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Autore: Tuttoatemiguida    28/10/2012    1 recensioni
Spalancai la finestra della mia nuova camera, e vidi un paessaggio cittadino, ancora sconosciuto, davanti a me.
Savannah.- Georgia.
Eccomi in una nuova città, l'ennesima.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Il principe azzurro scolora al primo lavaggio.



Spalancai la finestra della mia nuova camera, e vidi un paessaggio cittadino, ancora sconosciuto, davanti a me.
Savannah.- Georgia.

Eccomi in una nuova città, l'ennesima.
Non avrei avuto il tempo di conoscere ciò che la caratterizzava,come i ciliegi di cui avevo tanto sentito parlare.
Sapevo che ci saremmo trasferite prima. Era così da circa tre anni.
Ma mi andava bene, o meglio fingevo che tutto questo andasse bene.
Non volevo inasprire maggiormente il rapporto con mia madre, che da quando si era separata da mio padre, era andato a farsi fottere.
Mi voltai. Scatoloni con il mio nome erano disseminati ovunque. Alcuni pieni e ancora imballati,altri completamente vuoti.
Afferrai un jeans e una canotta bianca e mi diressi in bagno.
Mi buttai sotto la doccia, per scollarmi da dosso tutta quella rabbia, quell'ansia e quella polvere accumulata nei giorni passati.
Velocemente mi asciugai, infilai la divisa, spazzolai la mia zazzera rossa, alla quale mia madre non si era ancora abituata.
Non mi avrebbe mai perdonato il fatto di essermi tinta i capelli, di aver sostituito il mio biondo cenere naturale, con un rosso alla "Sirenetta".
Infilate le mie solite converse nere, scesi al piano inferiore, dove ad aspettarmi c'era mia madre intenta a preparare la colazione.
- Ah, Sissi, finalmente.- disse mia madre con il suo solito sorriso sul volto. - Sai, penso che ti troverai davvero bene in questa scuola. -
-L'hai detto anche per l'ultima,e per quella prima ancora.- risposi atona.
Un silenzio imbarazzante cadde nella stanza,fino a che non fu di nuovo lei a romperlo.
- Vuoi che t'accompagni io? - la sua voce trasudava gentilezza.
Ma io quella gentilezza l'avevo sempre interpretata come una forma di pentimento.
Rimorso.
Per aver lasciato mio padre. Per avermi costretto a questa vita. Per l'aria insostenibile in casa.
Sa ch'è colpa sua.

- No,grazie. Preferisco prendere l'autobus. E poi non vorrei farti arrivare tardi a lavoro. - risposi con un sorriso finto,quasi forzato.
Finita la colazione, presi la borsa e usci di casa salutandola.
Aspettai più o meno dieci minuti alla fermata.Poi finalmente l'autobus arrivò.
Non c'era molta gente, era troppo presto. Ma l'aria in casa mia era diventata insostenibile.
Scesi e davanti a me si stanziava un imponente edificio: La Midwood High School..
Entrai e mi diressi all'ufficio della preside che avrebbe dovuto assegnarmi alla classe a me più consona.
Detto fatto. Appena entrai, mi fecero accomodare su di una poltrona scarlatta, molto comoda.
-Allora, signorina Curtis ,a quanto pare sei un ottima studentessa. Ottimi voti,prestazioni sportive eccelenti...-disse la preside, una vecchietta simpatica con degli occhiali piccolissimi sul naso, scomparendo dietro un foglio bianco.- Penso che la classe,in cui ti troveresti meglio è senz'altro la B.- Disse scrutando attentamente un altro foglio.
Così ringraziai,e mi diressi verso la mia nuova classe.
Aspettai fuori dalla porta,fino a quando non senti il professore dire:-Ragazzi,da oggi avrete una nuova compagna di classe.Prego,entra pure Elizabeth.-
Entrai e mi trovai tutti gli occhi puntanti addosso. Il professore mi chiese di prensentarmi,e così feci.
Sfoderai un bel sorriso ed iniziai a parlare di me.
-Salve a tutti. Io mi chiamo Elizabeth Curtis, ma tutti mi chiamano Sissi.- Odiavo presentarmi.
All'inizio ero sempre imbarazzata, ormai però, ci avevo fatto il callo.
Come avevo fatto l'abitudine al cambiare città ogni due mesi, e agli occhi curiosi dei miei compagni.
Il professore mi fece accomodare vicino ad una ragazza davvero carina.

Bionda,occhi color nocciola,onde morbide le arrivavano fino al seno, abbondante. Se non fosse vissuta in una cittadina tanto anonima, avrebbe sicuramente potuto diventare "qualcuno."
Tra una lezione ed un'altra scambiai qualche parolina anche con altre ragazze,fino a quando il suono assordante della campanella non annunciò la fine del mio primo giorno di scuola.
Riposi i libri nello zaino,uscì dall'aula e mi diressi alla fermata.
Quando...
   
 
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