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Autore: Phoebus    29/10/2012    1 recensioni
1287, nel cuore dell'Italia medievale un amore rischia di sconvolgere alleanze politiche e una famiglia intera. Un amore forte, nato per caso, ma destinato all'eternità.
Al tempo delle dame e dei cavalieri, una giovane ragazza bella e splendente come una vera dama e un'aristocratica non proprio nobile come un cavaliere, incroceranno i loro destini per legarsi nell'anima...
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La musica seguitava veloce e ritmata; le due giovani continuavano a stringersi sempre più e a divertirsi tra la folla…immerse ognuna negli occhi dell’altra, dimenticando quasi i loro stessi nomi.
 
 
 
Dalla mischia che circondava gli improvvisati ballerini, Anna osservava divertita l’amica che danzava; finalmente si concedeva anche lei un po’ di svago, pensò.
 
E, anche se le sembrò strano che ballasse con il Comandante con cui giorni prima aveva avuto una lite, non esitò a incoraggiarla a gran voce!
 
Anna: “dai Lena! Fai vedere come balla una vera donna!!” – la rossa rise guardando la sua sostenitrice che urlava, e continuò a girare e ballare senza tregua. Le coppie si invertivano, ma poi si tornava sempre al proprio compagno iniziale.
 
 
 
 
 
 
 
Anche Julia si stava divertendo e, di tanto in tanto, fissava Lena in zone non proprio caste.
 
“si può sapere cosa avete da guardare Comandante?” – era scherzosa ora, senza cattiveria. Si era accorta di essere osservata, e anche dove!
 
“cosa guardo? – Julia per la vergogna di essere stata scoperta divenne tutta rossa in viso! – ehm…no niente! Vi guardavo i piedi…non conosco molto bene i passi e così per capirli…”
 
“Sì, certo i piedi…” – e prendendo le mani della mora la guidò sui suoi fianchi…finché non si ritrovarono con i nasi che si sfioravano e i respiri che si mescolavano.
 
 
 
 
 
 
 
Da lontano Ferdinand assisteva alla scena, per nulla contento di quello che vedeva. Avrebbe volentieri messo le mani addosso a quella dannata aristocratica che come sempre otteneva tutto ciò che voleva; e, pensava, a breve si sarebbe presa anche la sua Lena.
 
Non glielo avrebbe permesso.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Le due ragazze continuavano a guardarsi…frastornate da quella inaspettata vicinanza, dal quel battito che sentivano…da quel rincorrersi…e ora, l’una tra le braccia dell’altra, sembravano perse in un sogno distante…infinito…
 
“ehm…ti dispiace se ci…ci fermiamo un attimo?” – fu la mora a rompere quell’idillio, sentendosi a disagio e imbranata. Non le era mai capitato prima…
 
“si…come vuoi…– Lena sorrise teneramente, lasciando la mano dell’altra e tornando alla realtà. Ma era comunque contenta…perché sentiva Julia più vicina, più umana, più vera…-…ti dona il bianco sai! – le disse mentre camminavano vicine verso quel chiosco, tra bambini e ragazzi che correvano a destra e a sinistra…-…fa risaltare di più i tuoi…-e si fermò un attimo per l’emozione-…i tuoi occhi…”
 
Julia sentì un tuffo al cuore, come se stesse per sentirsi male e svenire…le loro mani si sfiorarono appena ma bastò questo per farle rabbrividire come pochi minuti prima…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Anna: “Ehilà Lè! Complimenti ti sei data proprio da fare prima! Non ti avevo mai visto così!” – l’amica subito corse incontro alle due appena le vide uscire dalle danze.
 
Lena: “ma dai Anna! Sei sempre la solita lodatrice tu!”
 
Anna: “no dico davvero! –poi si rivolse al Comandante, temendo quasi una sua reazione, abbassò il viso-…buonasera Comandante…anche voi non siete stata da meno…”
 
Julia: “è merito della vostra amica…che con la sua bravura ha fatto sembrar capace anche me… - poi quegli occhi blu, spostandosi sul fondo della piazza, captarono qualcosa…qualcosa di riflettente e lucido da sopra le mura che circondavano il borgo, fu un istante. Un lucidissimo istante. -…scusate, spero continuiate a divertirvi, con permesso.” – e si incamminò verso la cinta muraria, convinta di aver visto bene.
 
 
 
 
 
Le due amiche restarono per una manciata di secondi mute, senza riuscir a proferire parola; Anna perché credeva di essere stata lei la causa dell’allontanamento del Comandante, e Lena perché ancora non si riprendeva dall’aver ballato con Julia e dall’averla sentita così vicina…
 
Anna: “credi sia colpa mia? Non dovevo interrompervi?” –era visibilmente dispiaciuta.
 
Lena: “ma no! Non pensarci nemmeno! –la prese sottobraccio-…sì, ammetto che mi sarebbe piaciuto restare ancora un po’ con lei…”
 
L’amica la interruppe.
 
Anna: “credi ti piaccia? Quella…quella ragazza ti piace?” – non si aspettava quella domanda, non così di colpo.
 
Lena: “non lo so Anna…non lo so…-poi guardò in direzione di Julia, che si allontanava sempre più dalla piazza in festa con quell’ampia camicia bianca di seta, i pantaloni neri stretti terminanti in un cinturone massiccio e gli stivali neri fino al polpaccio-…so solo che mi ha colpito…mi fa sentire un’altra quando sono con lei…”
 
Anna: “ma sei sicura di quello che dici?! Fino a ieri, anzi fino a poco fa la ritenevi un’imbecille viziata!” –e infatti non aveva torto.
 
Lena: “sì, e credo lo sia ancora! Ma prima…mentre ballavamo era…era diversa…e io mi sentivo sua…mi sentivo protetta tra le sue braccia…-stava già sognando ad occhi aperti-…ma ora non voglio pensare a niente! Andiamo a mangiare qualcosa! Ho una fame da lupi!” – e così sviando il discorso, si concessero un bel piatto caldo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Julia non si dava pace. Era sicura di aver visto qualcosa muoversi tra le mura. Qualcuno. E se quello scintillio era vero poteva trattarsi solo di una cosa, un’arma.
 
Qualcuno si stava aggirando nell’ombra e forse aveva intenzioni non buone, questo pensava la ragazza.
 
“soldato Sert!” –chiamò in fretta il primo gendarme di guardia che le passò davanti.
 
“ai vostri ordini Comandante!” –prontamente egli si avvicinò, e conoscendo le espressioni del suo superiore intuì che non dovevano esserci certo buone notizie.
 
“Sert, fa sorvegliare la zona nord delle mura. Non ne sono sicura ma credo che avremo visite stasera.” – il soldato spalancò gli occhi, temendo per tutte le persone che quella sera erano nella grande piazza, ignare di tutto.
 
“ma Comandante…dobbiamo dare l’allarme?”
 
“no. Rischiamo solo di mettere in subbuglio la situazione. Fa come ho detto, io vi guiderò in caso di pericolo.” – congedandosi come si addice a due commilitoni fecero ritorno ognuno nel luogo da cui provenivano.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Dall’altra parte Lena e Anna si divertivano a guardare le facce buffe di Giacomo che cercava di imitare una signora bisbetica del paese, che tanto si riteneva sapiente!
 
Quando senza preavviso, come suo solito, Julia piombò dietro di loro e…poggiando le mani sulle spalle scoperte di Lena richiamò l’attenzione della rossa, facendola rabbrividire.
 
Julia: “ascoltami bene…”
 
Lena: “mi hai spaventata! Quand’è che potremo parlare con calma e senza queste improvvisate da infarto?” –la mora si chinò sull’altra, fino a bisbigliarle nell’orecchio…
 
Julia: “se dovesse accadere qualcosa, qualsiasi cosa dirigiti verso la porta anteriore del mio palazzo e dì che ti mando io…”
 
Lena: “ma perché? Cosa significa?” – iniziava anche lei a spaventarsi, non capendo quello che stava accadendo.
 
Julia: “porta anche i tuoi amici con te e se puoi questi bambini…” –poi un forte scoppio e la musica tacque.
 
 
 
 
 
Il panico iniziò a dileguarsi, come olio; i soldati in guardia erano stati attaccati da uomini con il capo coperto, muniti di armi e impeto bestiale.
 
Urli, rumori di spade risuonarono tra le mura di tutta Spoleto; il sangue iniziò a bagnare la strada e parecchi soldati persero la vita, perché non erano preparati a quell’agguato così inaspettato in una sera di festa.
 
“accidenti…Sert chiama i rinforzi!!” – Julia corse subito verso quelle mura depredate e impugnando la prima spada che trovò a terra la conficcò nel petto di uno dei misteriosi assalitori per difendere un suo soldato.
 
“Julia! Julia!” – Lena raggiunse la mora in una corsa disperata, temendo di poterla perdere prima ancora di averla conosciuta.
 
“cosa vuoi?? Ti ho detto di andare a palazzo, muoviti!”
 
“vieni anche tu! Sono in troppi, come farete? Vieni con me!” –ma la mora la strattonò via, allontanandola appena in tempo da un uomo che aveva cercato di colpirle.
 
“va’ via Lena! Va’ via!” – e riprese la battaglia, insieme ai suoi uomini.
 
 
 
 
 
 
 
Ma mentre stava parlando a Lena, non si accorse che un assalitore era alle sue spalle…
 
“questo è per voi cara Volkova!” – e una lama si infilò fredda nel fianco della giovane milite.
 
In pochi secondi la sua candida camicia divenne rossiccia, piena di schizzi impazziti di sangue e lei si accasciò a terra per il forte dolore. Perse quasi i sensi, ma non poteva mollare…
 
 
 
Sert: “Comandante!” – il giovane soldato soccorse subito il suo superiore gravemente ferito, cercando di non muoverla troppo.
 
Julia: “Sert…prendi…-stava perdendo molto sangue, ma nonostante questo si alzò tenendosi il fianco-…prendimi il mio arco…”
 
Sert: “ma Comandante siete ferita…”
 
Julia: “ti ho detto di prendermi il mio arco!! – negli occhi di quella forte ragazza si riaccese la scintilla e, appena le fu portata la sua arma migliore, puntò anche se fatica gli uomini nemici che in lontananza sorvegliavano il ponte levatoio cercando di aprirlo. -…io mi occupo di quelli sulle nostre mura, voi pensate a quelli che sono entrati.”
 
L’arco teso e l’occhio azzurro di Julia che mirava erano uno spettacolo sublime…
 
 
 
 
 
 
 
Li uccise tutti, uno dopo l’altro, freccia dopo freccia…anche se per il forte dolore al fianco, si stancò subito e perse la concentrazione per la mira.
 
Sert: “Comandante ce l’abbiamo quasi fatta, stanno catturando gli ultimi due malintenzionati, ma…- impallidì vedendola cadere a terra priva di forze, svenuta-…Comandante! Vi prego tenete duro! Vi porteremo subito a palazzo!”
 
Julia: “…Le…Lena…” – soltanto un leggero bisbiglio uscì dalle labbra del condottiero valoroso, prima che perdesse completamente i sensi.
 
 
 
  
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