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Autore: Sunny    05/07/2003    2 recensioni
La guerra ha causato molti cambiamenti...Voldemort è forte più che mai, e tenere duro è difficile, soprattutto quando il primo campo di battaglia è il cuore...
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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                                                            BEING A WAR MAGE

 

 

CAPITOLO 7: NON MI FA PAURA

 

I’m only a man in a silly red sheet

Digging for kryptonite on this one way street

Only a man, in a funny red sheet

Looking for special things inside of me                                       

It’s not easy to be…me.

                                                                                    Superman, Five for Fighting

 

***************

 

Hermione mise anche l’ultimo bastoncino con la salsiccia accanto al fuoco, poi andò a sedersi tra le gambe di Ron, che la strinse a sè. Di fronte a loro Ginny si accoccolò di più sotto la spalla di Harry, che l’accarezzò.

 

Era notte, la luna piena e il fuoco scoppiettante facevano loro luce sulla spiaggia mentre, complice il freschetto della sera, stavano abbracciati aspettando che la cena si cuocesse, col solo sottofondo del rumore delle onde del mare.

 

“Ho una fame pazzesca.” Fece Harry.

 

“Devi avere ancora un po’ di pazienza.” Gli disse Hermione, rannicchiandosi nel suo maglione bianco e blu.

 

Ron le stampò un bacio tra il collo e la spalla, scostandole lo scollo del maglione giù, lungo la spalla. “Andavi spesso in campeggio?”

 

“Si, quasi tutte le estati. Ci andavamo con gli amici di papà, è da loro che ho imparato a cucinare all’aperto.”

 

“Quando andavo io in campeggio era un disastro.” Ridacchiò Harry. “L’unica cosa che ricordo bene è la puzza dei piedi di Dudley in una microtenda color vomito.”

 

I quattro ragazzi si fecero una risata.

 

“Mi piace stare qui, è così romantico.” Disse Ginny, con aria sognante.

 

“Eccola che gronda miele.” La prese in giro Ron, e Hermione gli diede uno schiaffetto sul braccio che le teneva attorno allo stomaco.

 

“Non ci trovo niente di male a comportarsi da essere umano dotato di sentimenti, signor cuore-di-ghiaccio.” Ribbattè la sorella.

 

“Sai cosa facevo io davanti a un bel falò sulla spiaggia con i miei amici?” disse Hermione. “Quando eravamo bambini sognavamo cosa saremmo diventati da grandi.”

 

“Tu come ti vedevi?” le chiese Ron.

 

“Ero indecisa tra la maestra di scuola e l’astronauta.” Sorrise lei.

 

“Lo  sai che ti immagino in uno di quei tutoni giganteschi a zompettare sulla luna?” rise Harry.

 

“Sentiamo, grande eroe, tu cosa volevi fare da grande?” disse Hermione.

 

“L’aviatore.” Rispose con un gran sorriso Harry.

 

“Beh, non voli su un jet, ma una scopa va bene lo stesso, no?” s’intromise Ron.

 

“Puoi scommetterci. Anzi, è mille volte meglio.”

 

“E tu?” chiese Hermione a Ron, accarezzandogli la mano.

 

“Beh, io sono nato e cresciuto in una famiglia di maghi. Perciò ho sempre voluto fare l’auror.”

 

“Io invece” subentrò Ginny. “ho sempre sognato di fare la mamma.”

 

“La mamma?” disse Hermione con un sorriso un po’ incredulo.

 

“Si, con tanti bambini e un marito innamorato.”

 

“Prendi nota, Harry.” Ridacchiò Ron.

 

“Bene, però aspettiamo ancora un po’, eh?” fece Harry, fingendosi spaventato, e tutti risero di nuovo.

 

Ginny si accoccolò ancora di più vicino a Harry. “E’ proprio una notte stupenda…sapete cosa vorrei fare? Vorrei andare a Parigi per le vacanze di Natale.”

 

“Hai ragione, Parigi è la città più romantica del mondo.” Convenne Hermione.

 

“E poi c’è Disneyworld.” Fece Harry.

 

“Sarebbe una gran bella vacanza.” Annuì Ron.

 

“E allora perché non andiamo a prenotare l’albergo? Potremmo andare in uno di quei posti babbani così carini, anzi, ancora meglio: potremmo viaggiare come dei babbani, sarebbe ancora più divertente!” squittì Ginny euforica, balzando in ginocchio. “Dai, facciamolo!”

 

Hermione guardò Ron con gli occhi da cucciolo desideroso, e lui sorrise e le stampò un bacio sulle labbra. “Ok, noi siamo della squadra.”

 

“Tutti a Parigi, allora.” Fece Harry con un sorriso, accarezzando con un dito il naso di Ginny.

 

“Bene!” esclamò entusiasta lei. “Hermione, mi accompagni tu in agenzia domani?”

 

“Domani?” piano piano il sorriso svanì dal viso di Hermione, e Ginny notò che l’atmosfera si era incupita tutta in una volta.

 

“Che c’è? Che ho detto?”

 

Harry lanciò un veloce sguardo a Ron, poi si fece più serio. “Gin, noi abbiamo qualcosa da dirti.”

 

“E’ successo qualcosa di grave?” chiese lei, allarmata.

 

Harry le prese la mano. “Abbiamo scoperto dove si nascondono Voldemort e il suo esercito. E…beh, noi domani andiamo ad attaccarli.”

 

Ginny rimase per un attimo allibita, poi impallidì. “A casa loro?” chiese inorridita, poi si voltò verso Ron e Hermione. “Volete attaccarli là dove sono più forti?!”

 

“Non abbiamo scelta, Gin.” Le mormorò piano Harry.

 

“E’ una follia!!” strillò lei, isterica.

 

“Non te l’abbiamo detto perché morissi di paura, pensavamo che almeno tu dovessi saperlo. Non abbiamo potuto allarmare mamma e papà.” Provò a fermarla Ron.

 

“Ma vi uccideranno!!”

 

“Non è detto, sai.” Cercò di tranquillizzarla Harry, accarezzandole il viso. “Siamo molto forti anche noi, abbiamo un buon piano d’attacco.”

 

Ginny scosse la testa e non riuscì a trattenere oltre le lacrime. “Dovrete affrontare Spencer. E…Voldemort.”

 

Harry l’abbracciò per un momento. “E’ per questo che ci siamo sempre allenati.”

 

“Io non voglio perdervi…” piagnucolò lei.

 

Hermione camminò carponi fino a raggiungerla e l’abbracciò. “Ascoltami per un momento, Ginny.” Le disse piano, accarezzandole i capelli. “Da quando Voldemort è tornato la vita non è più la stessa. Abbiamo vissuto tanti brutti momenti, abbiamo perso i nostri amici a Hogwarts, i nostri professori, Silente, io ho perso i miei genitori, e tante persone innocenti sono morte in una guerra crudele e spietata a cui non avevano alcun motivo di partecipare. Scegliendo di combattere Voldemort e la sua banda di assassini abbiamo accettato di rischiare, ma di lottare per difendere i più deboli e gli innocenti che, anche se non lo sanno, hanno solo noi come difesa. Se lo lasciamo fare, quel mostro continuerà indisturbato la sua opera di carneficina…e noi questo non possiamo permetterlo. Lo dobbiamo fermare, o tutto quanto di bello abbiamo ce lo porterà via.” Le disse piano, guardandola negli occhi. “Lo capisci questo, vero?”

 

“Ma…non hai paura?” le chiese in un soffio Ginny.

 

“…no.” Le rispose decisa Hermione. “No, perché li odio con tutto il mio cuore, e so che anche tutti gli altri provano la stessa cosa. Hanno ucciso i nostri amici, i nostri genitori e milioni di innocenti…combatteremo al massimo e li faremo neri, dovranno soffrire cento volte di più di quanto hanno fatto soffrire noi.” I suoi occhi erano colmi di determinazione mentre parlava. “Mi hai chiesto se ho paura. Beh, ne ho molta di più al pensiero di lasciarli liberi. E domani gliela faccio pagare con gli interessi.”

 

Ron la guardò con uno sguardo misto di amore e ammirazione. “La mia ragazza, l’unico auror in gonnella che vale più di dieci di noi altri.” Disse orgoglioso, sorridendo.

 

“Oh, Hermione” disse commossa Ginny. “vorrei avere anche solo metà del tuo coraggio.”

 

Hermione sorrise dolcemente. “Non è coraggioso solo chi si batte sul campo di battaglia. Anche aspettare a casa e pregare perché le cose vadano bene, senza terrorizzare chi è attorno, è una dimostrazione di coraggio.”

 

Harry passò un braccio attorno alle spalle di Ginny. “Sappiamo che sei in gamba, per questo meritavi di sapere la verità.”

 

Ginny si rilassò un po’ nel suo abbraccio. “Non tradirò la vostra fiducia, non preoccupatevi, manterrò il segreto…voglio fare anch’io la mia parte. E’ l’aiuto che spero di darvi nel mio piccolo.”

 

“E’ già molto, sai.” Le disse sereno Ron.

 

“Ehi, perché non ci vai domani in agenzia?” propose Harry. “Organizza tu la vacanza babbana a Parigi. Facci una bella sorpresa.”

 

“E sta’ attenta a non farti tirare bidoni.” Aggiunse Ron con un sorrisetto.

 

Ginny ingoiò un groppo di lacrime. “Badate però che chiederò dei biglietti non rimborsabili, perciò farete bene a riportare i vostri musi a casa entro domani sera, capito?”

 

“Ti faccio una promessa, Ginny.” Le disse Hermione, sorridendo dolcemente e stendendo la mano. “Domani sera torniamo qui a festeggiare la nostra vittoria, e tu ci racconterai tutto della nostra vacanza, ok?”

 

Harry le fece un occhiolino e Ron le rivolse un brillante sorriso, così Ginny si sentì incoraggiata e prese la mano della sua amica. “Mi fido di voi.”

 

“Bene.” Fece Hermione soddisfatta.

 

Ron si avvicinò a Hermione con una luce furbesca negli occhi. “La mia donna è un guerriero molto coraggioso…ma scommettiamo che riesco a farla strillare di paura?” e prima di darle il tempo di replicare se la caricò su una spalla e si avviò di corsa verso la riva.

 

“No!!! Ron!!!” strillò Hermione, mentre Ron se la rideva di gusto e la gettava in acqua. Hermione si rimise in piedi, inzuppata fradicia. “Questa me la paghi, Ron Weasley!!” ruggì, lo afferrò per la felpa e lo trascinò in acqua insieme a lei, ridendo.

 

A Harry scappò una risata e anche Ginny sorrise nel vedere lo spettacolo. “Ci facciamo un bagnetto anche noi?” le chiese lui.

 

Lei si asciugò le lacrime con la manica del maglione. “Si.” Harry si alzò in piedi, le porse una mano e l’aiutò ad alzarsi, quindi anche loro corsero verso l’acqua ridendo mentre Hermione e Ron si affogavano reciprocamente.

 

***************

 

Missing you is just a part of living

Missing you feels like a way of life

I’m leaving out the life that I’ve been given

But baby I still wish you were only mine

And I cannot help but smile

At any news of you at all

And I guess I always will

                                                                        Missing you, Ace of Base

 

***************

 

Corinne sorseggiava un bicchiere di vino con aria persa nel vuoto, seduta sul bracciolo della poltrona faraonica su cui stava seduto Voldemort, che tamburellava coi piedi per terra. Alla loro attenzione si presentò Codaliscia, che subito s’inginocchiò alla presenza del demone.

 

“Mio signore, è stato fatto tutto come avete ordinato.”

 

“Gli avete fornito una pista valida?” chiese Voldemort, con aria piuttosto interessata.

 

“Si, mio signore.”

 

“Dov’è Spencer?”

 

“Sono qui, mio signore.” Si udì una voce poco distante, e in pochi passi il mangiamorte comparve davanti agli altri.

 

“Come procede il nostro piano?”

 

“Se non li abbiamo sopravvalutati, al più tardi domani mattina saranno qui.”

 

Voldemort ghignò crudelmente. “E noi siamo pronti a riceverli?”

 

“Altrochè, mio signore.” Rispose Spencer, altrettanto soddisfatto di sé.

 

“Bene.” Voldemort sembrava già pregustare la vittoria. “Domani finalmente Potter sarà nelle mie mani…quanto ho aspettato questo momento…” sibilò.

 

“Pensi di ucciderlo subito?” gli chiese Corinne.

 

“Oh no.” Mormorò lui, con una voce più che mai spettrale. “Lo torturerò nel modo più atroce possibile. Lo definiscono tutti il mago più coraggioso in circolazione, vero? Beh, ti farò vedere io come implorerà pietà strisciando.” Poi si rivolse a Spencer. “Cattura i suoi amici, i due mocciosi. Li tortureremo davanti ai suoi occhi.”

 

A Spencer l’idea parve piacere molto. “Volentieri.” Corinne serrò un po’ il bicchiere tra le mani.

 

“Agli altri penserà Lestrange, tu ti concentrerai sugli amici di Potter. E avverti Lestrange di fare le cose come si conviene stavolta.” Proseguì Voldemort.

 

“Sarà fatto, o eccelso signore delle tenebre.” Spencer chinò la testa.

 

“Ti stai muovendo decisamente bene, mio fedele Spencer.” Aggiunse l’altro. “Meriti una lauta ricompensa per il tuo operato sempre così efficiente.”

 

“Il mio signore mi onora troppo.” Replicò quello, più che entusiasta.

 

“Al momento opportuno, sappi che saprò premiarti per la tua fedeltà.”

 

Spencer fece un altro inchino e uscì.

 

“Il tuo piano è diabolico.” Fece seduttivamente Corinne. “E io desidero farne parte.”

 

“Sta’ pure sicura che la tua presenza qui è insostituibile, mia cara.” Le rispose con un ghigno Voldemort, accarezzandole una gamba.

 

***************

 

Hermione non riusciva proprio ad infilarsi la canotta speciale per via delle cuciture inallacciabili. O forse perché le tremavano leggermente le mani. Mentre tentava ancora di allacciarsi l’indumento protettivo dietro alle spalle, sentì un paio di mani più grandi scansare le sue e sistemarle a dovere la canotta. Lei non disse nulla, e quando ebbe finito s’infilò anche la maglia blu della tuta e si sistemò il cinturone in vita; quindi si voltò, e vide che anche Ron era pronto. Era lì, davanti a lei, bellissimo in tutta la sua figura atletica e slanciata, coi suoi profondi e unici occhi blu che in silenzio le stavano dicendo tutto. Quante cose avrebbe voluto dirgli…ma in quel momento solo due parole le sembrarono sensate.

 

“Ti amo.” Gli sussurrò.

 

“Ti amo.” Le rispose lui, con un tono che le fece sentire le gambe di gelatina. E un istante dopo erano uno fra le braccia dell’altra, a baciarsi disperatamente come se non avessero avuto un domani, cosa non del tutto impossibile, come purtroppo entrambi sapevano fin troppo bene. Motivo per cui quando sentirono le costole doloranti per l’impeto del loro abbraccio non pensarono neanche lontanamente ad allentare la presa. Lui aveva una mano sulla schiena di lei, l’altra immersa nei suoi capelli castani mossi, lei invece aveva tutt’e due le braccia attorno al collo di lui, avvinghiandosi con una mano alla sua nuca. Smisero solo quando erano ormai senza fiato, e solo per esigenze fisiche, ma rimasero abbracciati, Ron con la fronte appoggiata su quella di Hermione, intento a guardarla fisso negli occhi.

 

“Andrà bene.” Le disse alla fine lui, con uno sguardo così intenso che era difficile da sostenere.

 

“Si. E andremo a Parigi questo Natale.” Disse lei, con un tono piuttosto instabile: era evidente che stava cercando di convincere per prima se stessa.

 

Lui chiuse gli occhi e le sfiorò le labbra con le sue. “E faremo l’amore nel posto più romantico che c’è.”

 

Anche lei gli restituì il bacio. “Andiamo a rompere il culo a quei bastardi.”

 

“Ci puoi scommettere, amore.” Fece lui, per un momento fiero del cambiamento che aveva trasformato Hermione da saccentona cervellotica a combattente forte e non più così schizzinosa.

 

Uscendo dalla stanza videro Ginny –in lacrime- e Harry baciarsi pressappoco come avevano fatto loro fino a un momento prima, e scelsero di lasciarli insieme da soli ancora per un po’, anche se ormai si trattava di minuti. Scesero giù in giardino che era ancora notte fonda e ci trovarono Bill e Charlie già pronti e con la passaporta in mano.

 

“Siamo pronti?” fece impazientene Charlie.

 

“Quasi.” Gli rispose Hermione. “Harry sta arrivando.”

 

“Ok.” Annuì teso Bill. Harry scese un secondo dopo, col volto teso come tutti gli altri. Nessuno disse una parola, si limitarono solo ad afferrare la passaporta in tempo per svanire dal girdino della Tana.

 

***************

 

                                    un’ora dopo, al maniero Spencer

 

Sei mangiamorte stavano accanto ai muri laterali dell’ingresso principale, e avevano le bacchette nel fodero sul fianco del mantello. Gli auror speciali erano appostati tutti dietro i colonnati, pronti a intervenire.

 

“Ok, Hermione.” Fece sottovoce Homer. “Tocca a te, sai cosa fare.”

 

Lei annuì ed uscì dal suo nascondiglio, in modo che i mangiamorte la vedessero bene. “Ehi, ragazzi…” sculettò con fare sensuale, facendo un cenno con la mano agli uomini di avvicinarsi.

 

“E tu chi sei? Da dove sbuchi?” le chiese uno di quelli, più contento che sospettoso.

 

“Indovina.” Ribbattè Hermione, sfilandosi la pistola di dosso e centrando due mangiamorte. Gli altri non riuscirono a mettere mano alle armi, giacchè alle spalle della ragazza era comparsa l’intera War Mage Team, e presto nell’aria sibilarono altri quattro colpi mortali.

 

“Il meno è fatto.” Fece Natan, saltando uno dei cadaveri.

 

“Va bene, allora.” Homer prese subito le redini della situazione. “Sirius, Remus, Bernie, Ben e Liam: voi andrete con Harry, Ron, Hermione, Natan e Ike in direzione di quelle scale a destra laggiù. Aki, Tennessee, voi rimarrete qui assieme a una ventina di uomini, sarete il nostro punto di riferimento e il nostro ospedale mobile. Tutti gli altri verranno con me. Cerchaimo di arrivare in fretta da Voldemort. In bocca al lupo a tutti.”

 

Il gruppo si divise e ognuno proseguì per la propria strada. Il gruppo di Harry percorse le scale e si ritrovò in una stanza in cui stavano tre mangiamorte mezzi addormentati, che furono abilmente superati in pochi istanti. Si ritrovarono quindi in un lunghissimo corridoio buio, dove procedettero più piano per evitare assalti a sorpresa. Quindi si ritrovarono in uno stanzone enorme, completamente vuoto.

 

“E ora?” chiese Natan. Avevano tutti le bacchette tese fra le mani, pronti all’azione.

 

“Ci stanno preparando il comitato di benvenuto, o dormono beatamente.” Fece Ron, guardandosi intorno.

 

In quel preciso istante sibilarono due colpi di pistola, che centrarono la spalla destra di Ike e il braccio di Bernie.

 

“Attenzione!!” gridò Liam, e gli auror si nascosero immediatamente contro i muri.

 

“Tutto bene?” chiese Remus a Ike, mentre la stanza cominciava a riempirsi di almeno un centinaio di figure in nero.

 

“Niente che non si possa sopportare.” rispose Ike, con una breve smorfia di dolore.

 

“All’attacco!!!” gridò Ben, e gli auror si gettarono contro i mangiamorte.

 

Hermione fece anche lei per lanciarsi nella mischia, ma prima che potesse farlo dal muro alle sue spalle uscirono due braccia, uno che le cinse la vita, l’altro che le chiuse la bocca, e fu trascinata al di là della parete. Il grido soffocato che aveva lanciato, però, non rimase inascoltato: Harry e Ron si accorsero di quello che stava succedendo e si gettarono subito al suo inseguimento oltre il muro.

 

“No!!!” Sirius vide la scena, colpì con un colpo di bacchetta il mangiamorte con cui stava lottando e fece per andare dietro ai ragazzi, ma si ritrovò a dare spallate al muro.

 

Harry e Ron, oltrepassato il muro, sbucarono in una sala buia e videro subito Hermione divincolarsi nella stretta di Spencer, che la teneva immobilizzata con un braccio intorno alla gola, mentre il suo cinturone stava a terra.

 

“Toglile subito le mani di dosso, Spencer!!” gli strillò Ron, furioso, con la bacchetta puntata assieme a quella di Harry.

 

Sul viso del mangiamorte comparve un ghigno. “Al vostro posto io metterei giù la bacchetta, ragazzi. Sarebbe un peccato sfigurare questo bel faccino.” Aggiunse Spencer, sfiorando la tempia di Hermione con la sua bacchetta.

 

Harry e Ron malvolentieri le lasciarono cadere a terra, mentre un gruppo di incappucciati bene armati li circondava.

 

“Giù i cinturoni.” Continuò Spencer. I ragazzi furono costretti ad obbedirgli. “Bene, vedo che siete ragionevoli, è un sollievo. Codaliscia, prendi le loro armi.” Disse, lasciando andare Hermione.

 

Il viscido ometto fece quanto gli era stato ordinato senza però alzare gli occhi, evitando così lo sguardo di puro disgusto dipinto sulle facce di Harry e Ron.

 

Una gelida risata rieccheggiò nella stanza. Harry, Ron e Hermione si voltarono alle loro spalle e intravidero in una zona d’ombra una specie di grossa poltrona. La figura che ci stava seduta sopra schioccò le dita e si fece luce: era Voldemort, e seduta su un bracciolo della grossa sedia, con le gambe accavallate, stava Corinne. Nel vederla Ron rimase per un attimo senza fiato, con la bocca socchiusa e le sopracciglia corrugate. Corinne lo guardò con un sopracciglio inarcato e un’espressione divertita, quasi come se ci godesse a vedere la sua reazione di stupore.

 

“Guarda guarda chi è venuto a farci visita.” Fece un ghignante Voldemort, comodamente stravaccato nella sua poltrona. “Il nostro caro amico Harry Potter.”

 

Harry lo fissava coi lineamenti del viso sconvolti dalla rabbia.

 

Voldemort si alzò in piedi e lo raggiunse faccia a faccia. “Finalmente ti sei degnato di venire. Lo sai, ho immaginato che te ne fossi rimasto al buio perché stavolta non ci sono folli genitori né stupidi presidi a morire per te.”

 

“Se volevi incontrarmi di persona potevi anche dirlo da subito.” Ringhiò Harry a denti stretti. “Non c’era alcun bisogno di uccidere tante persone innocenti.”

 

Voldemort assunse un’espressione quasi esterrefatta. “Persone? Io ho ucciso dei babbani. Poco più che spazzatura.”

 

“Sei il più grosso figlio di puttana che abbia mai incontrato.” Replicò astioso Harry, scuotendo la testa.

 

“Vedi cosa voglio dire, Potter? Sono le tue emozioni a rendere te debole, e me forte.” E così dicendo, Voldemort lo oltrepassò e si diresse verso Ron e Hermione, che stavano in piedi immobili, sorvegliati a vista. Harry si voltò per seguire le sue intenzioni. “E che cosa abbiamo qui? …mh…due giovani auror pieni di ardore…i tuoi amici, ragazzo? E scommetto che sono anche pronti a rischiare la vita per te, non è vero?”

 

“Ci puoi contare.” Sibilò Ron a denti stretti.

 

“Oh, su questo non avevo dubbi. Ma quanto è pronto il coraggioso Potter a rischiare la vita dei suoi amici?” chiese Voldemort, voltandosi a braccia conserte. Harry strinse forte i pugni, all’apice della tensione. “Vogliamo scommettere che il grande eroe dalla famosa cicatrice si butterebbe in ginocchio pur di salvarli?”

 

“Lasciali stare, Voldemort!!” gridò Harry. “E’ tra noi due, loro non c’entrano affatto!!”

 

“Sei così vulnerabile, Harry Potter.” Replicò calmo Voldemort, poi si voltò verso Hermione e le puntò contro la bacchetta. “Crucio.”

 

Le grida strazianti di dolore della ragazza rimbombarono tra le pareti di pietra, e furono necessari ben due mangiamorte a testa per trattenere Harry e Ron. Un minuto dopo Hermione cadde a terra, gemendo, affannando e tenendosi con le mani lo stomaco.

 

“Infame bastardo!!” ruggì furioso Ron.

 

“Sei un maledetto vigliacco!! Battiti con me se hai il coraggio!!” tuonò Ron, dimenandosi.

 

“Ho una proposta da farti.” Voldemort aveva un sorrisetto malizioso sul viso. “Tu ti arrendi e mi giuri fedeltà eterna, e io lascerò andare i tuoi amici sani e salvi, non verrà torto loro nemmeno un capello. Che mi dici?”

 

Harry serrò la mascella e strinse forte i pugni.

 

“Non ascoltarlo, Harry!!” gridò Ron.

 

Voldemort si girò verso di lui e dal suo palmo aperto partì un getto violento d’aria che centrò in pieno Ron, mandandolo a sbattere di testa contro il muro alle sue spalle.

 

“Ron!!!” strillò Harry.

 

Ron si rimise in piedi barcollando, massaggiandosi la  nuca.

 

“Fa’ la tua scelta, Harry!!!” gli intimò Voldemort.

 

Harry guardò Ron e Hermione, che si stavano rimettendo in piedi con qualche difficoltà, e sentì la gola otturata da un groppo enorme. Tirò un grosso sospiro, strinse i pugni e guardò Voldemort con decisione. “Mi deludi profondamente, Voldemort. Credi davvero che potrei mai accettare un compromesso con te? Pensi che sia così idiota da fidarmi dell’essere più vile e bastardo della terra? Sei solo un povero imbecille se credi che scenderò a patti con te.” Perdonatemi, Ron, Hermione…

 

Sia Ron che Hermione annuirono con decisione verso il loro migliore amico, pronti a combattere fino alla fine.

 

Voldemort inarcò le sopracciglia. “Dici davvero?” poi cominciò a camminare in circolo intorno a Hermione. “Spencer?”

 

“Mio signore?” fece quello, che era rimasto sempre in silenzio ad assistere.

 

“Ti avevo promesso un premio, giusto?” e poi diede una brusca spinta a Hermione, che finì tra le braccia del mangiamorte. “Prenditi pure questa bella ragazza.”

 

“Lasciami andare, verme schifoso!!!” gridò Hermione, che si dibbatteva come un’anguilla, ma Spencer le aveva piantato le unghie negli avambracci.

 

Per tenere a freno Ron fu necessario un terzo incappucciato. “Brutto figlio di puttana, mettila giù o ti strappo il cuore a morsi!!!”

 

Spencer fece un sorrisetto e lasciò che fossero due guardie a prendere Hermione, che si avviarono verso la porta trascinandola con la forza, dato che lei continuava a lottare come una pazza.

 

“Hermione!!!” gridò Ron.

 

“Harry, non arrenderti!! Continua a lottare, puoi farcela!!!” riuscì a strillare Hermione un attimo prima di essere portata fuori dalla stanza. Spencer fece un inchino riconoscente al suo signore e uscì a sua volta.

 

Harry si voltò di scatto verso Voldemort, con gli occhi iniettati di sangue. “Te lo giuro, Voldemort: se le torci anche solo un capello, io…”

 

“Tu che cosa, giovane Potter?” lo interruppe baldanzoso il suo nemico. “Sii coerente con le tue decisioni, ragazzo mio.” Poi si volse verso Ron, che sembrava a un passo dal mangiarselo vivo. “Come siamo arrabbiati. Corinne, perché non accompagni tu il nostro amico, qui? Sono convinto che il suo umore migliorerà moltissimo dopo una visitina alle prigioni.”

 

Corinne scivolò giù con un sorriso radioso. “Certamente.” E fece un cenno con la testa ai mangiamorte che trattenevano Ron di seguirla.

 

“Ron!!!” Harry fu trattenuto da due mangiamorte.

 

“Rompigli il culo, Harry!!!” urlò Ron, trascinato a forza fuori dalla stanza.

 

Soddisfatto, Voldemort fece cenno ai due incappucciati di lasciare Harry.

 

“Ora basta.” Fece Harry, con lo sguardo stracarico di odio. “Finiamola qui.”

 

Ogni sorrisetto irritante sparì dal viso di Voldemort, che divenne quasi spaventoso nella serietà della sua espressione crudele. “Come vuoi tu.”

 

***************

 

It may sound absurd…but don’t be naïve

Even heroes have the right to bleed

I may be disturbed…but won’t you concede

Even heroes have the right to dream

It’s not easy to be…me.

                                                                        Superman, Five for Fighting

 

 

 

                                                                **************************

 

 

Ormai siamo nel vivo dell’azione…wow! Si, lo so che questo è un punto terribile per lasciare le cose in sospeso, ma devo pure interrompere il capitolo in qualche punto, no?

Tenetevi pronti per il prossimo capitolo: “Parola d’ordine: resistere”

 

P.S.: grazie a tutti quelli che stanno recensendo la mia storia (continuate a farlo, per favore) e auguri a tutti!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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