra nella tua vita alla velocità della luce, e cominci a pensare che per quanto possa essere bizzarra, intuitiva, testarda e per quanto puntualmente faccia l’esatto contrario di quello che avete deciso non appena guardi da un’altra parte, è questo ciò di cui hai bisogno, una persona che ti capisca al volo senza che tu debba dirle niente, che conosca le tue ferite senza bisogno che tu gliele mostri e che non ti giudichi per quello che sei, ma che veda il vero te attraverso la maschera che porti per difenderti.
Decide di abbassare il volume dei suoi pensieri quel tanto che basta perché si riducessero ad un brusio che possa farlo dormire, si sistema addosso una coperta con la quale copre anche Chloé  e si addormenta.
Nel cuore della notte Chloé  aprì gli occhi, si svegliò quel tanto che bastava per orientarsi e capire che non era in pericolo e tornò a dormire, rassicurata dall’essere avvolta dalle braccia del collega, che non rendendosene conto, la tenevano ancora più vicina di quanto già non lo fosse, ma poiché si sentiva a proprio agio e al sicuro sentendolo respirare vicino a lei,almeno in quel momento cercò di tornare a dormire, nella speranza che i brutti sogni non tornassero.
 
Erano le sette passate quando Thomas aprì gli occhi perché era l’ora di alzarsi.
Nonostante fossero state poche, discontinue e agitate le sue ore di sonno, quella notte aveva dormito bene.
Si stiracchia un po’, e poi comincia a sentire un forte odore di caffè e si ritrova davanti Chloé   che gli porge una tazza di caffè forte.
“Buongiorno Ispettore, le ho preparato un caffè bello forte”
“Cos’è Chloé , con l’arrivo del giorno siamo tornati a darci del lei?” chiese Thomas accennando un sorriso mentre prendeva la tazza.
“Non lo so...” rispose lei sottovoce.
“Che ne dice se cominciamo a darci del tu d’ora in poi?” chiese infine l’uomo.
“D’accordo ispettore...” rispose lei.
“Non ispettore Chloé , chiamami solamente Thomas, d’accordo?”.
“D’accordo...Thomas” concluse la ragazza alla fine ritirandosi ancora una volta dietro la sua corazza“io devo andare, grazie dell’ospitalità, davvero...”.
Thomas non voleva lasciarla andare, sperava di non averla turbata chiedendole di darsi del tu ma sapeva che non poteva trattenerla.
Chloé  uscì rapidamente da casa Rocher, quella confidenza improvvisa con l’ispettore la turbava e la lusingava allo stesso tempo e lei non c’era abituata.
Urla nella notte. Thomas si sveglia di colpo, pensa che qualcuno si sia intrufolato di nuovo in casa, si alza rapidamente e va a controllare la stanza dove sta dormendo la collega.
Accende la luce sul comodino e la vede seduta sul letto, con gli occhi sgranati, lo sguardo vitreo di chi sta ancora dormendo,madida di sudore sta tremando come una foglia e fa discorsi senza un senso logico compiuto di cui l’unica parola che si riconosce meglio è “Mathieu...”.
Sa che cosa la turba, sta rivivendo la morte del collega e amico di cui lui ha preso il posto e non ha la più pallida idea di come riuscire a calmarla.
Si mette a sedere sul letto, prova a chiamarla, consapevole che sta avendo un incubo e che forse è, seppur lievemente, sonnambula, cerca un modo per calmarla senza svegliarla, cosa che non è esattamente indicata quando si è davanti ad un sonnambulo.
“Chloé ...Chloé , svegliati! E’ solo un brutto sogno!” le dice scuotendola, ma non ottiene alcun risultato se non quello di dover mettere alla prova la rapidità dei suoi riflessi schivando prontamente un pugno.
Decide alla fine di passare all’azione, in qualche modo deve riuscire a calmarla, altrimenti rischia di far del male seriamente, non solo a lui ma anche a se stessa.
Riesce a schivare un altro colpo di Chloé  e decide di abbracciarla per tenerla ferma, e cercare di calmarla ma non è facile e la chiama.
Lei si dimena, sta ancora dormendo e non è lucida, però dopo aver posto un po’ resistenza si calma, apre gli occhi e si trova tra le braccia di Thomas che la guarda con aria preoccupata.
“Stavi urlando nel sonno, sono  venuto a vedere come stavi...” le rispose lui ancor prima che potesse chiederglielo.
“Grazie” rispose Chloé .
Thomas decise che era il momento di tornare a dormire, allentò la presa ma Chloé  lo trattiene per una mano e lo supplica di non lasciarla da sola.
“Ti va di parlarne?” le chiese Rocher gentilmente accomodandosi sul letto vicino a lei.
“Di cosa?”.
“ Nel sonno hai nominato varie volte Mathieu, era di questo che si trattava, vero?”.
Sentendolo nominare il collega, Chloé  scoppiò a piangere perché non l’aveva solo sognato, aveva, per l’ennesima volta in quell’ultimo anno, rivissuto tutta la scena non come osservatore esterno ma proprio come se fosse stata di nuovo lì.
Gli raccontò tutto il sogno singhiozzando, era di nuovo in quel corridoio, e di nuovo aveva visto Louise uscire dal bagno col vestito bianco macchiato di sangue, ed una volta arrivata sulla porta aveva visto Mathieu in un lago di sangue, ormai prossimo ad esalare l’ultimo respiro e senza sapere cosa fare per aiutarlo l’aveva visto spegnersi davanti ai suoi occhi.
Thomas non sapeva che fare, era lì che piangeva tra le sue braccia e non poteva fare altro che tenerla stretta nella speranza che si calmasse.
Non disse niente, non c’era bisogno di parlare, e col passare dei minuti il respiro di Chloé  cominciò a diventare più regolare fino a che  non si rese conto che si era addormentata..le si era addormentata addosso, non poteva svegliarla visto quanto le ci era voluto per riuscire a prendere sonno perciò decise di rimanere lì esattamente dov’era , si mise comodo e cercò di chiudere occhio nonostante la miriade di pensieri per la testa che sembravano non volergli dare pace, soprattutto in quel momento.
Com’era possibile che la presenza di Chloé  lo placasse a quel modo?  Dopo sua moglie, la sua adorata Margot, lei era la prima che riusciva a stargli vicino anche nei momenti in cui era la sua parte oscura ad averla vinta e questo lo turbava e lo rasserenava allo stesso momento.
Indossi una maschera, quella che ti fa dire a tutti che stai bene, stai cercando di cavartela come meglio ti riesce, cercando di pensare a Margot solo il tanto che basta, cercando di essere sereno e di essere quello che eri quando ancora c’era lei insieme a te, se non per te che ti lecchi le ferite ogni sera e ti rigiri nel letto tormentato dai tuoi demoni, per Lucas, perché ora ha solo te ed ecco che una goffa ragazza coi capelli che assomigliano ad una fiammella, entra nella tua vita alla velocità della luce, e cominci a pensare che per quanto possa essere bizzarra, intuitiva, testarda e per quanto puntualmente faccia l’esatto contrario di quello che avete deciso non appena guardi da un’altra parte, è questo ciò di cui hai bisogno, una persona che ti capisca al volo senza che tu debba dirle niente, che conosca le tue ferite senza bisogno che tu gliele mostri e che non ti giudichi per quello che sei, ma che veda il vero te attraverso la maschera che porti per difenderti.
Decide di abbassare il volume dei suoi pensieri quel tanto che basta perché si riducessero ad un brusio che possa farlo dormire, si sistema addosso una coperta con la quale copre anche Chloé  e si addormenta.
Nel cuore della notte Chloé  aprì gli occhi, si svegliò quel tanto che bastava per orientarsi e capire che non era in pericolo e tornò a dormire, rassicurata dall’essere avvolta dalle braccia del collega, che non rendendosene conto, la tenevano ancora più vicina di quanto già non lo fosse, ma poiché si sentiva a proprio agio e al sicuro sentendolo respirare vicino a lei,almeno in quel momento cercò di tornare a dormire, nella speranza che i brutti sogni non tornassero.
 
Erano le sette passate quando Thomas aprì gli occhi perché era l’ora di alzarsi.
Nonostante fossero state poche, discontinue e agitate le sue ore di sonno, quella notte aveva dormito bene.
Si stiracchia un po’, e poi comincia a sentire un forte odore di caffè e si ritrova davanti Chloé   che gli porge una tazza di caffè forte.
“Buongiorno Ispettore, le ho preparato un caffè bello forte”
“Cos’è Chloé , con l’arrivo del giorno siamo tornati a darci del lei?” chiese Thomas accennando un sorriso mentre prendeva la tazza.
“Non lo so...” rispose lei sottovoce.
“Che ne dice se cominciamo a darci del tu d’ora in poi?” chiese infine l’uomo.
“D’accordo ispettore...” rispose lei.
“Non ispettore Chloé , chiamami solamente Thomas, d’accordo?”.
“D’accordo...Thomas” concluse la ragazza alla fine ritirandosi ancora una volta dietro la sua corazza“io devo andare, grazie dell’ospitalità, davvero...”.
Thomas non voleva lasciarla andare, sperava di non averla turbata chiedendole di darsi del tu ma sapeva che non poteva trattenerla.
Chloé  uscì rapidamente da casa Rocher, quella confidenza improvvisa con l’ispettore la turbava e la lusingava allo stesso tempo e lei non c’era abituata.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Profiling / Vai alla pagina dell'autore: Moony_911