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Autore: Bellatrix Skywalker    25/10/2012    1 recensioni
Passai quasi correndo sui “trampoli”, degli amori di stavaletti tacco 12. Tutti i maghi presenti nella grande piazza del ministero si voltarono a guardarmi, attirati dal rumore dei tacchi e dal mio strano abbigliamento. Strano per loro, di certo non per un party in California. Frenai con una mezza scivolata davanti a Sirius, che mi prese al volo prima che cadessi per terra. “Ellie Potter, per Godric, si può sapere cosa stai facendo?” io…
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, James/Lily, Lily/Scorpius, Remus/Ninfadora
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo, Contesto generale/vago
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Salve a tutti! Questa storia ha inizio (nella mia mente) un caldo pomeriggio di metà Settembre. Viene poi scritto al computer circa il 20 Ottobre e successivamente pubblicato su questo sito. Dalla prima versione sono cambiate molte cose perché… capirete più avanti, non vorrete mica che vi sveli tutto adesso, no?
Ringrazio moltissimo chi ha recensito questa storia (le recensioni, soprattutto positive, fanno sempre molto piacere) e chi l’ha messa tra le preferite/seguite/ricordate!

Tre cose sono necessarie per un esecutore: l'intelligenza, il cuore e le dita.
-W. A. Mozart-



Allora eccoci qui, fratellino.
A Godric’s Hollow, dove abbiamo passato i primi anni della nostra vita. Davanti alla tomba dei coniugi Potter. Abbiamo fatto apparire una ghirlanda di gigli, rose e tulipani, i fiori preferiti di mamma, con edera, l’erba che preferiva papà.

“riprendi conoscenza di te stesso, Harry. Sono due ore che siamo qui. Ho tanto freddo, sto praticamente gelando! Ginny, James, Albus e la piccola Lily ti stanno aspettando al calduccio e la mia famiglia mi aspetta a casa!!!”
“arrivo, guastafeste di una sorella!”
“così mi piaci. Andiamo, dai” lo prendo per mano e ci materializziamo a Grimmauld Place, dove ora vive lui con felice famiglia al seguito.
Entrando in casa il casinista urla: “ciao a tutti! Siamo arrivati!”
“siamo arrivati? Ma davvero?” gli faccio il verso per prenderlo in giro e Ginny arriva di corsa.
“ciao Ginny! Ti ho riportato il marito”
“grazie Ellie. Senza di te sarebbe ancora là. Scommetto che vi siete gelati. Vuoi un the caldo?”
“no grazie, devo tornare in California, ho l’aereo tra poco. Alex mi aspetta e ho alcuni appuntamenti. Ci vediamo qui a Natale e da me a Capodanno? Non siete ancora venuti in quel periodo e vi assicuro che la California d'inverno è stupenda. Poi possiamo andare un po’ in montagna”
“dobbiamo vedere come siamo messi con gli impegni… sai, lavoro e scuola…” mio fratello è proprio un guastafeste!
“potete sempre venire su, mollare i ragazzi e tornare a prenderli!”
“già, hai ragione. Potremmo fare così. Ginny, cosa ne pensi? Secondo te si può fare?” chiede alla moglie; e menomale che è l’uomo a decidere per la famiglia! Nelle altre, almeno. Nella mia assolutamente no.

“sììììì! Voglio andare dalla zia! Quando partiamo, papà?” a parlare è stata Lily, l’unica figlia di mio fratello, quindi la principessina di casa.
“ciao Lily! Come stai tesoro? E i tuoi fratelli dove sono?”
“siamo qui, zia. Sei forse diventata cieca? O magari non ci volevi vedere perché Lily ti sta più simpatica?” James è arrabbiato e si fa pensieroso mentre Albus ribatte: “Jamie ci eravamo nascosti, come poteva averci visto?”
“ma tu rovini sempre tutto!”
“James smettila”
“avanti, mamma..”
“ho detto basta”

“comunque grazie, zia, io sto bene” a salvare la situazione come al solito è la mia nipotina.
“va bene” rispondo “io vado. Ci vediamo a Natale!”.
Un coro di “ciao” accompagna la mia materializzazione all’aereoporto, appena in tempo per salire sull’aereo diretto in California, la mia bella casa.

Sarà un lungo viaggio, penso, meno male che non mi da fastidio l’aereo… almeno posso dormire, visto che come scenderò di qui sarò travolta di lavoro. Sorrido da sola, perché in realtà adoro ciò che faccio.
Sono massaggiatrice, principalmente, ma a volte Isabel mi chiede di aiutarla in alcune terapie (lei è psicologa, ha ereditato lo studio da sua madre) e facciamo un mix dei due lavori: una tecnica nuova ma alquanto efficace.
 È stato così che ho conosciuto Alex, mio marito. La nostra storia è stata (e a volte è tuttora) difficile.
Io e Isabel avevamo da poco iniziato a lavorare e un giorno lei mi ha chiamato dicendo che forse aveva bisogno del mio aiuto per un paziente. 
Non era la prima volta che mi chiamava, ma sembrava preoccupata. Ho accettato di aiutarla e il paziente ha accettato di sottoporsi alla terapia. Era disposto a tutto, per veder migliorare poiché non sarebbe mai riuscito a crescere un neonato da solo. La sua storia era in un certo senso ‘normale’ ma non per questo migliore.
Lui e la sua fidanzata avevano avuto un figlio. Era piccolo, lei allattava e un ‘bel’ giorno scoprì che aveva un cancro al seno.
Smise subito l’allattamento e iniziò le cure, ma furono tutte vane.
Se ne andò tre mesi dopo.
E Andrea aveva appena un anno. Alexander si era ritrovato solo con un neonato e senza la minima idea di come crescerlo. Per me e Isabel fu una delle terapie più lunghe e difficili, ma riuscimmo a farlo migliorare, perfino guarire.
Dopo la fine della cura, io e Alex ci tenemmo in contatto, iniziammo a uscire e nel giro di un anno ci mettemmo insieme.
Adoravo Andrea, ed ero ricambiata: non ricordava la vera madre, e iniziò a vedere me come sostituta.
Fu lui, infatti, il primo a capire che sarei diventata la sua ‘mamma’.

Ripercorro con la mente il matrimonio, il più bel giorno della mia vita e mi addormento a metà del ricevimento.
Mi risveglio quando il pilota, neanche a farlo apposta, inizia l’atterraggio.
Su questa costa il sole è appena sorto per via del fuso orario. Quando arrivo a casa vado direttamente sulla terrazza e mi calo lentamente fino alla spiaggia, dove ammiro il mare illuminato dal sole nascente.
Il momento della giornata che preferisco è questo, insieme al tramonto.
L’idea che il Sole (da sempre considerato simbolo della vita) in un certo senso muoia e rinasca tutti i giorni mi ha sempre affascinata.
Con questa meraviglia negli occhi decido di fare una corsetta sulla riva, per tenermi in forma e rilassare la mente. Finita la corsa vado in terrazza, dove mi fermo a bere qualcosa di fresco per riprendermi.

Mentre sorseggio il mio the mi perdo nei meandri della mia complicatissima mente in preda ai ricordi…

  
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