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Autore: Tinkerbell92    25/10/2012    6 recensioni
DA REVISIONARE (CONTENUTI E FORMA)
Prima fanfiction su Percy Jackson, raccontata, come nei libri, in prima persona.
La storia di una semidea particolare, figlia di una dea impensabile, a partire dal suo arrivo al Campo Mezzosangue. Leila, la ragazza, affronterà varie situazioni, anche sentimentali, accompagnata da una custode molto particolare, venendo, però, continuamente ostacolata dalla madre, che vuole a tutti i costi decidere del suo futuro.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Castellan, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nel segno della Luna'
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 Fui svegliata da un fastidioso fascio di luce, che mi abbagliò non appena aprii gli occhi.
- Ma che diavolo…?
Sbattei le palpebre diverse volte, prima di riuscire a mettere a fuoco Maggie che cercava di far passare un fascio di luce attraverso un oggetto trasparente.
- Cosa diamine stai facendo?- bofonchiai, ancora assonnata.
La mia Custode mi degnò appena di uno sguardo, riprendendo la propria accecante attività: - Oh, sei sveglia… strano, di solito, a quest’ora, sei ancora nel mondo dei sogni…
- Mi hai svegliata tu!- protestai – Tu e quel tuo… aggeggio infernale! Si può sapere che cos’è, oltre ad un ottimo strumento per farmi perdere qualche diottria?
Maggie lo mise sul tavolo di cristallo, sorridendo soddisfatta: - Adesso vedrai…
Il fascio di luce, passato attraverso un foro dell’oggetto trasparente, uscì dal lato opposto, creando un arcobaleno lungo fino al pavimento.
- Oh, è un prisma…- commentai – Perché hai portato qui un prisma?
Maggie prese una dracma d’oro dalla tasca dei jeans neri: - Ti farò scambiare qualche parola con tuo padre.
- Che cosa?-
Tra una cosa e l’altra, mi ero completamente dimenticata che, in quei sei giorni passati al Campo,
non avevo ancora avuto l’occasione di parlare con mio padre.
Mi avvicinai alla mia amica, tenendo sempre d’occhio il fascio di luce colorata: - Posso vedere papà?
Lei annuì, gettando la dracma d’oro attraverso il fascio di luce: - O dea, accetta la mia offerta!-
La moneta venne assorbita, esattamente come quando Maggie evocò il taxi delle Sorelle Grigie per arrivare al Campo.
- James Swift, Studio Veterinario Pets & More, Atlanta.-
 Dopo un attimo di attesa, iniziai a distinguere delle figure sbiadite muoversi sulla superficie del fascio, fino a che, non comparve nitidamente la figura di un uomo girato di spalle, con i capelli biondi e il camice bianco,  intento a somministrare un antipulci ad un cane volpino dal pelo ramato.
Senza rendermene conto, indietreggiai di un passo, ancora scossa per la visione.
Maggie mi diede una gomitata, che mi permise di pronunciare una singola parola: - Papà?
Mio padre si girò, guardandosi intorno, fino a quando non incontrò il mio sguardo. I suoi occhi verdi si spalancarono per la sorpresa: - Leila!- la fialetta di trattamento gli cadde quasi dalle mani – Tesoro, che bello rivederti! Stai utilizzando un Messaggio-Iride per parlarmi, vero?-
Guardai Maggie con aria interrogativa, così lei si affrettò a rispondere per me: - Sì, James, sono riuscita a trovare un prisma alla fine… è stata un’impresa, ma ce l’ho fatta…
Mio padre sorrise: - Oh, ci sei anche tu, Meg! Come sta andando al Campo, ragazze?
Alzai le spalle, cercando di avere un’aria rassicurante: - Abbastanza… ho fatto qualche amicizia, soprattutto con quelli della Casa di Apollo… e credo di entrare nelle grazie di una figlia di Ares… Dèi, dovresti vederla, avrà circa dieci anni, ma è alta quasi quanto me!
Papà emise un fischio, venendo distratto dall’abbaiato scocciato del volpino: - Oh, scusa, hai ragione Mr Furry! Tieni questo biscotto, intanto, sarò subito da te-
Il cagnetto si mise a sgranocchiare soddisfatto il biscotto, dando modo a papà di riprendere a parlare con me: - Ecco… oggi abbiamo il trattamento antipulci, quindi è un tantino nervoso…-
- Lo vedo- borbottai, pensando a quanto malata potesse essere una persona che chiama il suo cane “Mr Furry”- A te come vanno le cose, lì?
Papà sorrise, alzando le spalle: - Che vuoi che ti dica… più o meno il solito, anche se è tutto triste e noioso senza di te…-
Strinsi le labbra, cercando di ignorare la morsa allo stomaco che mi stava tormentando: - Anche tu mi manchi, papà… vorrei tanto poter tornare, di tanto in tanto…-
Lui annuì: - Lo so, principessa. Ma non ti preoccupare, troveremo un modo… intanto, divertiti più che puoi, e allenati con impegno, così che, la prossima volta che un mostro proverà ad avvicinarsi, lo stenderai in un solo colpo! A proposito – si ricordò improvvisamente – Ho saputo che hai conosciuto tua madre!-
- Ah, sì- risposi – E’ venuta di persona a riconoscermi.-
Papà sembrò arrossire leggermente: - E… com’era?
Gliela descrissi rapidamente, parlandogli anche del pegno che mi aveva lasciato, e lui sorrise: - Già, è proprio da lei… mi fa piacere sapere che non è cambiata affatto… spero tanto di rivederla, un giorno…-
Sembrò, per qualche istante, perdersi nei propri pensieri, poi si scosse: - Beh, immagino che non ti resti ancora molto credito… e Mr Furry sta diventando un pochino impaziente… è il momento di salutarci, tesoro, altrimenti uscirò da qui con qualche dito in meno… chiamami pure quando vuoi, mi ha fatto piacere sentirti. A presto, ragazze!-
- A presto – gli risposi, mentre Maggie si limitò ad alzare la mano in segno di saluto.
Papà mi mandò un bacio e la conversazione si interruppe.
Maggie prese il prisma e lo posò su una mensola, mentre io rimasi per qualche secondo in silenzio. All’improvviso, iniziò a mancarmi la mia vecchia vita, e provai il fortissimo desiderio di tornare a casa, anche solo per un secondo, per poter riabbracciare papà.
Ma poi, un pensiero improvviso balenò nella mia mente: - Dèi, quasi dimenticavo!
Maggie mi fissò alzando un sopracciglio, mentre iniziavo a vestirmi alla velocità della luce: - Che cosa dimenticavi? E perché hai una faccia sadica?-
Io esultai  silenziosamente, pensando che, presto, Luke Castellan avrebbe avuto una coloratissima sorpresa: - Lo vedrai Maggie – sogghignai, infilandomi dei jeans – Lo vedrai…
 
Mi sedetti al tavolo di Artemide, attendendo, con aria innocente, che ci venisse portata la colazione.
I miei compagni semidei stavano prendendo posto svogliatamente, ancora un po’ intontiti dal risveglio.
Il tavolo di Ermes prese ad affollarsi sempre di più, e, ‘stranamente’, il Cleptomane di biancheria arrapato non si vedeva ancora.
Maggie mi si sedette accanto, squadrandomi con severità: - Insomma, si può sapere che hai da gongolare tanto? Non avrai mica combinato qualcosa!
- Chi, io?- domandai ingenuamente – Ma cosa ti salta in mente?
Lei fece per replicare, ma si bloccò non appena vide il ghigno malefico che mi si dipinse sulla faccia, quando Luke Castellan fece il suo ingresso nel padiglione.
La sua faccia aveva un brutto colorito verdastro e, dalla sua espressione, si vedeva lontano un miglio che era più nervoso di un licantropo nei giorni di luna piena.
Teneva le mani, chiuse a pugno, dietro la schiena, cercando in tutti i modi di nascondere le unghie.
Si sedette al proprio posto, gettando qua e là occhiate nervose ai compagni.
Connor Stoll si girò verso di me, strizzandomi l’occhio.
- Hey, Luke!- chiamò uno dei ragazzi di Ermes – Mi passeresti quella mela, per favore?
Provai una soddisfazione incredibile nel vederlo impallidire, senza avere il coraggio di mostrare le mani in pubblico.
Il suo fratellastro lo fissò stupito: - Allora, Luke? Che ti prende, me la passi o no?
Luke strinse le labbra e, nel modo più impacciato possibile, afferrò la mela tenendo le dita ripiegate.
Un bagliore rosso intenso brillò, non appena fece per ritrarre la mano, una volta consegnata la mela.
Travis Stoll, che stava per portare alla bocca un chicco d’uva, si bloccò, strizzando bene le palpebre: - Luke, scusa…
Il volto di Castellan divenne pallido come un cencio.
- Che cosa… che cos’hai sulle dita? Ho visto qualcosa di rosso…
- Ehm, non è niente- cercò di tagliare corto lui, portandosi le mani dietro alla schiena, ma un ragazzo dai tratti ispanici, che gli stava seduto accanto, gli prese un polso e, prima che Luke avesse avuto il tempo di protestare, espose la sua mano davanti a tutti.
- Se ti sei tagliato, non devi mica vergo… oh, Dèi!
Un silenzio tombale calò tra i ragazzi di Ermes, portando tutti i semidei dei tavoli attorno a voltarsi (poiché era davvero insolito che il tavolo di Ermes fosse così silenzioso).
Luke nascose in fretta le unghie smaltate, ma, ormai, solo i più tonti non le avevano notate.
Il resto del Campo era piombato in un silenzio attonito, che si interruppe solo quando Clarisse La Rue, tentando di trattenere le risa, gridò: - Castellan ha lo smalto!-
Una risata generale scoppiò nel padiglione, mentre Luke diventava rosso di vergogna.
Maggie mi fissò ad occhi spalancati, come per cercare una risposta ed io, mezza soffocata dalle risate, riuscii solo a mormorare: - Ho pagato Connor Stoll per metterglielo…
Invano, la mia Custode cercò di trattenersi.
Qua e là, fioccavano commenti di ogni genere.
- Castellan, non sapevo che fossi così sexy!
- Quello smaltino è davvero invidiabile…
- Sei sicuro di non essere figlio di Afrodite?
- Oh, ti prego, dimmi dove l’hai comprato, che alla mia ragazza ne serve uno uguale!
Luke era talmente imbarazzato che non riusciva nemmeno a farfugliare qualche patetica scusa.
Chirone giunse nel padiglione galoppando: - Insomma, ragazzi, perché fate questo chiasso? Non dovreste finire la vostra colazione? Che sta succedendo qui?-
Polluce, uno dei due gemelli di Dionisio, provò a rispondere, anche se era ancora piegato in due dal ridere: - Nulla è che… Castellan… ha lo smalto, signore!-
Chirone restò a corto di parole, fissando Luke con aria stupita: - Luke, ma che cosa…
Castellan sospirò, con le guance in fiamme: - E’ stato uno stupido scherzo, Chirone. Qualcuno me l’ha messo mentre dormivo…
Il centauro restò un attimo sconcertato, poi cercò di ricomporsi: - Beh, lo scherzo è bello finchè dura poco, perciò, riprendete la colazione… Luke, per favore, và in Infermeria e cerca qualcosa per togliertelo.-
Lui annuì, obbedendo meccanicamente all’ordine.
Incrociò per un secondo il mio sguardo e, non so perché, ebbi l’impressione che, alla vista del mio sguardo trionfale, Luke avesse capito tutto. Il ghigno che mi rivolse fu inequivocabile.
 
Quel pomeriggio, dopo aver praticato un po’ di scherma nell’Arena, mi allontanai per prendere delle ginocchiere da allenamento nuove, perché le mie iniziavano ad essere un po’ consumate.
Passai davanti alla collina del Pino di Talia, gettandogli uno sguardo distratto.
E fu allora, che vidi qualcuno in piedi davanti all’albero.
Sospirai, e, non so per quale ragione, lo raggiunsi.
- Hey, Luke!
Il ragazzo si girò, sembrando, per un attimo, sorpreso di vedermi. Poi sogghignò: - Oh, ma guarda un po’. La nostra Principessina della Manicure… ti sei divertita abbastanza oggi?
Incrociai le braccia sotto il seno, squadrandolo poco amichevolmente: - Te la sei cercata. Tu mi hai umiliata rubandomi il reggiseno. Che poi, tra parentesi, non ho ancora capito come hai fatto…
Luke alzò le spalle, con un sorrisetto furbo: - Trucchetti del mestiere…
- Sì, certo.
Assunsi un’aria da dura, cercando di non abbassare mai lo sguardo: - Quindi sapevi che sono stata io ad ideare lo scherzo.
Lui fece un passo avanti verso di me: - Beh, il modo in cui gongolavi stupidamente a colazione, oggi, non mi ha lasciato alcun dubbio…- mi si avvicinò in modo poco rassicurante – E Connor non mi batte di certo, in quanto a furbizia- mi mise in mano la boccetta di smalto – chissà come mai era sotto il suo cuscino, accanto ad un bigliettino davvero amorevole…
Feci un passo indietro: - E allora perché non l’hai detto a Chirone nemmeno questa volta?
Luke scosse la testa, ridacchiando: - Perché mi sembra una cosa da stupidi, lamentarsi col maestro, quando si può  ottenere da soli una vendetta migliore.
Trattenni il respiro, mentre lui serrava le mani sulle mie braccia.
Non volevo mostrarmi intimorita, ma il modo in cui mi guardò rese la cosa davvero difficile.
Iniziai a pensare ad un modo per scappargli, ma, inaspettatamente, lui mollò la presa, allontanandosi lentamente da me.
Lo guardai con aria interrogativa, ma lui si limitò a gettare uno sguardo al pino che stava alle sue spalle: - Una volta, lei era mia amica…
Restai a bocca aperta, mentre lui continuava a fare finta di niente.
- Scusami?- domandai, allibita – Ti comporti come se stessi per violentarmi da un momento all’altro, e poi inizia a parlarmi di quella specie di donna-albero come se niente fosse?
Lui mi fissò sogghignando: -  E’ evidente che non mi conosci bene. Non sono il tipo da violentare una ragazza solo perché lei mi ha fatto mettere lo smalto… e, a dire il vero, non sono uno che violenta le ragazze, in generale. Devo ammettere, però, che la tua espressione stupita mi ha ripagato un po’ della figuraccia che ho fatto oggi.
Scossi la testa, con fare rassegnato: - Tu non sei normale…
- Oh, no- concordò lui – Io non sono come tutti gli altri. Ed è per questo, che sto organizzando una cosa davvero spettacolare, che mi darà modo di dimostrare quanto sono speciale!
Alzai un sopracciglio con aria annoiata: - Ma davvero?
Luke parve tornare ai propri pensieri, appoggiando una mano sulla corteccia del pino: - Talia me lo ripeteva sempre che ero speciale. Non si meritava la fine che ha fatto. Perdendo lei, ho perso la migliore amica che potessi mai desiderare…
- So già la storia- sbottai un po’ scocciata, per nulla intenzionata a parlare di quella ragazza che, non so come mai, mi stava già antipatica senza neanche averla conosciuta – Non serve che me la racconti.
Luke mi fissò divertito: - Non avevo intenzione di farlo.-
Si bloccò un secondo, portando la mano alla spalla fasciata, e flettendola all’indietro con un gemito.
- Ti fa… ancora male?- domandai, sentendomi un po’ in colpa – Oggi non sei venuto agli allenamenti per via di quella?
Lui sorrise, con un’espressione di noncuranza: - Mi dà un po’ fastidio, in effetti. Il taglio che mi hai fatto era abbastanza profondo… ci metterà un bel po’ a guarire…
Abbassai lo sguardo, arrossendo leggermente: - Non era mia intenzione…
- Lo so.
Luke mi fissò con un’espressione furba, socchiudendo gli occhi azzurri malizioso: - Sai tenere un segreto?
Mi appoggiai le mani sui fianchi: - Certo che so mantenere un segreto! Per chi mi hai presa, scusa?
Lui mi si avvicinò con fare enigmatico, abbassando improvvisamente la voce: - Ho in mente un’impresa, che mi permetterà di uscire da qui. Ancora non so bene i dettagli, ma sta’ sicura che, non appena avrò le informazioni che mi servono, troverò il modo per tornare nel mondo esterno.
Possiamo vincere tutte le Cacce alle Bandiere che vogliamo, ma mai saremmo in grado di dimostrare il nostro valore, finchè non daremo prova delle nostre doti al di fuori del Campo Mezzosangue. Io compirò un’impresa, a qualunque costo, Leila. E tornerò come un eroe.-
Cercai di capire se stesse scherzando o meno e, quando capii che era serio, scossi la testa: - Sapevo che fossi stupido, ma fino a questo punto… dove pensi di andare, solo, in balia dei mostri, a quindici anni appena e con quella spalla ferita, per di più? Non sopravviveresti un solo secondo nel mondo esterno…
Luke mi sorrise furbescamente e, con tono decisamente troppo sensuale per i miei gusti, sussurrò semplicemente: - Staremo a vedere…
Si allontanò come se niente fosse, lasciandomi là, sorpresa, accanto ad un pino gigante magico e con una boccetta di smalto rosso sangue ancora stretta nella mano.
  
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