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Autore: MimiRyuugu    29/10/2012    2 recensioni
Ecco qua, dopo Ultimi Ricordi, la continuazione della saga dei Tre Uragani. Riuscirà la nostra Giulia Wyspet ad avvicinarsi di più al burbero Severus Piton?
"You are the life, to my soul, you are my purpose, you are everything."
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Severus Piton, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Tre Uragani Saga'
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Ciaaaao e tutti *^*
eh si, avete indovinato. La Mimi non ha resistito nemmeno stavolta e vi spiaccica l'aggiornamento a pochi giorni dall'altro. Se fosse stato per la coscienza ve l'avrei postato anche solo il giorno dopo xD anyway, spero che la storia vi piaccia *-* per eventuali reclami o verdure da tirare alla sottoscritta, potete recarvi al banco 3 *indica banchetto alla destra* li ci sarà la caVa Ire che vi offrirà tutto ciò di cui avete bisogno u_u (si Ire caVa, ti ho assunta anche qui u.u la paga sarà raddoppiata promesso xD)
Di canzoni qui abbiamo solo Everything dei Lifehouse, che da il titolo all'intera ff *^*

Avvertenze: i capitoli si allungano sempre di più xD per la dose di insulina contro il diabete di Giulia, rivolgersi sempre al banco 3 <3 OCCtudine a manetta u.u

Ora vi lascio all'aggiornamento,
baci Mimi : *



3° Capitolo

La sveglia suonò puntuale. Scattai giù dal letto e corsi in bagno. “Hermione calmati, la sveglia è suonata da nemmeno due minuti!” rimbeccò Anna, nascondendosi da sotto le coperte. La ragazza, sentendosi chiamata, si alzò a sedere ancora a occhi chiusi. “Cosa? Che? Anna guarda che non sono io…” sbottò, poi si rituffò nel letto. Io intanto mi ero messa la divisa, spazzolata i capelli e messo fermagli. Anna si alzò assonnata, andando a sbattere contro il baule di Hermione. “Come mai così pimpante oggi?” chiese quest’ultima, stiracchiandosi e saltando giù dal letto. Io sorrisi. “Ho un sacco di cose da organizzare!” esclamai, preparando la borsa. Lei mi guardò interrogativa. “Stasera si festeggia eh!” intuì Anna. Io annuii. “Cosa?” chiese Herm. “Il compleanno di Piton…” sorrisi. “Ma…non hai detto che era a gennaio?” chiese Anna. Io annuii ancora. “Però ho pensato che una festa non ci sarebbe stata male…voglio farlo divertire…” spiegai. “Che bello! Allora stasera party!” battè le mani Anna. Hermione tossì. “Veramente…saremo solo noi due…” dissi, arrossendo. Anna mi guardò in modo malizioso. “Ti ricordo che è un tuo professore…mancano ancora due anni, non puoi cedere ora!” rimbeccò Herm. “Sarà solo una festa…” precisai. Anna ridacchiò sospettosa. “Dunque…mi serve la musica, il cibo e…ma certo!” esclamai. Mi era venuta un’idea. Però non sapevo come fare a trovate chi poteva compierla. Iniziai a pensare intensamente alla persona in questione, anzi, al soggetto. Subito sentii uno schiocco di dita. “Mi avete chiamato signorine?” chiese il folletto, in piedi davanti ad Anna. Questa sobbalzò, poi lo riconobbe. “Ciao Dobby…sono stata io a chiamarti…” risposi, sorridente. Lui fece un piccolo inchino. “Vorrei che facessi delle cose per me…” spiegai. Dobby annuì. “Mi servirebbero dei biscotti al cioccolato, una brocca di succo di zucca, una bottiglia di vino rosso, delle pizzette, un paio di stuzzichini e una torta panna e cioccolato, con sopra la doppia S” elencai. Dobby annuì. “Giulia! Non puoi maltrattare così un povero elfo domestico! Farlo lavorare per i tuoi scopi personali, che crudeltà!” protestò Hermione. “Non si preoccupi signorina…è il lavoro di Dobby, e Dobby è felice di aiutare l’amica di Harry Potter…” sorrise lui. Io corsi nel mio baule e tirai fuori una cosa. “Dobby…allunga le mani” ordinai. Lui mi obbedì. Gli misi un calzino azzurro e viola, di cui avevo perso il gemello. Gli occhioni dell’elfo si illuminarono. “Questo…è per Dobby?” chiese. Io annuii. “Per ringraziarti in anticipo” sorrisi. Lui fece un inchino e si soffiò il naso nella sporca tunica. “Lei è davvero gentile signorina…le porterò tutto entro la cena…quando arriverà dalle lezioni troverà tutto qui…serve altro?” chiese. Io scossi la testa e lui, con uno schiocco di dita scomparve. “E il cibo è apposto…mi servono la musica…e il regalo!” mi ricordai. “Ma…ti ricordo che non abbiamo una visita a Hogsmerade fino alla settimana prossima…come fai a comprarglielo?” osservò Anna. Io tirai fuori carta e penna. “Pronto intervento mamma!” sorrisi. “Ora andiamo! Arriveremo tardi a colazione…” ci avvertì Hermione. Prendemmo le borse e scendemmo, riunendoci ai nostri compagni Grifondoro. Vidi Piton già seduto al suo posto. “Prima ora, Trasfigurazione…poi…Difesa Contro le Arti Oscure…” sospirò sconfortato Ron. Io mi sedetti e tirai fuori un foglio, poi con una brioche stretta fra i denti, iniziai a scrivere la lettera. Dovevo spedirla subito. “Blocco di creatività?” chiese Ginny, guardando la mia penna ferma. Io annuii. “Deve trovare cosa regalare a Piton…” spifferò Anna. “Un cuore che non sia di pietra?” chiese Mary Kate. Io la fulminai. “Lasciala stare…l’ha beccata che pomiciava con Blaise Zabini nei sotterranei…” spiegò Ginny. “Stai con Blaise Zabini?!” esclamammo io, Anna ed Hermione. Mary Kate arrossì. “State zitte! Vorrete che vi senta tutta la sala?! E comunque non stiamo assieme! Pomiciamo e basta!” rimbeccò la ragazza. Anna ghignò, mentre io risi. “Meglio lui che la Umbridge…” osservò Hermione. Io guardai verso Piton. Cosa poteva volere un uomo come lui? Di libri ne aveva a centinaia. Scossi la testa. “Regalagli un paio di boxer con scritto “Potion Masters do it better”…” propose Anna. Io risi e Herm arrossì. Poi mi venne un’idea. Scrissi veloce, finii di mangiare veloce e corsi in Guferia. Corsi poi in aula di Trasfigurazioni. Tutto a tempo di record. L’ora passò veloce, seguita da una bella ora con il confettone rosa. Non risposi né combinai danni. Ero troppo felice. A pranzo mangiai e mi arrivò il gufo che aspettavo, con un pacco. Accompagnato da una lettera. La aprii. Mia madre mi aveva risposto. È una donna che non può fare a meno di scrivere una lettera di risposta anche quando non è necessaria. La lessi, poi andai in dormitorio a scartare il pacco. Era già in carta da regalo. Corsi alle lezioni successive, poi finalmente, alle 17.00 finii le lezioni non avendo più materie, al contrario di Hermione che era ad Antiche Rune. Andai nel dormitorio, in camera, accompagnata da Anna. Iniziammo a preparare la roba: casse, stereo (gentilmente offerto da Mary Kate) e cd di musica classica o misti lenti. Mancava solo il cibo, che Dobby mi avrebbe portato a momenti, e mi dovevo solo cambiare. “Mi volevo vestire normale…” sorrisi. Anna scosse la testa e si mise a frugare nel mio baule. “Potresti riciclare il vestito del Ballo del Ceppo…” suggerì lei. “Ma è troppo elegante…” risposi. “Dopotutto volevi invitare lui al ballo…quale occasione migliore per rifarti?” disse sorridente. “Non succederà nulla…parleremo…” ripetei. “Però scommetto che un ballo te lo concederà…è un gentiluomo…” sbottò lei. Io strinsi le spalle e mi diressi in bagno. Presi una boccetta vuota, ed iniziai a trafficare con essenze. Anna non osò sbirciare. Alla fine mi venne un liquido di colore verde brillante. Mancava solo la formula. La recitai con la bacchetta in mano e la tappai, sperando che funzionasse. “Hey Giulia, è arrivato il cibo!” esclamò Anna. Io la raggiunsi. Erano le 18.30. Mandai Dobby a portare un messaggio a Piton. Alle 19.30 sarebbe scattata la festa. Mi preparai e aspettai. Hermione arrivò carica di libri dalla biblioteca, poi mi guardò e le si illuminarono gli occhi. Mi augurò una buona serata e trascinò giù Anna. Aspettai le 19.15 in modo che tutti gli studenti fossero già in Sala Grande, poi scesi le scale. Le ballerine dal tacchetto fine che facevano rumore sugli scalini umidi dei sotterranei. Arrivai nel suo ufficio. Feci un respiro profondo e bussai. Erano le 19.30 precise. “Avanti…” rispose Piton. Ero agitata come se fosse un appuntamento. Ovviamente non lo era. “Professore, vada in camera! Subito!” esclamai, senza entrare. “Motivo?” chiese. “Devo preparare tutto!” sbottai. Sentii dei passi ed una porta che si chiudeva, così entrai. Con un colpo di bacchetta il cibo apparve sulla scrivania e dei fili d’argento si appesero alle pareti. Dobby mi aveva procurato qualcosa in più. Si era meritato un altro calzino! Il regalo apparve sulla sedia. L’ufficio era illuminato da candele. Infine, misi le casse attaccate allo stereo e la musica si diffuse. “Ora può entrare!”  lo chiamai, soddisfatta. Piton entrò. Aveva un mantello dai bordi verdi, che muovendosi lasciava intravedere una camicia nera e dei pantaloni eleganti. Non il solito completo. Sorrisi e mostrai il mio lavoro. “Buon compleanno professore!” dissi. Lui mi guardò per qualche minuto e poi si guardò in giro. “Lo so…aveva detto niente musica però era brutto il silenzio…” mi giustificai. Piton sferrò una colpo di bacchetta verso la porta, sussurrando qualcosa. Io lo guardai dubbioso. “Ho insonorizzato la stanza...non vorrei che qualcuno venisse attirato dalla musica…” spiegò. Io sorrisi. “Ah dimenticavo!” esclamai, andando a prendere il pacchetto. Glielo porsi. “Signorina Wyspet…non serviva…” esclamò, visibilmente stupito. Gli porsi la boccetta. “La apra…” sorrisi. Piton stappò la boccetta. Delle parole verdi iniziarono a scriversi nell’aria, con la mia calligrafia. Auguri professor Piton! Spero che il regalo le piaccia e che gradisca questa serata. Con amore, Giulia. Poi, un serpente scivolò tra le righe e le cancellò. Ci fu un silenzio di qualche minuto. “Notevole signorina Wyspet…” sorrise. Io arrossi. “Lo so che non usa essenze da bagno…però…è un bagnoschiuma…potrà aggiungerlo nella sua collezione di cose inutili” sorrisi. Poi Piton iniziò a scartare il pacchetto. Dopo aver tolto la carta argentata, si trovò in mano un quadernetto con la copertina nera. Vicino, della carta da lettere verde chiaro con delle buste abbinate. “Io…spero che le piaccia…” dissi, rossa in viso. Piton mi guardò. “È stata molto gentile signorina Wyspet…non doveva…” ripeté. Io sorrisi. “E ora, si mangia!” esclamai, buttandomi sul cibo. “Ha cucinato lei?” chiese Severus. Io scossi la testa. “Non avrei voluto farle avete una lavanda gastrica di compleanno…” scherzai. “Strano…eppure la signorina Haliwell mi ha sempre detto che cucina benissimo…anzi, divinamente…” osservò, iniziando a mangiare. Io arrossii. Mangiammo tranquilli, poi Piton si versò del vino. “Un brindisi?” proposi. “A…?” chiese. “Al suo compleanno!” risposi. Mi alzai in piedi. “Lei è un ottimo professore, e anche se lei sente gente che dice tutto il contrario per me sarà sempre il migliore…” iniziai. Piton mi guardava, così, rossa in viso, continuai. “La ringrazio per quello che mi ha insegnato finora e per quello che mi insegnerà…voglio che lei sappia che la stimo e credo fermamente in lei. So che un giorno otterrà la cattedra di Difesa, e spero che quel giorno non sia lontano…” proseguii, sentendo che le guance mi stavano tornando del mio colore normale. “Spero che si diverta durante questa serata, perché è dedicata a lei…e se il festeggiato non si diverte, allora che festa è?” scherzai. Piton si limitò a guardarmi. Sembrava che stesse per sorridere. “Detto questo…le auguro un felice compleanno, pieno di soddisfazioni, gioia e serenità…” recitai, come fossi la Cooman all’inverso. Brindammo facendo tintinnare i calici, poi mi risedetti. “Lo so…non sono molto brava con i discorsi…” mi scusai, per poi bere un sorso di succo di zucca. “Ho ascoltato discorsi peggiori…non si preoccupi…” disse gentile Piton. “Sa…ieri sera, appena tornata in dormitorio, io e le altre ci siamo messe a parlare del primo anno…” iniziai a raccontare. Lui annuì. “Quando pensavamo che fosse tutto un gioco, e che sarebbe stato divertente andare avanti e passare di anno in anno….quando Anna litigava con Malfoy ad ogni sguardo, mentre Hermione non faceva altro che studiare…” continuai. Piton mi ascoltava ed annuiva. “Poi, al secondo anno qualcosa è cambiato…non so se sia stato l’attacco del Basilisco contro Anna ed Hermione, ma in qualche modo qualcosa cambiò in ognuna di noi…” dissi. “Lei è una Purosangue giusto?” mi chiese. “Purtroppo si…certe volte i Purosangue commettono atti così spregevoli che mi vergogno di farne parte…” sospirai. “Al terzo anno le cose andarono meglio…scoprimmo molte cose, fu un anno di paura, con Black in libertà e la verità oscurata dalle bugie…” continuai, osservando il mio calice. Lo poggiai sul tavolo. Piton rabbrividì quando pronunciai il cognome di Sirius. “E l’anno scorso…fu un anno di adrenalina pura…il Torneo Tre Maghi, il Ballo del Ceppo…” raccontai. Ripensai alla Vigilia di Natale, passata a ballare con un ragazzo di Tassorosso di cui non mi ricordavo nemmeno il nome. Il miei ricordi erano rivolti tutti a quei fugaci sguardi che lanciavo al professore, certe volte ricambiate con freddezza, altre volte ignorati del tutto. Mi rattristai per qualche minuto. “Tutto bene?” chiese Piton, vedendomi con lo sguardo perso nel vuoto. Io rinsavii. “Comunque, ha visto? Sono vestita da vera signorina!” sorrisi, alzandomi e facendo una piroetta. Severus ghignò divertito. “Ho perfino lasciato in dormitorio le mie Converse!” esclamai, tirando su di poco il vestito per far notare le mie ballerine. “Ballerine viola a fantasia di teschi? È proprio nel suo stile signorina Wyspet…” osservò, ancora divertito. “Sono nuove! Si abbinavano con il vestito, allora le ho messe…” spiegai. “Mi sembra di averle già visto indosso questo vestito…” disse, guardandomi dubbioso. “È il vestito che indossai al Ballo del Ceppo, l’anno scorso…” risposi. Piton annuì. “A proposito di balli, che festa è se non ci si muove un po’?” dissi, battendo le mani. “Vedo che i graffi le fanno meno male…” sorrise stavolta. Io lo guardai persa in quell’espressione. Adoravo quando sorrideva. Purtroppo a lezione capitava raramente. Quando rideva poi, cosa rara come Hermione che prendeva T (cosa che penso non sia mai avvenuta). Lo adoravo. Adoravo quella scintilla nei suoi occhi scuri, profondi, che si univa a quello splendido sorriso. L’avrei guardato per ore. “Insomma, vedo che ha evitato di mettere quella sua musica così chiassosa…” osservò, riprendendo il cipiglio serio. “Mary Kate mi ha prestato uno dei suoi cd…” sorrisi. Piton annuì, sorseggiando un po’ di vino. Subito partì una canzone italiana, dance. “Come non detto…” sospirò lui. “Giulia, dammi il tuo amore…Giulia, ti prego salvami tu…tu che sei l’unica…” io iniziai a canticchiare. “Ora capisco…è molto modesta ad autodedicarsi una canzone…” disse divertito. “Se nessuno me la dedica faccio da me!” sorrisi. Lui scosse la testa sorridendo. “Me la cantava sempre Anna…anche se odiava questo genere, come me, diceva che ero fortunata ad avere una canzone con il mio nome…e che quindi era doveroso cantarla…” spiegai. Piton annuì. La canzone finì e io smisi di cantare. “Comunque non cambi argomento! Avanti, si alzi! Venga a ballare!” lo incitai. Severus scosse la testa. Io gli feci gli occhi dolci, ma lui si girò dalla parte opposta. Allora di scatto gli presi le mani e lo tirai verso di me. Riuscii a farlo alzare dalla sedia. Era un progresso almeno! “Signorina Wyspet, vorrei tanto toglierle una cinquantina di punti…” disse, serio. Io lo guardai delusa. “Facciamo una ventina, ma solo perchè mi è simpatica…” si corresse, per poi fare una specie di sorriso sghembo. Io risi. “Avanti! Non è difficile!” esclamai, perdendogli saldamente una mano. “Deve farmi solo piroettare…” spiegai. Lui alzò il braccio e mi fece fare una piroetta, poi si sedette di nuovo. Io lo guardai a braccia conserte. “Aveva detto solo un giro…” ghignò Piton. Io sbuffai, ma poi sorrisi. Gli avevo tenuto la mano! Non avrei più tolto la benda per il resto della mia vita. Sentii uscire dallo stereo le note della canzone che avevo ascoltato dal mio mp3 quella mattina. Everything. Mi venne un’idea, così mi posizionai davanti a lui. “Dunque…siccome non ero soddisfatta del regalo, e anche perché sono una ragazza imprevedibile quando angosciante, volevo dedicarle una canzone…” sorrisi. Lui mi guardò curioso. Speravo di non stonare e che non mi andasse via la voce. Non avevo mai cantato seriamente per una persona. “Find me here, speak to me. I want to feel you, I need to hear you…” iniziai. Ero nervosa. Piton mi guardava negli occhi, e ciò mi metteva non poca ansia. Ancora una strofa di agitazione. Le mie mani torturavano il tulle del vestito. Altra strofa. Poi iniziò quella che mi aveva colpito quella mattina. “You are the life, to my soul. You are my purpose, you are everything” cantai, stavolta con un sorriso. Mi resi finalmente conto di dover stare tranquilla. Dopotutto stavo cantando per la persona che amavo. Appoggiai le mani sul petto, in corrispondenza della posizione del mio cuore. Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare. Appena li riaprivo per qualche secondo, vedevo Piton che mi osservava. Negli occhi quella scintilla che aveva quando sorrideva. “Would you tell me, how could it be, any better than this?” conclusi. Avevo ancora gli occhi chiusi quando sentii un battito di mani. Li riaprii e vidi Piton che sorrideva, battendo le mani. “Notevole signorina Wyspet…” disse. Io arrossi e andai a recuperare il calice. Mi era venuta la gola secca. “Se non troverà lavoro nel mondo magico potrà sempre fare la cantante…” esclamò, ghignando. “Non mi prenda in giro…lo so che non sono brava, però volevo dedicarle quella canzone…” lo pregai. Piton scosse la testa. “Non la stavo prendendo in giro…ha davvero una bella voce…intonata…piacevole da ascoltare…” esordì. Io mi sentii divampare. “Ci penserò su…” sorrisi, timida. Mi sedetti. “Questi anni però sono stati costruttivi! Con tutte le avventure che abbiamo passato!” esclamai. “Con tutti i disastri che avete combinato…” mi corresse Piton. Io risi. “Anna ha trovato qualcuno che la protegge…Hermione è più sicura di se e, anche se non lo ammette, ha una persona vicino che le vuole molto, molto bene…” dissi, alludendo a Ron. “E lei?” chiese Severus. Io abbassai lo sguardo. “Io ho una persona speciale…o almeno, lo è per me…” risposi. Lui rimase in silenzio. Presi coraggio e lo guardai in quei profondi occhi scuri. “Quella persona speciale è lei professor Piton…” dissi, sorridendo. Lui ricambiò il mio sguardo. Si alzò. Io lo guardai dubbiosa. “Dunque…dato che lei mi ha dedicato una canzone, non posso negarle un ballo…” disse. Io strabuzzai gli occhi stupita. “Signorina Wyspet, mi concede questo ballo?” mi chiese, porgendomi la mano da perfetto gentiluomo. Io la accettai e mi alzai. Casualmente Everything I Do di Bryan Addams, altra canzone che mi aveva fatto pensare a lui quella mattina, si diffondeva per la stanza. Piton mi mise le mani sui fianchi, e io appoggiai le mani alle sue spalle. Iniziammo a muoverci. Mi sembrava un sogno. Anzi, sembrava fosse stato il mio, di compleanno! “Non…era necessario…è il suo compleanno, la canzone era un regalo…” spiegai, imbarazzata. “Me ne ha fatti molti di regali, signorina Wyspet…volevo sdebitarmi…” rispose. Io sorrisi. Mi sembrava di essere tornata a quel tanto nominato ballo, di un anno prima. Avrei voluto ballare stretta a lui, non a quel ragazzino impacciato e dallo sguardo fisso sulla mia scollatura. Piton ballava divinamente. Aveva lo sguardo fisso davanti a se, oppure, mi guardava in viso. Io mi avvicinai e mi strinsi a lui, appoggiano la testa sul suo petto. Lui mi circondò i fianchi con le braccia, in una specie di abbraccio. Il mantello ondeggiava intorno a noi. Sentivo ancora il suo sguardo fisso su di me. Ero felicissima, così tanto che stavo per piangere. “Devo ammettere che pensavo ballasse peggio signorina Wyspet…” commentò. Io sospirai. “Mi chiami Giulia…intanto che balliamo…per favore…” dissi, alzando la testa. Severus scosse la testa divertito. “Mi ha fatto proprio una sorpresa…non pesavo che cantasse per me, Giulia…” disse ancora. Sentirgli pronunciare il mio nome era magnifico. Quella voce calda e sensuale. Mi venne un brivido alla schiena. Ballammo il resto della canzone in silenzio, con i cuori uniti in un solo battito. Appena la voce del cantante si spense, ci fermammo. Alzai lo sguardo e sorrisi. Severus ricambiò, poi facemmo un piccolo inchino come da copione dopo un ballo. “Ho una sete!” esclamai, andando a prendere il mio calice. Mi versai del succo di zucca e lo bevvi d’un fiato. “La sua eleganza è scomparsa vero?” disse ironicamente. “Quale eleganza? Non ne ho mai avuta!” risi. Poi mi accorsi che la stanza era diventata fredda. Probabilmente dovevano essere le dieci passate, se non le undici. Rabbrividii nel mio vestito primaverile. Piton mi guardò, poi si tolse il mantello e me lo mise. “Tenga…e veda di non riportarmelo, non vorrei che facesse brutti incontri come l’anno scorso…” precisò, riferendosi alla piccola disavventura con Josh. Io annuii e mi strinsi nel caldo mantello. “E ora, che ne dice di tagliare la torta?” propose, prendendo un coltello. “Non sapevo che gusti le piacessero, così ho optato per panna e cioccolato…” dissi. Piton annuì. “A proposito…quanti anni compie?” chiesi, curiosa, mentre tagliavo la torta. Lui bofonchiò qualcosa. Io risi, poi gli porsi una fetta. Iniziammo a mangiare. Piton mi guardò e un ghigno gli si formò sulla faccia. Io lo guardai dubbiosa. “Si è sporcata di cioccolato…” disse. Io arrossii. “Dove?” chiesi, imbarazzata. Lui mi indicò il naso. Cercai di pulirmi con un fazzoletto. “Non ci siamo…è ancora sporca…” disse divertito. Io riprovai. Lui scosse la testa, si piegò e con un gesto di tovagliolo mi tolse il cioccolato. “Grazie…” lo ringraziai. “Sembra una bambina…” mi prese in giro. “Ho quasi sedici anni!” rimbeccai, offesa. Severus rise. Si, proprio così. Rise. Anche se solo per qualche minuto lo vidi ridere. “Ho detto che sembra una bambina, non che lo è…” precisò lui. “È lo stesso un insulto…” sbottai. Poi lo guardai e risi. Non riuscivo a rimanere arrabbiata con lui. Finimmo di mangiare la torta, poi Piton guardò l’ora. “Sono le undici e mezza passate! Sarebbe ora che lei tornasse in dormitorio…” osservò. “Si annoia così tanto che vuole che me ne vada?” chiesi, triste. Lui si alzò e scosse la testa. “È mai possibile che ogni cosa che io dica per il suo bene lei la deve tramutare in un’offesa?” sbottò esasperato. Io abbassai lo sguardo, lui tese una mano e mi accarezzò sulla testa. “Mi sono divertito, contenta ora? Però sarebbe meglio che tornasse in dormitorio…ha lezione domani…” disse, come per parlare ad un bambino capriccioso. “Ecco vede! Mi parla come fossi una bambina!” rimbeccai. Piton scosse la testa esasperato. Io mi alzai e lo abbracciai. “Mi scusi…non volevo risponderle male…è che mi dispiace lasciarla…” dissi, d’impulso. Severus mi guardò con mezzo sorriso. “Cioè…io…ecco…” iniziai a dire. Lui sorrise ancora. “Se mi facesse respirare però sarebbe un progresso…” osservò. Lo stavo stringendo troppo forte. Mi allontanai, in imbarazzo. “Comunque, non vedo come potremmo fare…non vorrà mica dormire qui, vero?” chiese, divertito. Io diventai ancora più rossa in viso. Non che la prospettiva di una bella dormita tra le sue braccia mi dispiacesse. “Si sente bene? Sta diventando di un colore preoccupante…” osservò ancora. Io misi le mani davanti al viso e scossi la testa. “Ha ragione…è meglio che venga a dormire…cioè…che io vada a dormire!” esclamai. Lui mi accompagnò alla porta. “È sicura di poter andare fino in dormitorio senza farsi notare?” mi chiese. Io annuii. “Bene…allora…grazie della festa…se devo essere sincero…” iniziò a dire. Io lo guardai. “…mi sono divertito…un poco…” concluse. “Solo un poco?” chiesi, delusa. “E va bene…mi sono divertito più di quanto pensassi…è una buona organizzatrice signorina Wyspet…” si corresse. Io sorrisi. “Ancora buon compleanno…” dissi. Rimanemmo a guardarci negli occhi per qualche minuto. “Grazie ancora…” rispose Piton. Mi alzai in punta di piedi e gli diedi un bacio sulla guancia. Lui sorrise. “Buonanotte! Le voglio tanto bene!” dissi, poi filai verso le scale, con il suo mantello che svolazzava nella notte sulle mie spalle. Non sapevo ancora cosa mi aspettasse il giorno dopo.
  
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