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Autore: Freakyyep    28/10/2012    4 recensioni
'' L' intero mondo mi è crollato addosso. Io non riesco a sostenerlo, mi sono lasciata schiacciare. ''
Questa è la mia prima esperienza nel campo della scrittura. Un giorno sono stata presa dall'ispirazione ed ho buttato giù il prologo. I presta volto di due personaggi della storia sono Jonathan Gerlo e Giuseppe Giofrè, i due ballerini dell'edizione di quest'anno di "Amici".
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Un gran casino .


- Micky, ho combinato un casino. -  Lei, dall’altra parte del telefono, fa uno strano verso.
- Michela, dio santo, ci sei? -
- Sofia, sai che ore sono? -
- È che non riesco a dormire. -
- Chiudi gli occhi e non pensarci, ne riparliamo domani. -
- Bell’amica che sei. Inutile che mi ripeti, persino nel post di auguri per il mio compleanno su facebook, che per me ci sarai sempre… sai che il ‘sempre’ comprende anche le 3.00 del mattino? –
Michela sospira.
- E va bene, ormai sono sveglia. Dimmi tutto. -
- Andrea mi ha baciata. -
- Wow, roba da non dormirci la notte. –
Mi dice ironica.
- Ma hai sentito la parte dove ti dicevo che ho combinato un casino? Il problema non è questo. -
- E allora qual è? -
- Il problema sono io che non l’ho baciato. -
- Cosa c’è nel tuo cervello che non funziona come dovrebbe? -
- Non mi pento di non averlo baciato, sia chiaro. Mi pento del comportamento che ho avuto. Sono scappata via e l’ho lasciato lì, sulla spiaggia. -
- Mi spieghi per quale motivo non l’hai baciato? Cos’ha di sbagliato quel ragazzo? È perfetto. -
- Devo raccontarti di come si è divertito con Jenny? –

- Jenny? Chi è Jenny? -
- La sua cara amica biondina, inglese. Ho sempre amato le inglesi, le ritengo tutte delle strafighe. Ma con quella tipa, parte della stima che avevo per loro, è svanita.-
- Con questa Jenny si è divertito in discoteca, ma sei tu quella che voleva baciare. -
- Semplicemente perché la tipa l’aveva baciata prima di me e in quel momento in spiaggia c’eravamo solo io e lui. Non poteva baciare nessun altro. -
-  Ma che ne puoi sapere tu? Non vi conoscete ancora bene.
- Proprio perché non ci conosciamo ancora bene… dio, non avrebbe dovuto baciarmi. A maggior ragione se prima ci ha provato con la bionda.
-
- Senti Sofy, non riesco più a seguirti. Dai, ora ti devo lasciare che ho sentito un rumore dalla camera di mamma e papà. Ho paura di svegliarli. Se mi trovano a telefono con te, si incazzano parecchio. Tu promettimi che ora ti addormenti… -
- Ci provo. A domani. -
- A domani? A tra qualche ora! Dormi bene. -
 
Parlare con Michela mi fa sempre stare meglio. Eppure non mi ha tranquillizzata, ne tanto meno mi ha sostenuto nei miei ragionamenti contorti.
Controllo la sveglia che è sul comodino. Sono le 3.18. Io continuo a non avere sonno e la notte è ancora lunga.

______

- E quelle occhiaie? Ancora non ti sei ripresa da ieri sera? -
- A dir la verità non ho fatto niente. Anzi, la serata è stata davvero noiosa. - Rispondo a nonno mentre riscaldo il latte.
- E quell’Andrea? Sei uscita con lui ieri sera? -
- Si, c’era anche lui ma è successo un casino. - Nonno mi  sorride. Preparo una tazza di latte e caffè e mi siedo vicino a lui per raccontargli della serata precedente.
Durante il mio lungo e articolato discorso su quello che è successo tra me e Andrea, nonno non  si è distratto dall’ascolto neanche una volta.
- Parlagli. – Mi dice dopo qualche minuto di silenzio.
- Ma sei pazzo? Con quale coraggio vado lì da lui a parlargli? “ciao Andrea, sono la psicopatica che prima non ti bacia e poi si sente in colpa per come ti ha trattato”. Poi sinceramente non mi va che mi bacia dopo non avermi considerata minimamente tutta la serata per pensare ad una biondina con le tette che straboccavano dalla scollatura del vestitino. -
- Hai un problema con lui, no? Parlagli e risolvilo. – Di scatto si alza, rimette a posto la sedia e dopo avermi sorriso, si allontana nel corridoio verso la sua camera lasciandomi in cucina da sola con la mia tazza di latte e caffè.
Prendo un altro cucchiaino di zucchero, esagero sempre con quello e poi mi lamento di essere grassa.
Giro e rigiro il cucchiaio nella tazza guardando attentamente il vortice che si crea nel latte, finchè non afferro la tazza e butto tutto giù d’un sorso.
- Sofy,  ha squillato il tuo cellulare!- Mi grida nonno dalla sua stanza.
- Si, vado a controllare. -
Lavo velocemente tutto ciò che mi è servito per prepararmi la colazione e corro in camera mia.
Un nuovo messaggio, Michela:  “Preparati, sto per venire sotto casa tua. Usciamo.”
Stamattina non ne ho la minima voglia, sono stanchissima. Magari nel pomeriggio…”
Dopo più di un quarto d’ora, ancora nessuna risposta. Si sarà offesa, sicuro. Odia quando mi rifiuto di uscire, soprattutto quando organizza lei l’uscita.
Vado in bagno a farmi una doccia per riprendermi. Amo rimanere ore sotto il getto d’acqua a toccare i capelli bagnati che scendono lungo la schiena, oppure ad attorcigliare con l’indice qualche ciocca davanti che mi scende lungo il viso, arrivandomi fino ad un po’ più giù del seno.
Dopo la rilassante doccia, mi fiondo sul mio letto isolata nella mia camera. Prendo il mio quadernino e inizio a scrivere tutte le mie paranoie. Appoggiata con la schiena al muro e con le gambe incrociate, inizio a riportarle con la penna su carta. Mi svuoto.
Il suono del campanello mi interrompe. Mi affaccio alla finestra per vedere se per caso riesco a vedere chi è giù che bussa.
Subito scorgo una figura snella che guarda in direzione della finestra dalla quale sono affacciata.
- Scendi ora, cogliona! – Si, è proprio Michela. Come pensavo.
- Non hai letto il messaggio? -
- Sì che l’ho letto. -
- Perché sei qui, allora? -
- Per salvarti dal suicidio. Ti conosco troppo bene. Hai già iniziato a scrivere la tragedia su quell’odioso quadernino con la copertina a fiori? – Mi scappa una risata. - Muoviti, aprimi che salgo su. Aspetto che ti prepari e poi usciamo. -
Nello stesso momento entra nonno in camera. - Noto che già ti sei accorta che c’è Micky giù. -
- Sì. Sta salendo. -
Inizio a scavare nell’armadio in cerca di qualcosa di comodo da indossare. Intanto sorrido pensando a quello che Michela mi ha appena risposto. Non posso credere di aver una migliore amica così, davvero. Non so neanche io come definirla. Ha la capacità di farsi odiare e amare contemporaneamente.
Esco dalla camera con una gonnellina di tessuto verde acqua e una canotta semplice bianca piegate tra le mani. Incrocio Michela in corridoio mentre raggiungo il bagno.
- Brava Sofia, mi hai reso più semplice il lavoro. Pensavo di doverti convincere e invece già sei in bagno a prepararti di tua spontanea volontà. Ti ringrazio. – Sorride, ed io le sorrido a mia volta nel chiudere la porta del bagno.
- Però devi smetterla di convincermi su tutto. – Le grido, ma non mi risponde. Forse non mi ha sentito.  Conoscendola, è in camera mia e già si è appropriata del mio letto.
Mi preparo come un fulmine, non mi va di far aspettare molto Michela.
Infilo le infradito rosa e subito sono da lei. - Allora, andiamo? -
- Certo che andiamo. Sono stanca di aspettarti ancora, principessina. Temevo ne avessi ancora per molto. -
- Dai, che son stata velocissima! -
- Veloce come una lumaca. Andiamo ora! -
Mi spinge con la mano, amichevolmente, e scoppiamo a ridere.

______

- I ragazzi devono essere al mare. - Dico lanciando un’occhiata veloce su casa loro. - È tutto chiuso. -
- Perspicace Sofia. Sai com’è, è quasi mezzogiorno. Siamo le uniche due coglione che non sono al mare con una giornata così. - Sorrido e non controbatto. Ha ragione ed in fondo, è colpa mia se non è al mare oggi.
Mi squilla il cellulare, un nuovo messaggio. Simone: “Ma buongiorno! Dove sei? Io sono in spiaggia, ci sono anche i ragazzi qua. Vi stiamo aspettando… ma che fine avete fatto tu e Micky?"
- Micky, è Simo. Dice che è in spiaggia e ci sono anche gli altri. Lo chiamo e gli dico di raggiungerci? –
- No, andiamo noi da lui. -
- Ma sei pazza? Io l’avevo detto che non volevo uscire… -
- Qual è il tuo problema? -
- qual è il mio problema? QUAL È IL MIO PROBLEMA? Michela ma soffri di Alzheimer giovanile, per caso? Ho passato tutta la notte a spiegartelo e tu continui a chiedermi qual è. - Sbuffa.
- Andrea, dio santo, Andrea. – Prende una pausa. - Muoviti bionda, chiama Simone. -
Compongo il numero sulla tastiera qwerty del cellulare e chiamo Simo.
- Sofiaaaa! Finalmente. Credevo fossi deceduta. Non ti sei fatta proprio sentire. -
- No ciccio è che è successa una cosa che devo raccontarti e per questo motivo, non avevo voglia di uscire. -
- Devo preoccuparmi? -
- Certo che no. -
- No allora… mica hai perso la verginità? -
- Ma cosa dici? Sei pazzo? -
- Okay, bene. Menomale. Già mi stavo preoccupando. Allora se sei ancora vergine… Hai preso una sbronza? -
- Ma no, non ho bevuto niente. Diciamo… - Non riesco più a trattenere la risata.
- Non me la racconti giusta. Muoviti a venir qui. -
- Non posso venire in spiaggia. Fatti trovare all’ingresso. Io e la Micky stiamo arrivando! – Dico di fretta e attacco, senza lasciare a Simone il tempo di chiedermi spiegazioni.
Continuiamo a camminare e lo troviamo seduto sul muretto che da sulla spiaggia.
- Simo! –
- Finalmente! –
È seduto lì, con un sorrisone stampato sulla faccia. Corro ad abbracciarlo.
- Ma sei tutto bagnato, Ti odio! Ora lo sono anche io. -
- Poco prima di venire qui ho fatto il bagno e non mi avete dato il tempo di asciugarmi. -
Michela gli si avvicina e sempre con i suoi modi “affettuosi”, gli tira uno schiaffo sulla testa. Mentre lui, per ricambiare il brusco saluto, le afferra il braccio e la morde leggermente.
- Perché io e te non possiamo avere un rapporto come quello che abbiamo io e Sofy? – Le chiede Simo ridendo.
- Perché siete dei mostri! – Rispondo io, per non so quale motivo, ed iniziamo a ridere tutti insieme.
Tutt’ad un tratto mi blocco. Smetto di ridere, cambio espressione, mi irrigidisco.
Andrea stava venendo verso di noi.
Simo e Micky mi guardano in modo strano, poi si girano e per lo meno Michela, comprende subito il motivo della mia reazione.
- Oh Andrè! Come mai qui? – Gli chiede Simone. Avrei voluto tirargli un pugno diritto in faccia per farlo star zitto.
- Sto tornando a casa. Non sono dell’umore per stare in spiaggia oggi. - Parla con Simo e mi guarda con la coda dell’occhio, ogni tanto. Poi si avvicina a Michela e la saluta con un bacio sulla guancia.
Si volta verso di me. Stringo i pugni. Devo riuscire a parlare.
- Ciao Sofy. – Pronuncia agitando la mano in aria molto delicatamente. Mi ha salutata contro voglia, come se qualcuno lo avesse costretto a farlo. Non ha il coraggio di guardarmi, guarda in basso.
- Ciao. – Rispondo sottovoce.
- Vado allora. Ci si vede. – Si allontana piano piano verso casa.
“L’unica persona con cui dovevo rimanere oggi, sono io. Dovevo rimanere sola a casa con me stessa per evitare tutto questo.”

_____


Buongiorno gente!
E FREAKYYEP E' FINALMENTE TORNATA!
Dio, non so come farmi perdonare per la luuuunga pausa che mi sono presa. Ma sappiate che in tutto questo tempo non mi sono dimenticata di questa storia. Nono.
E' stato solo un periodo strano. Il rientro a scuola non è stato come mi aspettavo e sto attraversando un po' una crisi AHAHAHA.
Non avevo idee su come continuare la storia... però poi ieri, presa dall'ispirazione improvvisa, ho buttato giù questo capitolo.
Ora non ho idea di come continuerò, però continuerò, questo è sicuro. uu
Dato che siamo in tema "perdono", vi chiedo anche di perdonarmi per questo schifoso e breve capitolo di passaggio. I colpi di scena arriveranno...
Ringrazio tutte le persone che non si sono dimenticate di me :') vi comprendo se in questo momento vorreste schiaffeggiarmi AHAHAHAHA. Insomma, dopo due mesi. Bhè, mi schiaffeggerei da sola. çç

Ora devo scappare. Vi ringrazio per l'attenzione. djsfh
Al prossimo capitolo!
Un bacioooone.

- Freakyyep.


 

  
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