***
Ian sapeva che
era giunto il momento.
Il momento di
sapere.
Di conoscere.
Di svelare.
Il segreto
più sconvolgente della storia dei Figli dell’Uomo.
Hyperversum.
L’antico
Egitto.
Il Destino di
Jeanne d’Arc.
La Sfinge.
Lui, Ty e tutti
coloro che portavano nel loro stesso genoma
il marchio genetico dei Figli del Cielo.
Ogni cosa era
stato ordita per uno scopo.
Fin dai tempi in
cui il mondo era solo un cucciolo.
Fin da quando
ogni cosa era stata creata.
La sfera di luce
bianca accecante sospesa nell’aria rallentò
il suo moto. Si spense. Tornò ad essere soltanto il menu del
gioco. Solo un
istante prima, Ian aveva creduto di vedere la sua vita scorrere
riflessa in
quella luce. Il giorno in cui gli era stato detto che i suoi genitori
erano
morti. Il naufragio sulle coste di un mondo sconosciuto quando
Hyperversum
aveva svelato il suo arcano mistero. La prima volta che aveva visto
Isabeau,
disteso sul letto ancora convalescente. La prima volta che
l’aveva baciata. La
prima volta che le aveva detto di amarla. La prima volta che aveva
creduto di morire
per mano di un sicario. La prima volta che aveva visto suo
figlio…
Ian
trasalì.
Stava succedendo
qualcosa.
***
La clessidra
dorata che la Sfinge aveva messo al collo di Ty
ora riluceva di uno strano bagliore.
Ian si accorse
che tutti stavano fissando l’omphalos. Persino
la dea sembrava in attesa.
Ty prese tra le
mani il monile e ritrasse di scatto le
dita. «Brucia!»
Afferrò il laccio di
cuoio cui era appesa la clessidra e cercò di sfilarla dal
collo.
«Non
farlo, ragazzo» sussurrò la Sfinge.
«Lascia che ciò che
deve accadere, accada.»
Ty
fissò impietrito la dea.
«Non
devi aver paura. Lascia che accada.»
«C-cosa,
mia signora?» balbettò lui.
Anche Ian voleva
saperlo. Cosa stava succedendo? Monika era di
fianco a lui e sembrava altrettanto nervosa. Shani e Misha erano tra
loro e Ty,
pronte a intervenire a un cenno della Sfinge.
La dea sorrise
impercettibilmente. «אתה בנו של יהוה, הילד.»
Ian non capiva
le sue parole. Monika aggrottò la fronte e gli
rivolse uno sguardo interrogativo.
«אתה בנו של יהוה, הילד.»
ripeté la divinità.
«I-io
non c-capisco, mia signora.» Ty era disperato.
« אתה בנו של יהוה, הילד. בואו גורלך התגשם, המושיע של השמים»
La dea non sorrideva più. Nei
suoi incredibili occhi d’oro liquido brillava una strana luce.
All’improvviso
il collo di Ty scattò all’indietro, il ragazzo
sbarrò la bocca. Dalla gola uscì un rantolo di
sofferenza.
Ian si
gelò sul posto, non sapeva cosa fare. Pensava
velocemente. Monika fissava in cagnesco le due Delicate che avevano
portato le
mani agli ankh e sembravano disposte a tutto.
La luce intorno
alla clessidra appesa al collo di Ty crebbe
d’intensità
fino ad avvolgere lentamente il petto del ragazzo. Il rantolo divenne
un urlo
possente e disumano. Le vene sul collo e sulle braccia risaltarono
all’improvviso,
mentre i muscoli cominciarono a tremare.
«Ty!»
gridò Monika. Ian sapeva che il maggiore non poteva
più
aspettare. Nemmeno lui. Qualsiasi cosa stesse per accadere non voleva
scoprirlo
sulla pelle del ragazzo. Non l’avrebbe mai permesso. Monika
gli fece un cenno
di intesa, Ian annuì.
Scattarono in
avanti.
Le Delicate
sbarrarono gli occhi.
Un sibilo
nell’aria.
Alle loro spalle.
La Delicata
più giovane si gettò contro Ty.
L’ultima
cosa che Ian vide fu l’asta di un’arma nera e
traslucida che spuntava dal ventre di Shani e il sangue che bagnava il
suo
corpo giovane e perfetto.
***