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Autore: Lepricano_di_inchiostro85    27/10/2012    3 recensioni
Vi siete mai chiesti che cosa accadrebbe, se l'affascinante madre di Scott decidesse di organizzare una festa di Halloween? Questo è ciò che potrebbe verificarsi ipoteticamente...
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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This is Halloween!

Il piano di Stiles.

 

 

Vi siete mai chiesti che cosa accadrebbe, se l'affascinante madre di Scott decidesse di organizzare una festa di Halloween? Questo è ciò che potrebbe verificarsi ipoteticamente: 

 

«Dannazione!! Maledetto bastardo, questa me la paga!» sbottò Scott, dando un pugno all'armadietto di scuola.

«Accidenti amico, hai proprio la luna storta stamattina!» replicò Stiles. «Qualsiasi cosa sia successa, ti consiglio di darti una regolata. Hai piegato uno sportello di metallo nel bel mezzo del corridoio di scuola e...se voi altri vi state chiedendo come ha fatto, la risposta è si! McCall fa una dieta iper proteica! Tranquilli,  non è un lupo mannaro. I licantropi non esistono, come i kanima d'altronde!» continuò Stiles, urlando, a squarciagola, l'ultima parte di quanto aveva appena detto.

«Quei due sono proprio svitati!» commentò la folla di scolari, prima di disperdersi al suono della campanella.

«Saresti di cattivo umore anche tu, se sapessi...»

«Se sapessi, cosa? Com'è essere un lupo mannaro, o com'è avere una ragazza che ti vuole, che ti da retta, che ti chiama per nome; non che fa finta di niente e preferisce uscire con un ex varano gigante.» rispose il ragazzo, afflosciandosi sul pavimento, triste e depresso.

«Non hai il tempo di deprimerti! Quel cane rognoso e subdolo di Peter Hale sta macchinando qualcosa. Ha convinto mia madre a dare una festa di Halloween a casa nostra, e lei, puntualmente, mi ha chiesto di invitare tutti i miei amici. Perfino tuo padre.»

«Mio padre odia Halloween! Tutte le volte, dopo questa festa, i casini in città aumentano, e così gli tocca sgobbare più del solito. Senza contare che, per colpa sua, anch'io odio questa festa. Tutto è iniziato il giorno in cui gli chiesi di comprarmi un costume. Mi rispose che se ne sarebbe occupato lui. Tornò a casa con una coperta sporca di fango e con foglie marce cucite sopra. Disse: “T'ha da, il mostro della palude!” Quell'affare odorava di fogna ed era infestato. Puzzai di morto ed ebbi i pidocchi per una settimana!»

«La famosa settimana in cui avevi contratto quel raro virus influenzale?»

«Esattamente, proprio quella. In realtà non avevo proprio un bel niente, ma come potevo presentarmi a scuola in quello stato? Comunque sia, di acqua sotto i ponti ne è passata, quindi torniamo a noi. Se Peter Hale ha fatto veramente quel che hai detto, deve avere qualcosa di veramente strano in mente. Magari qualcosa che potrebbe farlo tornare alla ribalta....»

«Tornare alla ribalta? Gli abbiamo dato fuoco, Derek gli ha tagliato la gola e lui è tornato comunque, più in forma che mai. Neanche Elvis è riuscito a fare tanto. Più alla ribalta di così!»

«Che centra Elvis? Lui era il re del rock, non un ex Alfa risorto come l'araba fenice.»

«Si, ho capito, ma non è questo il punto. Secondo te che cosa sta macchinando?»

«Sicuramente non vuole mettere insieme una band! Tu sei stonatissimo, e con il carattere che ha Derek, i vostri ipotetici fans non sopravvivrebbero al primo concerto. Senza contare il nome della band, come potreste mai chiamarvi? I Mannari di zio Peter? O forse è meglio i Wolves Boys? Ti piace? É ispirato ai Beach Boys, californiani anche loro.»

«Si, ma non di Beacon Hills! Inoltre il loro leader non era uno psicopatico che ci prova con mia madre!»

«Hai ragione, Wolves Boys è tremendo...Ahia!» esclamò indolenzito Stiles, dopo aver ricevuto un cazzotto sulla spalla da Scott. «Ok, messaggio ricevuto! Smetto di scherzare e cercherò di scoprire qualcosa sull'aspirante allievo del Joker.»

«Eh eh eh eh, del Joker?»

«Certo, del Joker! La pettinatura, la risata e il modo di vestirsi di Peter Hale mi fanno venire i brividi. Pensa se diventasse il fidanzato di tua madre …..»

«Batman avrebbe un bel da fare e tu saresti uno Stiles morto! Devi aiutarmi a scoprire che cosa sta architettando.»

«D' accordo. Ora, però, andiamo a lezione, c'è il compito di chimica. Penseremo più tardi al da farsi.»

 

Svariate ore più tardi:

 

«Ebbene qual'è il piano, Stiles?» domandò Scott impaziente.

«C'è solo un modo per entrare nella mente di un Hale!»

«Quale? Un'autopsia del cranio?»

«Eh eh eh, divertente! Non fare lo scemo! Sei tu quello che rischia di andare a vivere nel Manicomio Criminale di Arkham, insieme a tua madre e a Peter Hale.»

«Non me lo ricordare. Comunque, sputa il rospo. Di che cosa abbiamo bisogno?»

«Non di che cosa, ma di chi.»

«Derek!?»

«Precisamente.»

«Perché?»

«Perché? Perché Peter Hale è furbo, ed è un licantropo. Quante speranze pensi che abbiamo solo io te? Più siamo meglio è!»

«Va bene, andiamo immediatamente da Derek.»

 

Raggiunto il covo dello scontroso Alfa con la Stiles Mobile:

 

«Che ci fate qui?» ruggì Derek.

«Buongiorno anche a te, Derek.» rispose Stiles, ironico.

«Abbiamo un problema.» iniziò, serio, Scott.

«Ancora gli Argent?»

«No, ancora Halloween!» rispose Stiles.

«Halloween? Non riuscite a trovare un costume adatto? Qui, comunque, di dolcetti non ne abbiamo, quindi fatemi il favore di spar...»

«Tuo zio ha convinto mia madre a dare una festa di Halloween a casa nostra. Quindi consideratevi invitati, te ed Isaac.»

«Una festa? Che diavolo avrà mai in mente questa volta?»

«Io adoro Halloween! Ho anche un costume strafigo.» intervenne Isaac.

«Ah si, e che cosa sarebbe?» domandò l'Alfa.

«Mi vestirò da Dracula.»

«Un lupo mannaro travestito da vampiro! Con questa, escludendo mio zio, penso di averle viste proprio tutte. Tornando a noi, che cosa pensate stia combinando?»

«Non lo sappiamo, ed qui che entri in gioco tu. Ci aiuterai a capire che intenzioni ha.» spiegò Scott.

«Non ho un granché voglia di aiutarvi. Ma, visto i recenti sviluppi, è meglio evitare brutte sorprese. Ditemi qual è il piano.»

«Appunto. Digli qual è il piano Stiles.» disse Scott.

«Il piano è suo? Allora si che siamo fregati!» rispose Derek.

«Che hai contro di me? Ho sempre ottime idee, e poi ho tenuto io le tue chiappe mannare a galla, quando quel lucertolone di Jackson ha tentato di farci la festa.»

«È stato un momento di distrazione. Comunque....come vorresti agire?»

«Siccome tuo zio è furbo e ha sensi prodigiosi, come voi del resto, proporrei di seguirlo, alternativamente, durante i suoi spostamenti. Useremo due macchine.»

«Dobbiamo seguirlo in macchina?» chiese Derek.

«No, in canoa. È ovvio che useremo la macchina. Come vorresti pedinarlo, a piedi?»

«Non daremo nell'occhio?»

«Affatto, se usiamo la mia e quella di Scott.»

«Perché, la mia auto che ha che non va?»

«Niente! Ma quante Camaro nere hai visto ultimamente in città?»

«Nessuna, qui avete tutti un pessimo gusto.»

«Disse colui che veste Giorgio Armani, Ralph Loren, giubbotto di pelle costosissimo, ma vive come un barbone in una stazione per vecchi vagoni.» concluse Stiles.

«Levamelo di torno, o lo scanno! Alle 14.00, davanti a casa tua Scott, non tardare! Ora lasciateci, io e Isaac dobbiamo allenarci.»

«D'accordo, ci vediamo oggi pomeriggio.» disse Scott, trascinandosi dietro l'amico.

 

Usciti dalla stazione:

 

«Pensi che i poteri da lupo mannaro possano avere, sul cervello, gli stessi effetti di una malattia autoimmune?» domandò Stiles.

«No, non credo. Ma che cosa c'entra adesso?»

«Niente, ma spiegami...come cavolo fai ad arrivare in ritardo, se il luogo dell'appuntamento è casa tua?»

«Non ne ho idea. A volte Derek straparla, deve essere la tua presenza ad irritarlo.»

 

Saliti in macchina, si diressero immediatamente a casa McCall:

 

«Mamma, sono tornato!»

«Ciao, Scott. Ci sei anche tu Stiles? Non vi siete messi nei guai, vero?»

«Affatto, signora McCall. Scott mi ha invitato a pranzo.»

«Ho ordinato cinese, spera vi piaccia.»

«Nessun problema. Adoro il cinese. É pronta per la festa di stasera?»

«Certo, ho noleggiato un costume fantastico. É invitato anche tuo padre, ma credo che Scott te lo abbia già detto. Per voi va bene?»

«Certamente, mio padre...adora Halloween.»

«Bene! Non vedo l'ora che arrivi stasera. Adesso vi lascio, ho il turno in ospedale. Ci vediamo più tardi.»

 

Quando la madre fu uscita:

 

«Hai detto che tuo padre detesta Halloween. Perché le hai fatto intendere che ci sarete entrambi, quando è chiaro che verrai solo tu?»

«Perché convincerò mio padre a venire alla festa, a costo di farlo ubriacare.»

«Farlo ubriacare? Ma è lo sceriffo!»

«É una storia vecchia e per niente interessante, un giorno te la racconterò.»

«Come vuoi. Spiegami una cosa. Perché ci tieni tanto a far venire anche tuo padre?»

«La questione è molto semplice: ho notato che vanno abbastanza d'accordo. Quindi...»

«Quindi stai tentando di farli accasare?»

«Non essere drammatico, e ascolta: dopo l'abbandono da parte di tuo padre e la morte di mia madre, risulta evidente che ad entrambi manca un genitore. Inoltre, a causa delle loro tristi vicissitudini, credo si siano un po' depressi. Dunque, a mio avviso, avrebbero entrambi bisogno di vedersi con qualcuno. Nel caso di tua madre, Peter Hale è sicuramente la persona meno indicata, visto che non è neanche una persona! Quindi, se ti trovi costretto a scegliere tra uno Stilinski ed un Hale, fossi in te io voterei per il primo. Pensa, potremmo diventare fratellastri! E poi tua madre è molto simpatica. Per carità, avete il brutto vizio di usare le mazze da baseball per fini contundenti e non sportivi, ma è un qualcosa a cui si può porre rimedio. Infine, mio padre è lo sceriffo, ed ha una pistola. Questo significa che ha il potere di chiamare altri uomini con la pistola. Sai, con due Hale in giro per casa, non si può mai dire.»

«Dimentichi che il piombo ha poco effetto sui lupi mannari.»

«Ma l'aconito, invece, funziona benissimo. Prima di venire alla festa, potrei creare dei dardi avvelenati con l'aconitina. L'ho vista nel nostro laboratorio di scienze.»

«Come spiegherai la cerbottana?»

«Niente di più facile. Verrò mascherato da Indio delle Amazzoni o qualcosa del genere. Ebbene, che ne dici?»

«Che mi sembra un piano pazzesco, ma potrebbe funzionare.»

«E per la questione “mio padre e tua madre”?»

«Beh...faccio il tifo per tuo padre!»

«Bene, così ti voglio! Adesso pensiamo a mangiare, abbiamo molto da fare.»

 

Dopo molti ravioli cinesi, involtini e chiacchiere, arrivarono le due.

 

«Derek e Isaac non si vedono ancora.» osservò Stiles, sbirciando fuori dalla finestra della camera di Scott.

«A dire il vero siamo qui.» annunciò Derek, apparendo all'improvviso alle loro spalle.

«Quante volte ti ho detto di non fare così!» sbraitò Scott.

«Così come?» domandò l'Alfa.

«Spuntare dal nulla, come il cattivo tempo in montagna, ecco come. Ci hai spavento!»

«Ben detto Scott, cantagliele!»

«Chiudi il becco Strambinski!»

«Questa voleva essere una battuta, Derek? Ti prego! Combinare il mio aspetto, che ammetto essere un po' strano, con il mio cognome, è pessima anche per uno come te.»

«Lo volete o no il nostro aiuto?»

«Si, certamente.»

«Allora, Scott, dì al tuo amico di non infastidirmi.»

«Stiles, ti prego, fa il bravo!»

«Stiles ti prego fai il bravo? Non è colpa mia se invece di comportarsi da lupo, sembra più un orso!»

«Un orso? Fammi capire. Secondo te che comportamento dovrei avere? Tipo l'orsetto Winnie the Phoo?» domandò sarcastico l'Alfa.

«Beh...non dico che devi girare senza pantaloni con un vasetto di miele sottobraccio, e una vocina maniacale ma......si, dovresti più o meno avere il suo temperamento. Sorridi, sii allegro, sei un lupo mannaro, la vita ti sorride.»

«La vita mi sorride? Hanno bruciato casa mia, sterminato la mia famiglia, ho un parente psicopatico in giro per Beacon Hills, e dovrei sorridere?»

«Va bene, come non detto, sei un caso disperato.»

«Adesso piantatela voi due! Abbiamo qualcosa da fare, se non sbaglio.» intervenne Scott, riportando l'ordine.

«Allora, ascoltate. La festa a casa McCall è alle...a proposito, a che ora è la festa?»

«Alle 20.00. »

«Molto bene, la festa è alle 20.00. Questo significa che abbiamo circa 6 ore per capire che cosa sta architettando tuo zio. Agiremo così: Derek ed Isaac prenderete la macchina di Scott, mentr...»

«Perché devono prendere la mia, non possono usare la tua jeep?»

«No!»

«Perché no?»

«Per due ottime ragioni: primo, la Stiles Mobile la può guidare soltanto lo Stiles Rider, che sarei io; secondo, perché il piano l'ho ideato io, quindi mi spetta qualche diritto in più, chiaro? E poi Derek ha la sua Camaro. Se ti danneggia la macchina potrai sempre rigargli le portiere.»

«Che cosa dovrebbe fare alla mia auto?»

«Ok, non ricominciate. Derek puoi prendere la mia auto. Ecco le chiavi. Fai attenzione, è l'unica che ho!»

«Dove eravamo rimasti..... ah si! Derek ed Isaac prenderete la macchina di Scott, e pedinerete Peter Hale fino alle 17.00. Io e Scott, invece, useremo la mia, e lo pedineremo per il tempo restante, fino alle 19.30. Smettiamo mezz'ora prima per prepararci per la festa, sperando che il nostro sospetto si tradisca prima. Ci terremo in contatto con delle ricetrasmittenti. Scott, ce le hai ancora quelle che ti regalò mio padre due anni fa per il tuo compleanno, vero?»

«Sicuro, le tengo qui.» disse il ragazzo, tirando fuori, da sotto il letto, una vecchia scatola.

«Molto bene. Le sintonizzo sulla vecchia frequenza di Radio BH. Tanto non la usa più nessuno, e il comune non l'ha ancora eliminata. Per parlare bisogna tenere premuto questo tasto. Si inizia la conversazione con la parola Roger e si termina con Passo. Ci sono domande o osservazioni? » finì Stiles.

«Una sola.» intervenne Derek. «Questo piano fa schifo! Dove troviamo mio zio? Non ho la minima idea di dove possa essere.»

«Come sarebbe? É un tuo parente. Dovrai conoscerlo almeno un po'!»

«Posso dirvi io dove trovarlo. Ho fatto un paio di domande a mia madre riguardo tuo zio. Alloggia presso il Beacon Hills motel, non troppo lontano qui. Mi ha anche detto che puntualmente, alle tre, esce e va a prendere un caffè con cornetto al White Moon bar. Adesso sono le 14 e 20. Significa che avete 40 minuti per intercettarlo. Affrettatevi, dunque.»

 

Derek ed Isaac uscirono, misero in moto l'auto e partirono diretti al Beacon Hills Motel.

 

«Noi, Stiles, che cosa facciamo nel frattempo?» domandò dubbioso Scott.

«E me lo domandi? Tu telefoni ad Allison, io mi occupo di Lydia e Jackson.»

«Jackson? Vuoi veramente che venga alla festa?»

«No,! Ma se voglio che ci venga Lydia, devi invitare per forza anche lui. Questa festa potrebbe essere l'occasione buona per far riavvicinare te ed Allison, e far notare a Lydia che io sono il ragazzo perfetto per lei.»

«Dopo aver telefonato, che cosa facciamo? Resta ancora molto tempo.»

«Andiamo a scuola.»

«A scuola?»

«L'aconitina, ricordi?»

«Ah...dimenticavo, hai ragione.»

«Bene, mettiamoci all'opera.»

 

Digitati i numeri di telefono, Scott e Stiles parlarono con i rispettivi interessati:

 

«Pronto...?»

«C-ciao Allison, disturbo?»

«Scott!?»

«Già! Volevo sapere come stai. È una settimana che non vieni a scuola e non rispondi alle chiamate di nessuno.»

«Perdonami, ma ultimamente avevo voglia di stare un po' da sola.»

«Capisco. È stata dura anche per me, quando mio padre se ne è andato, abbandonando me e mia madre. Comunque, non ti ho telefonato per intristirti ancor di più con le vicende della mia vita. Il motivo è un altro. È la notte di Halloween, e mia madre dà una festa a casa nostra. Volevo chiederti se ti andava di venire. Se rifiuti possa capirti benissimo, non dev...»

«Verrò, a che ora è?»

«Verrai, veramente?»

«Si! In questi giorni a casa mia si respira un'aria piuttosto pesante. Ho bisogno di svagarmi. Infondo la vita continua, giusto?»

«Si, ma non devi sentirti obbligata a fare niente.»

«Io voglio venire Scott......ho bisogno di vederti.»

«Anch'io voglio vederti, Allison.»

«Devo vestirmi normalmente, o mi preferisci mascherata?»

«A me basta che ci vediamo, mia madre, invece, è stata categorica: “invita chi vuoi Scott, purché mascherati”»

«Ah ah ah. Capisco. Allora mi travestirò. A che ora è?»

«Alle 20.00.»

«Bene, ci vediamo stasera. Ciao.»

«Allora a stasera Allison, ciao.»

 

«Pronto...?»

«Ehm mm ….uhhh .eehhh.»

«Pronto! C'è qualcuno in linea? Se è uno scherzo non è divertente. Chiunque tu sia, se richiami ancora avvertirò lo sceriffo Stilinski, sono stata chiara?»

«No..aspetta Lydia, sono Stiles!»

«Stiles Stilinski!? Nel tempo libero ti diverti a fare il maniaco?»

«No, affatto, come potrei? Mio padre è lo sceriffo, la mia carriera avrebbe vita breve. Volevo chiederti se ti andava, stasera, di fare un salto ad una festa di Halloween, organizzata a casa McCall.»

«Una festa....in maschera?»

«No, in mutande! Ma certo che è in maschera! Allora...?»

«Verrò se ci saranno anche Allison e Jackson, altrimenti nisba!»

«Scott ha invitato Allison poco fa, e mi ha detto che ci sarà.»

«Perfetto, e Jackson?»

«Beh...potresti dirglielo te della festa.»

«Lo informerò. A che ora è?»

«Alle 20.00.»

«Ho capito...beh, a stasera dunque.»

«A stasera allora. Ciao.»

 

«Pronto?»

«Papà..»

«Stiles!? O dio, dimmi che non stai chiamando dalla galera.»

«Non sono in galera!»

«Lascia che indovini, sei di nuovo in punizione, giusto?»

«No, non sono in punizione.»

«Dunque stai bene e non sei nei guai.»

«Esattamente!»

«Bene. Che cosa ti occorre?»

«Niente. Dovresti solo venire ad una festa di Halloween, dai McCall.»

«Halloween, stai scherzando? Io detesto Halloween, lo sai benissimo!»

«Come so benissimo che tre anni fa mi rovinasti questa festa, traumatizzandomi. Quindi in un certo senso me lo devi.»

«Te lo devo!? Vogliamo parlare delle volte che ti ho tirato fuori dai guai, ragazzo?»

«E se ti dicessi che ti ha invitato esplicitamente la signora McCall?»

«Ti risponderei che sarebbe scortese rifiutare.....e che, se è una delle tue solite cavolate, questa volta ti ci ficco io al fresco, insieme ad un energumeno, intesi?»

«Come vuoi, purché in cella con me ci sia anche Scott. Per il resto puoi fare come ti pare.»

«Scott, dici? Passamelo un attimo.»

«Salve sceriffo Stilinski!»

«Ciao Scott, che diamine state combinando?»

«Niente, solo un'innocua festicciola.»

«Un'innocua festicciola!? È vero che tua madre mi ha invitato personalmente?»

«Beh...si, ha detto di invitare anche lei. Alle 20.00, a casa nostra.»

«Se le cose stanno così.... ripassami mio figlio.»

«Allora papa?»

«Va bene, verrò alla festa. Come faccio per il costume?»

«Tu non preoccuparti! Penso io a tutto.»

«Ok. Adesso ti devo lasciare, dobbiamo perquisire un'auto sospetta! Ci vediamo stasera a casa. Ciao!»

«Ciao, a stasera.»

 

Agganciato, definitivamente, il telefono:

 

«Bene, è anche questa è fatta! Adesso Scott, non ci resta che andare a scuola a prendere l'aconitina.»

 

In fretta e furia, i due ragazzi montarono sulla jeep, ed arrivarono a scuola. Stiles, alla chetichella, si intrufolò nell'edifico, per uscirne circa 10 minuti dopo, con l'essenza di strozza-lupo.

 

«L'hai trovata?» domandò Scott.

«Si! Ma la prossima volta l'acquisterò in erboristeria.»

«In erboristeria?»

«Già, in erboristeria! Mi è costata cara. Ho dovuto corrompere il bidello, in cambio del suo silenzio. Mastrolindo non ha voluto saperne delle mie suppliche. Ha preteso di parlare con il presidente Grant.»

«Gli hai dato 50 dollari?»

«Già. Se li spenda tutti in fiale per capelli! Erano due settimane di paghetta.»

 

Allontanatosi dalla scuola, la Stiles Mobile riportò i due amici a casa Mc Call. Qui, Scott aiutò Stiles a confezionare i dardi avvelenati. Dopodiché si misero in ascolto.

 

«Crrr...crrrrr....rrrr Roger, siamo appostati davanti al luogo. Il sospetto non si vede ancora. Passo.»

«Roger. Ricevuto. Tienici informati, Isaac. Passo.» rispose Stiles.

«Roger. D'accordo. Passo.»

 

Arrivarono le 14.50:

 

«Roger. Il sospetto sta uscendo dal motel, e si sta dirigendo, come previsto, verso il White Moon bar. Passo.»

«Roger. Ricevuto, stategli addosso! Passo.»

 

Dopo circa 20 minuti di silenzio radio:

 

«Roger. Il sospetto sta uscendo dal bar, lo seguiamo. Passo.»

«Roger. Ricevuto. Passo.»

«Roger. Il soggetto sta camminando lungo il viale. Non è guardingo, penso che riusciremmo a scoprire che cos'ha in mente. Passo.»

«Roger. Molto bene. Significa che non sospetta niente. Continuate a tenerlo d'occhio ragazzi! Passo.»

«Roger. Ok! Passo.»

«Roger. Secondo voi dov'è diretto? Passo.»

«Roger. Ci sono diversi negozi. Forse vuole fare shopping. Aspetta! Il soggetto si sta dirigendo verso un'auto. Ha aperto la portiera, penso sia la sua vettura. Passo.»

«Roger. Che macchina è? Passo.»

«Roger. Una Ford Mustang del 69. Rossa fiammante. Interni bianchi di pelle. Cromature sui cerchioni. È una macchina da sballo, molto ben tenuta! Passo.»

«Roger. Una Ford Mustang del 69? Che cosa darei per averne una. Passo.»

«Roger. Si sta muovendo. Gli andiamo dietro. Ci aggiorniamo non appena si ferma. Passo.»

«Roger. Va bene. A risentirci, dunque. Passo.»

 

Qualche minuto più tardi:

 

«Roger. Ha parcheggiato. Si sta dirigendo verso una pasticceria. Passo.»

«Roger. Ricevuto. Informateci quando esce. Passo. »

«Roger. Come al solito. Passo, crrrr rrrrrr.»

«Roger. Che succede Isaac? Passo.»

«Succede che mi sto rompendo di tutti questi Roger e Passo, ecco cosa.»

«…...»

«Ehi, mi ricevete?»

«…...»

«Ehi, riuscite a sentirmi? Questo dannato aggeggio devi essersi rotto.»

«Non si è rotto, Derek. Semplicemente se non dici Roger e Passo, io non ti rispondo.»

«Roger un cavolo! Non so neanche chi diamine sia! Perchè dobbiamo dirlo tutte le volte che parliamo. Non possiamo semplicemente comunicare e basta?»

«…...»

«Stiiiiles! Vuoi rispondere? O devo giocare a domino con i tuoi denti?»

«Alfa...Roger....Passo...»

«Grrrrr....umhf, e va bene! Roger. Appena ti prendo sei morto! Passo.»

«Roger. Vedremo, ripassami Isaac. Passo.» lo scontroso Alfa ridiede la ricetrasmittente al Beta, che riprese le comunicazioni.

«Roger. Rieccomi. Per ora ancora nulla. Passo.»

«Roger. Ricev...»

«Roger. C’è movimento! Sta uscendo dalla pasticceria, ha qualcosa in mano! Passo.»

«Roger. Riesci a capire cos'è? Passo.»

«Roger. Sembrerebbe una scatola di cioccolatini assortiti. Passo.»

«Roger. Cioccolatini assortiti? Passo.» domandò Scott, che, udito il messaggio, si era impadronito, momentaneamente, della ricetrasmittente.

«Roger. Sono proprio cioccolatini assortiti. Mi sembrano di una marca costosa. Passo.»

«Dannazione, cioccolatini, e per giunta costosi. Può significare soltanto una cosa, Stiles!» disse, adirato, Scott.

«Che il vecchio zio Peter ha intenzione di fare il marpione stasera, senza badare a spese! E, se la logica del corteggiamento e il mio sesto senso non mi ingannano, mancano ancora due acquisti.»  dedusse.

«Ovvero?»

«Facile. Fiori e una bottiglia di vino pregiato. Fanno sempre un certo effetto alle donne.»

«Roger. Mi ricevete? Il sospetto si sta allontanando nuovamente. Alla prossima meta riprenderò le comunicazioni. Passo.» informò Isaac.

«Roger. Penso di sapere dove sta andando! Comunque stiamo a vedere. Passo.»

 

Derek ed Isaac restarono imbottigliati nel traffico, due vetture dietro a zio Peter che, ignaro, si godeva un cd. Quando le strade tornarono più praticabili, la Mustang rossa svoltò dal corso principale, per fermarsi di fronte al Californian Shop Flowers, noto negozio di piante a Beacon Hills. Come previsto, il signor Hale acquistò un mazzo di fiori, che sistemò, sul sedile posteriore, insieme alla scatola di dolci. Poi mise nuovamente in moto, per dirigersi, questa volta, all'enoteca cittadina, dove acquistò una grossa bottiglia di rosso. Tappa finale del suo itinere fu il centro commerciale di Beacon Hills, dove vi restò quasi fino alle 17.00. Previdentemente, Stiles e Scott raggiunsero Derek ed Isaac, sotituendoli appena in tempo. Difatti, alle 16.55, zio Peter uscì con due buste, che caricò in macchina. Terminati gli acquisti, ritornò al Beacon Hills Motel. Passarono poco più di due ore, ma non accadde ancora nulla di rilevante:

 

«Roger. Derek, mi ricevete? Passo.»

«Roger. Forte e chiaro Scott. Che cosa succede? Passo.»

«Roger. È questo il punto! Sono le 19.00 ed è ancora in Motel. Penso che ci resterà ancora per molto. Se tra mezz'ora non esce, ritorniamo alla base. Passo.»

«Roger. Anch'io penso che non uscirà. Si starà rilassando e tirando a lucido. Passo.»

«Roger. Diamogli trenta minuti. Passo.»

 

Mezz'ora trascorse più in fretta del previsto, e di Peter Hale nemmeno l’ombra. Così Scott e Stiles si ritirarono, ritornando a casa McCall. I quattro ragazzi parlarono per un po', convenendo, alla fine, che, per ora, non vi era niente di sospetto negli acquisti e negli spostamenti dell'uomo. Decisero, dunque, di tenerlo d'occhio durante la festa. Derek ed Isaac tornarono alla stazione, per prepararsi. Anche Stiles abbandonò il campo. Giunto a casa propria, salì, come un fulmine, in camera sua, e mise mano al porcellino di emergenza, traendone fuori svariate banconote di grosso taglio. Prelevati i quattrini, si diresse, veloce come una saetta, prima in una pasticceria, poi da un fioraio, all'enoteca, ed infine in un negozio dove noleggiavano costumi. Comprato quanto doveva, si rifiondò a casa, dove lo aspettava il padre.

 

«Ragazzo, dov'eri finito? Tra cinque minuti dobbiamo essere a casa McCall.» lo rimproverò.

«A fare compere dell'ultimo minuto. Ora va su, ed infilati questo.» disse Stiles, porgendogli una busta.

«Che cosa sarebbe?»

«Niente domande, va su e indossalo. Io farò altrettanto.»

 

Eseguito il cambio d’abito, padre e figlio confrontarono i loro rispettivi travestimenti.

 

«Carino il mio costume da Zorro! Un po' attillato sul cavallo, ma niente male, devo ammetterlo.»  commentò il signor Stilinski, rimirandosi avvolto nel mantello.

«Già, niente male davvero! E del mio che ne pensi?»

«Beh....umphf ah ah ah ah, non saprei. Non riesco a capire da cosa sei vestito: se da uomo fagiano, o da danzatrice brasiliana ah ah ah ah ah.» rispose ridendo.

«Beh, tante grazie davvero! Sono vestito da Quetzalcoatl, una divinità Azteca.»

«D'accordo Quarzotostat, o come accidenti si dice, vogliamo andare?»

«Certo! Prendi quelle buste e andiamo.»

«Cosa c'è qui dentro?»

«Un pensierino per la signora McCall, non vorrai presentarti a mani vuote?»

«Giusto, ottima pensata!»

«Porta anche la pistola!»

«La pistola? Stiamo andando ad una festa o ad una sparatoria?»

«È la notte di Halloween! Ci saranno un sacco di schizzati là fuori!»

«Hai ragione! La metterò nella fondina schienale, sotto il mantello.»

«Molto bene! Adesso possiamo andare.»

 

Rapida e leggera, la jeep portò i suoi passeggeri a destinazione. Arrivati dinanzi all’abitazione, gli Stilinski incontrarono Isaac, Derek e Scott.

 

«Salve ragazzi. Ciao Scott, tua madre è in casa?»

«Si, signor Stilinski! Si accomodi pure.»

«Bene! Allora io vi precedo, ci vediamo dentro!»

 

Entrato in casa, Zorro, alias lo sceriffo Stilinski, venne ben accolto dalla signora McCall:

«Sceriffo Stilinski, come siamo eleganti! Questo costume ti dona, lo sai?»

«Grazie! Carina la tua tutina da ladra. Esalta le tue...»

«Esalta le mie....»

«Esalta... la tua silhouette. Fai aerobica per caso?»

«Aerobica, no! Corro avanti indietro per i corridoi dell'ospedale. Sai, fare l'infermiera dà un bel daffare, come far rispettare la legge, d'altronde. Comunque, grazie per il complimento.»

«Oh, figurati Melissa! Io tramuto in parole solo ciò che gli occhi pensano. Ah....dimenticavo. Questi sono per te!» disse il signor Stilinski arrossendo, e consegnando alla madre di Scott una scatola di cioccolatini, un bel mazzo di rose rosse e una bottiglia di Merlot.

«Sono per me? Sei molto galante, Jeff. Vado a sistemarli di là. Nel frattempo mettiti pure a tuo agio. Fa come se fossi a casa tua.»

«Va bene, grazie!» rispose, dirigendosi in salotto. «Qui, si imbatté in uno strano individuo travestito da Joker, che aspettava comodamente seduto sul divano.

«Oh...salve. Jeff Stilinski!» si presentò, porgendo la mano allo sconosciuto.

«Lo sceriffo, se non sbaglio? Io mi chiamo Robert Preston, mi occupo di farmaceutica. Piacere.»

 

Fatte le presentazioni, i due restarono a lungo in silenzio, seduti fianco a fianco, finché non ritornò la padrona di casa:

 

«Spero abbiate fatto conoscenza. Suppongo che, visto che siete stati entrambi così gentili a farmi dono di cioccolatini, fiori e vino, non ci siano problemi se vi chiedo di aiutarmi a portare le pietanze in tavola, vero?»

«Io e il signor Stilinski saremo felici di aiutarti, dico bene?»

«Non sia mai. Siamo qui per servire.»

«Posso chiamarti Jeff?»

«Certamente, Robert.»

 

Mentre i tre erano affaccendati, fuori i ragazzi parlavano tra loro:

 

«Bei costumi!» commentò Isaac. «Molto originali.»

«Per curiosità, chi dovreste essere conciati così?» domandò Derek.

«Io Peter Pan.» rispose Scott.

«Io invece Quetzalcoatl.» rispose Stiles.

«Quetzalcoatl, il dio azteco? A me ricordi più un uccel di bosco. Un fagiano gigante direi. Quindi, fossi in, te correrei in casa, non si sa mai. Potrebbe esserci qualche cacciatore in giro nei boschi. Eh eh eh.» commentò sarcastico Derek.

«A quest'ora ne dubito. Per ora, nei boschi di Beacon Hills, abbiamo incontrato soltanto lupi mannari scorbutici o svitati.» rispose Stiles. «Se non sbaglio questa è una festa maschera. Che fine ha fatto il tuo costume, Derek?» aggiunse.

«Il mio costume, dici? Eccolo, c'è lo indosso.»

«Indosso? A me sembri vestito come al solito.» osservò Scott.

 

A quel punto, Derek si trasformò davanti a loro.

 

«Sei impazzito? Non vorrai entrare in casa nostra...in questo stato?» domandò preoccupato.

«E perchè no? Pensi che lo sceriffo possa credermi realmente un licantropo?»

«Lo sceriffo no, ma mia madre potrebbe, visto che ha già visto trasformato me.» precisò Scott.

«Ti ha visto trasformato? E come ha reagito?»

«Non mi ha parlato per una settimana. Poi un giorno ci siamo seduti e ne abbiamo discusso. All'inizio non voleva accettarlo. Quando ha capito che non sono pericoloso, perché sono in grado di controllarmi, ha accettato la realtà. Inoltre mi ha detto che qualsiasi cosa io faccia o sia, resterò sempre suo figlio.»

«Bene, allora non ci sono problemi.»

«Ma non pensi ad Allison e a Lydia?» domandò Stiles.

«Allison ha perso sua madre non per colpa nostra, ma per la famiglia di psicopatici a cui appartiene. Per quanto riguarda Lydia, ha già visto Jackson trasformarsi davanti ai suoi occhi, e la sua reazione non mi è sembrata delle peggiori.»

«Va bene! Torniamo a mio padre, allora. Come lo spiegherai il fattore “vocina”? Quando parli sembri l'anticristo. Non potresti provare a modularla un po'?»

«Concesso!.....uhm uhm grrrrrrr rrrrrr.» l’Alfa si schiarì la voce. «Così va meglio?»

«Accettabile! E gli occhi rossi?»

«Congiuntivite.»

«Ah, si? E dovuta a cosa, alla kriptonite rossa? Per favore, qualcosa di più credibile!»

«Lenti fluorescenti.»

«Uhm, passabile. A questo punto, mi sembra che sia tutto a posto. Speriamo in bene. In ogni caso ho sempre la cerbottana.»

«Non mi risulta che Quetzalcoatl avesse una cerbottana.» fece notare Derek.

«Lui no, ma io si.»

«E a che ti serve? A sparare pezzetti di carta?»

«Non è da escludere. Inumiditi al punto giusto sono parecchio fastidiosi nell'orecchio.»

 

Derek lo guardò torvo:

 

«È une bene che mio zio abbia morso Scott e non te. Tu sei completamente pazzo. Jackson si è trasformato nel kanima, chissà cosa saresti diventato tu.»

 

In quel momento arrivò una porche, con a bordo Jackson, Lydia e Allison.

 

«Ciao a tutti!» salutò Lydia. «Vedo che avete dei costumi particolari. Sopratutto quello da uomo lupo e da....da cosa sei vestito Stiles?» aggiunse, squadrandolo.

«Da Quetzalcoatl.»

«Quetzalcoatl, la divinità azteca?»

«Precisamente.»

«Le penne sono perfette, e anche gli ornamenti. Il problema è un altro.»

«Quale?»

«Quetzalcoatl era un serpente piumato, non una danzatrice del carnevale di Rio.»

«Beh, ho fatto una rivisitazione personale!»

«Che razza di patetico sfigato. Non sei neanche in gradi di procurarti un costume decente? Guarda il mio e impara.» intervenne Jackson, con la sua innata simpatia.

«Chi dovresti essere?» domandò Stiles.

«Al Capone, chi altro?»

«Il costume da Wonder Woman ti dona, Allison.» disse Scott.

«Anche il tuo da folletto dei boschi è fatto molto bene.»

«Veramente, sarei Peter Pan. Il fatto è che è un costume vecchio, e mia madre non ha avuto il tempo di allungarmi i calzoni e la maglietta.»

«Io invece sono vestita da Miss Marvel.» intervenne Lydia.

«Io adoro i fumetti della Marvel.» precisò Stiles.

«Isaac, giusto?» domandarono Allison e Lydia.

«Si!»

«Sei un conte Dracula da paura!»

«Visto che ci siamo presentati tutti, con le nostre nuove identità, direi di entrare.»

 

Per coloro che sono giunti alla fine del capitolo:

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