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Autore: _Giulietta88_    26/10/2012    5 recensioni
Londra, Inghilterra. Una scuola d'arte, due ragazze e cinque ragazzi. Ellie e Elis, le due ragazze invisibili e maltrattate dai cinque, considerati i mostri sacri della scuola. Una vecchia amicizia, l'amore segreto e pieno di passione, un corso di teatro inaspettato, tradimenti e bugie, tutto contornato da un gruppo di ragazzi e ragazze destinati a stare tra di loro.
Dal Capitolo 1:
Durante le precedenti vacanze estive aveva supplicato, nel vero senso della parola, i suoi genitori per mandarla a Doncaster, la cittadina dei nonni, per respirare una nuova aria. E così aveva preso quella geniale idea. Sarebbe cambiata e quando sarebbe ritornata a Londra e avrebbe messo i piedi a scuola il gruppetto dei 'popolari' avrebbe detto “cazzo”. Ovviamente si riferiva ai cinque bulli, che dai tempi delle medie, la torturavano con violenze fisiche, ma sopratutto psicologiche. Louis Tomlison, Harry Styles, Niall Horan, Liam Payne e Zayn Malik si sarebbero zittiti, per sempre, e non avrebbero più urlato nei corridoi della scuola 'sfigata', 'poveretta' o 'bruttona'.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1. Tears.

 

Chiudi gli occhi e riaprili

lentamente. Tutto ti

sembrerà meno

peggio.

 

« Buongiorno signorina. Desidera? »

« Sono Ellie, la ragazza che aveva preso un appuntamento per i due tatuaggi.. »

« Oh, certamente! Cosa vuoi che ti disegni? E in quale parte del corpo? »

« Vorrei il segno dell'infinito sulla caviglia destra, nella parte esterna e la scritta 'I will change. Just for you.' nel braccio destro, nella parte interna. »

 

Tutto era cominciato in quel modo, con degli stupidi tatuaggio. Dalla prima media veniva presa in giro perché era sfigata e ora, al terzo anno della School of Arts di Londra, aveva decisa di cambiare. Proprio così.

Durante le precedenti vacanze estive aveva supplicato, nel vero senso della parola, i suoi genitori per mandarla a Doncaster, la cittadina dei nonni, per respirare una nuova aria. E così aveva preso quella geniale idea. Sarebbe cambiata e quando sarebbe ritornata a Londra e avrebbe messo i piedi a scuola il gruppetto dei 'popolari' avrebbe detto “cazzo”. Ovviamente si riferiva ai cinque bulli, che dai tempi delle medie, la torturavano con violenze fisiche, ma sopratutto psicologiche. Louis Tomlison, Harry Styles, Niall Horan, Liam Payne e Zayn Malik si sarebbero zittiti, per sempre, e non avrebbero più urlato nei corridoi della scuola 'sfigata', 'poveretta' o 'bruttona'.

Così, prendendo armi e bagagli, era andata a Doncaster ed era stata lì tre mesi, per lavorare a tutto ciò che desiderava da tempo: essere bella.

Prima di tutto aveva preso consulto con uno psicologo, con cui si era sfogata in tutti quegli anni, a cui aveva fatto vedere i lividi e i graffi che Mr. Payne le aveva procurato in persona, che successivamente erano guariti ma che le avevano lasciato una cicatrice all'altezza della spalla destra e poi era andata da un dietologo.

Lei era sempre stata ciocciottela, coi capelli boccolosi e castani, gli occhiali e con una passione sconfinata per la lettura e la recitazione.. Le ultime due le erano rimaste intatte, ma fisicamente aveva cambiato tutto. Ma non per lei, proprio così, ma per tutta quella gente lì fuori che da anni la trattava come una sfigatella da cui copiare per il compito di chimica, ma non come una ragazza o un'amica.

Adesso era irriconoscibile, la pancia era piatta, il seno le era cresciuto, era diventata più alta, aveva tinto di biondo i capelli e sopracciglia, li aveva anche tagliati sopra le spalle, aveva messo le lenti a contatto e fatto i tatuaggi. Le uniche persone che avevano visto tutto questo erano i genitori e i nonni. La mamma, quando l'aveva vista, era scoppiata a piangere gridandole 'cosa hai fatto?!' e dicendole che era diventata anoressica.

Eppure quel sogno di Ellie era leggermente sfumato quando la sua migliora amica Elis gli aveva fatto notare che non sarebbe cambiato nulla, perché quel carattere timido, sensibile e terribilmente fragile sarebbe rimasto, bionda o non, con lo psicologo o meno..

 

 

Ore 7:30, Casa Green.

Il corpo di Ellie era schiacciato contro l'enorme coperta e gli occhi erano semichiusi. Si era svegliata col rumore della pioggia e adesso stava morendo di sonno. Era tornata da Doncaster solo la sera prima e non aveva chiuso occhio, pensando proprio a quella mattina. Sarebbe cominciata la scuola. E le erano iniziati a venire i rimorsi, pensando che magari i terribili 5 avrebbero cominciato a torturarla di nuovo, anche se era dimagrita e cambiata fisicamente.

All'improvviso la sveglia suonò, facendola strisciare fuori le coperte rabbrividendo. Era solo Settembre ma a Londra il tempo era orribile, così come il suo umore. Scacciò via la sensazione che le prese all'altezza dello stomaco e le lacrime che le traboccarono dagli occhi. Entrò dentro la doccia e si lasciò trasportare dall'acqua calda, cercando di rimediare al mal di testa che aveva, ma che comunque non le passò.

Indossò l'intimo e afferrò i primi due capi dell'armadio che le sembrarono buoni: un paio di jeans e una maglietta a mezze maniche abbastanza larga da far vedere comunque il suo fisico secco come un chiodo o come diceva sua madre, anoressico.

Mise un po' di mascara, la matita nera e del burro di cacao per rimediare alle labbra screpolate. Afferrò la tracolla bianca e l'ombrello, scendendo al piano di sotto dove c'erano i suoi genitori e le sue pesti: Ashley e Ben, di 6 anni, che quel giorno avrebbero cominciato le elementari.

« Ellie, fermati! Fai subito colazione, se no papà non ti accompagna in macchina e non passa a prendere neanche Elis. »

La ragazza sbuffò sonoramente, sedendosi e afferrando un pezzo di pane e nutella, che si tenne in bocca per più di 5 minuti. Il cibo non le andava, in quel periodo. Fece finta di inghiottire, ma invece sputò tutto di nascosto nel tovaglioso, mettendolo velocemente nella tracolla. Lo avrebbe buttato dopo.

La madre non se ne accorse, così Ellie poté salire tranquillamente in auto, mandando un messaggio ad Elis.

« Salve signor Green! »

Il padre di Ellie le sorrise, dicendole di poterlo chiamare John, visto che ormai si conoscevano da tantissimi anni.

Ellie e Elis erano cresciute insieme. Di due caratteri opposti, ma a tratti terribilmente simili. Elis era stata l'unica ad urlare a Tomlison di smetterla di chiamarla verginella e di ridergli in faccia (anche se lui non aveva smesso), di dare uno schiaffo a Styles quando aveva fatto sanguinare Ellie nonostante lei stessa fu sbattuta al muro dal riccio, di dire a Niall come diavolo faceva parte di quel gruppo, beccandosi il suo silenzio snervante.

Ed Ellie era stata l'unica a supportare Elis quando i suoi genitori divorziarono, quando vide scappare di casa suo fratello, a starle tutti i pomeriggi accanto per farla studiare.

Ed erano anni che la ragazza supplicava Elis di non denunciare i cinque bulli, perché sarebbe finita peggio. Ed Elis aveva accettato a malincuore, solo perché sapeva che la sua migliore amica non avrebbe perso tempo a sparire da quella città, se lei avesse parlato.

Quando arrivarono davanti scuola Ellie sentì che quel poco d'acqua che aveva bevuto a colazione le risalisse in gola, ma sentì la sua mano stringersi a quella dell'amica.

Insieme fecero una corsa per raggiungere lo stabile e salire al primo piano, in segreteria, per prendere l'orario dei corsi.

« Quest'anno ho intenzione di ritornare a sfottere alla Green.. Non sapete come mi diverto, con lei! » Rise Liam, battendo il cinque con Harry.

Quelle parole arrivarono dritte alle orecchie di Ellie, a cui si riempirono gli occhi di lacrime. Non aveva mai avuto il coraggio di rispondere, abbassava solo la testa piangendo.

« Guardate la bionda.. è nuova? Ancora non è passata dal mio letto quindi.. »

Zayn disse quelle parole, facendo ridere l'ochetta che aveva accanto e sentendo ancora quelle parole Ellie si sentì rimboccare dalla rabbia.

Lasciò la tracolla nelle mani di Elis, che la guardava preoccupata e camminò spedita verso il gruppetto, fissando specialmente Liam, che fece un sorrisetto malizioso.

« Sai Zayn perche' non sono passata dal tuo letto, eh?! Perche' voi tutti siete quelli che mi torturate da anni, cazzo! E solo in questo momento sto capendo quanto sono stata stupida a cambiare per paura di passare ancora un anno terribile. Mi riconosci Payne?! Si, sono Ellie e ti rinfresco la memoria facendoti vedere questa cazzo di cicatrice che mi hai procurato tu l'anno scorso, non curandoti neanche del sangue che scorreva sul costato. E tu Styles vedi questo livido violaceo che ho nel costato? Lo riconosci?! È tutta colpa vostra se non indosso le minigonne come questa cazzo di oca che hai accanto tu, se non porto le magliette scollate, se no i miei genitori dicono 'Ellie ma chi cazzo è che ti ha preso a calci, a pugni, a parole in tutti questi anni'. Spero vivamente che voi moriate all'inferno, cosi' capite cosa ho passato in questi anni! »

Tutta la scuola si era voltati a guardare loro. Aveva urlato tutto quello che teneva da 4 anni, tutto ciò che le era passato nella mente in quei mesi, accompagnato da gesti e dalle lacrime, che per tutto quel tempo le erano passate sulle guance, facendola diventare un panda. Aveva visto passare proprio in quegli attimi le espressioni di quei 5, compreso l'oca. Zayn all'inizio l'aveva guardata come se fosse pazza, Payne era rimasto in silenzio scioccato, Louis si era girato verso la finestra, forse preso dai sensi di colpa, Harry si era passato la mano sui ricci come faceva quando era agitato e Niall.. beh, Niall non l'aveva guardato. Perché con lui c'era un discorso a parte. Con la poca forza che le rimaneva in corpo mollò uno schiaffo sonoro sulla guancia di Liam, che sicuramente era stato quello che non aveva mai avuto pietà. Sul volto di Louis qualche volta aveva visto la pietà, ma su lui no.. mai, neanche quando le aveva lasciato quelle terribili cicatrici, che la costringevano a mettere fard sul braccio.

Subito dopo si girò e iniziò a correre, afferrando solo la sua tracolla e sentendo il suo nome urlato da Elis e corse, corse, corse e corse.

 

 

Aveva corso per non so quanti minuti, ma sapeva che ora aveva stoffa per la corsa dei 1500, sicuramente. Si era spinta fino alla periferia della città, dove c'era il suo rifugio, quello dove andava da piccola proprio con... con un ragazzo speciale, che amava. Con Niall Horan.

A quei tempi mai si sarebbe aspettata che lui gli avrebbe reso la vita impossibile, con i suoi amici, ma ora lo sapeva. Erano stati amici fino alla prima media, quando lui era tornato in Irlanda per un anno, per poi tornare successivamente a Londra. Ma nulla era più come prima. Non aveva rivolto la parola a Ellie, che chissà quante lacrime aveva versato per lui ed era diventato amico di quei quattro.

Buttò la tracolla , si levò le scarpe e fissando l'orizzonte iniziò ad urlare. Urlò come non mai. E fissò il cielo grigio che la sovrastava.

Si distese sulla distesa d'erba e iniziò a piangere.. pianse come non mai, senza paura, perché era sola. Solo dopo qualche ora sentì il rumore di una moto lontana da lei e le crebbe dentro la paura. Paura che qualcuno le potesse fare male, ancora.

Si mise seduta e voltò la testa, vedendo da lontano dei capelli biondi e un paio di occhi azzurri. Niall. Accompagnato da Liam che non si girò a guardarla e neanche le si avvicinò. Improvvisamente scattò in aria, riprendendo a piangere e indietreggiò, impaurita.

Niall le stette a debita distanza e lo vide piangere, a testa bassa. Non provò pena, così come lui non l'aveva provata in quegli anni per lei.

« Per qualunque motivo tu sia venuto, vattene via. »

Urlò, con foga. Vide il biondo alzare la testa e passarsi una mano tra i capelli biondi e lei pensò che fosse stupido.

« Ascoltami per favore, principessa. »

Non so come ebbe il coraggio di dire quelle parole, perché Ellie passò dal viso arrabbiato a scioccato e poi di nuovo arrabbiato.

« Principessa Niall? Principessa dici? Ho smesso di essere la tua principessa quando tu te ne sei tornato in Irlanda! Avevi detto che saremmo restati amici, ma non fu così. Come puoi chiedermi di ascoltarti.. dopo questo, eh? Spiegamelo! Tu e i tuoi amici mi avete massacrato dalle medie con parole, con calci quando vi eravate svegliati col piede storti. Liam non ha avuto pietà di me, Niall! E tu te ne stavi lì.. senza muovere un dito! E dici che devo ascoltarti? Ascoltami tu, Horan. » disse alzando il braccio e facendo vedere il tatuaggio sul braccio. Solo in quel minuto si accorse che si era avvicinata al ragazzo. « Questo marchio mi ricorderà a vita quanto terribili sono stati questi anni e la scorsa estate ho pensato che cambiando, cazzo, sarebbe finito tutto. Avrei dimenticato. Ma mi sono solo presa in giro.. Guarda qui, Niall! Fino a tre mesi fa ero normale.. ora sono secchia come un chiodo.. mia madre mi urla anoressica. E tu, tu.. cavolo.. tu sei una delle cause di ciò! »

Disse e il biondo non fiatò. Stette lì, fermo. Niall non era violento, ma perché le aveva fatto ciò? Perché Liam e gli altri l'avevano picchiata? Cosa aveva fatto di male?!

Afferrò la tracolla e guardando per l'ultima volta il biondo, che non muoveva un muscolo, iniziò a camminare, passando anche a Liam, che era a testa bassa. Come se non gli importasse nulla.

Finalmente avevo svuotato il sacco e mi sentivo terribilmente meglio, girai di nuovo la testa e vidi Niall dare un calcio ad una pietra, probabilmente arrabbiato.

Ricominciai a correre verso casa e quando fui sicura che i due terribili amici non mi pottesero sentire mi fermai ed urlai a gran voce “VAFFANCULO LONDRA!”.

 

 Avevo detto ai miei che quel giorno avevo bisogno di stare da sola e di non andare a scuola, loro mi avevano capito e firmarono la giustifica, così io salì nella mia camera, afferrai il cellulare e ignorai chiamate e messaggi, scrivendo solo un 'sto bene.' a Elis.

Morfeo arrivò saltellando e mi portò nel suo mondo e quella notte, per la prima volta, non sognai nulla. Come se quella giornata mi avesse tolto la facoltà di amare. Ma, forse, dopo quel giorno avrebbe potuto ricominciare a vivere.

 

Ricordi di una Directioner -

Sono di volatissimissima. Lasciate una recensione, piccola, grande, bella o brutta che sia.

Ci tengo a questa storia. Davvero.

 

Giuly xxx

 


  
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