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Autore: csgiovanna    24/10/2012    6 recensioni
Un piccolo viaggio nelle cinque stagioni di The Mentalist attraverso alcuni Missing Moment degli episodi che mi hanno maggiormente colpito... I protagonisti, sono ovviamente Jane e Lisbon.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon, Un po' tutti | Coppie: Jane/Lisbon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Grazie a tutti per le recensioni!! Siete una fonte inesauribile di energia per me!! Eccomi dunque al terzo capitolo, con questo Missing Moment veniamo catapultati direttamente nella seconda stagione di The Mentalist e lo facciamo attraverso il punto di vista di quello che ritengo uno dei migliori antagonisti di Jane, il compianto Sam Bosco (quanto mi manca quel personaggio!!). In realtà è un doppio MM degli episodi 2x06 (Black Gold e Red Blood) e 2x07 (Red Bull)... Spero vi piaccia...



Sam chiuse il fascicolo davanti a sé con un'espressione truce. Teresa era appena uscita dal suo ufficio gettando tra loro una vera e propria bomba. Per salvare Jane era disposta a rovinare le loro carriere per sempre. Di tutte le cose che immaginava potessero accadere nella sua esistenza, questa era una delle eventualità che non aveva mai preso in considerazione. Se si poteva fidare di qualcuno quella era Teresa Lisbon.
«Significa così tanto per te?» le aveva chiesto incredulo.
«Risolve i casi.»
«Risolve i casi – aveva ripetuto lui per nulla soddisfatto della spiegazione, guardandola negli occhi – Tutto qua?»
Lei aveva distolto lo sguardo, si era alzata dalla sedia ed era uscita non prima di ribadire con fermezza la sua decisione.
Conosceva troppo bene quella donna per non sapere che era sincera e che avrebbe sicuramente tenuto fede alle sue parole. Non era cambiata molto negli ultimi otto anni, i suoi veri sentimenti glieli si potevano leggere negli occhi. Occhi onesti, quelli di Teresa e nei quali Sam aveva letto emozioni che conosceva fin troppo bene perché un tempo lo riguardavano in prima persona. Lui e la bruna erano stati più di semplici colleghi in passato, erano stati partner ed amici. Lavorando fianco a fianco ogni giorno, avevano creato un legame molto forte, fatto di rispetto, complicità e qualcosa di insondabile, ma profondo ed estremamente reale. Di quel qualcosa ormai restava solo un ricordo lontano.
Entrare nella sfera personale di Teresa Lisbon era un privilegio riservato a pochi, non era il tipo di donna che permetteva a chiunque di avvicinarsi, ma una volta che si aveva avuto l'occasione di accedere a quel mondo si poteva capire che meravigliosa creatura essa fosse. Lui, Sam Bosco aveva avuto quel privilegio per un po' ed ora, probabilmente, era il turno di Jane. Com'era possibile? La sua Teresa non poteva...
Bloccò il pensiero sul nascere. Non era più la sua Teresa da troppo tempo, e probabilmente non lo era mai stata. Ringhiò tra sé.
Teresa e Jane?
La cosa gli sembrava a dir poco assurda. Quell'uomo era un pagliaccio, un egocentrico narcisista, un megalomane egoista; uno stronzo. In più non era nemmeno un poliziotto e se ne fotteva delle regole e dell'etica del loro lavoro. Non aveva cura di nessuno se non di sé stesso, era meschino ed era un pericolo per chiunque gli stesse attorno.
Era una vittima. Punto.
Eppure era evidente che Lisbon teneva particolarmente a lui e non tanto perché faceva parte del team o perché chiudeva i casi. Anche se non l'avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura, Teresa provava qualcosa di più. D'altra parte lei gestiva così le sue emozioni. Non avevano mai parlato nemmeno dei loro sentimenti quando avevano capito che il loro rapporto era andato oltre l'amicizia. Teresa non avrebbe mai permesso a lui di affrontare apertamente la questione e mettere, così, in pericolo non solo le loro carriere, ma addirittura il suo matrimonio. Lo sapeva e non avevano mai avuto il bisogno di parlarne. Per questo poteva vedere chiaramente che tra lei e il consulente c'era qualcosa di molto simile, glielo aveva letto nello sguardo, ed era qualcosa di totalmente ingiusto.
Jane non meritava una donna come Lisbon. Lei era speciale, onesta, coraggiosa e tenace. Non si arrendeva mai, doveva salvare il mondo la sua Teresa.
Sbuffò.
Com'era possibile che i suoi sentimenti in otto anni non fossero mutati? Era bastato rivederla per riportarli a galla in maniera così forte da non lasciarlo quasi respirare. Scoprire invece che lei era andata oltre gli faceva un po' male, anche se era assolutamente giusto. Quello che riteneva sbagliato e che non poteva proprio accettare, è che fosse Jane ad avere un posto speciale nel cuore di Teresa.
Dio come lo odiava.
Sam sospirò, se fosse stato completamente onesto con sé stesso avrebbe dovuto ammettere che parte della sua avversione ed antipatia verso il consulente era probabilmente dovuto a questo. E se fosse stato più uomo avrebbe anche dovuto ammettere che a suo modo Jane teneva a lei. L'aveva salvata per ben due volte, uccidendo quell'Hardy prima che le sparasse e, ultimamente, riuscendo a svelare il piano del dottor Carmen per incastrare Teresa. Questo però non era sufficiente a fargli cambiare idea su quell'uomo. Era un dannato pericolo per il CBI, per il team e, soprattutto, per Lisbon. Ma perché diavolo non lo lasciava perdere? Era un uomo sulla via dell'autodistruzione, tutto quello che toccava diventava merda e avrebbe trascinato giù anche lei se si ostinava a stargli accanto.
Era una causa persa.
Però Teresa doveva salvare il mondo. Doveva farlo perché non era riuscita a salvare la sua famiglia. Doveva salvare Jane perché non c'era riuscita con suo padre.
Sam Bosco sbuffò per l'ennesima volta, prese il telefono controvoglia. Non aveva altra scelta.
Suo malgrado doveva cedere e ancora una volta Patrick Jane avrebbe vinto.
 
 

***

  
Alla fine anche lui si era arreso. Nonostante la sua avversione per Patrick Jane e i suoi metodi a dir poco ortodossi, aveva ceduto e accettato, anche se a malincuore, che il suo modo di approcciare le cose poteva essere utile. Ecco perché gli aveva passato il fascicolo di Red John e d'ora in poi lo avrebbe tenuto informato sugli sviluppi del caso. Questo non significava certo che gli fosse diventato anche simpatico e non lo ritenesse ancora un pallone gonfiato, ma doveva ammettere che se non fosse stato per lui il loro ultimo caso si sarebbe concluso con la morte di Mia Westlake. Invece era soltanto l'ennesimo caso risolto grazie a Jane.
Sam sospirò, quindi fece un cenno al barman perché gli riempisse il bicchiere. Non si fermava spesso a bere dopo il lavoro, ma oggi era una di quelle giornate in cui un goccio di Tequila poteva dare la giusta prospettiva alle cose e ridimensionare i problemi.
Ripensò alla scena a cui aveva assistito poco prima mentre stava uscendo dal bullpen. Era fermo davanti all'ascensore, quando delle voci avevano attirato la sua attenzione. Teresa era in piedi davanti al divano di Jane e chiacchierava amabilmente con il consulente che se ne stava sdraiato con in grembo il fascicolo di Red John che lui gli aveva passato qualche sera prima.
«Quindi ci sei riuscito alla fine, eh?» Teresa, mani in tasca, dondolava sui tacchi e sorrideva.
Lui aveva risposto con un ampio sorriso.
«Devo ammettere che è stato più complicato del previsto – aveva ammesso – ma alla fine è difficile resistere al mio fascino.»
«Ah... Già.» aveva risposto lei con tono sarcastico.
«Come? Metti in dubbio il mio carisma?» le aveva chiesto sollevandosi a sedere e fingendosi ferito dalla sua affermazione.
«Senza offesa Jane, ma ho una pila di denunce contro di te sulla mia scrivania ogni settimana. Metà dei poliziotti di Sacramento vorrebbe sparati e l'altra metà non vuole assolutamente lavorare con te. Strano modo di avere fascino, non trovi?»
«Meh... Non tutti i poliziotti. – aveva detto stringendosi nelle spalle – Tu non vuoi spararmi e lavoriamo insieme da un bel po'.»
«Non sfidare la sorte.»
Il biondo le aveva sorriso, gli occhi gli brillavano. Teresa si era limitata a scuotere la testa.
«Ammettilo Lisbon, non mi hai ancora sparato perché mi trovi estremamente affascinante.»
«Lasciami pensare un attimo – aveva sussurrato lei sollevando gli occhi al cielo – No.»
«Oh andiamo Lisbon. – Jane le aveva risposto alzandosi dal divano – Lo sai che posso leggerti nella mente. Non puoi mentirmi.»
Jane l'aveva guardava intensamente con un sorriso malizioso. La bruna era arrossita, quindi aveva distolto lo sguardo a disagio.
«Già, come no –aveva esclamato cercando di ricomporsi – allora dovresti aver anche letto che sei un incredibile rompiscatole!» detto questo Teresa si era allontanata da lui.
«Sì, ma pur sempre estremamente affascinante – aveva insistito il biondo dondolando sui tacchi – Un po' di tè?» le aveva domandato infine seguendola nel cucinino.
Sam aveva osservato la scena in silenzio e con un certo disagio. Gli sembrava di aver assistito ad un rituale di corteggiamento. Corrugò la fronte turbato: quei due si giravano intorno punzecchiandosi e scherzando in un terreno molto pericoloso, tra amicizia ed attrazione. I sentimenti di Teresa erano piuttosto chiari a lui che la conosceva così bene, provava qualcosa per il consulente, questo era certo, anche se non voleva ammetterlo nemmeno con sé stessa. Ne era attratta, ma anche spaventata. Quello che lo aveva davvero sorpreso questa sera era scoprire i sentimenti di Jane.
Bosco bevve un sorso di Tequila e sospirò.
Aveva visto come Patrick la guardava, sapeva che le piaceva e che ne era affascinato. Forse quel giochino era iniziato per puro divertimento, ma ora la cosa gli era sfuggita di mano. E come dargli torto? Teresa Lisbon non solo era una donna attraente, ma era anche una persona speciale. Una donna che ogni uomo avrebbe voluto amare ed avere al proprio fianco.
Ma Jane era pericoloso. Non era l'uomo giusto per Lisbon. Era dannato, perduto e, soprattutto, votato ad un unico obiettivo: la vendetta. Qualsiasi altro sentimento potesse mai provare veniva sistematicamente represso. Ecco perché nessuno dei due avrebbe mai fatto un passo verso l'altro e avrebbero continuato nel loro gioco all'infinito. Le sue preoccupazioni per la bruna erano, probabilmente, fuori luogo.
«Non dovresti preoccuparti per lei. – la voce del biondo lo fece trasalire – è una donna adulta e poi porta la pistola.»
Sam lo squadrò da testa ai piedi.
«Cosa ti fa pensare che sia preoccupato per Teresa?»
«E chi ha fatto il nome di Lisbon?» gli rispose il consulente sorridendo e sedendosi accanto a lui.
«Che c'è Jane? – gli chiese seccato – Hai finalmente il fascicolo su Red John. Che altro vuoi?»
Il biondo fece spallucce, quindi fece un cenno al barman che versò anche a lui un bicchiere di Tequila.
«Capisco che tenermi aggiornato sul caso non ti entusiasmi e probabilmente mi consideri ancora un pagliaccio ed un fenomeno da baraccone – disse con tono tranquillo – ma non c'è niente di meglio di un bicchiere in compagnia per dare la giusta prospettiva alle cose.»
«Già. Per una volta concordo con te – rispose Sam studiandolo – penso tu sia ancora un pagliaccio pericoloso per chi lavora con te... Ed uno stronzo.»
«Già, mi sembra tu me l'abbia detto... Sì.»
I due sorseggiarono in silenzio il loro liquore senza guardarsi.
«Teresa è una donna speciale.» sussurrò il poliziotto dopo un po'.
Jane si voltò a guardarlo.
«Lo so.» ammise il biondo.
«Starle accanto è un privilegio...» aggiunse l'altro fissandolo intensamente.
«Ne sono consapevole.»
Sam finì la sua Tequila, lasciò qualche dollaro sul bancone e si alzò.
«Non dovresti essere tu.» gli disse guardandolo serio, prima di andarsene.
Jane ricambiò lo sguardo con la stessa intensità.
«Lo so.» sussurrò.
   
 
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